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Autore: elev    18/10/2013    3 recensioni
Un nuovo progetto, un insieme di sensazioni. Elly quel giorno un incontro del genere non se l'aspettava di certo. Come non si aspettava di dover aver a che fare con la sua reazione in quel momento. Elly odia le presentazioni formali e adora il caffè. Dave... ha gli occhi azzurri.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Notting Hill, pizza & Tarantino

Se durante un meeting mensile ti tocca fare da verbalista, sei fritta in padella.
Sei fritta per innumerevoli motivi:
Ti tocca pure ascoltare attentamente tutto ciò che vien detto.
Anche le divagazioni.
I dilungamenti.
Le rotture e le rogne di tutti.
E prendere nota.

Il peggio è che questi meeting cominciano “al mattino presto” e come ben sapevo senza caffè….
Con mappa, borsa e bloc-notes mi recai alla riunione, sembravo proprio una di “quelle vere” .

Tre ore dopo, con i fogli scarabocchiati di appunti a penna sottobraccio e il cervello fumante, decisi di tornare in ufficio a piedi.Attraversai il centro città con i profumi della “pausa pranzo” che facevano compagnia ai miei pensieri.
Ci feci caso quel giorno: era proprio vero che ogni volta che camminavo in centro città  mi veniva in mente quella scena del film “Notting Hill”. Quella in cui troviamo un fantastico Hugh Grant che attraversa il quartiere a piedi mentre cambiano le stagioni.
Ecco.
In quel momento mi sentivo così.

Di certo non mi sarei aspettata niente di simile.
Non ci avrei scommesso nemmeno se mi avessero pagato.
Posai esausta le mie scartoffie sulla mia scrivania e, decisa ad andarmi a preparare qualcosa nel cucinino di servizio, uscii in corridoio.
Di solito i corridoi delle aziende sul mezzogiorno sono deserti ed una non è che si aspetta di incontrare necessariamente qualcuno.

Dave!
Lo trovai appoggiato ad una parete, al buio, nel corridoio.
Il cartone in una mano e nell’altra un fettone fumante di pizza.
Mi vide passare e con la bocca piena del  primo morso mi fece un con un cenno con la testa.
Gli augurai buon appetito, chiedendogli se preferiva mangiare come i cavalli (in piedi) o se per caso volesse sedersi; quindi presa dai morsi della fame mi diressi verso la cucina.

A metà corridoio qualcuno con un forte spintone mi fece avanzare di botto di almeno mezzo metro, e una voce sghignazzava: -ma sei un fruscello!!-
Dave!

In un primo momento rimasi “impietrita” cercando di capire come avrei potuto reagire.
Quindi ridendo, decisi di rispondergli per le rime dandogli un bello spintone e facendolo finire quasi addosso alla parete.

Mi seguì in cucina con la pizza in mano.
Me ne offrì anche un pezzo ma qui, mio malgrado, dovetti rifiutare maledicendo la mia storica intolleranza al lattosio….
 
Ero, di fatto, “arrivata alla frutta”.
Dicono che una mela al giorno levi il medico di torno e, sulla base di questa “saggezza” popolare, da più o meno un annetto a  questa parte, era mia consuetudine di portarmi una mela sul lavoro.

Dave lo trovai seduto su quella sedia pieghevole che ormai era diventata di sua proprietà, sul terrazzo, come uno scolaretto, leggeva concentrato un testo.
Vedendomi si alzò dalla sedia e guardandomi dritto negli occhi mi disse:  - È successo durante la siccità che aveva fatto sparire tutta la marijuana da Los Angeles nell'86… te lo ricordi no?-
È impazzito! Pensai.

Poi guardai il foglio e capii.
Stava recitando.

Dave continuava imperterrito, senza esitazioni e senza fare caso alla mia espressione ora perplessa ora sorpresa, poi sorridente…
- non si trovava erba, ma io che avevo più c**o che anima mi ero conservato lo stesso buon contatto. Comunque, conoscevo una tipa hippie su a Santa Cruz e tutti i miei amici lo sapevano, e mi telefonavano continuamente... ehi, Freddy! Porca t***a, no... mi dicevano: "Ehi, bambolo... va a prenderne un po'...un po' anche per me – cioè siccome sapevo dove trovarla mi chiedevano di comprarne anche per loro, quando ne prendevo per me – ... oooh! E compramela... compramela!" Ogni volta che ne compravo per me dovevo prenderne per quattro-cinque altre persone. Alla fine ho detto: "Ma va*******o  tutti!" Sto facendo ricca questa s*****a e lei non doveva fare un c***o... non doveva nemmeno incontrarli quelli, tutto il lavoro lo facevo io! E a un certo punto mi sono rotto i c******i, c'era certa gente che mi telefonava a tutte le ore, non potevo neanche guardarmi una cassetta senza che arrivassero sei o sette telefonate a spaccarmi le p***e! -
 
- non ci siamo ancora….devo farla più “molleggiata”, più “easy”… - Precisò.
Ero rigida come un gatto di marmo dalla sorpresa.

E mentre la solita vocina dentro di me urlava - ELLY!!! Svegliati!!! - Non trovai di meglio da fare che dare un morso alla mela che avevo in mano e, con la bocca piena, feci un cenno al foglio - cosa stai studiando?-
Mi guardò con un sorriso soddisfatto e sghembo - è di Tarantino- disse.

Sapevo che aveva questa cosa della recitazione ma che intendesse studiarla per davvero, non l’avrei mai detto… o forse sì, pensai fissandogli il collo della camicia.
- Beh, ricordati di invitarmi alla consegna degli oscar quando diventerai famoso…- - Elly…. Miooddio - pensai - ma questa come ti è venuta? -
Sorrisi tra me e me e pensai che non mi era mai successo di incontrare “un futuro attore”.

Tornai alla realtà quando vidi che l'orologio segnava un'ora che superava di gran lunga la fine della mia pausa pranzo. Mi resi conto improvvisamente che l’avevo già allungata di troppo. Pensai anche che se avessi avuto per le mani una bottiglia del mio "amico Jack" sarebbe stato molto probabile che mi ci sarei attaccata per dimenticare tutto.
Non ero affatto sicura di voler dimenticare questi momenti anche se la mia razionalità mi suggeriva esattamente il di farlo! Stavo andando alla deriva. Con un assorto - Ehm, magari torno dopo - me ne tornai al mio tavolo.

 
  
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