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Autore: cri86lea    07/04/2008    5 recensioni
La mattina dopo Lupin si alzò senza aver tratto alcun giovamento dal sonno, come previsto. Aveva passato la notte a pensare a Sirius
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!! Premetto che in questo capitolo tornano i Malandrini, ma saranno solo tre. Ho omesso la figuara di Peter, perchè non credo sia un personaggio importante e soprattutto, chi ha già letto le mie altre storie sa che non lo sopporto. Spero do non offendere nessuno. Grazie a terrycontyby90, Steph

, SakuraAshe, antote, camelow. Grazie per le recensioni! Spero di aver aggiornato abbastanza presto.

 

 

I giorni passavano e Remus iniziava a incupirsi. I modi erano sgarbati e la solitudine era il suo unico conforto. La luna piena si stava avvicinando e gli amici rispettavano il suo dolore. Benché un tacito accordo tra Sirius e James facesse sì che entrambi, a distanza, curassero il loro amico, Sirius non riusciva appieno a distaccarsi da Remus. Anche quando il licantropo chiedeva di stare da solo, Black stava nei paraggi. Inadatto però a sostenere una tale situazione, così delicata, non riusciva a sopportare la sfrontatezza dell’amico e spesso finivano le loro serate a discutere ferocemente su questioni di poca importanza. Il giorno che avrebbe accompagnato la luna alta e piena nel cielo vide Remus sempre scontroso ma più triste del solito. Verso l’ora del tramonto Lupin scese dal suo dormitorio in cui si era rifugiato solitario durante il pomeriggio, e si accinse a superare la porta che dava fuori dalla Sala comune, quando Black lo fermò:

" Ci vediamo più tardi." Remus voltandosi verso l’amico gli sorrise e distese la faccia con l’espressione più serena che riuscì a fingere:

"Non è necessario che veniate stanotte, andrà tutto bene" e con quelle parole si avvicinò ancora alla porta per uscire. Di nuovo però, fu trattenuto dalla voce di Sirius che però questa volta sembrava rivolta a James:

"Tutti i mesi la stessa storia. Lo sa che tanto staremo con lui, altrimenti perché diventare Animagi?"

James lo zittì subito perché nonostante la Sala Comune fosse deserta qualcuno poteva essersi attardato nei dormitori. Nel fermare Sirius dal combinare l’ennesimo guaio, James si rivolse a Lupin e sorridendogli:

" è inutile che ti preoccupi. Noi verremo, a più tardi." E con un gesto lo incitò ad uscire perché il tramonto ormai stava volgendo al termine e la notte sarebbe presto arrivata.

Un cane dal folto manto nero e un cervo apparvero nei presi della foresta e il primo svanì rapidamente sotto un grande Platano come inghiottito dalla sua radice. L’accordo tra James e Sirius per quelle notti prevedeva l’annunciarsi di Felpato nella piccola stanza cosicché Lunastorta potesse prendere coscienza di ciò che gli accadeva. Poi insieme uscire e arrivare a James, che nel frattempo osservava il parco circostante e si teneva pronto a fronteggiare il lupo nel caso un malcapitato passasse in quella zona e risvegliasse l’istinto omicida del licantropo anche se latente, in virtù della presenza degli altri due animali nonché suoi migliori amici. Sirius quella notte raggiunse Ramoso più in fretta del solito e soprattutto tornò da solo. Lunastorta non era nella Stamberga strillante e i due si interrogarono su cosa potesse essere accaduto, quando sentirono un ululato provenire dall’interno della Foresta Proibita. Immediatamente raggiunsero i primi alberi che ne delimitavano il territorio e videro un’ombra muoversi, prima che la foresta si infittisse e che i suoi abitanti potessero scorgerli e attaccarli. Avanzarono verso la figura e questa andava loro incontro. Con sollievo notarono l’ombra di Lunastorta e si fermarono ad attenderlo, così da poter scorazzare tutti insieme al limitare della foresta. Poco dopo si accorsero che il licantropo non accennava a diminuire la sua corsa, anzi si avvicinava con crescente velocità e presto Sirius notò che stava avanzando velocemente verso di lui. Subito il suo istinto prese il sopravvento e assunse una posizione tale da fronteggiare un possibile attacco. La corsa di Lupin terminò con un grande balzo verso Felpato, il quale notò i denti affilati che Lunastorta mostrava, pronto a colpire e a mordere. Il lupo fu fermato a mezz’aria dalle corna di Ramoso che si pose tra lui e Sirius appena in tempo, con forza lo scaraventò lontano da loro. Ancora accigliato e dolorante a terra, Remus si vide raggiunto dall’imponente cervo, la cui figura si stagliava tra i rami e la luna ne proiettò l’ombra maestosa sul terreno accarezzandolo dolcemente, facendo brillare le sue forti corna. Ramoso si erse sulla figura ancora distesa a terra e sembrò sprigionare un’immensa forza. Questo intimidì ulteriormente Lunastorta, il quale alzandosi con fatica si accostò a James e attese che Sirius li raggiungesse. Il lupo prese poi, in tutta tranquillità, la via che portava fuori dalla Foresta e gli altri due lo seguirono. La notte continuò come se nulla fosse accaduto e i tre amici corsero per tutto il parco, con il favore delle tenebre. Tuttavia Lunastorta sembrava stranamente agitato e più volte i due amici dovettero porsi ai lati del licantropo costringendolo a prendere determinate direzioni, per evitare che si perdesse all’interno della buia foresta. Presto la debole luce dell’alba si annunciò all’orizzonte e Felpato, insieme a Ramoso costrinse il terzo amico a tornare nella Stamberga Strillante cosicché potesse attende la luce del giorno per tornare il ragazzo di sempre.

All’interno dell’impolverata stanza, il licantropo giaceva sonnolento a terra accanto al nero cane che però al suo contrario, era completamente sveglio e vigile. Quando notò la trasformazione dell’amico si finse addormentato. Remus si ridestò dal sonno in breve tempo, sentendo il suo corpo gelare nell’aria fredda del mattino. Alzando la testa dal freddo pavimento si ricordò di essere nudo e cercò a tentoni i suoi vestiti piegati e sistemati in un angolo da lui la sera precedente. La sua mano, prima di trovare gli indumenti sfiorò una folta pelliccia e in allarme, girandosi in fretta, trovò Felpato. Rincuorato, prese a vestirsi.

"Fortunatamente sta dormendo" Si ritrovò a pensare Remus mentre si vestiva. Inoltre si chiedeva il motivo per cui Sirius si trovasse lì. Di solito l’attendeva fuori, nel parco insieme a James. Ed era sempre stato loro grato per questo, così da evitare qualsiasi imbarazzo al suo risveglio. Mentre si rivestiva sentì un forte dolore al fianco sinistro e volgendo lì il suo sguardo notò che la parte era gonfia e adornata da una chiazza scura che presto sarebbe diventata un altrettanto doloroso livido. Poi, senza rammentare appieno come se lo fosse procurato, scorse l’Animagus e si chinò sopra di lui sfiorandolo con una carezza lungo il muso e cercò di svegliarlo: "Sirius, sveglia" non ottenendo alcun cenno dal pacifico e assonnato Black, continuò, ma con maggior forza nella voce: "Dobbiamo tornare al castello, svegliati!" Sirius con ancora gli occhi chiusi decise che fosse il tempo di ridestarsi e di assecondare finalmente la volontà di Remus. Alzò il muso verso Lupin che giaceva piegato sulle sue ginocchia accanto a lui. Si mise sulle quattro zampe e in un secondo riprese,vestito alla perfezione, le sue sembianze umane.

"Buongiorno Sirius." Remus si sentiva il cuore leggero come tutte le mattine dopo la luna piena. Il corpo era spesso dolorante ma la sua anima di uomo era viva e lieta di aver abbandonato l’ombra del lupo mannaro che nei giorni precedenti la trasformazione avvelenava il suo sangue, nonché il suo umore. Si rese conto, per l’ennesima volta, di come avesse trattato i suoi amici la settimana precedente e il senso di colpa affiorò. Ormai però sapeva che i due malandrini lo comprendevano appieno e non lo incolpavano mai di alcun torto subito. Il fatto che Sirius fosse lì con lui quella mattina lo tranquillizzò ulteriormente. Sorridendo si portò verso l’uscita ma non sentì alcun passo seguirlo. Voltandosi vide Black immobile nello stesso punto in cui lo aveva salutato:

"Sirius" lo chiamò avvicinandosi: "Qualcosa non va?"

"Non ricordi niente?" gli rispose Black incollando i suoi occhi su quelli di Remus trafiggendoli e rimanendo impassibile dinanzi a lui.

"Di questa notte, intendi?" disse Remus allontanando il suo sguardo da quello di Sirius,come per cercare dei ricordi nella mente: "Non molto, come al solito,direi. Siamo rimasti al limitare della foresta…" ma fu interrotto:

"Mi hai attaccato,Remus!Questo te lo ricordi?" Sirius urlò quelle parole nonostante cercasse di contenersi.

"Stai bene,vero?" e con lo sguardo Remus vagò lungo il corpo di Sirius alla ricerca di ferite o sangue che inzuppasse i suoi vestiti.

"Solo grazie a James" lo rimbeccò il moro: "Si è contrapposto tra noi due prima che potessi mordermi."

Remus si portò le mani alla testa e vi nascose il viso a quelle parole, non poteva credere a quello che gli stava dicendo, non credeva di essere stato capace di fare un gesto simile contro un altro animale, soprattutto contro Sirius. Riprendendosi, si rivolse a Black: " Io…davvero…non so, non ricordo." E profondamente turbato da quelle notizie si sentì sprofondare dal dolore: "Mi dispiace" disse infine.

"Perché lo hai fatto?" chiese Sirius

"Io, davvero non lo so, non ricordo quasi nulla"

"Remus" tuonò Sirius guardando profondamente negli occhi dell’altro ragazzo.

"Cosa?" disse Lupin che prese a camminare per la stanza sentendosi accusato e percependo in oltre un ombra dentro di sé, la stessa che rodeva e cresceva con l’arrivo della luna piena:

"Credi davvero che volessi farti del male? Non sono in me in quelle notti, lo sai"

"Oh, Remus non nasconderti dietro queste scuse, volevi attaccare solo me" e fece una pausa per riprendere fiato " e anche nei giorni precedenti sei stato più aggressivo del solito. Soprattutto nei miei confronti." Remus si sentì di nuovo crescere la rabbia dentro di sé. Non capiva come potesse accusarlo di essere malvagio, quando lui era il primo a soffrirne. O addirittura,lo accusava di mentire.

"Evidentemente mi davi suoi nervi più degli altri" inveì Remus: "sai, non è un compito facile assecondarti in tutti i tuoi capricci"

"Finalmente sei sincero" gli rispose Sirius e la sua voce non era più dura, sembrava quasi triste. Lupin però non se ne accorse e continuò alzando il tono di voce a ogni parola: " Sei sempre circondato da un sacco di persone, ma non fai altro che lamentarti. Pretendi che tutti siano ai tuoi ordini quando tu per primo non ti rendi conto dei bisogni degli altri. E poi vieni a dirmi che io mi sono comportato male con te, quando passo le mie giornate a combattere contro me stesso."

"Mi dispiace" rispose semplicemente Sirius che aveva assistito allo sfogo dell’amico con apparente calma. Le parole dell’altro lo avevano ferito ma qualcosa dentro di lui lo faceva sentire vuoto e triste ma non certo irritato come se avesse sentito quelle parole da qualsiasi altra persona che non fosse Remus. Lupin nell’udire finalmente il cambiamento di voce di Sirius e quelle parole, che certo non si aspettava dopo una simile sfuriata, sentì una fitta allo stomaco e avvertì la rabbia scemare dal suo corpo. Si rese allora conto del suo comportamento. Sirius aveva ragione, la sua ira era rivolta verso di lui e ne era proprio la causa. La sua mente si schiarì, il suo comportamento era dovuto alla frustrazione in cui cadeva ogni volta che era accanto a Sirius, ma non era certo dovuto all’odio che sentiva per lui. Era esattamente l’opposto. Forse il lupo dentro di lui nei giorni precedenti e nella notte appena trascorsa avevano preso il sopravvento ma la rabbia incanalata su Sirius proveniva dalla parte umana della sua anima. Dover reprimere sempre i sentimenti verso Sirius o dover assopire la sua gelosia, che montava anche solo quando qualche ragazza si avvicinava, l’avevano reso irascibile ed evidentemente il lupo voleva solo avventarsi sulla causa di tutto il suo malessere.

Ma come spiegarlo a Sirius?come dirgli la verità senza distruggere la loro amicizia?

Remus, pensando tutte quelle cose non si rese conto di essere rimasto in silenzio per dei lunghi secondi e Sirius ormai sembrava non aspettarsi più alcuna risposta. Forse qualcosa tra loro si era rotto. Lupin cercò gli occhi del moro ma questi abbassò lo sguardo e disse:

" Cercherò di cambiare. Te lo prometto" fece una pausa e dopo un lungo sospiro continuò: "Ora andiamo, Ramoso ci aspetta" la sua voce era piatta e stanca. Senza dire altro si avviò verso l’uscita e Remus a qualche passo di distanza lo seguì.

 

Continua...

Sono stata un po' crudele in questo capitolo, ma ammetto che vorei che diventasse il classico "Mattone" di Remus/Sirius, anche se non credo di esserne all'altezza. Aggionerò presto, promesso. Grazie per aver letto la mia storia!!! Ah, i commenti sono sempre graditi.

  
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