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Autore: Nazori chan    16/10/2013    5 recensioni
Salve a tutti ^^
avevo questa storia in mente già da un po', ma ultimamente ho notato che sono di moda le fanfiction ad OC, quindi ho deciso di modificarla. Chi vuole, può essere protagonista assieme ai maghi di Fairy Tail.
TRAMA
Un errore porta i maghi della Fairy Tail alla scoperta di un mondo a loro sconosciuto, popolato da creature nate da antichi culti magici, e contemporaneamente basato sull'uso delle nuove tecnologie.
Inizia così una sfida per tornare su Earthland, in cui però Fairy Tail avrà l'appoggio di una misteriosa gilda segreta.
----AVVISO
(per ora ho tutti e 15 gli Oc che mi occorrevano. Grazie della partecipazione a chi mi ha mandato il suo personaggio, e spero che la ff piaccia anche a tutti gli altri utenti)
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Lagoon City, Beatdark
7:01  a.m.
 
Akemi scese velocemente dal bus, vuoto come si ci aspetta che sia alle sette di mattina, correndo verso casa. Arrivò quasi subito al portone di vetro della palazzina, mentre l’unico rumore che si udiva nella strada, era il canto degli uccelli annidati sugli alberi piantati nelle fosse del marciapiede.
Prese le piccole chiavi argentate dalla tasca del vestito, inserendole nella serratura e girando. Un lieve cigolo sibilò, segno che le vecchie porte si erano aperte e avevano bisogno di una spruzzata d’olio sui cardini.
La ragazza salì la rampa di scale che portavano al primo piano, dove abitava. Appena entrata in casa, il dolce odore del legno vecchio la accolse con calore, assieme al profumo della torta di mele e a quello del sapone da bucato.
Nel salotto entrava poca luce, date le tende bianche e ricamate che scendevano fino al pavimento di faggio amaretto*, nascondendo gran parte del paesaggio esterno alla vista della ragazza.
Senza fare rumore, si diresse nella sua camera. Era una stanza piuttosto semplice, con un letto dalle morbide lenzuola viola, moquette grigia e pareti lilla, con una scrivania, una libreria stracolma e un grande armadio bianco.
Akemi si gettò sul letto rigorosamente sistemato, cominciandosi a spogliare dei vestiti sudati. Aprì un’anta dell’armadio, tirandone la divisa scolastica. Si trattava di un semplice completa gonna nera-camicia bianca, con delle calze scure e una giacca blu, per combattere meglio il freddo che sopraggiungeva assieme all’autunno.
 Dopo che l’ebbe infilata, diede una spazzolata ai capelli viola e uscì a fare colazione. Le tende erano state aperte, e dalla cucina provenivano vari rumori e profumi.
“Buongiorno nonna” salutò la ragazza entrando, per poi sedersi al tavolo di legno.
“Oh, buongiorno Akemi” rispose l’anziana, che intanto preparava una sostanziosa colazione.
Era una vecchietta di circa settant’anni, dai capelli bianchi tenuti fermi sulla nuca da un grosso spillone e gli occhi, seppur contornati dai segni dell’età, erano di un allegro color nocciola, svegli e attivi. Una volta doveva aver avuto un viso splendido, perché nemmeno le numerose rughe erano riuscite a mascherare totalmente la bellezza originale.
Portò al tavolo due tazze fumanti di tè nero, assieme ad un piatto di pancake e a dei biscotti.
Akemi prese una delle due tazze di porcellana, cercando di raffreddarla soffiandovi sopra, e intanto infilzò uno dei pancake con la forchetta, divorandolo in un boccone.
Quando ebbe finto, gettò un’occhiata all’orologio. Erano le 7:36.
“Io vado, altrimenti farò tardi” annunciò, alzandosi con calma.
“Buona giornata allora”
La maga corse a prendere lo zaino nella sua camera, per poi fiondarsi velocemente fuori dalla casa e giù per le case.
La scuola non era molto distante, e grazie alle sue innate capacità c’avrebbe messo meno di due minuti per arrivarvi, ma le piaceva un sacco passeggiare di prima mattina, godendosi l’aria fresca e il sole debole sulla pelle.
La scuola non le piaceva molto, ed essendo una cacciatrice, studiare la matematica era pressappoco inutile, ma sua nonna questo non lo sapeva, e voleva cercare di essere il più normale possibile ai suoi occhi. Solitamente passava il tempo parlando con Rebecca di tutto ciò che riguardava il loro mondo, fantasticando su come sarebbero potuti essere i loro compagni di classe se fossero stati demoni e immaginandosi come si sarebbero comportati gli altri membri di Slayer’s Heart, se fossero stati degli studenti come loro due. Inutile dire che tutte le ipotesi erano a dir poco tragiche, con Ryuu che sfidava a duello il bidello, Hiroshi che ci provava con la prof di scienze e Nani che faceva esplodere i laboratori nell’ora di economia domestica.
Sovrappensiero, Akemi non si accorse di essere arrivata al cancello d’ingresso, quando mancavano ancora circa venti minuti all’inizio delle lezioni. Becky arrivava sempre in ritardo, quindi, non potendo contare sulla sua compagnia, si appoggiò con la schiena al muro, ripetendo per il test di matematica.
“Oh, ma guarda! Ciao ciao, Akemi.” Starnazzò una voce in sua direzione. La ragazza non alzò nemmeno lo sguardo dal libro, sbuffando infastidita.
“Buongiorno Roby”
La ragazza, magrissima e con dei lunghi spaghetti biondi, cominciò ad avvicinarsi stringendo tra le mani un caffè macchiato. Finse però di inciampare, gettando il caffè contro Akemi. Questa però si scansò velocemente, grazie ai riflessi da cacciatrice di demoni, e la bevanda si versò su un uomo, che passava lì vicino.
Akemi non fece fatica a riconoscerlo: era Boris Ivanov, un fichissimo biondo platino che l’aveva sempre affascinata per la sua aria misteriosa, suo professore di matematica nonostante avesse solo ventitré anni.
Era un bel ragazzo, alto e dal fisico tonico e asciutto, con due bellissimi occhi blu zaffiro. Più volte Akemi si era chiesta se il suo colore di capelli, innaturalmente chiaro, fosse naturale o frutto di colpi di sole. Nonostante fosse un professore, aveva numerosi piercing all’orecchio sinistro, che gli davano un aria ribelle e ancor più enigmatica.
La maglia bianca, su cui scintillavano le catene d’oro che portava al collo, era stata macchiata dal caffè, che gli colava anche sui jeans neri e sulle scarpe da ginnastica. Roby cacciò uno strillo, avvicinandosi al professore.
“P-professor Ivanov!!! Oh, sono così dispiaciuta, stavo passando il mio caffè ad Akemi, ma lei lo ha fatto scivolare e non l’ho ripreso in tempo!” mentì la ragazza, per poi rifilare una occhiata scocciata e malevola, di nascosto, ad Akemi.
La ragazza si sentì nascere dentro una enorme voglia di prendere la testa vuota di Roby e sbatterla contro un albero fino a rompergliela. Avrebbe voluto ribattere, ma il professor Ivanov la anticipò, con il solito tono calmo e scaltro che aveva anche quando beccava qualcuno senza compiti o che non aveva studiato.
“Sai Vanhor” disse, riferendosi a Roby. “Le bugiarde non mi sono mai piaciute. E se sei così dispiaciuta, non sarà un problema per te essere interrogata su tutto il programma, vero? Oh, comprese le equazioni che portavate per oggi, naturalmente”
Akemi intravide un sorriso quasi divertito sul volto del professore, che poi si sfilò la maglia grondante.
“Fortuna tua, Vanhor, che ne avevo una di ricambio” esclamò. Akemi rimase quasi pietrificata, e non per il fisico mozzafiato del suo professore (la mal diceria secondo cui tutti gli insegnanti erano reietti del mondo della bellezza non le era mai parsa tanto falsa), bensì per il simbolo bianco che questi aveva tatuato sul fianco destro. Era assolutamente sicura di aver già visto quel marchio, un quadrato da cui si allargavano vari rampicanti: era il marchio della gilda Fallen Zone, una delle più potenti assieme a Slayer’s Heart. Tra le due però, nulla era mai andato d’accordo, e ricordava bene tutte le bestemmie che i suoi compagni elargivano a quegli ‘stronzi modaioli che si preoccupano più di tener pulita la camicia firmata che ficcare la spada in culo a qualche demone’.
Boris notò dove lo sguardo della sua alunna si era posato, e si lasciò scappare un piccolo sorriso. “È il simbolo di chi entra nella zona perduta*, scommetto che sai di cosa parlo, Fuyuka”
Prima che la ragazza potesse destarsi dalla catalessi in cui era caduta e chiedere ad uno di Fallen Zone cosa ci facesse a Lagoon City, dominata da una gilda che tecnicamente aveva come nemica e che l’avrebbe volentieri arso vivo per poi mangiarne le spoglie (non lo ammetteva sul serio nemmeno a sé stessa, ma era certa che i suoi compagni, tutti nessuno escluso, fossero più barbari e primitivi dei demoni che uccidevano, che di certo non eccellevano per buone maniere), Boris si era rinfilato la maglia e se n’era andato, ricordando alle due che avrebbero avuto un test di lì a qualche minuto.
Akemi recuperò lo zaino, con la mente ancora scombussolata e in sovrappensiero, senza nemmeno ricordarsi della presenza di Roby, che era rimasta ferma come un’allocca da quando il prof le aveva indirettamente fatto capire che si sarebbe beccata uno zero tondo in interrogazione e test per avergli macchiato la maglia, entrando nell’edificio.
 
 
NOTE:
*è un tipo di legno, dal colore molto scuro.
*Zona Perduta è la traduzione letterale di Fallen Zone dall’inglese
 
 
 
 
Ansan, Beatdark
4:20  a.m.
 
Nikki controllava sul suo palmare le informazioni disponibili sui demoni badalischi*. Non ne aveva mai affrontato uno in vita sua, e sicuramente se non avesse rubato la missione senza farsi notare, non le avrebbero permesso di parteciparvi, soprattutto se con lei c’erano Natsu, Lucy e Gray, non abituati agli esseri rivoltanti e mostruosamente forti che popolavano quel mondo di incubi.
“Qui dice che se lo guardiamo negli occhi saremo pietrificati” borbottò ad alta voce. Erano tutti e quattro stravaccati su una panchina della stazione metropolitana, in attesa che passasse la corsa che li avrebbe portati al centro della città, dove era stato avvistato spesso il mostro.
Nikki continuò a leggere: “Di aspetto è simile ad un serpente, grande come un uomo, con gli occhi rossi. Alcune leggende gli affibbiano un alito estremamente velenoso e mortale. Solitamente è raffigurato con corna o un diadema che gli copre gli occhi, e in alcuni casi può avere le ali e la testa di uccello.”
Lucy scattò in piedi, scandalizzata. “P-pietrifica? A-lito velenoso? Emh… non sono sicura che questa missione sia una buona idea, ve l’ho già detto?”
“All’incirca una ventina di volte” rispose Nikki disinteressata, continuando a cercare informazioni.
“Dai Lu, rilassati! E poi questa missione è di classe A++, non è figo?” Natsu andava quasi a fuoco tanto era eccitato.
“Natsu, smettila di agitarti come una gallinaccia impazzita” sbottò Gray, urtato dai movimenti sbandati del compagno. Prima che i due potessero iniziare a litigare come al solito, la metro che stavano aspettando si fermò in stazione.
I quattro ragazzi vi saltarono su (in realtà Nikki e Lucy salirono tranquillamente, mentre Gray trascinava in Natsu terrorizzato), nei vagoni vuoti. Ovviamente, nessuno prendeva i mezzi pubblici quando non erano nemmeno le quattro e mezza di notte!!
Si accomodarono, dato che avrebbero dovuto aspettare un bel po’.
 
Circa mezz’ora dopo…
Non era stato difficile trovare il Badalischio; l’animale infatti, emetteva grida stridule udibili anche a chilometri di distanza, e girava annoiato per i vicoli vuoti.
Le abitazioni era tutte sbarrate, segno che il demone aveva già mietuto vittime ma come sempre la polizia fingeva non fosse successo nulla, dando dei pazzi a chi osava denunciare certi atti, oppure convincevano i cittadini che si trattasse di qualche gang di strada.
I quattro ragazzi si muovevano in silenzio, approfittando dell’oscurità. Natsu, per calarsi meglio nella parte, si era avvolto la sciarpa a mò di passamontagna e faceva assurdi gesti che dovevano richiamare ad un ninja (ma che ovviamente lo facevano soltanto apparire ritardato), ripetendo di continuo “nin, nin!”.
“Insomma Natsu! Ci farai scoprire se continui così!!” bisbigliò Lucy, tesa per la situazione da film di spionaggio che si era andata a creare.
Un urlo stridulo e acuto riecheggiò per le strade, facendo alzare la guardia ai quattro maghi. Anche Natsu la smise con la mania-ninja, ritornando leggermente più serio e attento.
Si appiattirono dietro ai tavoli di un bar situato in una piazza, lasciando che il mostro si scoprisse, pensando di essere solo.
Gray affiancava Nikki, ed entrambi si sporsero per guardare la creatura. I loro sguardi attenti furono investiti da un ondata di nausea, ma entrambi si trattennero dal rimettere. Lucy fu incuriosita da quella reazione; sapeva che i mostri lì erano brutti brutti, ma non immaginava al punto da far ribrezzo anche ad un mago di ghiaccio, letteralmente, come Gray, e ad una cacciatrice che ai mostri era abituata. Anche Natsu aveva gettato uno sguardo al badalischio, e quando era tornato ad affiancare Lucy era di una leggera sfumatura verdognola, come succedeva quando saliva su un mezzo di trasporto, stringendo i denti con forza, come ad imporsi di stare calmo.
Senza riuscire più a trattenersi, si sporse verso un apertura tra i vari tavoli, e per la prima volta capì come mai gli ammazzademoni fossero sempre così tesi quando andavano in missione; il badalischio, un serpente con zampe e testa d’aquila, era semplicemente orrendo. Tutto in lui, dalla corona di ossa posta sui suoi occhi alle ali simili a quelle dei pipistrelli, era stato creato per assumere sempre sfumature disgustose, come se la stesa esistenza di quel demone fosse un qualcosa di talmente impensabile che il suo solo esistere provocava gli incubi peggiori.
 
Nikki ne aveva visti tanti di demoni. Orrendi anche come il badalischio. Aveva visto scene rivoltanti persino per i demoni stessi. Ma probabilmente, poche volte si era trovata sul punto di rimettere come allora.
A darle quella opprimente sensazione di ribrezzo non fu soltanto l’aspetto del mostro, che già di sé era qualcosa che il mero concetto di bruttezza della mente umana non poteva neppure concepire, bensì ciò che l’orrida creatura stava facendo: era completamente coperto di sangue cremisi, che gli gocciolava giù dalle scaglie da rettile formando venature tanto belle quanto disgustose, e mordicchiava col becco d’aquila la testa di un essere umano, quella di un bambino di appena qualche anno, a giudicare dalle dimensioni. Nikki non volle e non riuscì a scorgerne i dettagli, ma con orrore notò che il bambino aveva gli occhi cavati e un buco enorme al centro della testa, arrivando quasi subito a comprendere che il badalischio lo aveva molto probabilmente beccato fino ad arrivare al morbido e piccolo cervello, la parte che i demoni amavano più degli esseri umani. Dopo il cuore ovviamente, i demoni amavano il cuore.
Fortunatamente, gli altri non parevano essersi accorti di quel particolare degno del miglior film splatter di tutti i tempi, probabilmente perché già solo vedere un mostro li aveva turbati.
La maga ritornò velocemente in sé, dandosi della stupida per tremare così per un semplice demone. Uno molto molto forte, ma pur sempre uno stupido demone! Si ricordò che lei aveva visto di peggio nel suo passato, e accantonò la vista della testa mutilata del bambino.
 “Restate qui, me ne occupo da sola.”
“Ehi aspetta! Sul serio hai intenzione di buttarti contro quella bestia grondante di sangue?” mormorò Gray, che si era ripreso più o meno velocemente.
“Altre idee?” chiese la ragazza, estraendo la spada larga che portava legata dietro la schiena, con un tale silenzio nei movimenti da essere surreale. “Sono abituata a combattere da sola, anche se ammetto che mostri del genere li ho affrontati solo nei videogiochi. Sarà divertente!”
“Beh, questa volta dovrai adattarti al gioco di gruppo! E comunque potrei batterlo io da solo!” borbottò Natsu.
“Non dobbiamo batterlo Natsu, quello non è un essere umano o qualcosa di buono. Dobbiamo ucciderlo. Senza esitare” gli ricordò Gray, stringendo i denti. A dirlo era semplice, seppur si trattasse di una simile bestia, ma porre fine ad una vita rimaneva così, di chiunque si trattasse e qualunque cosa fosse.
“Oh non preoccupatevi, questo grazioso essere è immortale come tutti i demoni. Si limiterà a trasformarsi in polvere, e tra un centinaio o un migliaio di anni sarà di nuovo a mangiare cervelli. I demoni non muoiono, perché non hanno un anima: corpo e mente, ecco cosa sono. La mente se ne torna nel Limbo, e quando è abbastanza forte crea un nuovo corpo che la ospiti. Ma per allora saremo tutti ormai in pensione” Nikki era abbastanza tranquilla, lo shock le era passato del tutto. Inizialmente cose simili erano difficili da digerire, ma poi una scena tirava l’altra, e ci aveva fatto l’abitudine. Lei era una killer, non una bambolina spaventata e alle prime armi!
Rimase appostata fino a quando il Badalischio non abbassò totalmente la guardia. Poi scivolò agilmente tra i tavoli, e solo quando fu sul lato destro del mostro questo la notò. Ma ormai, pur che se ne fosse reso conto, la cosa non aveva molto peso: Nikki abbatté la lama della spada sul corpo del Badalischio, mozzandogli una delle due ali.
Il demone lanciò uno strillo acuto, dimenandosi e facendo rotolare al suolo la testa menomata che prima teneva in bocca.
Nikki ne approfittò per colpirlo nuovamente, stavolta al volto, e gli aprì un lungo taglio sulle piume d’aquila, che si colorarono di sangue. Accidentalmente però, trascinò via la corona di ossa che il badalischio aveva a celare gli occhi, che furono liberi di guizzare sulla figura bionda della ragazza. Lei chiuse velocemente gli occhi, strizzandoli con foga.
‘se lo guardiamo negli occhi resteremo pietrificati’, era stato lei a dirlo.
Ma proprio perché aveva gli occhi chiusi, la maga non si accorse che il mostro aveva alzato la coda, e gliela stava scagliando contro a mò di frusta.
“Ruggito della salamandra!”
“Ice make: lancer”
“Apriti portale del toro: Tauros!”
Quando riaprì gli occhi, il Basilisco lottava contro le fiamme, il ghiaccio, e con un toro su due zampe in mutande armato di ascia.
“Occheccacchio è quel toro in perizoma?!?!” urlò, dimenticandosi persino di essere a pochi metri da un demone incazzato che, inspiegabilmente, andava a fuoco e schivava lance di ghiaccio allo stesso tempo.
“Muuuuuuuuuuuuu! Hai davvero un nice booooody!”
“Bovino, vuoi essere trasformato in una salsiccia gigante? Attacca il mostro se sei dalla nostra parte”
La mucca muggì nuovamente, per poi buttarsi all’assalto del Badalischio. Questo però, liberatosi dai due attacchi precedenti, riuscì a neutralizzare con un colpo di coda Tauros, mandandolo a schiantarsi con la sua enorme mole su un auto parcheggiata lì vicino.
“Tauros!!” Lucy richiamò lo spirito, posando la chiave dorata con le altre. Fortunatamente i suoi poteri erano attivi anche lì a Beatdark, quindi avrebbe potuto combattere assieme ai suoi compagni.
Decise rapidamente quale chiave prendere, optando infine per quella che era sicura fosse la migliore in una simile situazione.
“Apriti portale del leone, Leo”
Questa volta non accadde nulla.
“dannazione!” mormorò la maga, pallida come un lenzuolo. Ciò che aveva visto l’aveva spossata parecchio, lei non era come Nikki, e anche se lì le sue chiavi funzionavano come su Earthland, la spossatezza le aveva tolto tutte le forze. Si accasciò al suolo stringendo i denti, quando una mano calda le toccò la spalla, dandole energia e coraggio. Si voltò trovando il volto concentrato e allo stesso tempo dolce di Natsu, che le porse la mano.
“ottimo lavoro, Lù! Da cui ci pensiamo noi” Lucy gli prese la mano, tirandosi su. La morsa che l’aveva attanagliata fino a quel momento si attenuò, lasciando posto solo ad un flebile calore.
 
Nikki riuscì a riprendersi dallo smarrimento iniziale, notando solo di sfuggita che il toro palestrato era scomparso, che Gray attaccava con una lunga serie di colpi il mostro, e Natsu e Lucy erano in una situazione palesemente amorosa (per cui diventò rossa d’imbarazzo e decise di lasciarli in pace, magari avrebbero fatto il grande passo e deciso di avere 30 figli).
Ripose la spada nel fodero che portava sulla schiena, decisa ad usare finalmente i suoi poteri. Avvicinò le mani davanti al petto, per poi distendere le braccia. Le dita sottili andavano a formare dapprima un triangolo, poi un quadrato.
 “Le ossa marce ballano, il vento ti invoca. I fiori infernali si schiudano per te, Porta Potestatem*”
Lo spazio all’interno del quadrato formato dalle dita di Nikki mutò, come se si trattasse un portale verso un altro mondo. La ragazza lasciò cadere le braccia lungo il corpo, mentre il portale rimaneva dove l’aveva aperto, allargandosi fino a diventare grosso quanto uno schermo tv; dall’altro lato, si stendeva un lungo campo di magma e lava, dove il cielo erano nero per via dei fumi e varie bocche vulcaniche sputavano schizzi di magma, gas e pietre dalle varie dimensioni.
Senza esitare, vi infilò una mano. Nikki non parve accusare le altissime temperature del portale, anzi, sorrise soddisfatta. Quando ritirò la mano, questa era avvolta dal fluido rosso senza scottarla.
Come se avesse in mano una palla da baseball anziché una colata di lava, la lanciò contro il basilisco, ustionandogli la coda di serpente. Con un secondo attacco, gli colpì il volto, mirando agli occhi. Se si fosse trattato di un comune umano o di un demone di basso livello sarebbe morto bruciato, ma era un demone di classe A++, e Nikki sapeva di non poterlo uccidere così. Ma il suo obbiettivo era un altro: lo aveva accecato, impedendogli così di pietrificarli con lo sguardo.
Il badalischio ringhiò contro i quattro ragazzi, strillando e passandosi la coda bruciacchiata sul volto menomato, da cui colavano i residui dell’attacco di Nikki, per poi inoltrarsi in uno dei vari vicoli bui che sbucavano nella piazza. Nikki chiuse il portale con un fluido gesto della mano.
“Ehi stupida lucertola, torna qui!!” sbraitò Natsu, partendo all’inseguimento del demone. Anche gli altri tre lo seguirono, guardandosi intorno alla ricerca di un possibile agguato teso dal badalischio.
Si resero conto che Natsu lo aveva raggiunto quando una fiammata divampò da un piccolo cortile abbandonato, seguita da altre. Natsu stava praticamente sparando raffiche di fuoco a destra e a manca, centrando unicamente i palazzi circostanti e le opere pubbliche anziché colpire il badalischio.
“Eccolo lì” gridò Lucy, additando il tetto di un piccolo e lurido motel.
“Ci penso io.” Disse Gray, portandosi in posizione d’attacco. Prima che Lucy potesse fermare ciò che sapeva sarebbe successo, il mago aveva già congelato la facciata dell’edificio, assieme a parte della strada.
“Ora è di là!”
Questa volta fu il turno di Nikki, che si gettò all’attacco brandendo ancora la sua spada. Invece di colpire il demone però, tranciò a metà il lampione a cui il mostro era attorcigliato.
Prima che la maga degli spiriti stellari potesse aggiungere qualcosa riguardo la loro insana mania di distruzione, i tre compagni erano già partiti nuovamente all’inseguimento del mostro.
 
 
Circa un’ora dopo…
 
Lucy sbatté esausta la fronte contro il finestrino del treno, mugolando.
“Che c’è Lucy? Non sei contenta che abbiamo ucciso il badalischio?!” le chiese Nikki, che sorseggiava tranquilla un enorme bicchiere di espresso.
“…certo che sono contenta… ma è stato faticoso. E avete fatto un casino da pazzi, mezza città è stata semi-distrutta” sbottò la maga, continuando a mantenere la sua fiacca posizione.
“Tutta colpa del fiammifero iperattivo” borbottò Gray, facendo segno verso la chioma rosata stesa accanto a Lucy.
“…” Natsu avrebbe tanto voluto ribattere e trovare un nuovo insulto da regalare al mago del ghiaccio, ma la nausea gli impediva persino di pensare.
“Non pensate che… insomma, che qualcuno abbia da ridire sulle nostre… vostre, distruzioni accidentali?” chiese Lucy. Non sapeva molto su come funzionavano le gilde lì, e soprattutto non sapeva che tipo di reazione avrebbe potuto avere la pseudo-master di Slayer’s Heart se si fosse vista arrivare il resoconto dei loro danni, perdipiù causati in una missione presa clandestinamente.
Nikki la guardò come se fosse scema. “Cioè… davvero ti preoccupa questo?” Lucy annuì, mentre la cacciatrice si sbatteva una mano sulla fronte, come se fosse la più assurda cretinaggine che avesse mai sentito. “Rilassati! Non so se l’hai notato, ma a Slayer’s Heart hanno tutti una mentalità molto ristretta riguardo i danni creati in missione. Basta usare la scusa ‘ho fatto ciò che il mio cuore di cacciatrice mi diceva di fare’, Arakne si commuoverà per le belle parole e ci lascerà andare. Se perdona le denunce per molestie indirizzate ad Hiroshi, su una missione rubata e qualche muro abbattuto non farà certo storie!!”
Sia Nikki che Lucy che Gray si lasciarono andare ad una risata divertita, soffocando i suoni costanti dei mugolii afflitti di Natsu.
 
 
NOTE:
*è un essere del folklore italiano, originario della zona di valle del Cosentino, in Toscana. È simile al mostro greco Basilisco.  
*è latino, letteralmente significa ‘Cancello del potere’



 





______________SCLERO D'AUTRICE______________
Nikki: ....
Ryuu: ....
Shouta: .....
Nazori: emh.... hola!!
Ayan: ...
Ryuu: inutile essere, potevi uscirtene con qualcosa di migliore!! soprattutto dopo un mese di assenza!
Nazori: lo so, faccio pena ç_ç Autorizzo il mio linciaggio, questo ti soddisfa?
Shail: comincio io! *accrezza un enorme sasso che tiene in mano*
Nazori: ehi, stavo scherzando, mettete tutti giù quelle pietre!
*il pavimento si ricopre di sassi, frecce avvelenate, palle di cannone e torte dal dubbio aspetto*
  Yelle: una torta!!! la voglio!! :Q___
Amlach: l'ha fatta Nani, se la mangi ti ridurrai in uno stato pietoso
Glitch: pietoso quanto quello di questa stramaledetta autrice
N2: N2 conferma
Nazori: siete offensivi ù___ù
Jin: disse quella che ci umilia da dieci capitoli..
Nazori: e sentiamo, cosa ti avrei mai fatto?
Jin: hai corrotto la strega-ragno affinchè mi scrivesse frasi offensive sulla mia adorata maglia ù_ù
Arakne: s-s-s-strega?!?! D: *va a piangere in un angolino*
Nazori: attento che me la offendi!!
N2: N2 preparerà cibo. N2 ha scoperto che quando gli umani lubrificano dagli occhi vogliono mangiare dolci
Rebecca: questo vale solo per Yelle .-.
Yelle: dolci :Q____
Nikki: .... perchè a me è toccato il mostro-serpente? volevo il tizio con il lanciafiamme di Yelle!! O la strega! O il cavallo sputafuoco!
Akemi: a me è toccato il professore figo e misterioso :D
Kalel: tutte le fortune lei! a proposito, io comparirò?
Nazori: certo ^^
Kalel: che peccato...
Hiroshi: e io? e ci sarà una bella ragazza? e ci saranno tante tette?
Nazori: stoppati, depravato! Te ti mando in missione in un tempio di monaci unicamente al maschile. -3-
Rebecca: il prof figo lo rivedremo? Mi piacerebbe incontrarlo!!! :D
Nazori: ovvio! ... muahahahahah, vedrete... *faccia malefica*
Shouta: o.o 
Ryuu: o.O questa qui è pazza forte!
Glitch: aiutateci...
Shail: temo per cosa accadrà alle nostre persone con una psicotica simile a decidere il nostro futuro
Arakne: sono tutti insensibili qui ç___ç *resta a piangere nell'angolino*
Nazori: vado a consolarla. che duro essere tutori di una tizia tanto emotivamente instabile. Chaussu a tutti, alla prossima ^___^
Baci,
la vostra odiata torturatrice Nazori chan



*Il personaggio di Boris Ivanov appartiene a Sora_no_Yosei
*grazie a Midori no Yume per avermi sostenuto nel mese che mi ci è voluto per scrivere questo orrore
*grazie davvero a tutti quelli che leggono, recensiscono o mettono tra le preferite/seguite questa fic. Vi adoro *w*
*il prossimo lo metto in fretta, promesso! Ora che so come evitare di fare ore di traduzioni di versioni di latino il pomeriggio, avrò più tempo per scrivere -3-

 
  
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