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Autore: alicecascato    16/10/2013    2 recensioni
“Lo so che non ti fidi di me,non ti fidi di nessuno,ma sei giovane e hai tanto da vivere ancora,non permettere che tutto questo ti scavi la fossa” disse piano.
“Lo sto già facendo da solo Blaine” sussurrò a denti stretti il ragazzo,più pallido del solito.
“Chiuderemo questa fossa Kurt e tu non ci finirai dentro,te lo prometto”
Kurt odiava le promesse e non credeva alle parole di Blaine ma non obbiettò.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Quinn Fabray | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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AVVERTENZA: Autolesionismo.
 



5 Novermbre 2013.

Probabilmente scrivere una lettera a se stessi è ridicolo,ma diciamocelo,io sono ridicolo.

Mi sento in gabbia da tutta la vita,non so se esista una chiave in grado di liberarmi,so solo che le sbarre stanno diventando sempre più solide e il posto sempre più piccolo.

Mi sento soffocare in ogni momento,è come se avessero vietato l'ossigeno ai miei polmoni,mi sento in una camera a gas.

Continuo ad aver voglia di scappare,ma se devo essere sincero l'unico da cui vorrei allontanarmi è me stesso.

Vorrei convivere con i miei demoni,non dico distruggerli,semplicemente accettarli ed avere una vita normale,ma forse i demoni quando sono troppo grandi ti trasformano,ti rendono un demone a loro volta,un mostro,magari è questo che sono diventato.

Ho paura dalla prima volta in cui ho aperto gli occhi,ogni sera mi sono addormentato pregando che il dolore che mi si accumulava sul petto,sempre più opprimente,sparisse il mattino seguente,ma puntualmente lo ritrovavo proprio lì,sempre un po' più pesante.

Si cerca sempre di dare un senso alla propria vita,c'è chi vive per la famiglia,chi per gli amici,chi per il lavoro,chi per il proprio amore,chi per i suoi sogni,io ho sempre cercato di far parte dell'ultima categoria,ma probabilmente bisogna essere più forti per affrontare tutte le avversità e non punirsi dopo ogni brutta giornata,e nel mio caso quindi dopo ogni giornata.

Non penso nemmeno più di essere umano,non provo niente,mi sento sempre così vuoto e perso,è come se fossi congelato,osservassi tutto dall'esterno,non faccio che combattere per sentirmi più vivo,ma niente sembra potermi salvare,ancora mi chiedo cosa mia abbia distrutto a tal punto.

Mi sento come un giocattolo rotto,tipo quelli a cui manca un occhio o la bocca e danno quell'idea di mostruoso,che dopo averli guardati a lungo lasciano quel senso di riluttanza alla base dello stomaco,magari qualcuno potrebbe ricucirmi le parti mancanti,ma nessuno sceglierebbe me di fronte ad un bellissimo e morbidissimo orsacchiotto parlante.

Mi sento come una frase cancellata,probabilmente nessuno potrai mai più leggerla,né capirla.

Sono patetico.

Kurt.

 

 

La vita,la morte.

Era semplice,bianco.

Poteva solamente continuare a camminare e tornare dentro nella sua fredda tristezza,oppure salire sul muretto,chiudere gli occhi e lasciarsi cadere,spegnere la luce,dire addio a tutto quanto.

Magari era arrivato il momento di arrendersi,ma improvvisamente qualcosa gli strinse lo stomaco,degli occhi,una voce,un sorriso,un nome,Blaine.

Fu come se gli stesse tendendo la mano,era uno strano appiglio,lui non era affatto lì,ma fu come se lo fosse,si poggiò alla staccionata,serrò gli occhi,l'aria fredda gli bucò i polmoni.

Sentiva come se volesse vivere per lui,la piccola lucina dentro di lui sembrava si stesse riaccendendo,andava ad intermittenza,non riusciva ancora ad illuminare tutto il buio dentro di lui ma certamente brillava come mai negli ultimi anni.

Doveva distruggere quella lampadina,non era il sole,era artificiale e stupida,prima o poi si sarebbe fulminata,non aveva senso lasciarla vivere ancora,lui doveva farcela,doveva spegnere tutte le luci,doveva rimanere solo buio,vuoto,doveva non fare più male,doveva essere pronto per morire. Non poteva amare mai più.

Non poteva.

Blaine era così bello,giovane,vivo. Lo avrebbe solo trascinato giù,non poteva permetterlo,lo doveva allontanare,per sempre.

Sentì le gambe cedere,probabilmente sarebbe stato meglio se avesse mangiato a colazione,o a cena la sera prima,o a pranzo,ma se prima sembrava difficile mangiare,beh ora gli risultava persino difficile respirare,non aveva senso,non aveva speranze.

Riaprì gli occhi,la pioggia che gli bagnava i capelli scompigliati,la punta della dita intorpidita dal freddo,le goccioline che scomparivano nel lago,il cielo grigio,il sole non si riusciva nemmeno ad intravedere,Sam. Sam? Kurt sobbalzò notandolo proprio accanto a lui.

Nessuno dei due disse nulla,Kurt era stato strappato da tutti i pensieri che gli si erano avvolti attorno troppo in fretta per poter formulare una qualunque frase,Sam sembrava non vederlo.

Rimasero in silenzio,guardando il lago fin che le mani di Kurt letteralmente congelate minacciarono di staccarsi se non fossero state scaldate al più presto,se ne andò dando un'ultima occhiata a Sam.

 

A Kurt era stato vietato di utilizzare il telefono ma non fu un gran sacrificio,nessuno lo cercava mai.

Accese la televisione,a quelli del suo piano era concessa,girò un po' i canali vari fin che non si fermò su una replica di OC,non l'aveva mai fatto impazzire ma non trovò nulla di meglio aspettando che Sam uscisse dalla doccia.

Quando Sam uscì dalla porta del bagno aveva i capelli bagnati ma fortunatamente era vestito,non aveva ancora detto una parola da quando era rientrato in camera,si avvicinò alla finestra e sembrò gettarsi da essa semplicemente guardandola.

“Quando sono andato sul ponte ero convinto di voler morire,non pensavo che avrei trovato qualcuno lì,che avrei trovato te.”

Kurt raggelò.

“Sono un casino,non faccio nulla di giusto,non riesco nemmeno a morire.”

Continuò impregnando quelle parole con tutte le emozioni che aveva stritolato nella frase precedente.

Kurt rimase seduto fissando il pavimento sempre più rigido.

“Anche io,anche io volevo morire o almeno,ci ho pensato.”

“Perché non l'hai fatto?”

Nessun giro di parole,Kurt lo apprezzò.

“Non lo so. Tu?”

Kurt decise di evitare il discorso poetico sul fatto che Blaine gli avesse salvato la vita.

“Tu,tu eri lì e io ho avuto paura di andare da qualunque altra parte.”

Gli si strinse lo stomaco.

“Tu puoi farcela.” sussurrò Kurt.

Per la prima volta dopo tanto tempo sentì che quella non era una frase di circostanza,che la sentiva davvero,che dopo le parole di Sam la paura gli aveva attorcigliato lo stomaco.

“Non credo.” sussurrò di rimando.

Kurt non cercò di migliorare le cose né di farle sembrare meno crude.

 

 

 

 

I corridoi lì non erano mai affollati,non era come al liceo,non c'erano armadietti contro cui essere spinti,non c'erano gruppetti,né confusione,c'era solo uno strano silenzio sterile,Kurt aveva bisogno di nuovi libri,aveva bisogno di una biblioteca e a quanto aveva capito da Rachel infondo al corridoio,accanto all'aula d'arte ce n'era una.

La porta dell'auditorium era aperta,probabilmente chiunque ci fosse dentro aveva dimenticato di chiuderla,il suono di una chitarra e un voce difficile da distinguere passava attraverso le pareti sottili e usciva dalla porta,Kurt odiava intrufolarsi o entrare nella stanze dove c'era già qualcuno dentro ma qualcosa lo spinse ad entrare.

Camminò a passi leggeri finché non si voltò e sentì il cuore sprofondargli nel petto. Era Blaine.

Era seduto su uno sgabello al centro del palco con solo una chitarra,Kurt avrebbe voluto scomparire,scappare prima che potesse accorgersene,ma non gli ci volle molto a capire che Blaine si era già accorto della sua presenza e gli stava sorridendo.

Lo stomaco di Blaine si era ristretto tanto velocemente che gli venne da vomitare,si odiò per qualche istante per aver avuto una reazione simile,continuò a suonare senza cantare,la voce probabilmente era finita mischiata all'acido che aveva nello stomaco.

Kurt rimase immobile,Blaine gli mostrò un sorriso che non faceva parte di nessuna delle categorie che collezionava,era qualcosa di nuovo,era il sorriso che avrebbe rivolto solamente a lui,era il sorriso per Kurt.

Per Kurt forse valse addirittura più di quanto fosse valso per Blaine quel sorriso,perché fu come quel giorno sul ponte,sentì la mano di Blaine stringere la sua,camminò senza accorgersene fino sotto il palco,senza accorgersene cominciò anche a cantare e fu così assurdo e così reale.

Quando Kurt cominciò a cantare Blaine ebbe seri dubbi sul fatto che stesse sognando o meno,non aveva mai sentito niente di più bello,fu come se conoscesse quella voce da sempre,come avesse vissuto fino ad allora per vivere esattamente questo momento,tutto sembrò prendere senso quando le loro voci si unirono e i loro occhi si intrecciarono,tutto si armonizzava così bene.

Kurt per la prima volta in tutta la vita sentì di doversi trovare esattamente dov'era.

Kurt non seppe per quanto tempo cantarono,ad un certo punto Blaine finì di suonare perché voleva solo abbracciare Kurt,ma sapeva di non poterlo fare.

“Hai una voce meravigliosa.” disse piano Blaine cercando di domare la tempesta che aveva nello stomaco.

“Grazie,anche tu.” sussurrò Kurt.

Blaine cercò le parole da dire ma nessuna gli sembrò appropriata,nessuna gli sembro abbastanza per Kurt.

“Come stai?” chiese allora,voleva davvero sapere come stava Kurt e non gliel'aveva mai chiesto,quasi come se non gli interessasse,ma gli interessava davvero molto.

“Mmh,vado avanti.”

“Oh,beh,bene.” non seppe che rispondergli perché forse quella era una buona risposta o magari una grande bugia.

Sì,Kurt andava avanti,sempre più avanti nel suo processo di autodistruzione,e già cominciava ad odiarsi per essersi permesso di stare bene per qualche minuto.

“Tu come stai?” chiese continuando a ripetersi che doveva andarsene.

Blaine non stava bene,non stava affatto bene,non in quel momento,ma diciamocelo quando mai Blaine Anderson non aveva risposto “Benissimo” a quella domanda? Sempre per la sua convinzione che la vita è bellissima,che le persone lo sono e che tutto si può fare.

“Oh,io b-b-ene.” Kurt sentì la bugia cadere dalle labbra di Blaine mentre si inciampò nell'ultima parola. Avrebbe voluto dirgli che non ci credeva ma forse non si conoscevano abbastanza e forse,quel Kurt non esisteva più.

“Io,io penso di dover andare.” farfugliò Kurt,mentre imponeva al suo corpo di mettersi in movimento.

A Blaine fece male,gli fece male pensare a Kurt che usciva dalla porta,che usciva dalla sua giornata,ancora una volta.

“Ciao.” gli sorrise dolcemente mentre accompagnava la parola con la mano sinistra.

Kurt a sua volta gli sorrise,fece calare la manica della felpa,la strinse perché non potesse risalire e con le dita restanti lo salutò. Sentì i muscoli stracciarsi mente si costringeva a camminare,gli pizzicarono gli occhi e si accorse di aver bisogno di piangere.

 

La sua stanza era vuota,troppo vuota per lui. Sam passava poco tempo solo e Kurt decisamente troppo. Un nodo gli stava stritolando la gola,entrò nel freddo e bianco bagno,aveva solo bisogno di chiudere la porta. Aprì il mobile degli stracci,era lì giusto se a qualcuno cadeva qualcosa di liquido e voleva dare una pulita,ma erano talmente fissati con l'igiene che probabilmente non sapevano nemmeno dell'esistenza di quel mobiletto,tolse il secondo straccio e sotto la spugna la sfilò,brillava

ed sembrava ferire solo guardandola.

Si lasciò scivolare nell'angolo tra la doccia e il mobile dei medicinali,il pavimento sembrava fatto di spine,le lacrime che tratteneva da tutto il giorno e che avevano creato un peso insostenibile dopo aver parlato con Blaine si stavano liberando in singhiozzi irregolari,cercava di soffocarli ma senza troppo impegno,gli si stava appannando la vista,non era un pianto liberatorio quello,era un pianto spaventato,spaventato da morire,non riusciva a smettere di pensare allontana,proteggi,taglia,punisci,libera sarebbe impazzito se non l'avesse semplicemente fatto,strinse la lama forte nel palmo,fece un uscire piccole gocce di sangue dal buco tra il mignolo e il palmo,le lacrime bagnarono la maglietta e fecero saltare qualche battito al suo cuore.

Blaine.

Strinse più forte.

Blaine.

Doveva vomitare.

Blaine.

Aprì il palmo,guardò la lama insanguinata,strappò un po' di carta igienica e ci affondò la mano ferita.

Blaine.

Doveva urlare,non poteva urlare.

Blaine.

Afferrò la lama,spinse forse con troppa forza contro il polso fragile e sottile.

Tante linee orizzontali,qualcuna verticale.

Il sangue cominciò a sgorgare dai polsi come le lacrime dai suoi occhi.

Il dolore gli annebbiò la mente,non riusciva a mettere a fuoco nessuna parola in particolare,rosso vivo,vivo.

Quando i singhiozzi si calmarono il sangue non smetteva ancora di scendere,Kurt sapeva di dover fare qualcosa,di dover fermarlo prima di perdere i sensi ma era così reale e semplice quello che stava succedendo,non era piacevole,era semplice.

Quando mi ferisco mi sento morire e non morto” ricordò di aver scritto nel suo diario qualche tempo fa,non aveva senso probabilmente,ma per lui ne aveva,davvero tanto.


Spazio Autrice:
Ehilàààà,
Lo so sono stata pessima,un mese per poi mettere un capitolo anche abbastanza corto,perdonatemi.
Comunque so che questo capitolo è una tortura o almeno lo è stato per me scriverlo,prometto di essere più veloce per i prossimi capitoli.
Un bacione.
Alice.
  
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