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Autore: Fanelia    15/10/2013    4 recensioni
Questa storia parte dalla fine del manga/anime che dir si voglia e sviluppa una what if, anche su alcune informazioni lette in rete sul Final Story. E' una what if in cui uno dei protagonisti soffre di amnesia a causa di un incidente e solo grazie al ritorno nella sua vita del suo grande amore, ricomincerà a riappropriarsi di frammenti del proprio passato.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXI
 
Se io, se Lei

 
Non si cerca chi non vuol farsi trovare perché comunque vada hai già perso in partenza.Tindara Cannistrà
colonna sonora: Non passerai, Marco Mengoni
 
I primi giorni a New York furono strani per Candice.
La nuova residenza era fantastica, Albert e Karen non avrebbero potuto scegliere di meglio, di sicuro non aveva nulla da invidiare alla loro abitazione di Chicago.
I primi due giorni, furono di assestamento e Candy prese confidenza con la propria camera, con le diverse stanze della nuova casa e con il bellissimo e nuovissimo pianoforte. La dimora godeva di un giardino, se così poteva chiamarlo, perché era un termine davvero riduttivo. Sembrava un parco degno di una reggia. Era davvero fortunata!
Quella sera poi …
 
Karen si recò in teatro quel pomeriggio e, con una scusa, dopo le prove, chiese a Terence di accompagnarla a casa di alcuni amici.
Lui avrebbe voluto dirle che non era il suo tassista ma poi preferì tacere e darle un passaggio.
“Devo solo consegnare loro questa busta di persona.” disse lei chiarendo il motivo per cui doveva recarsi lì.
“Basta che facciamo in fretta!” rispose lui, quasi seccato.
Karen voleva ridere ma dovette trattenersi, era buffo vederlo così infastidito; se solo avesse saputo dove lo stava portando, probabilmente l’indolenza con cui stava guidando si sarebbe trasformata in fretta.
“Eccoci, va’ pure, ti aspetto in auto.”
“Entra con me, dai!”
“Karen, sei esasperante quando ti ci metti. Non ho affatto voglia di conoscere questi aristocratici amici tuoi!”
“Ah, sei sempre antipatico! Vorrei sapere Candice che ha visto in te?!” lo punzecchiò lei.
Quando entrarono, vennero fatti accomodare nel salone principale.
La tavola sembrava essere apparecchiata, era quasi ora di cena del resto.
Gli “amici” di Karen tardarono a riceverli e Terence si spazientì.
“I tuoi amici potrebbero almeno degnarsi di scendere a salutare!” le disse.
“Signori mi spiace disturbare, i Signori chiedevano se gradireste fermarvi a cena.”
Terence fulminò Karen con lo sguardo e rispose un “Mi spiace dover declinare ma ho un impegno”
e Karen non riuscì a trattenere una risata.
“Oh, mi spiace, avevo fatto riservare un posto anche per te.” disse una voce famigliare che proveniva dalle sue spalle. Ci impiegò qualche istante a girarsi perché, per quanto non avrebbe potuto non riconoscere quella voce, non gli pareva possibile.
“Candice?” domandò voltandosi e guardandola sorpreso.
“Non sapevo che fossi a New York, sei ospite degli amici di Karen?” chiese lui ma, proprio in quel momento, vide entrare Albert, Annie e Archie… contò i posti a tavola … ma c’era qualcosa che continuava non tornargli.
Cosa ci facevano tutti loro a New York? E perché non ne sapeva nulla? E come mai Karen non sembrava sorpresa?
“Beh, accetti il nostro invito a cena Graham o vuoi essere pregato?” chiese Archie col suo solito fare, poco cortese, quando si trattava di Terence.
“Cornwell! Visto che me lo chiedi con tanta gentilezza, sì  accetto.” Terence rispose alla provocazione di Archie.
 
L'attore non proferì parola ma nella sua mente si affollarono diversi dubbi.
Non sapeva che gli Andrew avessero quella dimora a New York, che per altro pareva nuova edappena arredata. Possibile che si trovassero lì per affari? Ma come mai non pernottavano in hotel come l’ultima volta.
“Ti piace la nostra nuova casa?” gli chiese Candy cercando di introdurre il discorso, avendo notato un certo sguardo di curiosità e di irrequietudine nei suoi occhi.
“Degna degli Andrew.” rispose lui freddamente.
“Che ne dite di bere qualcosa in giardino prima di cenare?” propose Albert e tutti lo seguirono.
Mentre Annie Archie Karen edAlbert sorseggiavano un drink, Candy si avvicinò a Terence.
“Vuoi fare un giro del parco?”
“ Se è necessario.”
“Seguimi!” rispose lei, non curante del tono irritato e distaccato, che lui aveva utilizzato.
“Vorrei chiederti scusa per non avertelo detto prima. Speravo di farti una sorpresa gradita …”
“Avete comprato una nuova casa?”, Terence continuava a non capire cosa stesse succedendo.
“Oh, non solo, dall’altro ieri New York ha guadagnato tre nuovi cittadini.”
“Tre nuovi cittadini?”
“Albert ha vinto l’appalto per i lavori alla città e ci siamo dovuti trasferire…  è colpa mia se nessuno ti ha detto nulla… ecco io…”
,Terence che stava lentamente cominciando a mettere insieme i pezzi del puzzl,e si sentì un po’ tradito dai suoi amici ma, avendo intuito le intenzioni di Candy di fargli una sorpresa, accennò a un sorriso.
“Sei arrabbiato?”
“Non saprei che risponderti”
“Mi spiace.”
“A me no.” le rispose lui confondendola. Poi, certo che non ci fosse nessuno nei paraggi, poiché era da un po’ che camminavano e parevano essersi allontanati dagli altri, le si avvicinò e le sussurrò all’orecchio:“Potrei sentirmi messo da parte ma se l’intento era quello di farmi una sorpresa …”
Candy si girò a guardarlo, le parole di lui le avevano accarezzato l' orecchio solleticandoglielo e una scarica elettrica le aveva percorso la pelle, costringendo i capelli alla base del collo a rizzarsi.
“Mi perdoni?” chiese lei con gli occhi che brillavano, certa che la tensione che sentiva nell’aria sarebbe svanita presto.
“Dipende …” rispose lui con fare sfacciato.
“E da cosa?” lo incalzò le,i sperando che lui stesse alludendo a ciò cui lei pensava.
“Se accetti di venire a cena con me domani sera!” propose lui dopo averla illusa che l’avrebbe baciata: aveva infatti avvicinato il proprio volto a quello di lei e le aveva preso il viso fra le mani.
Lei arrossì per quanto si sentiva sciocca per essersi lasciata prendere in giro , lui scoppiò a ridere per quella reazione; in certi momenti, se gli avessero detto che si trovava ancora alla St. Paul School, non avrebbe faticato a crederci.
“Sei proprio un insolente!” disse lei facendogli la linguaccia e sorprendendosi di quel proprio gesto così poco femminile. Non capiva perché, in presenza di Terence, per quanto volesse essere il più “signora” possibile, finisse sempre per comportarsi come un maschiaccio. Eppure lui sorrideva e sembrava divertito, non si accigliava affatto né si scandalizzava dei suoi modi di fare.
“Beh, accetti? Posso sempre invitare Kathrine se non ti va!” la prese in giro lui.
“Bene allora invitala! Io con un maleducato come te  non esco!” disse lei ridacchiando.
“Ogni lasciata è persa mia cara Scimmiettina Andrew!” la prese in giro lui.
“Scimmiettina? Ma quando la smetterai di dirmi che assomiglio a un primate?”
“Ma sei stata tu a suggerirmelo!” le rispose lui ridendo.
Risero entrambi di gusto, si fissarono e una strana sensazione si impadronì di entrambi.
Candy si chiese se anche lui si sentisse catapultato in un’altra dimensione temporale, dove entrambi forse avevano vissuto una vita spensierata e dove avevano riso felici, felici come solo degli adolescenti potevano fare.
Lo sguardo di lei si fece improvvisamente serio.
“Che c’è?” le chiese lui intuendo che qualcosa non andava.
“Oh, niente …”
“Se preferisci mentirmi!” le rispose lui irritato, non sopportava che lei lo volesse tenere all'oscuro.
“ E' questa sensazione, questo nodo alla bocca dello stomaco, questa felicità e spensieratezza, questa malinconia e tristezza che mi assalgono quando ci ritroviamo a ridere come dei buoni vecchi amici di infanzia;  non riesco ancora a capacitarmene e mi chiedo se anche …”
Lui annuì perché capì subito cosa volesse chiedergli. Voleva sapere se anche lui si sentiva come lei. Glielo aveva già detto diverse volte, ma il suo desiderio di essere rassicurata lo inteneriva e sbloccava quella sua paura di dirle la verità. Così, in quei momenti, non si nascondeva dietro ai suoi silenzi ma le consentiva di leggere la sua anima e le regalava un piccolo pezzo di sé, non solo nella speranza di tranquillizzarla ma, soprattutto, nella speranza che lei ricordasse cibandosi della sua anima e dei suoi sentimenti.
“Mi fa un po’ paura!”
“Vieni qui!” le disse lui facendole segno di avvicinarsi e allargando le braccia.
“Non devi avere paura, e quando ne avrai, potrai rifugiarti in un porto sicuro!” le disse lui alludendo al suo abbraccio.
In qualche modo lei si tranquillizzò, nonostante lo stare a così stretto contatto con lui facesse scatenare, in un volo sfrenato, le farfalle che giacevano sopite nel suo stomaco e che si risvegliavano ogni volta che gli occhi di lui le si posavano addosso o qualora si sfiorassero.
“Grazie!” gli disse lei poggiandogli un lieve bacio sulla guancia.
“Candy, Terence dove vi siete cacciati?” la voce di Archie proveniva da molto vicino e i due giovani sciolsero l’abbraccio in cui si erano cullati.
“Voi due, guarda se devo perdere il mio tempo a cercarvi, è ora di cena, sbrigatevi!”disse loro e poi se ne andò.
“Sarà il caso di incamminarsi.” suggerì lei facendogli strada.
Lui la seguì in silenzio, perso nei propri pensieri.
Come si sarebbe comportato da quel giorno in poi?
Lei viveva nella sua stessa città.
Come avrebbe resistito alla possibilità di vederla tutti i giorni, di passare con lei tutto il proprio tempo libero?
Proprio ora che avrebbe potuto vederla ogniqualvolta ne avesse sentito il bisogno, come avrebbe fatto a tenerle nascosto il loro passato, i propri sentimenti? Come le avrebbe mentito ancora su Susanna e sulla loro separazione, che aveva causato tutto quell’insensato dolore a entrambi?
 
Durante la cena Albert spiegò a Terence come fosse avvenuto il trasloco e la ricerca della casa, oltre a raccontargli dell’incontro con Hayan.
Terence lo ascoltò distrattamente e Albert se ne accorse, ma lasciò correre. Capiva che il suo amico fosse preso da mille e un pensieri e non faticava a  immaginare a cosa stesse pensando.
Candy notò la silenziosità di Terence che perdurò per tutta la cena, sembrava quasi assente, e la ragazza si chiese cosa potesse occupare la sua mente.
Lui intercettò il suo sguardo e, notando il modo preoccupato in cui lo stava guardando, le sorrise. Quel sorriso fece sì che della lava incandescente percorresse le sue vene e facesse risvegliare le farfalle che aveva sentito poco prima nello stomaco.
 
Karen era davvero felice quella sera. Finalmente Albert si era trasferito a New York! Certo, era consapevole del fatto che lui viaggiasse spesso per lavoro ma, per lo meno, da quel momento in poi, qualora fosse tornato a casa, e qualora lo avesse voluto, si sarebbero potuti vedere e avrebbero potuto finalmente dare una chance a ciò che stava nascendo fra di loro.
Durante la cena non tolse quasi mai gli occhi di dosso a quell’attraente giovane uomo che l’aveva stregata.
Albert le aveva promesso, l’ultima volta che si erano visti, che avrebbero affrontato un certo discorso, e lei fremeva per sapere di cosa si trattasse, anche se sperava che lui volesse finalmente chiarire la situazione fra di loro. Del resto, lui l’aveva baciata e aveva ricambiato il suo bacio, quando lei aveva osato farsi avanti nel taxi; l’aveva cercata e chiamata molte volte nel periodo in cui erano stati separati e ,quando aveva avuto una scusa per recarsi a New York, aveva pensato subito a lei, per cui non era possibile che non fosse interessato.
 
Quella serata si concluse presto per Terence che si scusò con gli amici e si accomiatò, assicurandosi che Karen potesse ricevere un passaggio.
“Ti accompagno.” propose Candy e lui non ebbe nulla da obbiettare.
Lo seguì in silenzio fino all’auto.
Lui aprì la portiera e salì, poi abbassò il finestrino.
“Ciao, buona notte.” la salutò mettendo in moto.
“Terence … aspetta …”
“Sono stanco e vorrei andare.”
“Buona notte allora.” rispose lei delusa e lo guardò andare via.
“Ti odio quando ti comporti così!!!! Come fai a dirmi che mi proteggerai e poi te ne vai quasi arrabbiato e ignorandomi?! Come dovrei aprirmi e fidarmi di uno come te!” disse ad alta voce, quasi strillando. In quel momento era furente, angustiata da quel suo comportamento così dannatamente altalenante e destabilizzante.
“Perdonami Candice… ma non riesco a starti vicino troppo a lungo senza poterti dire che provo. Non riesco a fare tacere quei sentimenti che vogliono finalmente essere esternati... le mie braccia vogliono stringerti e le mie mani … impazzirò a saperti così vicina e allo stesso tempo così irraggiungibile… se solo avessi voluto, avrei potuto sfiorare le tue labbra prima, non mi è sfuggito che volevi che ti baciassi… ma non potevo, come mi sarei fermato? Ah, che rompicapo!” disse ad alta, voce mentre guidava verso casa.
 
“Scusatemi ma mi ritirerei, se per voi non è un problema.” si scusò Candy.
Gli altri le diedero la buona notte e lei fu libera di rinchiudersi nella propria stanza e di abbracciare quella sciarpa che tanto le era cara.
Si mise a letto e pianse per sfogare il nervoso che l’aveva assalita. Non riusciva a decifrare quel ragazzo, era estremamente difficile da capire, così incongruente e bizzarro.
“Cosa ci avrò visto in lui?” si chiese, ma poi riuscì ad essere onesta con sé stessa e ad ammettere che la sua cortesia, la sua premurosità, il modo che aveva di difenderla e di prendere le sue parti, il modo in cui l’abbracciava, la guardava e il modo in cui la profonda desolazione e amarezza del suo sguardo le toccavano il cuore, erano il motivo per cui si sentiva così.
Solo con lui riusciva a sentirsi sicura e insicura allo stesso tempo, felice e malinconica, giovane e adulta. Era difficile da ammettere ma c’era qualcosa di speciale in quel ragazzo ed era per quello che ogni istante che trascorreva con lui era magico.
Si addormentò mentre delle calde lacrime le correvano lungo le guance fino a bagnarle il collo e il cuscino.
 
“Io accompagno Karen a casa, buona notte ragazzi.”
“Buona notte a voi! Karen spero di rivederti presto!” le disse Annie e Archie si accodò alla propria futura moglie.
Albert e Karen raggiunsero la vettura in silenzio, la tensione cresceva; erano entrambi consapevoli che fosse arrivato il momento di chiarirsi.
Lui era spaventato dalla possibile reazione di lei, mentre Karen era preoccupata per ciò che lui poteva dirle.
La dimora di Karen non distava molto da quella degli Andrew ma, non sopportando quel pesante silenzio che era calato fra loro, aveva finito col rompere il ghiaccio facendo la prima mossa.
“Albert, non avevi qualcosa da dirmi?” disse lei sbuffando, manifestando la propria impazienza.
Albert rise e lei insieme a lui.
“Sì, hai ragione, perdonami, aspettavo il momento giusto che mi pareva non arrivare mai.” le disse sorridendole.
Lei lo guardò come per chiedergli di procedere.
“Consentimi di arrivare a casa tua, non manca molto se non ricordo male.”
“Attenderò paziente.” rispose lei mentre giocherellava con le proprie mani.
Quando finalmente Albert parcheggiò e spense il motore, Karen era arrivata al limite della sopportazione.
“Passeggiamo in giardino?” gli propose.
“Certo, volentieri.” rispose lui, mentre cercava di trovare il coraggio di dirle ciò che aveva maturato nell’ultimo periodo.
Mentre camminavano, l’uno vicino all’altra e le mani che si sfioravano, Albert le prese la mano e l’avvolse nella propria. Lei sorrise di quel gesto e lasciò che la mano di lui stringesse la propria.
Albert si sentì sollevato, lei non aveva ritratto la mano; Karen si sentiva più tranquilla, quel gesto era inequivocabile.
“Karen io… ci ho pensato molto. Sai che sono spesso in giro, prima abitavo a troppi chilometri di distanza da qui ma ora…” Albert si bloccò e cercò le parole più adatte.
“Ma ora abiti anche tu a New York” cercò di suggerirgli lei.
“Sì, è vero. Avrei voluto chiedertelo già a Chicago, ma consapevole della lontananza, e del sacrificio che ti avrei chiesto, qualora avessi acconsentito…”
“Oh Albert, vuoi arrivare al dunque, per favore, questa lenta tortura mi sta uccidendo.” esclamò lei.
Albert le sorrise, a volte Karen si comportava con la stessa impazienza caratteristica di Terence.
“Hai ragione. Io … ecco … tu … tu mi piaci Karen, e spero che sia lo stesso per te, e se così fosse …”
“Oh Albert, e se così fosse?”
“ Potrei avere il piacere di invitarti ad uscire?”
Lei rise di quelle sue parole, pensava che le chiedesse se potevano frequentarsi, ma quel suo invito così all’antica la fece sorridere: era un uomo galante come se ne trovavano pochi.
“Il piacere sarà mio Albert.” rispose lei sorridendogli.
In quel momento, le remore di Albert parvero dissolversi e, come se fosse l’unica cosa possibile in quel momento, l’avvicinò a sé e la baciò.
Dapprima il bacio fu lieve, uno sfiorarsi di labbra poi, quando sentì che lei rispondeva al suo ardore, dischiuse le proprie labbra e approfondì quell’incontro fra le loro bocche.
Quello scambio di emozioni tramortì entrambi, lasciandoli ebbri.
Albert si sentiva come un ragazzino alla prima cotta, erano anni che non sentiva il cuore battergli all’impazzata e le mani sudare.
Karen si sentiva come una scolaretta al primo giorno di scuola, emozionata, felice e compiaciuta.
Si ripromise di andare a trovare la cartomante per ringraziarla, aveva avuto ragione.
Aveva incontrato un uomo stupendo che le stava cambiando la vita.
In quel momento, non le importava sapere se e quanto sarebbe durata.
Lui le aveva esternato il proprio interesse, non aveva più bisogno di leggere fra le righe, e di sperare, perché aveva finalmente avuto una conferma diretta che l’interesse era reciproco.
“Sono contento e sollevato.” le confessò lui.
“Sollevato? Perché temevi che ti rifiutassi?”
“Beh, non ero certo che avresti accettato la mia corte.”
“Oh ,Albert” disse lei ridendo “ la tua corte? Tu sì che sei un uomo di vecchio stampo!” lo prese in giro.
Per un momento si rabbuiò, non capiva cosa avesse detto di così divertente.
”Scusami, non volevo ridere di te, è solo che ..”
“E’ solo che?”
“Nulla, il termine fare la corte mi ha fatto sorridere. E poi …” gli disse avvicinandosi maliziosamente alle sue labbra “ non hai nessuna corte da fare, mi sembra di avertelo dimostrato.”
Albert lasciò che lei si avvicinasse fino a sfiorargli le labbra con una gentile carezza.
Effettivamente, loro si conoscevano da qualche mese, non avevano avuto modo di frequentarsi assiduamente per  questioni logistiche ma era evidente l’interesse da parte di entrambi.
“Sappi che, quando sarai in città, dovrai dedicarmi del tempo.”
“Ne ho tutte le intenzioni. E, anzi, spero di non dover viaggiare troppo.”
“Non ci spero e capisco che tu abbia gli affari di famiglia da seguire ma non mi accontento dei ritagli di tempo.” gli disse poi lei seriamente.
“Mi impegno a dedicarti quanto più tempo possibile. Anche perché, se non passiamo del tempo insieme, sarà difficile imparare a conoscersi” suggerì lui.
“Bene, mi sembra che le premesse ci siano tutte …”
“Ok, quindi per ora accompagnerei la principessa al suo castello e, qualora non avesse impegni per domattina, la inviterei a colazione.”
“Dovrei consultare la mia agenda, sa che sono famosa e molto richiesta ma vedrò di trovare del tempo per lei. Si ritenga molto fortunato.” rispose lei scherzando e facendo ridere Albert.
“Albert e se dovessero fotografarci insieme?” chiese lei pensando al fatto che entrambi, per il loro lavoro, si trovavano spesso sotto i riflettori, per cui non ci sarebbe voluto molto tempo prima che qualcuno li fotografasse in atteggiamenti compromettenti.
“Io non ho niente da nascondere.” le disse Albert.
“Ah, nemmeno io.”  gli disse lei sorridendogli, la risposta del giovane indicava tutto l’impegno che aveva intenzione di mettere nella loro nascente relazione.
 
Arrivati sull’uscio di casa si salutarono e si diedero appuntamento al giorno successivo.
 
“Terence si è comportato in maniera inqualificabile questa sera!”
“Archie, quando la finirai di riversare il tuo astio su quel ragazzo?”
“Non hai visto come ci è rimasta male Candy? Perché mai se ne sarà andato così all’improvviso?”
“Non lo so, magari era semplicemente stanco?!” suggerì Annie.
“Se lo dici tu. Fatto sta che, come al solito, è stato scortese!”
“A me non pare ma ti prego di non sollevare l’argomento con Candy. Vediamo come evolverà la situazione nei prossimi giorni, del resto deve essere stata un’enorme sorpresa scoprire che ormai abitano nella stessa città. Forse voleva solo metabolizzare la notizia.”
“Per il bene di Candy mi morderò la lingua, ma a me quel Granchester continua a non piacere.”
“Graham, Archie, Graham non so più come dirtelo.”
“Lo so! E invece che pensi di Karen? Mi sbaglio o il mio caro zietto è rimasto affascinato?”
“Non sono affari nostri Archie, ma credo che tu abbia ragione.”
“E lei, secondo te ricambia?”
“Archie sei proprio un pettegolo! Se rispondo alla tua domanda, prometti di cambiare argomento?”
“Ok, però dimmi che ne pensi.”
“Credo che l’interesse sia reciproco.”
“Ah, l’amore, l’amore! A proposito, che ne dici di stabilire la data delle nozze? O vuoi rimanere single ancora per un po’?” le chiese lui stuzzicandola.
“Ecco io … ci stavo pensando … visto che l’estate ormai volge al termine … che ne dici di luglio dell’anno prossimo?”
“Fra undici mesi?”
“Ecco io vorrei sposarmi d’estate, è sempre stato il mio sogno!”
“Beh, perché no! Così avremo più tempo per i preparativi, voglio che tutto sia perfetto!” le disse avvicinandosi e poggiandole un leggero bacio sulle labbra.
Annie rispose al suo bacio ed Archie dovette fare ricorso a tutta la sua forza d’animo per staccare le labbra da quelle della sua futura moglie e scogliere quell’intimo abbraccio in cui si erano intrecciati.
Annie arrossì leggermente per quel momento di intimità che erano riusciti a ritagliarsi. La loro dimora ultimamente sembrava un porto di mare, ogni giorno c’era una nuova preoccupazione e loro due avevano finito col trascurare il proprio rapporto.
Consapevole dell’effetto che riusciva  a provocare sul suo fidanzato, si ritirò nella propria stanza con il sorriso sulle labbra.
Lasciò Archie a bere il suo whiskey mentre attendeva che Albert tornasse: conosceva troppo bene il suo futuro marito per non immaginare che avrebbe atteso lo zio per parlare nuovamente di Candy e Terence.
Sapeva essere una testa dura ma lei lo amava anche per quello.
Con quel pensiero, e il sorriso sulle labbra, si addormentò, certa ormai dell’amore di Archie.
 
Quando Albert rincasò Archie lo sorprese a sorridere.
“Mi sbaglio o mi sembri particolarmente allegro?!” chiese Archie alle sue spalle, facendolo quasi spaventare, Albert pensava infatti che fossero andati tutti a dormire.
“Archibald, hai corso il rischio di farmi venire un infarto. Che ci fai ancora in piedi?”
“Ti aspettavo, volevo parlare di…”
“Di Terence, immagino.”
“Quel ragazzo è lo stesso insolente maleducato che ho conosciuto tanti anni fa!”
“Ancora il tuo astio nei suoi confronti? Pensavo che stessi imparando ad accettarlo.”
“Non ti pare di pretendere troppo? Riesco a mala pena a tollerarlo, specie poi quando si comporta in maniera bizzarra come stasera. Candy ci è rimasta malissimo che lui se ne sia andato così presto.”
“Sì, l’ho notato, ma magari era semplicemente stanco. Candy dovrà imparare nuovamente a capire gli atteggiamenti di Terence come sapeva fare una volta, o rischierà di starci male ogni volta.”
“Beh, non è che possiamo dirglielo, quindi piuttosto sarà lui a doversi comportare meglio.”
“Archie, lasciamo stare, vediamo come proseguono le cose e poi ci regoleremo di conseguenza. Ora, se non ti spiace, andrei a dormire.”
“Ma Albert io…”
“Buona notte, sono stanco. Ci vediamo domattina.” lo salutò Albert lasciandolo a bocca aperta.
Un Archie arrabbiato, stanco e frustrato si ritirò nella propria stanza, sperando di riuscire a sbollire la rabbia che stava provando in quel momento.
Albert, nonostante tutto, continuava a schierarsi dalla parte di Terence e lui non riusciva a tollerarlo.





 
 NDA: Ciao pupe! Chiedo perdono se troverete qualche errorino, sto correggendo un po' di fretta ma non volevo lasciarvi troppo senza capitolo. Cmq dovrò passare a risistemare, anzi, dovrò correggerla nuovamente tutta da capo la storia...

Lo so, mi odiate per il comportamento altalenante di Terence, ma è lui, che ci possiamo fare?
Ragassuole nemmeno 1 singola aggiunta nella preferite/seguite/ricordate :(((( Sono triiiiistttte LOL No, non è vero, non fa nulla! Per fortuna che non avevo scommesso nulla o mi avreste fatto perdere!!!
Detto ciò, vi aspetto sulla mia pagina FB: I Soliloqui di AlbionMay!
Mi farebbe piacere se vi interessaste anche alle mie storie che non trattano di Candy!
A presto e scusate se risponderò in ritardo a eventuali commenti!!!

 
   
 
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