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Autore: Flam92    16/10/2013    4 recensioni

- Anja –
Tre anni prima . . .
Basta, me ne vado, sono arrivata al limite della sopportazione . . . È questo che ho ottenuto per essermi sacrificata all’inverosimile?! Il fatto che tra meno di un decennio sarò morta e sepolta, la donna che mi ha dato la vita mi ha insultato in ogni lingua conosciuta e non, e che devo lasciare tutto e tutti per andare oltreoceano?
- Loki –
Un anno prima . . .
In una cella, di nuovo!! Maledizione, odio stare qui dentro, mi manca l’aria, non posso muovermi . . . almeno mi hanno levato quel dannato bavaglio. Uff . . . che cosa dovrei fare per i prossimi due secoli? No, se non esco prima di qui finisce che divento pazzo sul serio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 9: "Discussioni civili, chiacchierate notturne, incidenti di percorso"
 
- Thor –
         Cercare Loki in mezzo a quell’immensa fortezza di metallo era stato tutt’altro che semplice, passare in rassegna uno per uno tutti quei corridoi e corridoietti si era rivelata, anche per un dio, un’impresa quasi titanica. Perché, ovviamente, il suo caro fratellino non poteva rimanere zitto e buono nella stanza dove l’avevano confinato dopo tutto ciò che era successo con Anja.
         Alla fine però l’aveva trovato: Loki gli dava le spalle e stava davanti al vuoto lasciato dalla gabbia di vetro dove l’avevano rinchiuso solo un anno prima.
Non tradisce nessuna emozione, le spalle rilassate e le mani dietro la schiena, i piedi appena divaricati e la testa leggermente inclinata a sinistra. Non cambia mai... anche da piccolo faceva così, di sicuro sta pensando a qualcosa.
         - Alla fine mi hai trovato, Thor. Ci hai messo tanto- Una semplice constatazione e Thor sorride, perché Loki si è sempre accorto di chi gli arrivasse alle spalle, per silenzioso che fosse.
- Non riesco mai a capire come fai... è impossibile avvicinarsi a te senza che tu te ne accorga- Loki fa spallucce, come se non gli importasse.
- Abitudine, tutto qui. E quando sai che quanti ti stanno intorno non aspettano altro che farti del male non appena ti distrai, impari a prevedere le loro mosse-
         Una risposta secca e venata di amarezza, ma non per questo meno vera, Thor lo sa e non può fare a meno di dispiacersi una volta ancora per il fratello.
- Sei turbato vero? È ancora per quello che mi hai detto qualche giorno fa? – gli chiede Thor e Loki lo squadra intensamente, con gli occhi color smeraldo socchiusi, prima di riprendere a fissare il vuoto.
- Se persino tu te ne sei accorto, allora direi che è evidente... – sbuffa spazientito, corrugando appena la fronte. Facevi così anche da bambino, avevi quell’espressione ogni volta che qualcosa ti andava storto o non ti riusciva. Thor stiracchia un mezzo sorriso, ma non dà voce a quel pensiero, perché finirebbero sicuramente per litigarne e lui, ormai, non ha più voglia di discussioni e inutili rappresaglie.
- Però, sì, è da parecchio che ho la stessa... visione, per così dire. È per questo che ero turbato, giorni fa – Loki si volta a fronteggiarlo, quindi prosegue con un sospiro – Le Norne indicano un pericolo all’orizzonte, da un luogo tetro e buio, che si avvicina velocemente. Compaiono spesso gli occhi della ragazza, o comunque molto simili ai suoi, quindi immagino lei c’entri in qualche modo. Motivo per cui ho controllato di persona le sue condizioni quando è stata male, casomai te lo stessi chiedendo- conclude con voce monocorde.
         Thor annuisce, facendosi scuro in viso; raramente Loki si sbaglia, nel campo delle visioni, o precognizioni che siano – il Dio del Tuono non ha mai capito la differenza- e comunque, anche lui è da qualche tempo che fatica a dormire e fa spesso brutti sogni.
- Anche tu hai avuto incubi, di recente- asserisce Loki, poi torna a guardarsi attorno con espressione assorta.
-Già… E Anja?- chiede Thor dopo un po’ – anche lei ha avuto problemi a dormire?- e di nuovo il Dio dell’Inganno annuisce.
-È molto probabile -
- Dobbiamo informarli, il prima possibile – conclude quindi il Dio del Tuono.
- Informarli? No, nessuno dirà nulla a nessuno fintantoché non sarò sicuro di quello che vedo. Detesto perdere tempo a convincere quel branco di zotici che, per una volta, non sto tentando di ingannarli, e comunque non mi crederebbero – sbotta Loki, sempre più seccato dall’intera faccenda. Thor sospira, sconfitto.
- Almeno alla ragazza devi dirlo, però... è giusto che sappia ed è forte abbastanza per sopportare la verità. Converrai con me che è una guerriera, in fondo-
- Questo te lo concedo, ma sarò io a dirglielo e nessun altro, chiaro? Ora sparisci, mi serve silenzio per pensare-
- Come vuoi, Loki...- Thor scuote la testa e se ne va, sconsolato. Una volta di più hai fatto come hai voluto... spero che quella ragazza possa riuscire dove credo di aver fallito io.
 
         Non sapendo cosa fare, Thor si ritrova a gironzolare senza meta, fino ad arrivare alla plancia di comando: ci sono pochi agenti, lo stretto indispensabile per controllare i monitor e sbrigare gli ordini. Lui si porta verso le grandi vetrate, che lasciano intravedere, sotto di loro, nubi bianche e morbide, e un cielo dalle mille sfumature di azzurro. Resta lì, le braccia incrociate e l’espressione corrucciata, con lo sguardo fisso ma senza realmente vedere nulla.
         Una mano delicata gli si poggia sull’avambraccio riscuotendolo dalle sue riflessioni.
- Perché quella faccia imbronciata? Hai di nuovo litigato con Loki?-  Thor alza gli occhi e vede Anja rivolgergli un leggero risolino.
Scuote la testa e le sorride di rimando – No, per una volta siamo riusciti a parlare civilmente – Anja lo fissa con tanto d’occhi, incredula – Sì, sorprende anche me. Tuttavia avevi ragione a credere che ci fosse... come dite voi?... ah, sì, qualcosa sotto. In effetti era da lungo tempo che non lo vedevo così preoccupato –
         Anja, in un moto di nervosismo, scioglie la severa crocchia e si raccoglie di nuovo i capelli in una stretta coda, esattamente come Sif, gli viene spontaneo pensare.
- Dubito sarà una cosa piacevole, vero?- riflette lei ad alta voce, e Thor conferma i suoi sospetti con un cenno del capo -Pensi che dirà qualcosa, a breve, riguardo ciò che lo preoccupa?- gli chiede infine la ragazza, titubante.
- No, almeno finchè non ne è sicuro... comunque pensa che non gli crederebbero. Non posso dare torto a nessuna delle due parti, però è sfiancante, per entrambi.-
Anja gli stringe leggermente il braccio, con fare comprensivo – Sì, immagino: tu devi sempre stare attento a come ti muovi, perché devi sia collaborare con gli altri, sia tentare di proteggere tuo fratello. Dall’altro lato, però, Loki è frustrato dal fatto che tutti pensino che ogni cosa che dice o fa sia corredata da secondi fini. È snervante, davvero, e mi domando come tu riesca a sopportare la cosa – conclude con tono perplesso.
         Thor la guarda, meravigliato: la ragazza ha colto esattamente il nocciolo del problema. Ancora più sorprendentemente, il Dio del Tuono non ha avvertito alcun tono di biasimo nei confronti di Loki, nonostante abbia cercato di strangolarla nel sonno e l’abbia poi, per ammissione della stessa Anja, spaventata a morte.
- Perché non sei arrabbiata con Loki per quello che ti ha fatto? Ne avresti tutti i diritti- non riesce a trattenersi dal chiederglielo di getto.
- Sto provando a capirlo, in realtà... So che sembrerà stupido e forse anche un’idiozia, da parte mia, però penso che anche lui, persino dopo tutto quello che ha fatto di brutto, meriti di essere compreso, o quantomeno, per me lo vale questo sforzo. C’è ancora qualcosa di buono, sepolto lì da qualche parte, ne sono certa perché l’ho visto- conclude Anja con un sorriso dolce e malinconico.
         Senza preavviso Thor la stringe in un possente abbraccio, alzandola da terra di svariati centimetri, prima di rimetterla giù e allentare la presa. Una lacrima scivola sulla guancia del dio, andando ad impigliarsi nella barba bionda.
- Sono commosso da tanta bontà e grandezza d’animo... mai nessuno qui, a parte me, ha avuto l’ardire di parlare in difesa di Loki... Grazie, gentile fanciulla –
Anja gli sorride comprensiva – Non devi ringraziarmi, Thor... non mi sono mai fermata alle apparenze e, prima di giudicare qualcuno, cerco di capirne la storia, le scelte che ha fatto e perché. Sono fatta così, è il mio modo di essere. Credo che Loki abbia sofferto molto, perciò, forse, la colpa non è del tutto sua- la ragazza si stringe le braccia al petto, arrossendo appena.
- Mi hai ridato fiducia nella bontà delle persone, Anja, e di questo di ringrazio. Potresti essere tu colei che ricondurrà Loki alla ragione... credo saresti piaciuta molto a nostra madre. Frigga non ha mai smesso di sperare di poter riabbracciare l’altro suo figlio- aggiunge, parlando quasi a se stesso.
- Vedrai che succederà, Thor... prima o poi, ma succederà- gli stringe il braccio un’ultima volta e aggiunge – Ora scusami, ma credo che la mia altra balia mi stia aspettando... e non credo che Natasha e le attese vadano d’accordo- Anja gli sorride amichevolmente e poi lascia la plancia di comando, leggera e silenziosa come era arrivata.  Questa ragazza mi scalda il cuore... è pura e limpida come la fonte di Urdr; Svanhvìt, il cigno bianco, ecco chi è... una candida fanciulla cigno.
 
 
- Loki –
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
And nothing else matters
 
         Oh, dannato Thor, mai stato perspicace in tutta la tua vita e devi cominciare proprio ora?! Maledizione! Però anche lui di incubi ne ha avuti... e ormai sa quello che mi passa per la testa, spero solo abbia il buon senso di tener la boccaccia chiusa.
Loki scuote la testa, piuttosto seccato per quello che sta succedendo; l’essere incerto su qualcosa non gli è mai andato a genio, ha sempre avuto un piano pronto e studiato nei minimi dettagli per ogni evenienza, ma ora, per la prima volta, non sa davvero che fare.
         Decide quindi di ritornare nella stanza assegnatagli il primo giorno della sua permanenza forzata sulla fortezza fluttuante, la stessa che ha condiviso con Anja per una manciata di giorni, realizza quasi con nostalgia.
Prende a camminare per la stanza, lentamente, a passi lunghi, cercando invano di sbrogliare la matassa degli eventi e prevedere quale sarà la prossima mossa sulla scacchiera.
         Un fioco bagliore proveniente da sotto il cuscino lo distoglie dalle sue riflessioni. Soprappensiero, si dirige verso la fonte di quel luccichio; sollevato il guanciale, osserva la catenella d’argento, alla cui estremità è attaccata la pietra verde, che brilla pallida contro il lenzuolo bianco.
         Raccoglie la collana e la adagia sulla scrivania; si siede e rimane lì a fissarla, ripensando a quando l’ha sfilata dal collo di Anja mentre lei dormiva, la sera in cui ha avuto quell’incubo che quasi gi ha fatto uccidere la ragazza. Loki è convinto che non sia un caso, se il Fato gli ha fato trovare quel gioiello. E le rune incise sopra, lui le ha già viste, sul proprio scettro, non quello che gli diede Thanos, ma quello che tolse al re degli Elfi Neri, molti secoli fa.
         Dopo pochi minuti gli sovviene la conversazione che ha sentito il giorno prima, quando Anja e l’uomo con il bizzarro indumento blu sono venuti nella stanza per prendere le poche cose di lei.
 
“- Ma che fine ha fatto?! – sbotta stizzita, picchiando il pugno sul letto dov’è seduta.
- Che cosa?-
- Era un ciondolo attaccato ad una catenina di argento... aveva una pietra verde come pendente. Ci sono molto legata, era di mia nonna... la nostra famiglia lo tramanda da generazioni. Ero convinta mi fosse caduto qui da qualche parte, ma non lo trovo.-“
 
         Ora si spiega l’attaccamento quasi morboso di Anja per quel ciondolo, per quanto lui detesti questi bassi sentimentalismi... Quel gioiello che Anja non toglie mai, neppure nei momenti più intimi, ma che, durante la permanenza nella fortezza fluttuante, ha lasciato il suo collo solo mentre era sotto la doccia.
Avrei potuto prenderlo allora, mentre lei non ce l’aveva indosso…  invece ho voluto sfilarglielo dal collo, rischiando che mi scoprisse… ma perché? Perché continuo a sentirmi come legato, davanti a lei? Non si è mai mostrata ostile con me, pur avendo più motivi di ogni altro per farlo. Tuttavia nei suoi occhi c’era sempre una luce, qualcosa che non si è mai offuscato. Che sia speranza? Lei, che speranza sa di non averne, ma che si ostina a dare? A darmi? E fiducia, ho sempre cercato fiducia e in lei… forse l’ho trovata.
         Il dio solleva il ciondolo e comincia a rigirarselo fra le mani, studiandolo con attenzione. Come le sue dita sfiorano la pietra verde, questa si colora di bagliori azzurrini; un barbaglio di luce, uno scintillio che scompare quasi subito.
         - Non può essere... – Il Dio delle Malefatte è incredulo, perciò si fa cadere la pietra nel palmo della mano, che immediatamente rivela il naturale colore bluastro della sua pelle e la gemma, di nuovo, si illumina di azzurro. Questa volta, però, risaltano con chiarezza anche le tre rune sulla superficie piatta della pietra. Loki le riconosce subito: sono Ur, Not ed Eoh. Rune potenti... tutte col significato più o meno vario di forza, bisogno, resistenza e perseveranza... che questa gemma sia...? No, non può essere, è andata distrutta migliaia di anni fa. Qui urge una chiacchierata a quattr’occhi con la nostra lupacchiotta.
         Loki annuisce, pensoso, come a sottolineare quest’ultimo pensiero, e tuttavia ancora gli sfugge il come un gioiello del genere possa essere finito nella famiglia di una comune mortale, la cui natura, per carattere, modi di fare ed esperienze passate, è così maledettamente simile a quella del dio. Non è un caso, di questo è assolutamente certo.
 
         Introdursi di soppiatto nelle stanze o negli appartamenti altrui non gli ha mai creato problemi, ma questa volta è con qualche remora che si intrufola nella stanza di Anja, il cui ciondolo è ben al sicuro nella sua tasca. Non gli ci è voluto molto per capire dove l’avessero portata, in fondo c’è poco o nulla che gli possa essere nascosto; d’altra parte, darle la stanza di fronte a Banner/ Hulk è stata, deve ammetterlo, una buona idea. Non gli sono ancora del tutto passati i dolori dei colpi subiti dal mostro verde.
         Per qualche momento si limita a fissare la ragazza mentre dorme, come se fosse incerto se svegliarla o meno. La vede arricciare il nasino diritto nel sonno, mugola qualcosa e poi si gira, tirandogli una manata sul fianco. Il dio sorride e si siede sul bordo del letto, soffiandole poi in un orecchio.
- Mhm... ancora un attimo... ho sonno – borbotta Anja, prima di girarsi dando le spalle al muro e colpendo di nuovo Loki con una manata, ma questa volta sul naso.
- Ahi! – sibila il dio, senza riuscire a trattenersi. Sente Anja rigirasi un’ultima volta e poi la vede sbarrare gli occhi di scatto, mentre spalanca la bocca per urlare. Loki glielo impedisce, premendo con forza la mano sulle labbra di lei, che gli mugugna addosso una serie di improperi, incenerendolo con un’occhiata di fuoco.
         - Non fiatare e levo la mano, intesi?- le dice in un sibilo. Anja annuisce e il dio molla la presa.
- Ma si può sapere che ti passa per la testa, brutto idiota?! Poco ci mancava che mi prendesse un colpo! – sbotta lei a mezza voce, mettendosi a sedere sul letto, le gambe raccolte sotto di sé – E direi che ho già dato, visto la gentilezza con cui mi hai buttato fuori dalla stanza, dopo avermi quasi ucciso nel sonno-
- Devo dirti una cosa della massima importanza – asserisce Loki, palesemente ignorando la tirata di lei.
- No, scusa?! Adesso?! Grazie a te e alla tua sfuriata, che ancora mi perseguita, mi sono addormentata meno di venti minuti fa e, comunque, alle 3.40 del mattino, qualunque cosa può aspettare. Sparisci, ho bisogno di dormire.-
         Per gli Inferi, quante storie che fa... come se qualche minuto rubato al sonno avesse mai ucciso qualcuno.
Loki sbuffa, poi la squadra con attenzione: il viso ovale, pallido, occhi color ametista velati dal torpore e circondati da profonde occhiaie scure, il naso diritto, la bocca esangue e tirata... forse ha davvero bisogno di dormire.
- Niente, lascia perdere – conclude Loki in un soffio, poi fa per alzarsi dal letto, ma Anja lo trattiene per un polso.
- Dimmi quello che devi, così poi mi rimetto a dormire... altrimenti avresti potuto anche evitare di svegliarmi – conclude con un sibilo acido.
         Entrambi sobbalzano quando sentono dei colpi sull’uscio, mentre la voce pacata di Banner chiede, da dietro la porta, se vada tutto bene.
- Fila in bagno e non muoverti! – bercia la ragazza, rivolta al dio, poi va verso l’uscio, lo socchiude e scambia poche parole col dottore, cercando di rabbonirlo.
Anja torna indietro e fa cenno a Loki di seguirla, quindi si accomodano entrambi sul letto di lei, seduti spalla a spalla con la schiena poggiata al muro. È una situazione quasi intima... e che buon profumo ha Anja, si sorprende a pensare, apparentemente senza motivo. Profumo di agrumi e brezza marina.
         Per la prima volta, la Lingua D’Argento di Asgard non sa da che parte cominciare il discorso.
- Ultimamente, ti capita spesso di dormire male, vero? – domanda quindi ad Anja, che lo fissa palesemente irritata.
- Sì, e devo dire grazie a te – sbotta di rimando. Loki scuote la testa, prima di rimettersi ad osservarla.  Che buffi quei capelli scarmigliati, vanno ovunque. Si passa i polpastrelli sulle palpebre, poi prosegue.
- Non è per la sfuriata dell’altro giorno che dormi male, ma senti anche tu che qualcosa di brutto sta arrivando... per me –
Anja alza gli occhi al cielo, sbuffando – Non fare il melodrammatico, questa proprio non me la bevo. Non sono certo una veggente, né ho la sfera di cristallo, come faccio a sapere le cose prima che accadano?! Smettila di mentirmi, non mi diverte questo gioco- conclude lei, guardandolo, per la prima volta, apertamente con astio. Astio che tuttavia Loki non può non comprendere, né non giustificare.
- Credici o meno, ma non è un gioco e non ti sto mentendo – riprende Loki con pazienza – lo senti anche tu perché, in qualche modo che mi sfugge, siamo legati. Anche Thor sa che c’è qualcosa che non va, e anche io e lui siamo legati, in certa misura.-
         Un silenzio pregno di significati accoglie le ultime parole del dio. Anja non ha il coraggio di guardarlo in faccia, anzi, si ostina a fissare le lenzuola mentre le sue dita tamburellano senza sosta sul materasso.
- Come lo sai?- gli chiede alla fine, in un soffio.
- Non lo so... è da più di un anno che sogno i tuoi occhi e il tuo ciondolo, loro mi hanno portato da te, altrimenti non penso sarei uscito tanto presto dalla cella in cui ero. Non sono lontano dalla soluzione, credo, eppure c’è sempre qualcosa che mi sfugge-
- Tutto questo non ha senso, lo sai, vero? Quindi – soggiunge dopo un attimo – mi hai svegliato per dirmi che c’è un qualche pericolo all’orizzonte, qualcuno che vuole farti la pelle, e che io potrei esserne coinvolta? Ma che non sai cos’è e nemmeno perché ci sono dentro anche io-
Loki conferma le parole con un cenno grave del capo, sembra quasi che gli manchino le forze per pronunciare anche un singolo suono.
         Anja dà fiato ad una serie di improperi nella sua lingua madre, proferiti talmente velocemente da risultare incomprensibili; dopo un paio di minuti, recupera calma e compostezza.
- Okay, ne riparliamo poi, ora però, ti prego, lasciami dormire, ne ho davvero bisogno – gli chiede Anja, soffocando un mezzo sbadiglio. Il dio annuisce e fa per alzarsi, ma si blocca a metà del movimento, come se qualcosa lo trattenesse. Magari, per la mia insonnia, potrei rimanere qui con lei, vedere se riesco a dormire un po’. Non averla a portata di occhio mi agita parecchio, agli Inferi i sentimentalismi.
         - Posso... posso restare qui con te? Dormo in terra, non è un problema – le chiede Loki titubante, quasi aspettandosi un secco “No” come risposta. Ma che cosa mi salta in mente? Sono un completo idiota…
- Non dire sciocchezze, vieni qui di fianco a me. Staremo stretti, ma sempre meglio del pavimento, no? Basta che non mi soffi le coperte… e che non mi urti il fianco sinistro– gli risponde invece Anja, battendo la mano sul materasso.
Il Dio delle Malefatte la guarda spaesato e vede un sorrisino dolce farsi strada sul viso di lei, che fa spallucce e gli dice – Beh?! Che c’è? Quando hai quell’espressione da lupacchiotto fai quasi tenerezza. Sembri... un bimbo indifeso, in un certo senso. Muoviti, comincio ad aver freddo –
         Loki si leva le scarpe e la camicia, poi si infila sotto le lenzuola e Anja gli si accoccola contro, la fronte di lei poggiata sulla sua spalla.
- Sei così fresco... come la neve – mormora Anja con vocina sottile, scivolando poco dopo in un sonno pacifico. Il Dio dell’Inganno asseconda il suo istinto, che gli dice di abbracciare le spalle esili della ragazza. Anche lui, finalmente, riesce a godere di un riposo tranquillo e senza incubi per la prima volta dopo molti mesi.
 
- Natasha –
 
QUALCHE ORA PRIMA DELL’INCONTRO TRA ANJA E LOKI
 
         Dove diavolo si è cacciata quella? Per la miseria, non sono certo qui ad aspettare i comodi altrui! Oh, eccola che arriva.
- Scusami per il ritardo, stavo facendo due chiacchiere con Thor – le dice Anja, prima ancora di salutarla o aggiungere altro.
- Poco importa, seguimi, la palestra è di qua – conclude Nat asciutta, avviandosi con passo sicuro in mezzo al dedalo di corridoi dell’elivelivolo. Per tutto il tragitto Nat non spiccica mezza parola e nota con piacere che anche la ragazza sembra aver capito l’antifona.
         Alla spia russa non è mai piaciuto perdersi in chiacchiere, né tantomeno doversi occupare di altri per conto terzi. Fosse dipeso da lei, la ragazza, Anja o come diavolo si chiama, avrebbe anche potuto tornarsene da dov’era venuta, mentre loro avrebbero trattenuto Loki, prima di rispedirlo al mittente. E invece il generale l’ha voluta qui, perché pensa reclutarla. E magari spera anche di poter controllare Loki tramite lei? Ma quel pazzo psicopatico pensa solamente a se stesso e al suo tornaconto... anche se è grazie a lui che questa è ancora viva. Bah...chi ci capisce è bravo.
         - Per caso ti ho fatto qualcosa? – esclama la ragazza all’improvviso – Giusto per sapere, perché mi stai guardando come se volessi farmi la pelle- Anja inarca un sopracciglio, squadrandola dall’alto del suo metro e ottanta. Nat è davvero perplessa, tutto credeva meno che la ragazza fosse tanto schietta e diretta, esattamente come lei è, a detta di Clint, che tra tutti è quello che la conosce meglio.
- No, ma non mi piace doverti fare da balia – è la risposta altrettanto schietta di Nat.
- Allora siamo in due... e no, l’ho detto a Clint e lo ripeto a te, non ho nessuna intensione di fare squadra con Loki – aggiunge quindi, seria in volto.
         Natasha annuisce, apparentemente soddisfatta dalla risposta di Anja e allo stesso tempo cerca di soffocare quello che potrebbe essere, ma non ne è sicura, un moto di gelosia. Perché l’ha chiamato per nome? Sono già così intimi, lei e Clint?
- Cosa avete fatto tu e Clint? – le chiede quindi, prima ancora di riuscire a controllarsi. Le è uscita una voce leggermente stridula, per i suoi standard, ma che comunque suona piatta per la maggior parte delle altre persone. Tuttavia un’occhiata perspicace di Anja le fa intuire che la ragazza, invece, ha capito benissimo.
- Niente di particolare... pulizia delle armi da fuoco, tiro al bersaglio, chiacchiere di quando ero all’accademia e all’Interpol poi... mi sembrava quasi di parlare con uno dei miei fratelli, tutto qui –
         Oh, allora è solo questo...ecco perché Clint mi ha detto che ci sarei andata d’accordo... forse pensa che mi somigli, in qualche modo.
- Quindi, cosa vuoi fare adesso, Natasha?-
- Qualche esercizio per sciogliersi e poi... corpo a corpo? –
- Per me va bene – conclude Anja, quindi comincia a fare stretching in tutta tranquillità. Nat nota che ogni movimento della ragazza sembra calibrato al millimetro, come se volesse evitare dispendi inutili di energia; la stessa cosa vale anche quando Anja ha qualcosa da dire: le sue sono frasi concise, precise e vanno dritto al sodo.
È davvero strano, quanto sia simile a me... brava con le armi, a detta di Clint, e lui è attendibile su queste cose, movimenti fluidi e precisi, abituata ad osservare e ad ascoltare con attenzione... comincio a capire perché Fury ha pensato di reclutarla. Però è anche così umana...
         - Sei pronta? – chiede la spia alla ragazza.
- Quando vuoi –
Nat quasi non le dà tempo di finire che subito parte con un calcio laterale, mirando al costato, che sa essere un marcato punto debole della sua avversaria. Anja riesce a parare il colpo all’ultimo e passa al contrattacco, fintando un montante sulla destra e tentando uno sgambetto a sinistra.
Questo giochetto quasi le riesce, perché all’ultimo Nat si accorge del trucco e prova ad atterrarla con una ginocchiata al plesso solare.
         Anja finisce a terra, ma Nat la segue poco dopo, perché la ragazza è riuscita a farle perdere l’equilibrio, sfruttando lo slancio stesso della spia. Dopo qualche scambio di colpi a terra, il primo round si conclude con Anja in svantaggio, com’era prevedibile. Eppure, Natasha si meraviglia di avere il respiro un po’ affannato.
- Sei brava, non c’è che dire. Solo un’altra persona riesce a tenermi testa così – si complimenta Nat, aiutando la ragazza ad alzarsi; si accorge in quel momento che Anja pesa decisamente troppo poco per la sua altezza. Probabilmente è per la sua malattia… però non l’ho vista mangiare molto, da quando è qui.
- Grazie... – le risponde Anja, tra uno sbuffo e l’altro – detto da te, è un grande complimento-
         Le due donne si siedono quindi su una delle panche, tamponando il sudore con un paio di asciugamani e riprendendo fiato.
Dopo qualche minuto riprendono a lottare corpo a corpo, una cosa che a Nat è sempre piaciuta: sentire la fatica, lo sforzo fisico, i muscoli che si tendono, tutto il corpo che si muove preciso e fluido come una perfetta macchina per uccidere... già, un’assassina perfetta in quello che fa... è quello che ero, ma lo sono ancora? Non lo so, che quel bastardo avesse ragione, e il mio registro stia grondando sangue?
         Quest’attimo di distrazione le costa caro, infatti Anja coglie l’occasione per atterrarla di malagrazia e le blocca quindi la braccia lungo i fianchi con le proprie gambe. Sarebbe una scena quasi comica, se non fosse che detesta non avere il controllo della situazione. Nat cerca di liberarsi dalla presa dell’avversaria, che le tiene il proprio avambraccio premuto saldamente appena sotto il mento, facendo pressione sulla trachea; alla fine, con un movimento quasi impossibile per chiunque, la spia riesce a tirare una ginocchiata nelle reni della ragazza, costringendola a mollare la presa.
         Dopo essersi scrollata Anja di dosso, Natasha parte alla carica come un toro inferocito, mirando, questa volta, a fare del male sul serio; per quanto Anja se la cavi, parare gli attacchi della spia diventa ogni momento più difficile.
Dannata ragazzina, atterrarmi così, nessuno può! Sono la Vedova Nera, nessuno può fare così con me. Muori.
Un ultimo calcio ben assestato e lo schiocco secco di un colpo ricevuto sul costato fanno ritornare Nat coi piedi per terra, appena in tempo per vedere Anja cadere a terra, quasi priva di sensi, mentre si abbraccia la zona offesa. Una macchia di sangue comincia ad allargarsi sulla sua maglietta.
- Anja...-
- Lontano da me, razza di idiota! Volevi uccidermi?! – è la risposta rabbiosa della ragazza, che le molla un sonoro manrovescio con le ultime energie rimastele, per poi uscire con passo traballante dalla palestra, tamponandosi il costato con una salvietta, tra gli sguardi attoniti dei pochi presenti.
         Nat rimane immobile dove si trova, incapace di formulare un solo pensiero logico; gli altri agenti riprendono gradualmente i loro allenamenti e lei si mette a sedere in un angolo, in disparte. Devo trovare una scusa plausibile per quello che è successo...  dire che ho perso il controllo perché mi ha atterrato malamente e non riuscivo a muovermi, beh, è la verità, l’ultima volta che è successo sono quasi morta... poi Barton ha deciso diversamente. Ma che cosa mi succede?
         Si prende la testa fra le mani, sconsolata, domandandosi una volta di più se ormai non sia il caso di rassegnare le dimissioni: una tale mancanza di lucidità, in battaglia, le sarebbe costata la vita senza ombra di dubbio.
- I miei complimenti per il teatrino, agente Romanoff... Sembra che questa volta tu l’abbia fatta davvero grossa – Quell’affermazione, unita ad un risolino beffardo, fanno scattare Nat sull’attenti.
- Loki! Che cosa ci fai tu qui?! –
- Oh, semplice, avevo voglia di fare un giro, visto che qui non ci sono altri passatempi-
- Non ci credo! Dimmi cosa sei venuto davvero a fare qui –
- Te l’ho appena detto, libera di non credermi. Permettimi di darti un consiglio, però: l’Universo ha in serbo grandi cose per quella ragazza, per cui, se dovesse morire anzitempo e per mano tua, ci sarebbero non pochi problemi, in primo luogo per te – le risponde il dio, imperterrito, sempre con un ghigno di scherno dipinto in viso. Per tutta la loro conversazione, i suoi occhi verdi non hanno lasciato quelli della spia, nemmeno per un momento.
- Come sarebbe, grandi progetti? –
- Lo saprete tutti a tempo debito e non aggiungerò altro. Buona giornata, agente Romanoff-
         Loki se ne va dalla palestra, silenzioso come è entrato; Natasha cerca disperatamente di far combaciare tutti i pezzi del puzzle, spaventata a morte da ciò che le ha appena detto il dio, pur non riuscendo a spiegarsene il motivo. Era una minaccia di morte, questa, per quanto velata… ma non capisco, prima quasi la ammazza e poi la difende?! Che cosa sta succedendo qui?
         Dovrebbe avvisare Fury seduta stante, ora che ci pensa, ma sa che bisognerebbe anche spiegargli per quale motivo la ragazza non è con lei e perché sta sanguinando.
         Una voce famigliare nell’auricolare la riporta al momento presente. Clint.
- Nat, ho visto le registrazioni della palestra, ma che ti salta in mente?! Stai bene?-
- Sì, Clint, ma credo di aver combinato un guaio. –
 
 
N.d.A.
Salve gente! Eccoci qui con un nuovo capitolo! Scusate per il ritardo, ma sono super impegnata con l’università – tra laboratori ed esami da preparare, non ho quasi più tempo per nient’altro- motivo per cui, dal prossimo aggiornamento, cercherò di postare il capitolo nuovo TRA UNA SETTIMANA, e così sarà fino a nuovo avviso.
Bene, avvisi di servizio a parte, finale che lascia in sospeso –lo, sono cattivissima XD – Comunque… pensavate che si potesse stare tranquilli, eh? E invece no!  Ma non temete, non sarà nulla di irrisolvibile, senza contare che un po’ di scompiglio tiene Fury in allenamento :D –scansa un oggetto contundente lanciatole dalla spia delle spie-
La citazione all’inizio del POV di Loki è tratta da “Nothing else matters” degli intramontabili Metallica! Consiglio a tutti di ascoltarla, loro sono bravissimi, a parer mio, e come canzone merita davvero, è molto profonda.
Per quanto riguarda le rune di Anja, i loro nomi e i significati li ho presi da questo sito, se qualcuno volesse curiosare: http://www.runica.it/rune.asp
Angolo dei ringraziamenti: a Erika_00 Alexien e Ebi Tempura per le loro recensioni sempre acute e lusinghiere – uno speciale ringraziamento a Ebi Tempura, che è un nuovo recensore di questa storia e spero di leggere presto altre tue recensioni -, a akiralovemanga, DarthGiuly, Erika_00 e Welcome to the darkside per averla inserita nelle preferite e a Alexien, big gio 98, Destiel_Doped, nakimire, sakura92, silvermoon74, simo95, tykisgirl, La_Polly, Strix, Ebi Tempura, dama galadriel, Welcome to the darkside per averla messa nelle seguite, e inoltre a Feelings e Zakurio per averla inserita nelle ricordate.
Bene, per ora è tutto! Stay tuned, se volete scoprire come va a finire! E mi raccomando, recensite! XD
Un bacio grande grande e un enorme grazie a tutti voi che seguite, recensite, preferite e ricordate questa storia! Vedere che aumentate sempre è bellissimo e mi rende superfelice!
Sempre vostra affezionata,
Mòrrigan <3

 
  
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