Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: phoenix_esmeralda    16/10/2013    1 recensioni
Melissa non prova nulla da 15 anni: le sue emozioni si sono spente quando ha assistito in prima persona all'omicidio del padre e da allora vive imitando ciò che vede, senza sentire nulla. Friedrich, suo fratello, non ha mai perdonato l'assassino e ha giurato che un giorno lo troverà e lo ucciderà. L'arrivo di Raphael nella loro vita, un essere soprannaturale dal misterioso obiettivo, smuoverà la situazione in cui si trovano ormai da troppo tempo...
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

18

 

Friedrich scivolò silenziosamente fuori dalla camera: non riusciva più a guardare Melissa, a scrutare ossessivamente il suo petto in cerca di un respiro, paralizzato ogni volta dal terrore che potesse essere l’ultimo.

Barcollò fino in cucina, serrato dall’angoscia.

Melissa l’aveva supplicato di lasciarla morire. E lui, perché non poteva supplicare?

La morte sembrava l’unica alternativa: la sua o quella di Melissa.

E lui aveva paura di entrambe.

Crollò sfinito su una sedia della cucina. La porta che dava sul giardino era aperta su una giornata luminosa, limpida. Nella sua testa, invece, le idee si confondevano, si accavallavano disordinatamene l’una all’altra.

Doveva avere ancora un po’ di febbre, le tempie gli pulsavano dolorosamente e le gambe erano ancora scosse dai tremiti. Avrebbe voluto coricarsi al fianco di Melissa e dormire, risvegliarsi al suo fianco e scoprire che entrambi stavano bene. Che erano vivi.

E invece…

O io o lei

Cosa fare?

Come decidere?

- Stai forse pensando di sacrificarti?

La domanda lo colse alla sprovvista. Alzò la testa di scatto e individuò una figura ritta sulla soglia della cucina. Per un attimo credette di avere le allucinazioni.

Era Raphael.

Sul suo volto troneggiava il caratteristico sorriso ironico.

- Un pensiero nobile per un umano – commentò – Soprattutto se si tiene conto che Melissa è l’assassino di cui volevi vendicarti.

Quelle parole accesero la sua ira.

- Sei stato tu – esclamò – Tu le hai tagliato i polsi vero? Hai la carica più alta al tuo paese!

Raphael socchiuse gli occhi.

- Sì, sono stato io.

Un attimo di silenzio.

 – Le avevo offerto una via di fuga – aggiunse -  Volevo che si salvasse, ma Melissa si è rifiutata. Desiderava solo morire, era schiacciata dal senso di colpa.

Friedrich si accasciò sulla sedia e affondò il viso nei palmi delle mani.

Era inutile scaricare la colpa su qualcun altro, era stato lui a portare Melissa a quell’estremo. Era stato il suo odio.

È solo colpa mia.

Doveva rimediare, non poteva accettare che Melissa perdesse la vita a causa sua. All’inizio per lei sarebbe stato difficile, ma se ne sarebbe fatta presto una ragione.

Parlò senza alzare la testa.

- Se decido di darle il mio sangue, ti prenderai cura di lei?

Raphael fece un passo avanti ed entrò in cucina.

- Potrei farlo, ma è quello che Melissa vuole?

Friedrich non rispose, non voleva pensarci.

Il vampiro gli si fece vicino e sentì la sua voce a pochi centimetri dalla testa.

- Rispondimi, Friedrich, sii sincero. Tu credi che Melissa voglia tornare al Paese con me?

Non voleva rifletterci, non voleva rispondergli!

Ma nella sua testa ronzarono le parole che Melissa gli aveva rivolto solo qualche ora prima.

 

Sarebbe splendido andare avanti così. Viverti accanto, cucinare, prendermi cura della casa, passare le feste insieme…

 

- È questo che vuole Melissa?

Friedrich alzò la testa e rivolse a Raphael uno sguardo disperato.

- No – disse – Lei vuole stare con me.

Raphael sorrise, con quell’espressione di velata ironia.

- Sì, lo immaginavo. Si è innamorata di un umano. Del suo stupido fratello umano.

Lanciò a Friedrich uno sguardo critico.

- Posso aiutarti – disse.

Friedrich non comprese, non c’era nulla che si potesse cambiare a quel punto.

- Non è mia abitudine essere gentile con un umano – precisò Raphael con uno sbuffo – Ma devo ammettere che il tuo comportamento mi ha sorpreso. Ho tenuto d’occhio Melissa dopo l’esecuzione, non ero lontano quando le hai salvato la vita. Se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto.

- Che cosa stai cercando di dirmi?

Friedrich non riusciva a capire le intenzioni del vampiro. Stavano solo perdendo tempo prezioso!

- Tu non conosci la fisiologia dei vampiri – fece Raphael – O meglio, conosci solo quel poco che sapeva Gustav. Vi ho sentiti parlare, ti sto osservando da parecchie ore.

Sorrise e incrociò le braccia al petto.

- Noi vampiri abbiamo bisogno di sangue umano per essere noi stessi. Il nutrimento umano assicura il mantenimento della nostra natura. Ma se ci nutriamo del sangue di un nostro simile… - alzò su Friedrich occhi neri come la notte - … allora diventiamo umani.

Friedrich impiegò qualche secondo ad assimilare il significato delle sue parole. E anche quando comprese, non riuscì ad accettarle. Era una speranza troppo immensa.

Raphael lo stava fissando con attenzione.

- Se Melissa diventa umana, non dovrà più morire. Si riprenderà – precisò, come se Friedrich fosse ritardato.

Lui non riusciva a contenere lo smarrimento.

- Quanto sangue…?

- Poco – sorrise Raphael – Bastano poche gocce a mutare un vampiro in umano. Nulla, in confronto al sangue umano necessario a salvarlo.

Raphael gironzolò per la cucina con disinvoltura, sfiorando gli oggetti che incontrava man mano.

- Ammetto che trasformare un vampiro in umano mi secca, è un’azione che in altre occasioni non compierei a nessun prezzo. Ma non posso fare a meno di sentirmi responsabile nei confronti di Melissa. È stata la mia vista a scatenare la sua furia quindici anni fa e, come hai detto tu poco fa, sono stato io a tagliarle i polsi.

- La trasformerai veramente in un’umana?

Friedrich sembrava incapace di respirare e Raphael rise della sua incredulità.

- Se tu hai perdonato un vampiro, allora anch’io posso dimostrarmi clemente nei confronti di un umano.

Improvvisamente la realtà si affacciò alla mente di Friedrich.

Il suo desiderio di vendetta aveva condotto Melissa vicina alla morte. Il suo perdono l’avrebbe ora salvata.

- Non sei così male come credevo – disse Raphael – Voglio darti l’opportunità di rendere Melissa felice. Ma c’ è un prezzo da pagare.

Friedrich si irrigidì.

- Voglio qualcosa in cambio.

- Cosa vuoi?

Il vampiro non lo guardò. Prese una pesca rinsecchita dal cesto della frutta e la fece passare da una mano all’altra.

- Quando uscirò dalla stanza di Melissa sarò debole – disse lanciandogli un’occhiata ambigua – Avrò bisogno di sangue.

Friedrich sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale. Era la febbre oppure un presentimento?

- Voglio nutrirmi da te.

Rimase sbalordito.

- Vuoi il mio sangue?

Raphael annuì.

- Poche gocce. Come quando lo davi a Melissa.

Era uno scambio ragionevole, ma Friedrich non riusciva a fidarsi del tutto. C’era qualcosa che Raphael gli nascondeva.

Il vampiro scoppiò a ridere.

- Hai ragione di diffidare! – disse – È vero, la mia richiesta nasconde un secondo fine, ma non ti dirò quale: dovrai rischiare.

Non aveva nulla da perdere, comunque. Niente poteva essere peggio della situazione in cui si trovava ora.

Fece un cenno d’assenso rivolto a Raphael.

-  Naturalmente Melissa dovrà essere d’accordo – precisò lui – Non diventerà umana contro la sua volontà.

Di nuovo Friedrich annuì, non riusciva più a parlare.

Raphael gli stava offrendo una speranza enorme e lui non voleva cederle. Non voleva sentirsi sollevato troppo presto.

Percorse il corridoio in trance e indicò a Raphael la porta della camera.

- Non essere così teso – lo schernì il vampiro – Tocca a me la parte difficile.

Entrò nella camera e si chiuse la porta alle spalle.

Friedrich rimase immobile, incapace di muovere un solo muscolo. Fino a pochi attimi prima non vedeva soluzioni. E ora il vampiro che aveva cercato di assassinare, gli stava restituendo la speranza.

La vita non smetteva mai di sorprenderlo.

 

 

19

 

Morire non era una brutta sensazione.

Se non fosse stato per il rimpianto di tutte quelle cose non vissute veramente, non me ne sarei dispiaciuta.

In quel momento si affacciava al mio sguardo un paesaggio affascinante, era come osservare il mondo dall’alto della rupe più elevata.

Le cime dei monti con le loro punte ghiacciate si spianavano in fila una dietro l’altra, lasciando spazio, abbassandosi, a rocce colorate ricoperte di verde. Laghetti blu cobalto punteggiavano le valli e sopra l’intera distesa, si perdeva un infinito cielo azzurro.

Poteva assomigliare a una delle mie visioni, ma sapevo che stavolta ciò che vedevo era reale. Un paesaggio del mondo vero, del mio mondo. Come l’avevo visto nelle foto di certi atlanti, come ce l’aveva mostrato una volta il papà di Friedrich portandoci in escursione.

Ero piccola quella volta, così piccola che ogni cosa mi sembrava enorme. Ma anche il papà e il nonno scomparivano di fronte a quell’illimitatezza. Dava un senso di vertigine, di panico, ma anche di esaltazione. E anche allora, come adesso, ero rimasta a bocca aperta di fronte a tanta grandiosità.

- Melissa…

In cima alla rupe dov’ero ancora,  mi girai e vidi gli occhi di Raphael

No!

Allora anche quella era una visione? Non era il passaggio verso la morte?

Sbattei le palpebre più volte. Il paesaggio si dissolse, gli occhi di Raphael rimasero.

Lui era in piedi accanto al mio letto, nella camera di Friedrich.

Era venuto a prendermi?

Ero scampata all’esecuzione e forse i vampiri se n’erano accorti. Forse avevano mandato Raphael a finirmi.

- Sto già morendo… - dissi in un fil di voce.

Lui sembrò sorpreso.

- Non sono venuto a farti del male, in Paese erano contenti che tu fossi fuggita.

- Perché sei qui?

Raphael me lo spiegò a mezza voce.  Le sue parole si confusero nella mia testa, toni alti e bassi danzavano nella stanza impedendomi di capirne il senso. Impiegai un tempo lunghissimo a comprendere quello che mi stava chiedendo.

- Puoi salvarti solo se diventi umana... accetti?

Finalmente il significato delle sue parole prese piede nella mia coscienza alterata.

Potevo vivere, ma non più come vampiro.

Per vent’anni mi ero creduta umana, perché non avrei dovuto esserla davvero?

- Mi sta bene – dissi.

- Sarai esclusa dai vampiri e dal Paese.

- Ho Friedrich – mormorai – Ho Gustav.

- E sia.

Si chinò su di me, mi offrì la sua gola.

- Bevi.

Non esitai.

Il suo sangue mi attraversò la gola con uno strano sapore. Riuscii a seguire il suo percorso dentro di me, lo vedevo quasi brillare di un rosso accecante attraverso il mio corpo. Ovunque passava, trasformava. Lasciava dietro sé qualcosa di diverso, di completamente nuovo.

Soffocò la mia natura, la domò, la spense.

Ne accese un’altra.

L’interno del mio corpo si stravolse, il mio spirito cambiò forma. Cambiò materia e significato.

Quando aprii gli occhi, Raphael era di nuovo in piedi vicino al letto.

Era un vampiro. Io non lo ero più. Avvertii quella sensazione con sgomento.

Poi lui sorrise in quel modo che ormai mi era familiare e il mio disorientamento si attenuò.

- Adesso guarirai – disse con tono leggero – Ora ti ci vogliono solo bistecche e vino rosso.

Si chinò su di me e mi rimboccò le lenzuola.

- Spero che tu non debba pentirti di questa decisione.

- No… sono sicura che non succederà.

Volevo ringraziarlo, ma non me ne lasciò il tempo. In due passi era già vicino alla porta.

- Mi sembra un addio migliore di quello dell’ultima volta – disse, guardandomi un ultimo istante. E poi se ne andò.

Era accaduto tutto in fretta, in un passaggio veloce, ma essenziale e ora tutto era cambiato, fuori e dentro di me.

Non ero più un vampiro.

Non dovevo più morire.

Fissai il soffitto, stordita.

Bistecche e vino rosso!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: phoenix_esmeralda