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Autore: Eylis    08/04/2008    3 recensioni
“Andrea?”
“Mh?” Apro gli occhi, schermandoli subito con una mano. Sta arrivando la sera, ma il sole ancora ferisce con la sua calda luce. Giro la testa verso di te, mi sfiorano i fili d’erba.
“Saremo assieme per sempre?” È preoccupazione la tua, piccola mia? Lo sai che non devi averne, soprattutto in una giornata così splendida. Ma forse non sei davvero inquieta, vuoi solo che io ti ripeta ciò che più ami sentire, vuoi solo che la mia voce accarezzi la tua anima. Ti sorrido.
“Certo cucciola mia, per sempre.”
[...]

Questa è una raccolta di brevi racconti che più che narrare una storia vogliono descrivere una situazione, un’impressione, un’emozione. Ogni capitolo, ogni storia ha quindi l’intento di precipitare chi legge in un mondo a parte trasmettendo le sensazioni e le emozioni vissute dai personaggi. Leggete ogni racconto lasciandovi trasportare dalle parole, dai suoni, dalle immagini. Il genere principale è quello romantico, ma ogni storia ha una diversa sfumatura.
1. Cantar di grilli ed erba cipollina, 2. La farfalla nera vola in sogno, 3. Sillogismi e deduzioni, 4. Filastrocca, 5. In missione, 6. Indicibile farsa, 7. Bisogni primari vs importanti novità, 8. Al centro dell'universo, 9. Aria, 10. Profumo di pesco, 11. Stoffa, 12. Luna riflessa, 13. Patto col diavolo, 14. Grigio di dea, 15. Cantar di grilli ed erba cipollina - II
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. Filastrocca

“Lalla lalla lalla là
Quante volte ho visto il re
Quante volte la regina
Ma il principe dov’è?
Lalla lalla lalla là”


Canticchio fra me e me la filastrocca che avevo imparato da piccola mentre osservo il sedile vuoto di fronte a me sul treno. Sullo sfondo uniforme sono disegnate delle forme regolari, gialle, rosse, blu. Soprattutto gialle, sembrano formare un percorso. Sono state queste a farmi tornare alla mente la filastrocca, sembrano un labirinto da seguire prestando attenzione a non rimanere bloccati dalle forme rosse e blu. Per ogni verso mi sposto di alcune forme, in su, in giù, a destra, a sinistra. Ma arrivata al verso del principe mi trovo bloccata in un vicolo cieco. Non c’è strada per me in questa direzione. Sospiro, mi riappoggio al mio sedile guardando fuori dalla finestra. È notte ormai, non scorgo nulla se non le luci della città attorno a me.

Mi è venuta un’idea. Voglio provare a cantare la filastrocca… a modo mio. Ma per farlo devo cambiarla, provo con il francese, lingua che da sempre mi affascina.
“Lalla lalla lalla là” Un passo a destra, tre in su.
“Combient de fois j’ai vu le roi” Due passi a sinistra, ancora due in su.
“Combient de fois j’ai vu la reine” Ancora due passi a sinistra, poi due in giù.
“Mais la princesse où-est-elle?” Un passo a destra, tre in su.
“Lalla lalla lalla là” Un ultimo passo a sinistra ed infine tre in su. Arrivata!

Già, ma arrivata dove? Nel regno di quella principessa che vorrei al mio fianco? Magari fosse così… A me sembra di essere sempre sullo stesso treno… In ogni caso, la filastrocca così mi piace molto di più. Non mi importa dei principi, dei loro mondi e dei loro incanti… Trovo che Cenerentola o La Bella Addormentata siano molto più intriganti. Beh, magari in una forma un poco più alla mia portata, e più reale… Certo che se qualcuno leggesse i miei pensieri mi prenderebbero davvero per matta! Una piccola risata sfugge alle mie labbra. Un giorno riuscirò a fuggire da questo labirinto e correrò incontro a Lei, quella persona che sarà così splendida da rendermi felice, che saprà rubarmi quel senso di solitudine che ora mi fa sudar freddo.

“Cosa fissi così intensamente, là fuori?” Ero tanto concentrata sui miei pensieri che quella voce mi fa sobbalzare. Non avevo visto la ragazza avvicinarsi. Le permetto di sedersi di fronte a me con un cenno.
“Nulla di particolare… stavo pensando.”
“Oh!” Mi sorride. “E a cosa pensavi, se non sono troppo indiscreta?”
“Ad una filastrocca che cantavo da bambina…”
“Interessante! Credo che abbiano sempre un significato nascosto, queste cantilene…”
“Già. Per me sicuramente…” La osservo mentre per un attimo volge lo sguardo fuori. È davvero molto carina. Capelli scuri scalati, lisci, poco sotto le spalle. Occhi dello stesso colore. Labbra carnose, con un filo di rossetto chiaro. Una scollatura a dir poco invitante, eppure non provocante… Un vestito semplice ma alla moda. Deve avere un paio d’anni meno di me.
“Comunque piacere, io sono Stefania!” Si volge nuovamente verso di me e mi porge la mano, con un sorriso.
“Ed io Lia. Piacere!” Ricambio il sorriso, poi distolgo involontariamente lo sguardo. Ci risiamo, i miei soliti pensieri. Potresti essere tu? Vorresti essere tu? Dovrei lanciarti qualche segnale, chiederti di poterti conoscere meglio? Ma con che scusa? Non sono innamorata di te, sia chiaro, questo è un processo molto più lungo. Eppure sei davvero carina!

Estrae un libro ed un blocco di fogli dalla borsa ed inizia a leggere prendendo appunti. Riprendo a scrutare l’oscurità fuori dalla finestra, ma a volte il mio sguardo fugge correndo a lei. Faccio mio ogni particolare, in quegli istanti. Gli orecchini pendenti. La curva del naso che lo rende leggermente malizioso. Gli angoli della bocca che formano una fossetta curiosa quando si fa meditabonda. Il piede che batte un tempo a me sconosciuto con piccoli movimenti rapidi, decisi. È curioso osservare le persone quando sono concentrate! A volte alza lo sguardo ed ogni volta non faccio a tempo a fingermi indifferente, a deviare i miei occhi su altri soggetti. Eppure ogni volta mi sorride, gentile, e torna al suo lavoro. Ogni volta a quel sorriso mi sento sciogliere e vorrei trovare il coraggio di farmi avanti, di chiederle di lei, di creare l’occasione di conoscersi. Ma mi limito ad osservarla di sottecchi e a fantasticare.

Con uno stridio di freni, il treno si ferma. Sono arrivata. Mi alzo in piedi e le rivolgo un timido sorriso, poi percorro il corridoio verso la porta. Sei dietro di me? Mi stai osservando? Involontariamente sposto una mano dietro la schiena, come se il mio inconscio sperasse che lei possa afferrarla. Scendo la scaletta del treno e mi trovo nella stazione, l’uscita poco lontana. Rimango un attimo indecisa, ancora fantasie. Mi fermerai? Vorrai sapere di me? Potresti essere tu? Ma com’era prevedibile non succede nulla. La vedo sorpassarmi e allontanarsi ignara nella direzione opposta alla mia. Me ne vado a mia volta. Un altro giorno è finito, domani… si vedrà.

“Lalla lalla lalla là
Combient de fois j’ai vu le roi
Combient de fois j’ai vu la reine
Mais la princesse où-est-elle?
Lalla lalla lalla là”

  
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