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Autore: alicecascato    16/09/2013    3 recensioni
“Lo so che non ti fidi di me,non ti fidi di nessuno,ma sei giovane e hai tanto da vivere ancora,non permettere che tutto questo ti scavi la fossa” disse piano.
“Lo sto già facendo da solo Blaine” sussurrò a denti stretti il ragazzo,più pallido del solito.
“Chiuderemo questa fossa Kurt e tu non ci finirai dentro,te lo prometto”
Kurt odiava le promesse e non credeva alle parole di Blaine ma non obbiettò.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Quinn Fabray | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Era la solita strada,le solite macchine,i soliti semafori,le solite case,la solita vita.

L'aria di fine autunno pungeva le guance rosee di Blaine,sentiva qualcosa diramarsi dal suo stomaco stritolandogli l'esofago,era forse tristezza? O frustrazione? Il solo pensiero lo fece rabbrividire,sprofondò le mani intorpidite dal freddo nelle grandi tasche del suo giubbotto e cominciò ad incurvare le labbra immaginando gli svariati sorrisi che avrebbe esibito quel giorno.

 

Una luce fioca illuminava la stanza 426,non era ancora ora di alzarsi probabilmente ma Kurt e il sonno non erano mai andati particolarmente d'accordo,le lenzuola erano fredde e quasi prive di pieghe,non era abituato a muoversi la notte,sentì la mancanza dell'odore di frutti di bosco e menta che riempiva ogni angolo della sua stanza,si chiese perché non farla semplicemente finita? E si rispose allo stesso solito modo sei ambizioso Kurt,non lasciare che ti schiaccino Kurt,sei più forte di loro Kurt,hai dei sogni Kurt,sei giovane Kurt,credici Kurt. Forse era stupido ma ancora un po' ci credeva,l'odio e la delusione che provava verso se stesso lo portavano ad infamarsi ed accusarsi continuamente,ma una parte di lui probabilmente non era ancora morta,brillava di una fioca luce vitale,era questa che voleva salvare Blaine.

 

L'odore di uova mischiata a quello di burro di arachidi che infestava la mensa nauseò Kurt,fu tentato di girare su i tacchi e tornarsene in camera quando però vide tutti premere il loro bracciale contro un aggeggio elettronico infondo alla fila,allora con riluttanza si unì a loro.

Si trovò davanti a tutto quel cibo e ricordò quanto odiasse mangiare,per l'amore del cielo quel cibo doveva essere buonissimo,ma non per Kurt,il solo pensiero lo fece agitare,decise di mettersi qualcosa nel piatto per non dare sospetto,prese del latte e un bicchiere con dei cereali e aggiunse una mela. Si guardò intorno e sperò di trovare un tavolo vuoto,effettivamente ce n'erano molti,ed effettivamente lui era anche uno dei primi. Si sedette in un tavolo accanto ad una vetrata.

“Mangi così poco?” sentì squittire alle sue spalle.

Si girò di scatto. Una ragazza circa dalla sua età con un cerchietto rosso sgargiante,un naso imponente e grandi cerchi scuri intorno a gli occhi lo stava fissando con un sorriso quasi inquietante. Kurt non capì se provare imbarazzo o sembrare cordiale,nell'indecisione sorrise leggermente.

“Non ho molta fame.”

Il vassoio della ragazza era pieno di muffin,toast e di cose che Kurt non riuscì ad individuare.

“Dovresti mangiare,sei troppo magro.” sussurrò.

Con riluttanza Kurt notò che le ossa della ragazza sbucavano dal vestitino a pois e le sue gambe erano paragonabili a stuzzicadenti.

Non rispose.

“Posso sedermi?” continuò.

Kurt annuì.

“Okay,piacere,mi chiamo Rachel Berry.”

“Kurt Hummel.” disse piano.

“Sei arrivato ieri giusto?” chiese Rachel,ma era ovvio che lo sapeva benissimo.

Kurt annuì.

“Ecco,tutti odiamo questo posto ma solo perché abbiamo diciotto anni e nessuno dovrebbe essere qui,ma ammettiamolo è un bel posto,e se vorrai,potrò dimostrartelo.” i suoi occhi erano talmente innocenti e ingenui che Kurt si permise per un attimo di pensare a come sarebbe stato avere qualcuno con cui parlare invece che rifugiarsi in libri e canzoni,ma tornò alla realtà,nessuno voleva essere suo amico.

“Di che parli?” tentò.

“Chiederò a Miss Pillsburry di farti fare un giro turistico,si fida di me.”

“Va bene.” deglutì.

“Ora se non ti dispiace,devo mangiare.” disse con serietà,quasi fosse un avvertimento.

Rachel cominciò a trangugiare tutto quello che aveva nel vassoio.

Kurt versò i cerali nel latte,cominciò a girarli con un cucchiaio ma ebbe la sensazione che se ne avrebbe mangiato anche solo uno avrebbe potuto vomitare addosso a Rachel. Lasciò stare i cereali e cominciò a tagliare la sua mela,prima fece degli spicchi,poi li divise,lo fece ancora e ancora.

Rachel non lo degno di uno sguardo finché non ebbe finito tutto.

“Che fai? Non mangi nemmeno quelli?” chiese rivolta ai cereali con la voce squillante con cui gli aveva parlato la prima volta.

“Mi sono ricordato che il latte non lo digerisco.”

Rachel aprì la bocca ma improvvisamente parve capire che le sue lamentele non avrebbero fatto mangiare il ragazzo.

“Ho dimenticato una cosa in camera,la vado a prendere,chiedo a Miss Pillsburry e arrivo.” Rachel si alzò e diede una pacca sulla spalla a Kurt.

 

"Questo è l'auditorium,ebbene sì,abbiamo un auditorium-" disse con eccitazione Rachel indicando una grande porta rossa.

"-Penso sia la parte migliore di tutto questo" proseguì con una tristezza quasi soffocata.

Kurt non rispose,ma la visione di un auditorium lo fece sentire meglio e più distrutto allo stesso tempo.

"Ti va di entrare?" propose la ragazza.

Kurt annuì e la seguì lungo la scalinata.

Si sentì avvolgere da quello che lo circondava,non avrebbe voluto rimanere un secondo di più o forse tutta la vita.

"Non è come Broadway ma ci stiamo lavorando." disse con un sorriso tanto largo quanto falso.

Kurt al suono di quella parola sentì lo stomaco stringersi in un piccola noce.

"Da quanto tempo sei qui?" chiese e fu forse la frase più lunga pronunciata dall'inizio della "visita".

"Giugno,mi sono diplomata e mi hanno mandata qui." rispose a denti stretti.

Non le avevano nemmeno permesso di passare la sua probabile ultima estate da adolescente.

Rachel raggiunse il palco e si sedette incrociando le gambe sottili.

"Ti va di sederti con me?" chiese con l'innocenza che sarebbe potuta appartenere ad una bambina.

Kurt decise di seguirla sebbene le lacrime avessero già iniziato ad inumidirgli gli occhi.

Si sedette con grazia accanto a la ragazza.

"Mi hanno tolto tutto quanto." sussurrò Rachel improvvisamente con amarezza.

Kurt si voltò ad osservarla sorpreso.

"Ho passato tutta la mia vita a progettare il mio futuro,avevo così tanti sogni da costruirci una città,a quanto pare non basta." deglutì e Kurt vide il suo sforzo per fermare la lacrima che le scivolò lungo la guancia destra.

"Ricordo quanti progetti mi fossi fatta in tutti questi anni,quando tutto andava male mi dicevo 'il liceo finirà,avrai il tuo riscatto Rachel',se solo lo avessi saputo..." finì con voce strozzata. Kurt non ricordava l'ultima volta in cui qualcuno si fosse sfogato con lui,in un certo senso si sentì meno soprammobile e più persona.

"Volevo andare a Broadway,vincere un Grammy,avere il mio nome su una stella,la cosa peggiore è ci ho creduto così tanto..." un singhiozzo rovinò la fine della frase.

"Che cosa ti è capitato Kurt?" nascose il volto tra le mani.

Kurt pensò che accarezzarle la spalla sarebbe stato opportuno,ma sentì il peso della risposta che si stava arrampicando fuori dalla sue labbra.

"Io..."

Rachel sventolò una mano e tirando su col naso lo azzittì.

"Chi ti ha fatto questo?"

"È stata colpa mia,non sono forte."

Dopo una risposta tanto stupida avrebbe voluto gettarsi dal palco di testa.

"Non ci credo,ma tanto non me lo dirai giusto? Va beh,possiamo parlarne un'altra volta. Ti piace cantare?"

Kurt sentì un nodo attorcigliarsi intorno alla gola.

Pensò di dire di no,ma poi ricordò quanto fosse orribile essere soli e alla possibilità di diventare amico di Rachel.

"Sì,mi piace tanto." dimenticò di chiederle se le piacesse anche a lei ma poi pensò fosse scontato.

"E ti andrebbe di cantare un po'?"

Certo che gli andava,era la cosa che amava più fare al mondo,e forse una delle poche che non aveva paura di fare.

"O-O-Okay." balbettò.

Rachel gli sorrise ed improvvisamente le si illuminarono gli occhi.

 

'Oh, How about a round of applause, Yeah

A standing ovation'

 

Kurt sentì un brivido percorrergli la schiena,aveva una voce fantastica.

 

'Oooooo, Yeah

Yeah, Yeah, Yeah, Yeah'

 

Tentò un po' troppo piano.

 

'You look so dumb right now

Standing outside my house'

 

Rachel continuò,a Kurt si chiuse lo stomaco.

 

'Trying to apologize

You're so ugly when you cry'

 

Alzò la voce e sentì lo stomaco stringersi.

 

'Please, just cut it out'

 

Rachel lo raggiunse,cantarono insieme per un secondo,non aveva mai duettato con nessuno,il suo stomaco fece una capriola al ricordo,gli venne improvvisamente da vomitare.

Si alzò in piedi di scatto e corse giù per le scale,Rachel smise di cantare e lo guardò interrogativa,cercò ansimando l'uscita,quando giunse alla porta la tastò come per controllare che fosse reale.

"Mi dispiace Rachel." sussurrò e le lacrime gli scivolarono sulle gote chiudendosi la porta alle spalle.

Improvvisamente capì che non doveva trovarsi lì,doveva sparire,doveva...

Si sentì parte di un film quando lasciò la maniglia della porta e cominciò a correre,voleva solo sparire.

Blaine scendeva le scale assorto nella lettura dei fascicoli consegnatagli poco prima.

Kurt girò l'angolo con il cuore in gola e gli occhi socchiusi gonfi di lacrime.

I nasi di Kurt e Blaine furono così vicini tutto d'un colpo.

Tutto si congelò per pochi istanti.

Kurt sentì il calore del respiro che si era appena congelato nella gola di Blaine.

Blaine involontariamente incontrò gli occhi di Kurt,sentì ogni difesa alzata da lui sin dal loro primo sguardo sbriciolarsi.

Blaine fece un passo indietro e liberò i polmoni.

Kurt si sentì con le spalle al muro.

“Kurt...” sussurrò Blaine.

“Stai bene?” continuò tremante.

Kurt si raggelò e pensò ha quanto doveva sembrare penoso il suo aspetto in quel momento.

Abbassò lo sguardo ed annuì.

Cercò di passare oltre Blaine ma lui serrò la mano attorno al polso di Kurt,non con prepotenza,non strinse nemmeno,ma Kurt sentì abbastanza dolore da girarsi di scatto trovandosi dentro gli occhi di Blaine.

“C'è qualcosa che non va?” domandò ancora il ragazzo moro.

Kurt si accorse di non riuscire a mentire ai suoi occhi.

Si lasciò cadere sullo scalino e mise la testa fra le mani,le lacrime gli inumidirono le guance.

Blaine esitò ma poi si sedette accanto a Kurt.

Non tentò di toccare Kurt.

“Ti va di andare un po' in giardino?” azzardò Blaine. Pensò di essersi espresso male ed immaginò lo sguardo spaventato di Kurt.

Ma non fu così,Kurt alzò le spalle ed annuì.

“Bene,se ti incammini magari vado a prendere qualcosa al bar e te lo porto?”

Blaine si alzò in piedi,ma non allungò la mano a Kurt,che fece da solo.

“Okay.” rispose per non annuire di nuovo.

“Che cosa ti porto?”

Pensò di rifiutare ma sarebbe stato scortese.

“Latte macchiato.”

“Perfetto,ti raggiungo.” gli sorrise Blaine,i suoi occhi si fecero più piccoli ma non meno luminosi.

Kurt prese in considerazione di scappare,chiudersi in camera e piangere come una ragazzina,ma decise di evitare un'altra mossa che lo avrebbe fatto sembrare ancora più instabile.

 

Una leggera pioggerellina gli inumidiva il volto,si strinse nel suo cappotto,camminava a piccoli passi sperando che Blaine non ci mettesse molto.

“Ehilà.”

Kurt trassalì quando Blaine sbucò da dietro la sua spalla,gli allungò un bicchiere di carta bollente,lo strinse forte e sperò di riscaldarsi.

“Grazie.” sussurrò senza guardarlo.

Camminarono lungo le stradine bagnate.

“Hai dei capelli fantastici.” Blaine ruppe il silenzio.

Kurt ridacchiò imbarazzato.

“No,dico sul serio. Non sai quanto ti invidio.”

I capelli di Blaine erano sigillati da del gel.

“Beh,grazie.” fece sarcastico.

Blaine parlò a lungo di cose idiote e Kurt lo assecondò fingendo di ridere ad ogni sua battuta,mentre stava con lui si sentiva più leggero,riuscì addirittura a bere il suo latte.

Blaine si avvicinò un po' a lui e i loro gomiti si sfiorarono,improvvisamente una mano invisibile stritolò i polmoni di Kurt.

Si allontanò da lui camminando velocemente.

“Che succede?” chiese Blaine senza capire.

“Perché mi hai portato qui?” rispose Kurt con un po' troppa freddezza.

Blaine si strinse nelle spalle.

“Non è una cosa così strana.” tentò mordicchiandosi il labbro inferiore.

“E poi pensavo ti avrebbe fatto piacere,sai-”

“Non mi conosci nemmeno,Blaine.” lo interruppe Kurt con voce priva di ogni intonazione.

“Ma potremmo conoscerci,infondo dovremo passare molto tempo insieme.” Blaine cercò di non perdere la sicurezza nella voce.

“No,invece. Non c'è bisogno.” parlò senza guardarlo,sentì il latte salirgli in gola,avrebbe anche potuto vomitargli in faccia.

“Sto solo cercando di essere gentile!” sputò Blaine forse con un tono troppo alto.

“E io di fare la cosa giusta.”

Blaine si fermò,ma Kurt continuò a camminare,solo quando fu certo che ci fosse qualche metro di distanza tra loro si voltò.

“Grazie,per il latte,per...questo,ma è meglio così.”

Girò l'angolo e scomparve.

Blaine rimase ad osservare il vuoto,ancora non aveva capito quello che fosse successo e cercò di riordinare tutta la conversazione.

La pioggia aveva cominciato a scendere copiosamente e grandi gocce si infrangevano sul volto irrigidito di Blaine,si lasciò cadere su una panchina bagnata,osservando il vuoto. Che cosa gli stava facendo quel ragazzo?

 


Spazio Autrice:
Saaaaalve.
Ok non sono la velocità in persona,solo che è la prima fan fiction che tratta di argomenti simili che scrivo e non voglio lasciare niente al caso né fare qualcosa di scontato. Percui portate pazienza.
Ringrazio chiunque abbia recensito,siete gentilissime e niente,spero vi piaccia,alla prossima.
Un bacio.
Alice.
  
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