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Autore: Fabio93    18/10/2013    2 recensioni
Il mondo è finito, eppure Kal, Dorian e pochi altri sopravvissuti continuano a vivere, camminando fra le rovine di una realtà popolata di creature pericolose e inquietanti. Ogni alba si porta via la notte, e la notte spesso ti porta via con sé. Eppure, in un mondo in cui ogni giorno non è altro che una lunga marcia fino al tramonto, c'è ancora chi sa vedere attorno a sé la speranza.
Genere: Avventura, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V

 

La cosa che emerse dal bosco era talmente malridotta che Kal credette di avere davanti uno spettro.

Terriccio, sangue incrostato e scuro e solo più sotto un Ruben pallido e tremante. Gli occhi gli erano sprofondati nel viso tirato, le labbra fremevano, una ferita profonda gli apriva il petto: qualsiasi cosa lo avesse colpito aveva mancato il cuore per un soffio. Il cavaliere si reggeva a stento in piedi, dava l'impressione di poter crollare al primo alito di vento.

-Ruben!- Dorian gli corse incontro, prendendolo fra le braccia come fosse un bambino malato -Va tutto bene, ecco, sdraiati...-

Quando Kal si fu avvicinato, capì quanto grossa fosse la menzogna dell'amico. La ferita pareva un pozzo di carne e sangue, e probabilmente a Ruben non ne era rimasto granché in corpo. Cosa poteva essere stato?

Una lama tozza e non troppo lunga, forse un coltello.

Si accorse che il cavaliere stava cercando di parlare e gli si inginocchiò accanto.

-L-loro sono...s-sono...-

-Camati, Ruben.- Gwen gli passò una mano sulla fronte, scostandogli i capelli sudati dal viso.

Gli occhi del vecchio la cercarono per qualche secondo, prima di metterla a fuoco. Era allo stremo. Kal si rese conto che non sarebbe sopravvissuto abbastanza a lungo da raccontare nulla.

-Concentrati, dicci cos'è successo...- gli sussurrò dolcemente la donna, stringendogli la mano guantata con la propria.

Contro ogni previsione di Kal, Ruben trovò la forza di parlare.

 

 

Si erano avvicinati pian piano e senza rumore, sventolando uno straccio logoro a mo' di bandiera bianca. Due puntini neri, Ruben li aveva scorti quando ormai erano a metà strada per la cima della loro collina; non potevano essere infetti, ma nemmeno i loro tre compagni di ritorno.

Aveva mandato John ed Alessandra a controllare che non ce ne fossero altri a prenderli alle spalle, ma c'erano solo quei due. Questo dava a Ruben una certa sicurezza: lui era l'unico che sapeva veramente difendersi, ma John aveva una balestra. Potevano mantenere la situazione sotto controllo.

Si accorse di sudare, nonostante il freddo. Teneva la mano destra stretta attorno all'impugnatura dello spadone e si costrinse a rilassarla. Incontrare altri viandanti come loro era cosa rara, di quei tempi, e la diffidenza fra i diversi gruppi era sempre alta, ma doveva avere fiducia: sarebbe andato tutto bene. Probabilmente avevano solo scorto il fumo e si erano avvicinati per curiosità, potevano avere qualcosa di utile da scambiare, o magari cercavano solo un po' di compagnia. Tutto poteva essere, ma non se la sentiva di abbassare la guardia.

Se solo ci fossero stati Kal e Dorian con loro...

Scosse la testa, come per allontanare quei pensieri vigliacchi: lui era un cavaliere, e come tale si sarebbe comportato. Avrebbe difeso i propri compagni...se fosse stato necessario.

John era al suo fianco, balestra in mano, a scrutare con gli occhi sottili i due viaggiatori avvicinarsi passo dopo passo. Dietro di loro Alessandra e Amanda bisbigliavano fra loro, probabilmente l'anziana stava rassicurando la ragazza, o le stava raccontando qualche storia per distrarla. Ogni tanto Ruben pensava che Alessandra era davvero tonta, eppure il gruppo non sarebbe stato lo stesso senza di lei.

-Heilà!- la voce giunse sospinta dalla brezza, interrompendo i suoi pensieri.

Una voce di donna, realizzò il momento dopo il cavaliere, la cosa lo tranquillizzò di molto. Alzò una mano, per mostrare di aver sentito e per rispondere al saluto. Gli estranei erano ormai ad una trentina scarsa di metri da loro.

-Ciaooo!- Alessandra sventolò allegra la mano, portandosi l'altra alla bocca per dar forza alla propria voce.

Ora che erano più vicini, Ruben riuscì a vedere meglio i loro ospiti. La donna era la prima, aveva lunghi capelli marroni, il volto magro e serio, coperta da uno spesso mantello nero. Dietro di lei veniva invece un uomo grosso come un armadio, calvo, le braccia spesse come tronchi d'albero. Lui sì che poteva essere pericoloso, tuttavia pareva disarmato.

-John, tieni d'occhio il gigante, sì?- fece lui.

Un colpo di balestra ben piazzato avrebbe steso anche il più massiccio degli uomini.

Pochi passi, ed i due furono in cima.

Ci fu uno scambio di sguardi fra i due gruppi, un silenzio teso sotto al sole tiepido.

-Salve! Speriamo di non avervi spaventati...avete un bel fuoco, qui.- disse la donna.

Nonostante il volto spigoloso e l'aspetto trasandato, aveva una bella voce morbida. Il suo compagno rimase zitto, aveva un paio di piccoli occhi nocciola che parevano privi di interesse o di vita. Uno sguardo che non faceva piacere incrociare.

-Nessun problema, signora. È solo che non si vedono molte facce nuove, di questi tempi. Da dove venite, se posso chiederlo?-

-Da oltre le colline...sembra più distante di quanto non sia. Voi venite da lontano, vero? Siete soltanto in quattro?-

Una domanda strana, soprattutto visto che loro erano in due. Era saggio parlare di Kal e gli altri? Seguendo il suo istinto, senza una particolare ragione, Ruben decise di mentire.

-Sì, siamo tutti qui. Perché, voi avete altri compagni ad aspettarvi?-

La donna ignorò la sua domanda, rivolse invece lo sguardo verso il gigante calvo.

-Molto bene, Adam.-

Quello che successe dopo fu imprevedibile e rapido. Il gigante si mosse più velocemente di quanto Ruben avrebbe mai ritenuto possibile, allungando la mano verso John come a volerlo scacciare via. Il cavaliere non capì cosa avesse fatto finché non guardò l'anziano al suo fianco: un coltello si era infilzato come per magia nel suo petto. John ne guardò sconvolto il manico, mormorando qualcosa d'incomprensibile.

-Che diavolo...?- fece in tempo a dire Ruben, ancora sotto choc.

Il gigante scattò in avanti, afferrando la testa di John prima che potesse sollevare la balestra, ammesso che ne avesse ancora la forza, e la torse con un movimento deciso. Lo schiocco del collo che si rompeva fece uscire il cavaliere dal trance.

Sguainò la spada, pronto ad avventarsi contro l'assassino.

Un dolore bruciante al fianco sinistro. La donna aveva estratto dal mantello un pugnale lungo ed affilato, già sporco del suo sangue.

-Maledetta!- ignorando il dolore si lanciò su di lei, tagliando l'aria con fendenti poderosi, tuttavia la sua avversaria era rapida: cercare di colpirla era come voler afferrare un granello di polvere nell'aria. Era sempre ad un passo dalla lama del suo spadone.

Con la coda dell'occhio il cavaliere vide Amanda gettarsi contro Adam, gridando come una furia infernale. Anche Alessandra urlava, terrorizzata, ma lui non riusciva a vederla.

La donna si mosse, approfittando della sua distrazione per un rapido contrattacco. Ancora una volta Ruben sentì l'acciaio graffiargli la carne, stavolta qualche centimetro sotto l'ascella destra. Cercò di rispondere, ma i suoi attacchi andarono a vuoto.

-Smettila di scappare, maledizione!-

-Sei troppo lento, ti servirebbe un'armatura intera...-

Con un ruggito il cavaliere si lanciò in un affondo: l'avrebbe trapassata da parte a parte, se fosse riuscito a colpirla. La donna scartò di lato, Ruben si girò per seguirla e per poco non perse l'equilibrio. Incespicò, la testa gli girava.

Si accorse di essere stanco, sentiva il sangue colargli dalle ferite, inzuppandogli i vestiti.

Decise di fermarsi, tenendo alta la guardia: era più saggio aspettare che fosse lei ad avvicinarsi. Gli tremavano braccia e game, cominciava anche a sentire freddo. Si rese conto con sconcerto che quella donna lo stava battendo.

Lo stava uccidendo.

Come erano arrivati a quel punto? Un secondo prima stavano conversando, ed ora John era morto e lui gravemente ferito.

-Chi sei, maledizione! Cosa vuoi da noi?!-

La donna ancora una volta non gli rispose, fissandolo invece con due freddi occhi da rapace.

Ruben sentì i passi quando era troppo tardi. Il gigante calvo piombò su di lui come una frana di muscoli ed ossa, sbattendolo a terra come un fantoccio inerme. L'impatto gli svuotò i polmoni. Ebbe giusto il tempo di chiedersi se avesse qualcosa di rotto, prima che Adam lo immobilizzasse, sedendoglisi a cavalcioni sul petto.

-Fottuto bast...-

Il coltello affondò senza sforzo. Un dolore gelido ed affilato gli mozzò il respiro, rovesciò la testa, incapace perfino di urlare. Fu allora che vide Alessandra.

Era ad un paio di metri da loro, a fissarli con occhi grandi e spaventati, le mani serrate convulsamente attorno alla bocca. Doveva andarsene, ora, o sarebbe stato troppo tardi.

-Corri...- spero che la ragazza avesse sentito quel suo ultimo sussurro. Il buio gli sbocciò davanti agli occhi, inghiottendo il mondo.

 

 

Kal ascoltò il racconto del cavaliere immerso in un muto sconcerto.

-Sono svenuto...pensavo di essere...di essere morto- Ruben prese un respiro profondo e gorgogliante, sembrò lottare con tutte le sue forze per introdurre aria nei polmoni -Quando sono rinvenuto mi sono nascosto...fra i cespugli. Avevo...avevo paura che tornassero.-

Per poco l'ultima frase non si perse in un bisbiglio.

Chiuse gli occhi, concentrandosi sullo sforzo di respirare. Era incredibile che fosse ancora vivo.

-Non importa, Ruben, hai fatto tutto il possibile.- gli disse, cercando di mantenere la voce calma -Non hai visto altro? Hai visto che ne hanno fatto di Alessandra e Amanda? Dove sono anda...-

-Kal...- Dorian lo interruppe.

Kal lo guardò con aria interrogativa.

-È morto.-

Il Falco si rece conto che l'amico aveva ragione. Il cavaliere non respirava più, si era spento, ormai privo di energie. Il suo volto aveva un'aria quasi serena, ora che non doveva più combattere contro le sue orrende ferite.

-Maledizione!-

Kal scattò in piedi come una molla, quasi tentato di prendere a calci il cadavere del compagno per la frustrazione.

Si sentì travolgere da un odio cieco e profondo: chiunque fossero i due assassini, erano venuti lì approfittando della loro buona fede e, senza alcun motivo, avevano fatto una strage. Il fatto che non ci fosse alcuno scopo evidente non faceva che rendere il tutto più difficile da accettare.

-Si sono portati via le armi.-

Kal si girò verso Dorian, anche lui si era rialzato e stava esaminando i resti del loro accampamento con sguardo attento.

-Lo spadone di Ruben e la balestra di John sono sparite.-

-Dici che è questo che volevano? Le nostre armi?- gli chiese.

-Difficile dirlo...però c'è dell'altro: dove sono i cadaveri di Alessandra e Amanda?-

Qualcosa si accese nella testa di Kal: forse c'era ancora speranza.

-Pensi che le abbiano rapite?-

Dorian alzò le spalle, incerto.

-E se fossero scappate?- propose Gwen -Magari sono ancora qua attorno, in salvo...-

-Ne dubito- fu la secca risposta del Falco –dal racconto di Ruben quei due parevano essere dei combattenti esperti. E non sembravano avere particolari scrupoli: deve essere coem ha detto Dorian.-

-Le portano alla tana del mostro...-

-Cosa?-

Dorian fece un sorriso mesto, scuotendo la testa incredulo.

-Nulla...è solo che sembra una fottuta storia d'avventura. La principessa rapita per essere data in pasto al mostro...-

Per qualche secondo nessuno disse nulla, l'inquietudine strisciava loro addosso come un serpente viscido e freddo.

-Che si fa, quindi?- domandò Gwen, spostando gli occhi da uno all'altro dei due Falchi.

La cosa più saggia era lasciare perdere: non sapevano dove i rapitori fossero diretti, erano in netto svantaggio e soprattutto sarebbero andati incontro ad un nemico formidabile. Kal non valutò nemmeno l'ipotesi.

-Le andiamo a prendere.- disse semplicemente -Cerchiamo una pista, anche la più lieve e la seguiamo. Quando raggiungeremo quei bastardi, ci pregheranno per una morte rapida.-

Dorian lo guardò per qualche secondo con un sorriso indecifrabile.

-Direi di non perdere altro tempo, allora. Ruben e John non ci faranno troppo caso...- propose, cercando un assenso negli sguardo di Kal e Gwen.

Non ci furono obiezioni: la caccia era iniziata.

 

   
 
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