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Autore: AngelAnderson15    16/10/2013    3 recensioni
Gli Warbler sono al loro ultimo anno di liceo quando Thad Harwood diventa inaspettatamente taciturno, perso nei suoi pensieri e terrorizzato da tutto ciò che lo circonda per colpa delle violenze del patrigno omofobo. Thad, troppo spaventato per denunciarlo decide di tenere tutto nascosto ma Sebastian Smythe, il suo compagno di stanza, inizierà ad investigare su Thad e finirà ben presto ad innamorarsi di lui. Thad riuscirà ad abbandonare le sue difese per aprirsi a Sebastian e Sebastian saprà curare tutte le ferite di Thad senza far peggiorare la situazione?
E' la mia prima long quindi beh spero vi piaccia. Grazie a chi leggerà
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Non lo fai nel modo giusto.

P.O.V Thad

Avevo riniziato a seguire le lezioni da due settimane ed era tutto maledettamente diverso: Nick e Jeff mi assillavano e mi stavano sempre accanto ,al contrario di Sebastian che mi ignorava. Sapevo benissimo che Nick e Jeff cercavano solo di aiutarmi ma mi stavano opprimendo, per quanto riguarda Sebastian lui ha semplicemente iniziato ad evitarmi, niente abbracci come due settimane fa, niente prese in giro o scherzi come faceva il primo anno, solo un insopportabile silenzio.

-Thad devi mangiare- , una frase che iniziavo ad odiare visto la frequenza con cui Nick la ripeteva -Sono grasso Nick e non ho fame grazie comunque- dissi pur sapendo che non sarebbe servito a nulla, infatti come volevasi dimostrare Jeff ,al seguitò di Nick, ribattè subito

-Thad ma sei scheletrico! Smettila di dire cazzate e mangia-.

Nick e Jeff erano sempre attaccati e solo ora inizio a capire quanto la cosa sia irritante e non carina come la consideravo fino ad un po’ di tempo fa, in fondo Sebastian l’ha sempre detto che sembravano incollati.

-No grazie- risposi più freddamente di quanto volessi ,tornando in stanza dove pensai subito a Sebastian, come d’altronde facevo da due settimane a questa parte.

Sebastian probabilmente provava pietà di me e forse mio padre aveva ragione dicendo quanto fossi inutile,forse aveva ragione visto che riesco ad allontanare tutte le persone che mi vogliono bene.

I miei pensieri furono interrotti dallo squillo del cellulare a cui risposi quasi in trance, sapendo già nel mio subconscio chi era il mittente -Thad- una sola parola che mi fece crollare,la sua voce che gracchiava attraverso il telefonino non poteva non essere riconosciuta.

Avevo risposto ovviamente, lo conosco, niente lo fa più arrabbiare che essere ignorato

 -S-si padre?- il cuore a mille, il corpo che trema e gli occhi spalancati.

-Devi tornare a casa, trova una scusa e lascia quella scuola di froci .Ti è chiaro il concetto?- biascicò quasi urlando l’ultima parte del discorso

-Non …. I-io- balbettai sommessamente cercando di non farmi sentire,un ringhio mi arrivò distintamente all’orecchio così istintivamente mi accucciai su me stesso aspettando le botte che non arrivarono.

Mi insultò ovviamente , gli insulti c’erano sempre, anche in pubblico a volte e in quel momento non potevo far altro che cercare di non sentirli, tapparmi le orecchie sperando che la chiamata finisse presto.

Quando riaprii gli occhi Sebastian era davanti a me con gli occhi fissi su un mucchio di rottami che fino a poco fa era il mio cellulare

-Ho sentito delle urla- disse solo guardandomi preoccupato,

-Lasciami in pace- le parole mi uscirono di bocca senza neanche pensarle, il tono di voce era calmo di una freddezza unica estranea anche a me stesso.

Incurante dei suoi richiami il mio corpo mi guidò verso il bagno e la chiave magicamente chiuse la porta senza che la mia mente riuscisse a elaborare quello che stava succedendo, il corpo agiva senza bisogno della sua guida, vidi quasi a mala pena un piccolo sportello di legno dove Sebastian teneva le lame per la barba, senza neanche accorgermene mi ritrovai con una lama fredda a contatto con il mio braccio.

La porta chiusa tempestata dai pugni di Sebastian fu l’unica cosa che vidi prima di chiudere gli occhi.

P.O.V JEFF

Thad continuava a mangiare lo stretto indispensabile per reggersi in piedi per non destare sospetti e Sebastian ci evitava come la peste, la situazione era insopportabile e Nick era sempre teso e frustrato tanto che mi considerava appena.

Anche la sua media perfetta si stava intaccando visto che era sempre disattento dall’inizio della scuola, ovviamente eravamo solo agli inizi ma Nick era sempre stato brillante dall’inizio alla fine dell’anno.

-Nick dobbiamo andare alle prove con gli Usignoli- gli dissi poi dopo aver guardato l’orologio cercando di svegliare il mio ragazzo dallo stato pensieroso ed assente in cui era entrato quasi un ora fa.

Lui,ovviamente, non si girò neanche così irritato lo presi per mano e lo trascinai di corsa fuori dalla stanza urlando alle persone davanti a noi di spostarsi. Sempre correndo lo spinsi dentro uno sgabuzzino dei bidelli e lo abbracciai stretto mentre riprendevamo fiato, quando fu sul punto di dire qualcosa lo zittii con un bacio che di casto non aveva nulla.

 -In fondo non siamo in ritardo- gli sussurrai all’orecchio sentendolo ridacchiare contro il mio petto -Hai bisogno di attenzioni piccolo Jeffy?- mi sbeffeggiò facendomi arrossire,così decisi di fargliela pagare per avermi ignorato; lo schiaffeggiai piano sulla nuca mentre continuava a ridacchiare poi lo baciai di nuovo mettendogli una mano dentro ai capelli che spettinai velocemente avventandomi poi sul suo collo pallido del mio adorabile fidanzato che sospirava compiaciuto.

-Hai proprio ragione sai, abbiamo un po’ di tempo prima che inizino la riunione- disse lascivamente lasciandomi più pelle scoperta del collo mentre iniziavo a strusciarmi su di lui sorridendo furbamente subito dopo.

Dopo neanche due minuti ero fuori dallo sgabuzzino che ringraziavo mentalmente i pantaloni della divisa che celavano la mia erezione e che guardavo la mia opera d’arte -Ma non vorremo certo arrivare in ritardo no?- sghignazzai godendomi i capelli scompigliati e degli evidenti succhiotti sul collo,il mio piano era decisamente riuscito.

P.O.V SEBASTIAN

Colpii ripetutamente la porta chiusa a chiave quando, colto da un lampo di genio, mi ricordai di un piccolo coltellino svizzero che portavo sempre con me per le emergenze e scassinai la porta cercando di essere il più veloce possibile, quello che vidi entrando nel bagno mi lasciò senza fiato.

Mi mossi velocemente e tolsi la lametta a Thad che continuava a dondolarsi ad occhi chiusi con le braccia intorno a se alla ricercha di un abbraccio negato -Perché lo hai fatto Thad? Perché?- sussurrai a pochi centimetri da lui guardando i ,fortunatamente, pochi tagli che si era fatto.

-Devi smetterla di farti del male, quando lo capirai?- dissi più forte, la collera che tentava di uscire alla vista di quello scempio: uno splendido ragazzo che non riusciva a capire quanto fosse bello,sia dentro che fuori. Fu uno scatto e Thad era con le labbra sopra alle mie, mordeva e graffiava con disperazione e quasi rabbia, fu per questo che lo respinsi cercando di essere più dolce possibile.

Thad iniziò a singhiozzare silenziosamente di fronte al mio rifiuto, mi si strinse il cuore e subito gli alzai il mento sussurrandogli guardandolo negli occhi che sembravano un mare in tempesta -Non così- .

-Non lo fai nel modo giusto- sussurrai ancora guardando i suoi occhi confusi e speranzosi prima di darli un bacio morbido e calmo, come se avessimo tutto il tempo del mondo e forse era così.

 Thad si avvicinò a me non interrompendo quel bacio così dolce che sorprese entrambi e -Non andartene- mi sussurrò con la voce roca dal pianto ma così bisognosa che mi detti mentalmente dello stupido per averlo evitato per tutto quel tempo -Resto qui- dissi sicuro di poter mantenere la promessa.

 

Note Autrice:

Di solito non scrivo nulla alla fine ma questa volta volevo scusarmi per l’enorme ritardo di questo capitolo che non ho avuto tempo e … ispirazione (?) di scrivere per un bel po’. Vorrei ringraziare chi segue la mia storia e salutare due mie amiche che mi incoraggiano (pene di morte incluse) a continuare, Milol e Lucri questo è per voi.

  
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