Il sorriso
perfetto.
Era una bella
mattina, a Roma.
Il distretto
povero pullulava come sempre di contadini e
ladri, ma Leonardo non aveva paura di essere derubato: la Volpe aveva
avvertito
i suoi di lasciare in pace l'inventore... per ordine di Ezio Auditore.
Leonardo
arrossì senza un motivo preciso, svoltando l'angolo
in fretta e scostando con poca grazia un passante.
Intendiamoci...
non era sicuro che Ezio lo stesse aspettando
per commissionargli una nuova arma, ma non si poteva mai sapere... e il
fatto
che fosse andato a controllare ogni giorno da quando si erano
incontrati
significava solo quanto tenesse alla causa di libertà degli
assassini,
nient'altro.
Leonardo
trattenne il fiato vedendo Ezio seduto sulla panca
di pietra contrassegnata, come se non stesse facendo altro che godersi
la
fresca aria mattutina.
Si
avvicinò tentando di mantenere un'aria rilassata, e si
accomodò accanto all'uomo incappucciato.
Ezio
appoggiò le spalle al muro con un sospiro, guardandosi
intorno per controllare che non ci fossero guardie nei paraggi prima di
girarsi
leggermente verso il nuovo arrivato.
-Ezio... hai
bisogno di una nuova arma? Devo scusarmi ma non
sono sicuro di riuscire ad inventare qualcosa di nuovo... mi rincresce ammetterlo ma
hai spremuto il
mio genio fino all'ultima goccia...- ammise Leonardo appoggiando i
gomiti sulle
ginocchia e chinandosi in avanti con un sorriso ironico.
-Leonardo, sei
sempre molto solerte nel venirmi incontro, ma
questa volta non sono qui per questo... ti pare tanto strano che voglia
semplicemente passare un po' di tempo con un vecchio amico?- chiese
senza
guardarlo l'assassino.
Leonardo al
contrario si tirò su per guardarlo in volto.
Ezio non volle
incrociare il suo sguardo.
-Ti vedo stanco,
amico mio... -mormorò l'inventore.
Ezio si
voltò dall'altra parte.
-Lo sono...
questa storia non finirà mai troppo presto per i
miei gusti... tutti si aspettano da me che abbia la soluzione per ogni
evenienza... Macchiavelli, Claudia, persino la Volpe si rivolge a me
per
chiedere aiuto nella lotta contro i Borgia..- seguì una
pattuglia di guardie
dei Borgia con lo sguardo, attendendo che girassero l'angolo prima di
continuare- Ho speso metà della mia vita dietro la vendetta
e adesso sto
spendendo l'altra metà per la Confraternita... non
fraintendermi, non me ne
pento, ma vorrei poter vivere per me stesso una volta che... una volta
che
tutto sarà finito.-
Leonardo rimase
in silenzio per un momento.
Capiva quello
che l'altro cercava di dirgli... e sapeva che
Ezio era consapevole del fatto che sarebbe potuto morire da un giorno
all'altro, trafitto da una spada dei Borgia.
-Non temere,
caro Ezio... il mio cuore mi dice che non è il
tuo destino morire in questa lotta...il tuo temperamento è
stato forgiato dalla
battaglia, ma è fatto per le epoche di pace in cui noi
piccoli uomini ci rivolgiamo
a persone più grandi per essere governati... farai grandi
cose, amico mio...-
Le sue
affermazioni caddero nel silenzio.
Leonardo si
voltò leggermente tentando di vedere
l'espressioni di Ezio sotto il cappuccio, ma riusciva a vedere solo le
sue
labbra... le sue splendide, sensuali labbra... incurvate in un leggero
sorriso,
enigmatico.
-Ti ringrazio,
amico mio... riesci sempre a tirarmi su il
morale... ma dimmi di te... cosa combini?- volle sapere l'assassino,
curioso.
Leonardo si
schiarì la gola e si agitò a disagio.
-Sto lavorando
ad un dipinto... una donna...- ammise dopo un
momento.
-Leonardo, amico
mio, non lasciare che una donna ti distragga
da cose più importanti...- lo prese in giro Ezio.
-Oh, per quello
non c'è pericolo...- rispose Leonardo,
abbandonando ogni pudore.- è la sua bocca a mettermi in
difficoltà... o meglio
era...-
-Cosa
intendi...?- chiese confuso Ezio, alzandosi quando si
rese conto che un gruppetto di guardie avanzava veloce verso di loro,
intimandogli di fermarsi con un hei tu.
-Che
scortesi...-borbottò ancora il fiorentino- ma non vedono
che stiamo parlando?-
Leonardo
trattenne una risata, rimanendo seduto al suo posto.
-Ammettilo,
Ezio, ti piace prendere in giro le guardie...-
Ezio gli
sorrise, guardandolo finalmente negli occhi.
-Cosa intendevi
poco fa?- chiese velocemente, mentre le
guardie cominciavano a correre.
-Che ho trovato
un sorriso perfetto....- rispose Leonardo
mentre Ezio si voltava per arrampicarsi sul muro alle loro spalle e
scappare
via.
Leonardo fece un
sorriso triste mentre guardava Ezio correre
via rincorso dalle guardie in uniforme rossa... e canzonarli con un
gestaccio.
Si
alzò lentamente, maledicendo le sue ossa doloranti e si
avviò verso casa... aveva del lavoro da fare.
La luce delle
candele rendeva l'atmosfera fumosa e confusa,
diversa da quella generata dalla chiara luce del giorno...e tutto
sommato
Leonardo la preferiva.
Allungò
la mano indietro, senza smettere di guardare il suo
dipinto, per prendere lo straccio dove pulire il pennello, ma invece
della
stoffa morbida incontro le lunghe dita di una mano.
Si
voltò sorpreso.
-Ezio! Cosa ci
fai qui? Mi hai spaventato a morte..-lo sgridò
bonariamente Leonardo, portandosi una mano al petto.
Ezio sorrise
malizioso.
-Ovviamente...
sono venuto a farti da modello... per quel
sorriso...-
Leonardo sorrise
a sua volta, lasciando che l'assassino gli
togliesse di mano il pennello e lo lanciasse sul tavolo prima di fare
altrettanto con il suo proprietario.
Fine
Non
riuscivo... o forse devo dire non riesco... a scrive di Assassin's
Creed.
Non so
perché
faccio una fatica
immane, ma spero che
questo piccolo pezzo sia venuto come si deve... magari mi toglie questo
blocco... fatemi sapere. Ah ovviamente,me misera, nessuno dei due mi appartiene ne ci guadagno qualcosa