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Autore: slyfox18    18/10/2013    1 recensioni
“Draco,
so che dopo aver letto questa lettera mi odierai.
Devo andarmene.
Non puoi fermarmi.
Non cercarmi.
Innamorati ancora, sposati, fatti una famiglia.
Mi dispiace…
Addio Draco, ricordami…
H.”
«Oblivion»
Un nemico che si credeva sconfitto.
Un’amica che si credeva scomparsa.
Un odio che va avanti da secoli.
Un amore che non è mai finito.
Una vita da ricordare.
Un futuro da costruire.
Hanalis deve tornare ad Hogwarts!
Ma chi è Hanalis?
[Draco/nuovo personaggio (coppia principale)]
[Titolo modificato]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Blaise/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le fleur de Lis'
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Ciao a tutti! Sarò brevissima!XD
Mi scuso ancora per aver fatto attendere questo capitolo per un mese! :) 
Vi lascio un piccolo riassinto del capitolo 17, così per rinfrescare le idee e fare il punto della situazione!
Come sempre, le note sono alla fine!


Dove eravamo rimasti: Gli allenamenti di Hanalis proseguono. Nel frattempo il resto del gruppo cerca di capire come uccidere Shiryu e di scoprire dove si nasconde.
Durante una conversazione con Draco, Hanalis decide di provare a chiedere consiglio a Piton, l’unico che, secondo lei, ne sa abbastanza di magia oscura e pozioni per poterli aiutare.
Piton e Silente, rivelano ad Hanalis che, per uccidere un Rinato Demone, deve distruggere l’anima con cui è stata creata la Demonica. Hanalis, ricordando un particolare anello portato da Ryu e poi da Shiryu, capisce che è lì che è custodita l’anima.
Di nascosto Hanalis, con l’aiuto di Pippy, porta avanti le ricerche del nascondiglio di Shiryu. Il suo scopo è di affrontarlo da sola, senza coinvolgere gli amici.

 
DEVE ESSERE FERMATO
 
Non è rimasto niente di umano in lui:
né bontà, né gentilezza, né amore.
Solo un mostro,
che deve essere fermato.
(Episodio 3 serie 1, The Vampire Diary)
 
Soffiava un vento gelido sulle coste dell’Isola di Wight.
In lontananza, proprio sullo strapiombo, si potevano scorgere le alte torri di un castello.
C’era un gran via vai quella sera. Uomini incappucciati, vestiti di nero, si radunavano dentro all’edificio.
Una piccola figura, nascosta dietro un cespuglio, osservava con attenzione.
Quando la strada sterrata, che conduceva al grande portone d’ingresso, fu finalmente sgombra, la piccola creatura uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso il castello.
Entrò furtiva e, nascondendosi tra le colonne e negli angoli bui, arrivò fino alla grande sala principale.
Seduto sul trono, ad osservare il suo piccolo esercito, c’era un uomo coperto da un lungo mantello rosso sangue.
«È lui!» pensò, quando lo vide.
 
 
Hanalis era seduta a gambe incrociate sul letto, concentrata sulla cartina del Regno Unito, ben spianata sul copriletto, quando Pippy apparve trafelato al centro della stanza.
«Padroncina! Padroncina!»
Hanalis alzò di scatto la testa, trovandosi davanti il piccolo elfo che saltellava sul tappeto.
«Pippy! Calmati!» esclamò la ragazza, saltando giù dal letto, cercando di fermarlo, prima che tutto il resto del gruppo si catapultasse in camera sua.
«Padroncina! Padroncina! Pippy ce l’ha fatta! Pippy l’ha visto! Pippy l’ha trovato!»
L’elfo prese le mani di Hanalis, continuando a saltare allegro.
La ragazza ci mise un po’ per convincerlo a sedersi sul letto e a spiegarle tutto con calma.
«Non posso crederci!» disse Hanalis dopo aver sentito il racconto di Pippy.
«Signorina deve credere a Pippy! Pippy l’ha visto, come signorina ha descritto. Pippy ha visto tante persone con i mantelli neri e una sola con un mantello rosso. Pippy ha capito di aver trovato quello che cercava perché signorina avere insistito tanto su mantello rosso! Pippy è stato bravo, vero padroncina Lis?»
Hanalis annuì in silenzio, troppo scioccata per parlare.
Pippy era eccitatissimo per essere stato utile alla sua giovane padroncina, che aveva un compito tanto difficile da portare a termine.
Dal canto suo, Hanalis, ancora non poteva credere di esserci riuscita, di averlo trovato.
Si alzò dal letto ed entrò in bagno. Ne uscì pochi minuti dopo, completamente vestita di nero, avvolta in un lungo mantello, con il cappuccio calato sul viso.
L’argento dell’incastonatura della Lapis Noctis spiccava su tutto quel nero.
«Andiamo, Pippy» disse la ragazza impugnando con forza e decisione la bacchetta.
Pippy saltò giù dal letto, sistemandosi a sua volta il piccolo mantello nero.
«Padroncino Draco non sarà per niente d’accordo, padroncina Lis. Pippy già sa che il padroncino se la prenderà con Pippy…»
«Mi dispiace Pippy, non volevo coinvolgerti, ma tu sei l’unico che mi può aiutare…»
«Pippy lo sa. Per questo Pippy aiutare la padroncina…Pippy dire solo che padroncina sbaglia a partire da sola…»
«È il mio destino…» disse Hanalis, con lo stesso tono di chi è stanco di ripetersi, ma che allo stesso tempo, lo fa per convincersi.
«Pippy lo sa. Ma Pippy pensa che ormai il destino della padroncina non è più solo suo…ora il destino della padroncina è legato a quello dei suoi amici. È legato anche a quello di Pippy…per questo Pippy dice che padroncina non dovere portare questo peso da sola. Le spalle della padroncina non possono essere così forti…»
Il piccolo elfo le prese la mano e Hanalis non potè fare a meno di sorridere, pensando che non aveva mai trovato un elfo domestico così saggio.
«So che hai ragione, Pippy…ma comunque devo farlo da sola…»
«Pippy capisce, padroncina…»
Mentre Hanalis prendeva un profondo respiro, pronta a correre incontro al suo destino, Pippy le strinse forte la mano e si smaterializzarono.
 
 
«Hanalis è ancora in camera?» chiese Hermione, entrando in Sala Comune.
«Si, Meiko-san ha detto di averla vista più stanca del solito…secondo lei sembrava preoccupata…» spiegò Harry che, poco prima, aveva incrociato l’anziana tata in corridoio.
«Preoccupata per cosa?» chiese Ron, ma nessuno rispose.
Quell’improvvisa stanchezza della ragazza, però, aveva insospettito Draco, che si diresse di gran carriera verso la stanza di Lis.
«Dove vai, Malfoy?» chiese Ginny.
«Dove ti sembra che stia andando, Rossa?» rispose lui, per poi salire gli ultimi gradini e bussare alla porta.
Quando non sentì nessuna risposta, Draco spalancò la porta entrando come una furia nella stanza.
Sul letto era ancora aperta una cartina del Regno Unito, scarabocchiata di rosso e blu, con una marea di post-it attaccati qua e là. Per terra, sul tappeto, erano ammonticchiati una serie di libri e c’erano rotoli di pergamena sparsi ovunque.
Una farfalla di carta gli svolazzò davanti, per poi planargli in mano e aprirsi in un foglietto quadrato, su cui era scritto un breve messaggio. Sapeva che era stata Lis a lasciarglielo, perché quello, era l’unico origami che le aveva insegnato.
 
“Scusami…
H.”
 
«No… - bisbigliò Draco, accartocciando il foglietto – No che non ti scuso»
«STUPIDA!» urlò il ragazzo, tirando un pugno alla porta, stringendo ancora il foglietto.
 
 
«Non avrei saputo trovare un posto migliore…» borbottò Hanalis con sarcasmo, sistemandosi l’alamaro del mantello.
Pippy si concesse un sorrisetto.
«Venire, padroncina! Pippy accompagnare all’interno!» disse l’elfo prendendole una mano e trascinandola per qualche passo.
«Pippy! Pippy, aspetta!»
«Padroncina non volere andare dentro?» chiese Pippy, guardandola perplesso con quei suoi grandi occhioni.
«No, Pippy…voglio entrare, ma tu non verrai con me»
«Ma padroncina Lis! Pippy essere venuto fino a qui, Pippy volere aiutare!»
«Mi aiuterai di più se resterai al sicuro, Pippy»
Vedendolo triste, Hanalis gli sorrise dolcemente.
«Non posso permettere che ti succeda qualcosa, Pippy, hai già rischiato molto in questi giorni…. E poi, sei l’unico che può riportarmi a casa – concluse facendogli l’occhiolino – è un compito molto importante»
Pippy sorrise, rianimato da quella grande responsabilità.
«Quando la padroncina chiama, Pippy arriva subito!» esclamò convinto.
«Grazie, Pippy! Ora vai, torna ad Hogwarts»
«Si padroncina, buona fortuna!»
Pippy sparì in un puff e Hanalis rimase da sola, nascosta nell’ombra.
 
 
«Cosa???» esclamò Harry.
«Se n’è andata, Potter…cosa c’è di complicato?!» disse Draco, facendo su e giù per la stanza di Lis, sempre più nervoso.
«Tu lo sapevi? Perché non l’hai fermata?» si fece avanti Ginny.
«Pensi che se l’avessi saputo non l’avrei fatto, Rossa? L’avrei legata nei sotterranei, se fosse stato necessario a tenerla qui! Quella testona ha fatto tutto di nascosto, me lo sentivo che stava tramando qualcosa, ma non avrei mai immaginato che fosse questo!» concluse Draco, indicando con rabbia il letto di Lis, dove la cartina era ancora in bella mostra.
«Dobbiamo andarla a riprendere!» disse Blaise, preoccupato sia per Lis che per Draco.
«Certo che la andremo a riprendere, Blaise! E se non l’avrà già uccisa Shiryu, ci penserò io!»
«Cerca di calmarti Malfoy…»
«No, che non mi calmo, Granger! Quella stupida è andata a farsi ammazzare! È scappata per la seconda volta, lasciandomi uno stramaledetto bigliettino! L’ho perdonata una volta, Granger…non credo di poterlo fare ancora…» concluse Draco, abbassando il capo e il tono della voce, sconfitto.
«La troveremo e la porteremo a casa, Draco» gli disse Blaise, mettendogli una mano sulla spalla.
«Come pensi che abbia fatto?» chiese Harry.
«Non ne ho idea…» borbottò Malfoy.
«Non può essersi smaterializzata, non ha nemmeno fatto l’esame…» cominciò Pansy.
«E comunque, nessuno può smaterializzarsi dentro e fuori i confini di Hogwarts…» continuò Hermione.
«Tranne forse…» disse Harry, attirando su di sé gli sguardi di tutti.
«Un elfo domestico!» concluse Blaise.
Draco sgranò gli occhi. Si! Adesso aveva capito come quella piccola incosciente, era uscita da Hogwarts senza che nessuno se ne accorgesse.
Malfoy sentì la rabbia salire dentro di sé.
«PIPPY!!» urlò, facendo sobbalzare Pansy, che si era avvicinata per consolarlo.
Con un puff, Pippy si smaterializzò proprio davanti a Draco.
«Il padroncino avere chiamato?»
«Si, Pippy… - si intromise Harry, evitando a Draco di combinare un disastro con l’elfo – tu sai dov’è Hanalis?» chiese poi con gentilezza.
Pippy rimase in silenzio, spostando in continuazione lo sguardo da Harry a Draco.
«Pippy, mi sto innervosendo…» disse Draco, quasi ringhiando.
«Padroncino…» mugolò l’elfo, indeciso su cosa fare.
«Dimmi immediatamente dov’è Hanalis!» sbottò Draco.
Pippy sospirò, lui l’aveva detto alla sua padroncina che sarebbe finita così, ma lei aveva voluto fare comunque di testa sua.
«Pippy avere avvertito la padroncina che il padroncino si sarebbe arrabbiato, ma la padroncina non ha voluto ascoltare Pippy…. La padroncina ha chiesto a Pippy di darle una mano, perché solo Pippy può andare fuori…così Pippy ha detto di si alla padroncina e ha provato per tanti giorni a convincerla a dire tutto al padroncino e ai suoi amici, ma padroncina essere una grande testona…»
«Pippy!? Dov’è?» lo interruppe Draco, che già ne aveva abbastanza dei racconti confusionari dell’elfo.
«Pippy l’ha portata in un castello…Pippy voleva restare con la padroncina, ma lei ha detto che Pippy dovere tornare ad Hogwarts…»
«Portami lì! Subito!» esclamò Draco.
 
 
«Cosa diavolo sta architettando quel maledetto?» borbottò Hanalis.
Al castello di Shiryu, continuavano ad entrare e uscire gruppi più o meno numerosi di uomini incappucciati e vestiti di nero.
Il suo primo pensiero era stato quello di intrufolarsi tra di loro e spacciarsi per uno dei tirapiedi di Shiryu. Era, però, un rischio inutile. L’avrebbero riconosciuta e catturata ancora prima di mettere piede nella sala del trono.
Aveva passato diverso tempo nascosta dietro a dei cespugli incolti, e alla fine il sole era tramontato, lasciando spazio all’oscurità.
Doveva essere quasi ora di cena.
«Ormai gli altri si saranno accorti che sono sparita….spero solo che non si mettano in testa di raggiungermi per riportarmi ad Hogwarts…» pensò, controllando il piccolo orologio babbano al suo polso.
Il tipico rumore della smaterializzazione, la fece voltare di scatto. Puntando la bacchetta, era già pronta ad attaccare chiunque le si avvicinasse, ma….
«Petrificus Totalus!»
Hanalis si trovò pietrificata da capo a piedi, mentre lo sconosciuto che aveva lanciato l’incantesimo,  si avvicinava. Era sicuramente un uomo, aveva sentito il tono della voce, e anche lui indossava un mantello nero, con il cappuccio calato sul viso.
«Questa la prendo io, non si sa mai…» mormorò prendendole la bacchetta.
Fu allora che Hanalis lo riconobbe. La voce era in qualche modo alterata, ma quel ciuffo di capelli biondissimi, sfuggito al controllo del cappuccio, era inconfondibile.
«Draco!» pensò, sconvolta.
«Finite Incantate» borbottò il ragazzo.
Hanalis, liberata dall’incantesimo, con una forza che nemmeno lei credeva di possedere, prese Draco per il colletto della camicia e lo sbatté contro l’albero alle sue spalle.
«Cosa ci fai qui, razza di imbecille?!» gli sibilò ad un orecchio, con rabbia.
Avrebbe voluto urlare, ma l’avrebbero sentita e quello sarebbe stato un problema molto più grosso di Malfoy, che gioca a fare la guarda del corpo.
Draco la fissò in silenzio per qualche secondo, squadrandola con quei suoi occhi di ghiaccio.
«Ah, l’imbecille sarei io?» bisbigliò, cercando di stare calmo e di tenere il tono della voce sotto controllo.
Hanalis lasciò la presa dalla camicia e il ragazzo si staccò dal tronco, spolverandosi il mantello e sistemandosi il colletto.
«Pensavi di liquidarmi un’altra volta con un maledetto biglietto? Cos’è? È l’unico modo che conosci per salutarmi?» chiese con sarcasmo.
«Torna ad Hogwarts, Draco…» disse Hanalis, quasi pregandolo.
In un’altra occasione, Malfoy si sarebbe lasciato impietosire da quegli occhioni dorati, ma quella sera, il tono supplichevole della ragazza non lo convinse.
«No» disse piano, ma con fermezza.
«Non puoi stare qui! Ti uccideranno!»
«Nemmeno tu dovresti essere qui, i poteri della Pietra non ti rendono immortale, ragazzina! Rischi la vita tanto quanto me e non te lo posso permettere! Tornerai ad Hogwarts con me, a qualsiasi costo!» le disse con rabbia, puntandole contro la bacchetta.
 
 
«Pippy è tornato, padron Potter»
Quando Pippy riapparve, il resto del gruppo era sparso per la Sala Comune.
Pansy, Blaise e Ron stavano terminando di cenare, Hermione era da poco tornata dalla biblioteca, mentre Harry e Ginny erano seduti davanti al camino.
«Molto bene, Pippy, grazie!» gli sorrise, un po’ teso.
«Pippy essere molto contento di aiutare i suoi nuovi amici» rispose l’elfo con un inchino.
«Come stava Lis? E Draco?» chiese Blaise, porgendo all’elfo una pagnottella di pane caldo.
«Grazie, padron Blaise! – esclamò l’elfo cominciando a mangiare – Padroncino Draco essere molto arrabbiato, voi avere visto. Padroncina Lis essere ancora dove Pippy avere lasciato lei e stare bene…. Pippy pensare che padroncino farà alla signorina una bella lavata di capo, ma Pippy non essere sicuro che loro richiamare Pippy per tornare indietro…» concluse, saltellando verso il camino e sedendosi accanto a Ginny.
«Cosa intendi?»
«Pippy pensare che signorina Granger essere molto intelligente e che avere già capito da sola, ma Pippy spiegare lo stesso…. Padroncina Lis avere detto a Pippy che non volere coinvolgere nessuno e che questo essere suo destino. Pippy è sicuro che padroncino Draco non lascerà sola la signorina...per questo Pippy pensare che loro due andranno a combattere senza chiedere aiuto agli amici…»
Hermione annuì. Era esattamente quello che aveva pensato.
 
 
«Mi hai schiantata! Mi. Hai. Schiantata!» sibilò Hanalis, mentre si rialzava in piedi a fatica.
«Si…» rispose Draco con noncuranza.
«Coma hai osato?!» Hanalis quasi urlò.
«Non volevi ragionare…ho trovato una soluzione» le disse alzando le spalle, come se fosse la cosa più normale del mondo.
«E questa sarebbe una soluzione per te?» esclamò Lis con gli occhi sbarrati.
«E per te questa – disse Draco indicando con uno scatto il castello – era una soluzione?»
«Non è una soluzione…è il mio destino!» rispose la ragazza, esasperata.
«Smettila con questa storia del destino! Ne ho abbastanza di gente che tira in ballo il destino per andare a rischiare la pelle! Smettila di fare l’eroina della situazione, ci basta Potter, con le sue manie di protagonismo!»
Mentre Draco parlava, lo sguardo di Hanalis si posò nuovamente sul castello.
C’era qualcosa di strano….
«Smettila per un secondo, Malfoy! Guarda!» lo interruppe, prendendolo per un polso.
«Cosa dovrei vedere? Io non vedo niente» chiese Draco, perplesso, pensando che quella fosse solo una scusa per farlo smettere di rimproverarla.
«Appunto! Non c’è più nessuno! Il castello….sembra vuoto…» concluse Lis.
Anche Draco, aveva notato un certo via vai sospetto, quando Pippy l’aveva smaterializzato su quello spiazzo isolato. Troppo preoccupato di portare Hanalis indietro, però, non ci aveva dato peso.
«Dove credi che siano tutti? Credi che Shiryu stia architettando qualcosa?» chiese alla ragazza.
«Non lo so, ma qualsiasi cosa sia, non è niente di buono…»
«Già…»
«Restituiscimi la bacchetta, Draco…dobbiamo essere pronti a tutto…» gli disse.
Il ragazzo, un po’ contrariato, restituì la bacchetta a Lis. Questo voleva dire che avrebbero finito col cacciarsi nei guai.
Rimasero in silenzio per minuti interminabili, osservando attentamente il castello, che sembrava vuoto e abbandonato.
«Entriamo» disse la ragazza all’improvviso.
«Cosa?»
«Entriamo!»
 
 
«Cosa succede!?!» esclamò Ron, balzando in piedi.
Un forte boato, proveniente dai piani bassi del castello, aveva riscosso tutti dai propri pensieri.
Harry si precipitò fuori dal dormitorio, seguito da Ginny e da Blaise.
Per i corridoi c’era una gran confusione.
«Presto, Tassorosso! Mantenete la calma e seguitemi!» urlava il Caposcuola giallo-nero, mentre guidava i ragazzi per i corridoi affollati.
Lo stesso stavano facendo gli altri tre Caposcuola, cercando di mantenere la calma per non seminare il panico tra i compagni più piccoli.
Si sentì un altro boato.
«Harry, dove sono tutti gli insegnanti?» chiese Ginny, avvicinandosi al fidanzato.
«Non lo so, ma sono intenzionato a scoprirlo! – poi, rivolgendosi al ragazzo al suo fianco – Blaise, torna al dormitorio e avvisa gli altri di raggiungerci in Sala Grande. Ginny, tu vieni con me»
 
 
Il castello era vuoto per davvero.
Sembrava che non ci avesse mai abitato nessuno, quando, invece, quelle stanze dovevano essere state il nascondiglio di Shiryu per tutti quegli anni.
Varcata la soglia di una grande sala, tutte le candele si accesero, illuminando il trono di legno intarsiato, abbellito con cuscini scarlatti.
«Non c’è nessuno nemmeno qui…» borbottò Draco.
Hanalis, però, sembrava non ascoltarlo e vagava rapita per la stanza. La ragazza si fermò all’improvviso.
«Draco! Vieni, guarda…»
Draco la raggiunse.
«Sembrano da collezione…» disse, osservando le armi appese al muro.
«Sono stramaledetti trofei» sibilò con rabbia Hanalis, prendendo una spada di fattura orientale.
«Aspetta! Cosa fai?» disse Draco, cercando di fermarla.
La ragazza sguainò la katana, rivelando una lama ben lucidata su cui era inciso un serpente, scagliò un paio di fendenti a vuoto e la rinfoderò con cura.
«Questa spada mi appartiene» disse seria.
Dopo averla rimpicciolita con un incantesimo, la legò alla stessa collanina della Lapis Noctis.
«Era la spada di mia madre e di mia nonna prima di lei, sono sicura che la ricordi anche tu…» spiegò Lis, tornando ad osservare le altre armi abbandonate.
Draco sgranò gli occhi, ricordava eccome.
Aveva visto più di una volta la signora Holmes allenarsi con la spada nella piccola palestra, assieme ad Hanalis. La signora Holmes era una donna molto bella, Draco l’aveva sempre pensato, anche se aveva dei colori e un fascino diverso da Narcissa. Sembrava l’emblema della serenità, con quel sorriso dolce e quel visino delicato, ma quando impugnava una spada o una bacchetta c’era da aver paura. Il suo viso si induriva e perdeva qualsiasi dolcezza.
La madre di Lis era una combattente, così come lo era sua figlia.
Gli occhi della ragazza, in quel momento, riflettevano gli stessi sentimenti che aveva sempre letto in quelli della madre.
Fu allora che Draco si convinse che Hanalis ce l’avrebbe fatta.
«Tieni!»
La voce di Hanalis lo riscosse dai suoi pensieri, la ragazza gli stava porgendo una spada, molto simile alla sua.
«Cosa dovrei farci? Sai che non so usare le spade giapponesi…» rispose.
Draco prese la spada, la sfoderò e la soppesò tra le mani. Aveva preso, fin da bambino, lezioni di scherma, ma una spada come quella non aveva mai imparato ad usarla.
«Portarla con te! Cosa dovresti farci?! – rispose Lis, leggermente esasperata, più dalla situazione che da Draco – E non guardarmi con quella faccia da rimbambito, le spade sono tutte uguali! Maneggi una spada normale anche meglio di me, vuoi non riuscire ad usare quella? Abbiamo fatto scherma insieme per anni…»
«Tu eri molto più brava di me…» borbottò Draco.
Hanalis sospirò.
Sua madre le aveva fatto una testa così con l’importanza di rispettare le tradizioni di famiglia, come era consuetudine in Giappone. Aveva cominciato ad allenarla al combattimento con la katana, rivelandole che, un giorno, quella bellissima spada dal fodero nero, sarebbe stata sua. Si era innamorata della katana della madre non appena l’aveva presa in mano, perciò si era allenata ancora più duramente, solo per poterla considerare sua. Non credeva di certo che tutta quella fatica le sarebbe tornata utile. Non così, per lo meno.
«Hanalis, tutto a posto?» le chiese Draco, avvicinandosi preoccupato.
«Si, si scusa…mi ero persa – rispose lei con un sorriso forzato – Lo so che maneggio la katana meglio di te, capisco solo ora che la mamma mi ha preparato proprio per questo…» concluse quasi tristemente.
Draco le posò una mano sulla spalla e Lis strinse con una mano la piccola spada che ora portava al collo.
«Sarà con questa spada che lo ucciderò – sussurrò – Distruggerò l’anello e poi gli trafiggerò il cuore!»
Draco rimase in silenzio, la decisione e la rabbia che aveva visto negli occhi di Lis, l’avevano ammutolito.
«Ma se non dovessi farcela…se dovesse succedermi qualcosa…» riprese a bassa voce, poco dopo.
«Non provare nemmeno a dirlo…» mormorò Draco, cercando di fermarla. Sapeva cosa stava per dire, ma non voleva prendere in considerazione quella possibilità, nemmeno lontanamente.
«Dovrai farlo tu…» concluse Lis, ignorando le parole dell’amico.
«Hanalis…» mormorò Draco.
Hanalis gli prese una mano tra le sue e la strinse con forza, senza mai smettere di guardarlo negli occhi. Draco si accorse solo in quel momento delle piccole lacrime che, silenziose, le rigavano il volto. Lasciò cadere a terra la spada e con una carezza gliele asciugò.
Hanalis prese un respiro. Si era allenata per settimane, aveva acquisito poteri enormi ed aveva imparato a controllarli, aveva accettato il suo destino, credendo di essere pronta a sacrificarsi.
Non lo era.
L’aveva capito solo in quel momento, stringendo la mano di Draco tra le sue.
Non era pronta a sacrificarsi, non era preparata all’eventualità di poter morire, non voleva nemmeno pensarci, perché quella sensazione le metteva una paura enorme.
Fece nuovamente un respiro profondo.
Non c’erano alternative, però, doveva combattere, a qualsiasi costo, e doveva vincere.
Non era disposta a perdere tutto un’altra volta!
«Promettilo, Draco! Promettilo!»
Draco sospirò, che alternative aveva?
«Lo prometto…ma sarai tu a sconfiggerlo e non morirai Lis! Se solo provi a lasciarci le penne ragazzina, giuro che me la pagherai!» borbottò il ragazzo.
Hanalis sorrise. Draco sapeva sempre come farla ridere, anche nei momenti peggiori, e il bello era che non se ne rendeva nemmeno conto. Non lo capiva proprio, che era lui, la sua unica forza.
«Molto bene!  - disse asciugandosi gli occhi – Torniamo ad Hogwarts!»
Un puff, però, la fece voltare.
Al centro della sala, con gli occhi sbarrati e uno strano mantello tra le mani, c’era il piccolo Pippy.
«Terribile, padroncini! Terribile!» esclamò l’elfo correndo incontro a Draco e porgendogli il mantello.
«Padron Potter avere detto che padroncino Draco sapere cosa essere…» spiegò, con la vocina carica di agitazione.
«Il mantello dell’invisibilità…» sussurrò Draco riconoscendolo.
Potter gliene aveva parlato molto tempo prima, quando avevano cominciato le ricerche di Lis.
«Cosa succede, Pippy?»
«Terribile, padroncina Lis! Terribile! L’uomo con il mantello rosso è riuscito ad entrare, padroncina Lis! Terribile!»
«No! No! – urlò Lis, sconvolta – Quel maledetto! Quel bastardo! Il suo scopo era Hogwarts! Ecco perché tutto quel via vai! Lui sapeva, sapeva che ero qui!»
Draco guardò Pippy, preoccupato, nella speranza di aver capito male. Pippy ricambiò lo sguardo, scuotendo la testolina con dispiacere.
«Hogwarts essere stata presa, padroncino Draco! Essere tutto vero!»
«Maledetto!» ringhiò Malfoy, stringendo con forza il mantello tra le sue mani.
«Smaterializzaci ad Hogsmead, Pippy, all’ufficio postale. Useremo il passaggio al quarto piano!» esclamò Lis.
«Cosa volere fare, padroncina?»
«Voglio tornare ad Hogwarts, Pippy!»
«Ma essere pericoloso, padroncina…» piagnucolò Pippy, preoccupato più per le sorti della ragazza, che per le sue o per quelle della scuola.
«Deve essere fermato, Pippy, e posso farlo solo io!»
La decisione che aveva visto negli occhi della ragazza, l’aveva convinto.
«Si, padroncina! Subito!» disse, stringendo le mani dei due ragazzi.
«Ora!» esclamò Lis.
«Si!» disse Draco, coprendo tutti e tre con il mantello.
 
Puff!
 

 


NOTE:
Ecco, finalmente, il capitolo 18!!! Mi scuso ancora per essermi fatta attendere :)
Come vedete, si gettano le basi della battaglia finale, che sarà il punto focale del prossimo capitolo!
Spero di scriverla in maniera decente :P
Non ci sono molte note, perché ormai sono gli ultimi capitoli…
Vi aspetto il 28, con la resa dei conti!
Sarei davvero curiosa di leggere qualche vostro parere, spero che qualcuno romperà il silenzio lasciandomi una recensioncina!XP
Se vi andasse di saperne di più su questa Fanfiction, vedere i volti dei personaggi o le ambientazioni, essere informati sugli aggiornamenti…potete passare sulla mia nuva paginetta Facebook “Nel piccolo mondo di Sly”!!!


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Vi aspetto! XD XD XD
   
 
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