Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Strange__    16/10/2013    4 recensioni
Mi rigiro e lo vedo che sta camminando verso l'uscita. E' bello anche di spalle, con quei capelli, e le lunghissime gambe magre. Non credo di aver mai visto gambe così lunghe. Di certo le mie non lo sono.
Dal mio metro e cinquanta risicato ho sempre sofferto per le mie gambe corte, sognando delle lunghissime gambe che avrebbero fatto invidia a qualunque ragazza.
Sospiro e continuo a camminare verso la cassa dove mia madre mi aspetta.
In un certo senso, io e Jamie ci completiamo. Lui con le sue gambe lunghissime e il suo metro e ottantatré, io con le mie gambe corte e il mio metro e cinquantacinque. Sorrido al pensiero. Mi sto già illudendo.
Meglio smetterla di pensare a lui, ho i miei Oreo che mi aspettano. E niente è meglio degli Oreo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se l'amore non sei tu, l'amore non esiste. '
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"Ciao Jamie, sono Angie. La ragazza del supermercato." Dico con le guance leggermente rosse per l'imbarazzo. Devo ricordare ancore una volta quanto fosse epica la mia figura di merda?
"Oh, certo! Angie! Mi ricordo di te. Come sta Robert?" Rido leggermente ricordando il discorso quasi completamente no sense dentro il supermercato.
"Sta bene, sempre più divino." Dico ridacchiando insieme a Jamie.
Camille di fronte a me aggrotta le sopracciglia, probabilmente pensa che io sia diventata completamente scema.
"E Città di cenere? Alla fine l'hai trovato?" Domanda.
Sospiro sconsolata. "No, è andato in ristampa."
"Dai, prima o poi lo troverai." Mi incoraggia. No, è diverso. Io devo trovarlo.
"Lo spero." Sorrido.
"Allora, ti va di rivederci?" Domanda dopo qualche secondo di silenzio.
Annuisco per poi darmi della scema da sola dato che lui non può vedermi. "Se ti va."
Jamie ridacchia. "A me va, altrimenti non te lo avrei chiesto. La domanda è se va a te."
"E' ovvio che a me vada." Dico come se fosse la cose più ovvia al mondo.
"Facciamo oggi pomeriggio alle 17 davanti alla London Eye? Sempre se per te non è un problema raggiungerla." Propone.
"Non è un problema, è perfetto." Dico sorridendo come un'ebete. In fondo è pur sempre Jamie Campbell Bower. Jamie sono bellissimo Campbell Bower.
"Allora ci vediamo oggi pomeriggio." Sono sicura che sta sorridendo.
"Ci vediamo oggi pomeriggio."
Ho chiuso la chiamata da circa quindici minuti e sto ancora gongolando come una ritardata con gli spasmi. Camille ha provato a riportarmi nel mondo dei vivi ma alla fine ha gettato la spugna e con uno sbuffo si è alzata. Ogni tanto la vedo passare ma sono troppo impegnata a gongolare per prestare attenzione a cosa sta facendo. Eccola, passa, mi lancia uno sguardo, sbuffa e se ne va.
Io, intanto, gongolo. Ovviamente.
"Angie, è mezzogiorno e mezzo, hai chiuso la chiamata quasi mezz'ora fa, hai intenzione di gongolare per il resto della tua vita?" Sbuffa, ancora.
Non rispondo perché sto gongolando. Io amo gongolare.
Alza gli occhi al cielo e se ne va.
Ci pensate? Io e Jamie Campbell Bower usciremo insieme. Gongolo, eccome se gongolo.
"Angie, ti prego, è l'una. Hai intenzione di riprenderti o no?" Alza gli occhi al cielo. Probabilmente pensa che io sia completamente senza speranze.
Certo che non ho intenz... E' l'una? "Precisamente cosa intendi con 'è l'una'?" Chiedo.
"Intendo che sono le tredici e zero zero, cosa potrei intendere altrimenti?"
"Dio mio, è tardissimo!" Scatto in piedi e comincio a raccogliere tutte le mie cose. "Camille ti vuoi muovere?!"
Camille spalanca gli occhi. "Mancano quattro ore!"
Sbuffo. "Lo so, è tardissimo!" Piagnucolo.
"E cosa devi fare in quattro ore?!"
"Lavarmi i capelli, passare la piastra, scegliere cosa mettermi, vestirmi, truccarmi, cambiare tutto perché non mi piacerò sicuramente e poi rifare tutto da capo." Tiro Camille per un braccio per farla alzare in piedi, dato che in precedenza si era seduta accanto a me. "Non so neanche se riuscirò a fare in tempo a pranzare!"
"E io cosa c'entro in tutto questo?!" Sbraita Camille mentre cerca di fermarmi.
"Sei la mia migliore amica e anche l'unica che sa di questa storia. Devi aiutarmi!"
"Mi dai cinque minuti per cambiarmi, almeno?" Mi chiede mentre indica i suoi vestiti che dovrebbero essere di uso casalingo ma io l'ho già trascinata fuori casa.

*****

"Che dici? Sto bene?" Chiedo per l'ennesima volta a Camille mentre mi guardo allo specchio.
"Te l'ho detto almeno dieci volte: stai benissimo." Mi dice poggiandomi una mano sulla spalla.
Non sono vestita in chi sa quale modo, indosso dei pantaloni neri con sopra una canotta bianca un po' lunga, una maglia nera larga con la bandiera dell'inghilterra sopra e il giubbino di pelle. Ai piedi i miei anfibi. I miei lunghi capelli scuri sono legati da due ferrettini di lato e il resto sono sciolti e lisci sulla schiena. Ho messo la solita linea di matita sopra e sotto, il mascara e così poco rossetto da sembrare quasi un colore naturale. Per i miei standard sono vestita anche troppo bene, dato che mi vesto quasi da uomo.
"Angie sono le quattro e mezza, non è il caso di andare?" Camille mi riscuote dai miei pensieri.
Annuisco e le sorrido leggermente. Dire che sono nervosa è dire poco.
La mia amica mi accompagna alla porta e mentre mi abbraccia mi assicura che tutto andrà per il meglio.
Scendo le scale e appena arrivo in strada cammino verso la fermata del pullman.
Ma cosa sto facendo? Cosa c'entro io con Jamie? Insomma, lui è uno dei ragazzi più belli mai visti, sa recitare, cantare ed è anche un ex-modello. Io so a malapena respirare e camminare contemporaneamente. Anzi no, la maggior parte delle volte cado. Ecco! Io non so neanche camminare e respirare nello stesso momento! E lui è un attore, cantante, ex-modello! Io ho i capelli rovinati per la troppa tinta, le unghia corte e i piedi storti! E se mi portasse in uno di quei locali super lussuosi dove io non potrei pagare neanche la carta igenica nel bagno? Dio mio, ma in che guaio mi sto cacciando?
Sono quasi tentata a tornare indietro ma vedo che ormai il pullam è arrivato alla mia fermata.
Se non è questo destino.
Scendo e mi appoggio alla ringhiera del Tamigi. Ci sono così tanti turisti vicino alla London Eye che non credo sia possibile che Jamie mi veda. Che poi, posto insolito, per un incontro dove non ci si dovrebbe far notare, un luogo pieno di persone.
Jamie Campbell Bower non smetterà mai di stupirmi.
Prendo in mano il mio telefono e comincio a sfogliare le foto come se non fossero foto che ho fatto/salvato io.
Probabilmente Jamie mi ha dato buca.
Continuo a sfogliare le foto finché non sento una voce che mi fa spaventare "Sei uscita bene, qui." Poggio una mano sul cuore e sono quasi tentata a picchiarlo dato lo spavento che mi ha fatto prendere. "Sei matto!?" Esalo mentre gli mollo uno schiaffo sul braccio. Jamie ride. Ed è come se ridesse anche con l'anima. "Scusami ma eri così concentrata che non mi avevi neanche visto. E ce ne vuole per non vedermi." Lo guardo e indossa dei pantaloni aderentissimi, così aderenti che ho paura che da un momento all'altro possa cadere a terra perché non gli affluisce il sangue, una t-shirt grigia con lo scollo leggermente a V e una giacca di pelle. Indossa gli occhiali da sole e una pashmina nera, distolgo lo sguardo prima di arrossire davanti a così tanta bellezza come una ragazzina delle medie. "Questo non ti da il diritto di spaventarmi." Dico mentre infilo il telefono in borsa.
Jamie appoggia la mano sul cuore e serra gli occhi. "Mea culpa, scusami. Non lo farò più." Mi sta prendendo in giro, è palese che lo sta facendo quindi rimango in silenzio con le braccia incrociate sotto al seno. "Sono perdonato oppure mi terrai il broncio tutta la sera?" Mi chiede aprendo un occhio solo. Mi trattengo dal sorridere e mi giro. "Vedremo."
"E io che volevo portarti a mangiare la pizza..." La faccia di Jamie prende una nota delusa.
"Prima di trovare della buona pizza a Londra ne deve passare di tempo!"
"Allora vieni con me, così ti ricrederai, donna di poca fede." Jamie mi porge il braccio, così io allaccio il mio al suo e cominciamo a camminare.
"Mentre ti aspettavo mi stavo chiedendo... Se tu fai di tutto per non farti riconoscere, perché hai scelto un posto così affollato come la London Eye per incontrarci?" Chiedo.
"Perché è meno sospetto. Insomma, tu ti aspetteresti di trovare un attore che se ne va indisturbato per le vie principali londinesi senza strani travestimenti o persone al suo fianco? E poi se qualche paparazzo riesce a riconoscermi è più facile che mi perda di vista." Annuisco capendo il suo ragionamento. "Non pensavo fossi così intelligente." Ammetto sincera.
"Non pensavi neanche fossi dietro di te in libreria, eppure..." Dice prendendosi ancora una volta gioco di me.
"Mi sbagliavo: sei un completo idiota." Jamie ride.
"Me lo sono meritato, lo ammetto."
Dieci minuti dopo siamo arrivati nella pizzeria e come speravo è una di quelle pizzerie con la pizza al taglio. Non ci sono neanche i tavolini dentro!
Prendiamo due margherite -Jamie ha avuto la galanteria di pagare per entrambi- e usciamo fuori. Ci sediamo entrambi a gambe incrociate sul muretto che da sul Tamigi.
"Spero ti piaccia la mia idea di mangiare qualcosa in totale tranquillità e non in un ristorante costoso. Non mi sembravi il tipo da luoghi del genere, ho pensato preferissi un posto più alla mano."
Annuisco. "Lo preferisco, davvero. Non sono una persona da ristorante lussuoso."
"E poi, è o non è la pizza più buona di Londra?" Mi chiede mentre si pavoneggia.
"Te lo concedo, è davvero buona." Dico mentre ridacchio e Jamie con me.
"Forza Angie, raccontami qualcosa di te." Mi incita Jamie con un sorriso.
Mi sistemo meglio sul muretto e do un morso alla mia pizza. "Sono una ragazza relativamente normale. Ho vent'anni compiuti da poco, con il mio lavoro faccio la fame ma mi trovo abbastanza bene. Vivo da sola con la mia coinquilina in una casa che, devo dire, per essere una topaia è davvero confortevole. Ho un fratello maggiore, tre migliori amiche completamente svalvolate e un migliore amico fantastico. Mia madre è parte integrante di me, sono una fangirl a livelli patologici e bhe, questa è la mia vita."
"E c'è un ragazzo nel tuo cuore?" Mi chiede.
Ma mi ha sentito? Ho detto che sono una fangirl a livelli patologici. Fangirl e fidanzato non stanno mai nella stessa frase. "Oh, no." Dico cercando di sorridere. Non voglio che pensi che sono single per scelta degli altri. Anche se, bhe, è così. Ma non deve necessariamente saperlo, giusto? "E cerchi qualcuno?" Sta cercando di mettermi in imbarazzo? No, perché ci sta riuscendo. "Non lo so, io non cerco mai. Aspetto che siano gli altri a trovare me." Dico. E se mi buttassi nel Tamigi? Potrei sopravvivere e poi far sparire le mie tracce facendomi credere morta ed emigrare in Messico. "Mi piace. Cioè anche se sembra che sei semplicemente pigra, è una cosa profonda."
Spalanco la bocca oltraggiata. "Io non sono pigra!" Dico.
Jamie ride. "Stavo scherzando!" Dice alzando le braccia all'altezza del petto. "E poi penso davvero che sia una cosa profonda."
Borbotto qualche parola che neanche io capisco mentre le mie guance si colorano leggermente di rosso.
"Ho un regalo per te!" Esclama all'improvviso.
Aggrotto le sopracciglia. "Un regalo?" Chiedo.
Jamie annuisce e dalla tasca interna del suo giubbotto estrae un pacchettino. Credo di aver già capito cos'è appena me lo consegna. Lo scarto e esattamente come mi aspettavo mi ritrovo una copia di 'Città di cenere' tra le mani. "Jamie, non dovevi. Davvero." Dico mentre guardo la copertina del libro che ho tanto cercato.
"Lo so che non dovevo, ma se non fosse stato per lui non ti avrei mai conosciuta, probabilmente." Dice sorridendo. "E poi devi leggere la dedica alla prima pagina." Lo guardo confusa e poi apro il libro.
'Ce l'hai fatta cacciatrice, finalmente Città di cenere è nelle tue mani! Dal tuo quasi divino Jace/Jamie Campbell Bower x' Poi a fine pagina trovo un'altra scritta 'E dal divino Robert Sheehan, ovviamente!' Appena leggo l'ultima scritta con la firma di Robert scoppio a ridere. "Tu sei matto!" Esclamo mentre lo abbraccio.
Dopo la nostra unica conversazione davvero seria della serata e il suo bellissimo regalo abbiamo fatto una passeggiata per il centro e Jamie mi ha comprato il gelato, che poi l'ha mangiato più lui che io, è solo un dettaglio.
E' il ragazzo migliore con cui io abbia mai avuto il piacere di passare una serata, perché è una persona semplice. Mi fa venire voglia di sorridere tutto il tempo e di passarci tutte le serate della mia vita.
Adesso mi sta accompagnando a casa con la sua macchina e mentre guida canticchia le canzoni alla radio e sorride come un bambino.
"Devi girare qui." Dico. Jamie sorride e annuisce mentre gira verso casa mia. Cioè, verso la topaia in cui vivo.
"Eccoci." Prendo la borsa e Jamie ferma la macchina. Apro lo sportello e lui scende con me.
"Grazie per la bella serata, sono stata davvero bene." Dico una volta che mi ha raggiunto.
"Grazie a te, non uscivo con qualcuno e stavo così bene da un'infinità di tempo." Dice facendomi arrossire.
"Ma smettila, che mi fai arrossire." Dico mettendomi una mano davanti alla faccia ormai rossa. Jamie ride, ovviamente. "Sei così poco abituata alle attenzioni?" Mi chiede. E nonostante stiamo scherzando scorgo una nota di serietà nella sua voce. "Non credo nelle persone, quindi non credo neanche nell'amore. Non più." Dico. Non so perché mi sono fatta uscire questa confidenza molto privata per me. Sono cose che non dico a nessuno, se non ad Ezra. "Perché non ci credi?" Mi chiede mentre mette le mani in tasca. "Viviamo in un mondo in cui sono più le persone che si lasciano che quelle che stanno insieme, in cui sono più quelle che fanno finta di amarsi che quelle che si amano davvero. Come faccio a credere che non cadrò anche io sotto quelle macerie?" Finisco il mio monologo e Jamie si è avvicinato così tanto da respirare l'anidride carbonica che rilascio. "In questo momento per un tuo bacio sarei disposto a cadere nelle macerie in cui un giorno potresti lasciarmi." Confessa. E un momento dopo le sue labbra sono già sulle mie. Mi piacerebbe dire qualcosa di poetico e con alto tasso diabetico tipo che 'le sue labbra mi portavano in un mondo parallelo da quanto erano morbide, e io mi beavo del loro tocco celestiale' ma l'unica cosa che ho in mente è 'oh cazzo, sto baciando Jamie Campbell Bower!'.



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