Non
lo fai nel modo giusto.
P.O.V
Thad
Avevo
riniziato a seguire le lezioni da due settimane ed era tutto
maledettamente
diverso: Nick e Jeff mi assillavano e mi stavano sempre accanto ,al
contrario
di Sebastian che mi ignorava. Sapevo benissimo che Nick e Jeff
cercavano solo
di aiutarmi ma mi stavano opprimendo, per quanto riguarda Sebastian lui
ha semplicemente
iniziato ad evitarmi, niente abbracci come due settimane fa, niente
prese in
giro o scherzi come faceva il primo anno, solo un insopportabile
silenzio.
-Thad
devi mangiare- , una frase che iniziavo ad odiare visto la frequenza
con cui
Nick la ripeteva -Sono grasso Nick e non ho fame grazie comunque- dissi
pur
sapendo che non sarebbe servito a nulla, infatti come volevasi
dimostrare Jeff ,al
seguitò di Nick, ribattè subito
-Thad
ma sei scheletrico! Smettila di dire cazzate e mangia-.
Nick
e Jeff erano sempre attaccati e solo ora inizio a capire quanto la cosa
sia
irritante e non carina come la consideravo fino ad un po’ di
tempo fa, in fondo
Sebastian l’ha sempre detto che sembravano incollati.
-No
grazie- risposi più freddamente di quanto volessi ,tornando
in stanza dove
pensai subito a Sebastian, come d’altronde facevo da due
settimane a questa
parte.
Sebastian
probabilmente provava pietà di me e forse mio padre aveva
ragione dicendo
quanto fossi inutile,forse aveva ragione visto che riesco ad
allontanare tutte
le persone che mi vogliono bene.
I
miei pensieri furono interrotti dallo squillo del cellulare a cui
risposi quasi
in trance, sapendo già nel mio subconscio chi era il
mittente -Thad- una sola
parola che mi fece crollare,la sua voce che gracchiava attraverso il
telefonino
non poteva non essere riconosciuta.
Avevo
risposto ovviamente, lo conosco, niente lo fa più arrabbiare
che essere
ignorato
-S-si padre?- il cuore a
mille, il corpo che
trema e gli occhi spalancati.
-Devi
tornare a casa, trova una scusa e lascia quella scuola di froci .Ti
è chiaro il
concetto?- biascicò quasi urlando l’ultima parte
del discorso
-Non
…. I-io- balbettai sommessamente cercando di non farmi
sentire,un ringhio mi
arrivò distintamente all’orecchio così
istintivamente mi accucciai su me stesso
aspettando le botte che non arrivarono.
Mi
insultò ovviamente , gli insulti c’erano sempre,
anche in pubblico a volte e in
quel momento non potevo far altro che cercare di non sentirli, tapparmi
le
orecchie sperando che la chiamata finisse presto.
Quando
riaprii gli occhi Sebastian era davanti a me con gli occhi fissi su un
mucchio
di rottami che fino a poco fa era il mio cellulare
-Ho
sentito delle urla- disse solo guardandomi preoccupato,
-Lasciami
in pace- le parole mi uscirono di bocca senza neanche pensarle, il tono
di voce
era calmo di una freddezza unica estranea anche a me stesso.
Incurante
dei suoi richiami il mio corpo mi guidò verso il bagno e la
chiave magicamente
chiuse la porta senza che la mia mente riuscisse a elaborare quello che
stava
succedendo, il corpo agiva senza bisogno della sua guida, vidi quasi a
mala
pena un piccolo sportello di legno dove Sebastian teneva le lame per la
barba,
senza neanche accorgermene mi ritrovai con una lama fredda a contatto
con il mio
braccio.
La
porta chiusa tempestata dai pugni di Sebastian fu l’unica
cosa che vidi prima
di chiudere gli occhi.
P.O.V
JEFF
Thad
continuava a mangiare lo stretto indispensabile per reggersi in piedi
per non
destare sospetti e Sebastian ci evitava come la peste, la situazione
era
insopportabile e Nick era sempre teso e frustrato tanto che mi
considerava
appena.
Anche
la sua media perfetta si stava intaccando visto che era sempre
disattento dall’inizio
della scuola, ovviamente eravamo solo agli inizi ma Nick era sempre
stato
brillante dall’inizio alla fine dell’anno.
-Nick
dobbiamo andare alle prove con gli Usignoli- gli dissi poi dopo aver
guardato l’orologio
cercando di svegliare il mio ragazzo dallo stato pensieroso ed assente
in cui
era entrato quasi un ora fa.
Lui,ovviamente,
non si girò neanche così irritato lo presi per
mano e lo trascinai di corsa
fuori dalla stanza urlando alle persone davanti a noi di spostarsi.
Sempre
correndo lo spinsi dentro uno sgabuzzino dei bidelli e lo abbracciai
stretto
mentre riprendevamo fiato, quando fu sul punto di dire qualcosa lo
zittii con
un bacio che di casto non aveva nulla.
-In fondo non siamo in
ritardo- gli sussurrai
all’orecchio sentendolo ridacchiare contro il mio petto -Hai
bisogno di
attenzioni piccolo Jeffy?- mi sbeffeggiò facendomi
arrossire,così decisi di
fargliela pagare per avermi ignorato; lo schiaffeggiai piano sulla nuca
mentre
continuava a ridacchiare poi lo baciai di nuovo mettendogli una mano
dentro ai
capelli che spettinai velocemente avventandomi poi sul suo collo
pallido del
mio adorabile fidanzato che sospirava compiaciuto.
-Hai
proprio ragione sai, abbiamo un po’ di tempo prima che
inizino la riunione-
disse lascivamente lasciandomi più pelle scoperta del collo
mentre iniziavo a
strusciarmi su di lui sorridendo furbamente subito dopo.
Dopo
neanche due minuti ero fuori dallo sgabuzzino che ringraziavo
mentalmente i
pantaloni della divisa che celavano la mia erezione e che guardavo la
mia opera
d’arte -Ma non vorremo certo arrivare in ritardo no?-
sghignazzai godendomi i
capelli scompigliati e degli evidenti succhiotti sul collo,il mio piano
era
decisamente riuscito.
P.O.V
SEBASTIAN
Colpii
ripetutamente la porta chiusa a chiave quando, colto da un lampo di
genio, mi
ricordai di un piccolo coltellino svizzero che portavo sempre con me
per le
emergenze e scassinai la porta cercando di essere il più
veloce possibile, quello
che vidi entrando nel bagno mi lasciò senza fiato.
Mi
mossi velocemente e tolsi la lametta a Thad che continuava a dondolarsi
ad
occhi chiusi con le braccia intorno a se alla ricercha di un abbraccio
negato -Perché
lo hai fatto Thad? Perché?- sussurrai a pochi centimetri da
lui guardando i
,fortunatamente, pochi tagli che si era fatto.
-Devi
smetterla di farti del male, quando lo capirai?- dissi più
forte, la collera
che tentava di uscire alla vista di quello scempio: uno splendido
ragazzo che
non riusciva a capire quanto fosse bello,sia dentro che fuori. Fu uno
scatto e
Thad era con le labbra sopra alle mie, mordeva e graffiava con
disperazione e
quasi rabbia, fu per questo che lo respinsi cercando di essere
più dolce
possibile.
Thad
iniziò a singhiozzare silenziosamente di fronte al mio
rifiuto, mi si strinse
il cuore e subito gli alzai il mento sussurrandogli guardandolo negli
occhi che
sembravano un mare in tempesta -Non così- .
-Non
lo fai nel modo giusto- sussurrai ancora guardando i suoi occhi confusi
e
speranzosi prima di darli un bacio morbido e calmo, come se avessimo
tutto il
tempo del mondo e forse era così.
Thad si avvicinò
a me non interrompendo quel
bacio così dolce che sorprese entrambi e -Non andartene- mi
sussurrò con la
voce roca dal pianto ma così bisognosa che mi detti
mentalmente dello stupido
per averlo evitato per tutto quel tempo -Resto qui- dissi sicuro di
poter
mantenere la promessa.
Note
Autrice:
Di
solito non scrivo nulla alla fine ma questa volta volevo scusarmi per
l’enorme
ritardo di questo capitolo che non ho avuto tempo e …
ispirazione (?) di
scrivere per un bel po’. Vorrei ringraziare chi segue la mia
storia e salutare
due mie amiche che mi incoraggiano (pene di morte incluse) a
continuare, Milol
e Lucri questo è per voi.