Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Satsuriko    09/04/2008    4 recensioni
Questa storia comincia con la "giornata dei papà", indetta dalla maestra della piccola Bra, che vedrà come protagonisti padre e figlia. Il rapporto fra Vegeta e Bra non è affatto semplice...ma, presto, una sconvolgente avventura cambierà le loro vite... Spero con tutto il cuore che vi piaccia! Buona lettura! (Dedicata a tutti i fans della famiglia Brief e, in particolare, di Vegeta e Bra^^) --La parte finale è stata ampliata con un piccolo, ma importante, monologo introspettivo di Vegeta: che ne dite di dare un'occhiata?--
Genere: Commedia, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
papà

 

 

2) La giornata dei papà   -parte due-


 

La mattina seguente Bra saltò pimpante giù dal letto e si diresse nella camera dei suoi genitori correndo come una matta.
“Oggi sto con papino! Oggi sto con papino! Oggi sto con papino…” canticchiava salterellando per il corridoio che conduceva alla stanza di Bulma e Vegeta. Lungo il tragitto si imbattè in Trunks, o, più precisamente, gli andò addosso.
“Ehii!” si lamentò il ragazzo dai capelli glicine, bloccando la corsa della sorellina, “perché ti comporti da trottola alle sette del mattino!?” domandò mezzo-addormentato, ma con tono di rimprovero.
“Vado a svegliare mammy e papy! Ciaoo!”
E ricominciò la sua corsa, incurante di tutto e di tutti.
“…bah” fu l’unico commento di Trunks.

Era arrivata ai piedi del letto matrimoniale.
“ghgh” rise sotto i baffi. Si portò le mani sulla bocca per non far sentire la sua voce, ma, subito dopo…

“…BUONGIORNOOO!!” urlò, saltando sul letto, svegliando di colpo i suoi genitori.
“Aaaaaah!”
“Ma porca…”
 
“…Bra?!?” esclamò Vegeta scrutando con attenzione la piccola creatura mostruosa che gli era appena saltata sopra.
Bulma impiegò un po’ di più per realizzare, poi ricadde stancamente sul cuscino borbottando qualcosa.
“Che ti è saltato in mente, ragazzina!!” urlò invece Vegeta fissando corrucciato la figlia pestifera.
“S-scusa pa-papy…” balbettò subito la bambina ritraendosi e scendendo giù dal letto, “volevo svegliarvi e farvi un pesce d’aprile…”
Abbassò il capo e incrociò le braccia dietro la schiena, dondolando il busto a destra e a sinistra; poi sollevò nuovamente lo sguardo, per incontrare quello adirato del padre e quello deluso della madre.
“Scusatemi tanto: non lo faccio più! Giurin-giurello!” disse mortificata alzando il mignolo della mano destra e sforzandosi di sorridere.

“Ahhh…buongiorno anche a te, piccola” disse dopo qualche secondo Bulma, disarmata di fronte a tanta tenerezza e semplicità, la stessa che fece capitolare Vegeta.

I Brief si prepararono per i rispettivi impegni: Bulma aveva un importante appuntamento con alcuni rappresentanti dell’azienda, Trunks doveva affrontare una lunga e difficile mattinata alla “Orange High School” e, per quanto riguardava Vegeta e Bra…la “giornata dei papà” li attendeva.

“Se il buon giorno si vede dal mattino…” sospirò colui che una volta faceva tremare l’intero universo, tenendo per mano una bimbetta magrolina dai capelli color del cielo e occhi color mare.

“Sono contenta che questo grazioso vestitino ti stia ancora bene, Bra” fece Bulma accarezzando la figlia “non sei cresciuta molto nel giro di un anno”.

Bra indossava un vestitino bianco a pois rossi, abbinato ad una giacchetta a maniche lunghe e a delle piccole scarpette rosse. Era lo stesso che indossava un anno prima, il giorno in cui Goku se n’era andato chissà dove con quel ragazzo di colore, conosciuto durante il Tenkaichi.

Tutta la famiglia al gran completo uscì di casa e si incamminò sul vialetto che portava alla strada.
“Fai la brava, mi raccomando” si raccomandò Bulma alla figlia, baciandole la fronte, “sì, mamma!”
“E fai il bravo anche tu!” scherzò la scienziata rivolta a Vegeta, schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
“Buona giornata a tutti!” salutò Trunks prima di alzarsi in volo e partire al razzo verso Satan City.
“Sai, Vegeta…” riprese Bulma mentre saliva in macchina, “sappi che mi piaci molto vestito così!” e gli fece l’occhiolino.
Il principe dei saiyan indossava un paio di jeans con sopra una camicia bianca e una cravatta blu-scuro.

Ciascuno, quindi, prese la propria strada e, padre e figlia, rimasero da soli.
“Ok, ora aggrappati forte a me e non mollare la presa per nessun motivo” annunciò Vegeta piegandosi e facendole segno di mettergli le braccia attorno al collo.

“Ma, papy!! Non vorrai portarmi a scuola volando, spero!”
“E perché no, scusa?”
“Innanzitutto mi si scompigliano tutti i capelli…e poi ho paura di cadere!”
“Non dire sciocchezze, Bra: non ti faccio cadere!”
“Non voglio fare la fine del nostro secondo gatto!”
“Perché? Che fine ha fatto il nostro secondo gatto?”
“Sei andato al negozio di animali, lo hai comprato e lo hai fatto spiaccicare mentre lo trasportavi a casa in volo! Io non l’ho neanche mai visto!”
“Eeehm… Tu sei più importante di quello stupido gatto! E poi è successo perchè lui mi ha graffiato…”
“Beh, comunque rimane la faccenda dei miei bellissimi capelli!”

Dopo una lunga discussione, che durò quasi più del viaggio stesso, Bra riuscì a far desistere suo padre. Tutta la tesi di Vegeta crollò nel momento in cui lei mise il broncio e lo guardò con gli occhioni lucidi.
Quei grandi, meravigliosi, occhi blu che non sopportava di vedere tristi e ai quali non riusciva mai a resistere; gli stessi della madre, che lo avevano fatto innamorare.

Alla fine i due si incamminarono a piedi, impiegando circa mezz’ora.
Inutile dire che arrivarono in ritardo.


Padre e figlia erano davanti la porta dell’aula.
Un solo piccolo movimento e, per Vegeta, sarebbe cominciato l’inferno.
Il piccolo movimento venne effettuato dall’impaziente Bra, che spalancò la porta con forza e irruppe, letteralmente, nella “giornata dei papà”.

“Ciao a tutti, amici!!” salutò, “eccoci qua! Scusate il ritardo” disse facendo un piccolo inchino per scusarsi.

“Bra, finalmente! Mettiti a sedere con il tuo papà e aspettate il vostro turno: per fortuna stiamo ancora ai nomi con la lettera A” li accolse la maestra, una donna sulla quarantina, dai lunghi capelli castani.
“Vieni, papy, ti faccio vedere il mio banco…” disse la piccola trascinando Vegeta nella parte sinistra della stanza, accanto alle finestre che davano sul giardino.
“Guarda, guarda!”
“Sì, sì…ho visto”
“Allora?”
“Allora cosa? È un banco”
“Ma no! Guarda meglio papy!”
“…”
“Non vedi?”

La bambina indicò un punto in alto a destra e lo cerchiò con l’indice.
C’era una scritta piccola e in caratteri simili a geroglifici, una calligrafia molto infantile:
“TI VOGIO BENE, PAPI”
Vegeta inarcò un sopracciglio e lesse ad alta voce.
“Ti vogio bene, papi?”
“Ma che dici?! Ho scritto…”
“…”
“…Oh-oh…”

Bra agguantò velocemente il suo astuccio e, impugnata la matita, corresse in un battibaleno l’errore di ortografia.
Vegeta osservava le sue mosse impassibile.
“Ok! Leggi adesso!”
“Avevo già recepito il messaggio…”
“Quindi? Sei contento papy?”

Un sorriso caloroso e genuino si dipinse sul volto della piccola Bra, il sorriso più bello che Vegeta avesse mai visto.
“Mi vuoi bene??”

“Bra-aaa!!” intervenne allora la maestra, “smettila di chiacchierare con il tuo papà e ascolta i compagni! Le regole sono sempre le stesse, cosa credi? Devi rispettare chi sta parlando, intesi?”
“Va bene maestra…”

Un bambino era in piedi davanti la lavagna e leggeva a voce alta il suo tema sul papà, mentre quest’ultimo era seduto vicino la cattedra.
“Mio padre si chiama Dan ed è un giornalista. Papà è sempre gentile con tutti e gli piace tanto costruire modellini di aerei insieme a me. Papà ha sempre molto lavoro da fare però trova anche il tempo di stare con me e spesso mi aiuta a studiare storia. Io gli voglio tanto bene perché è buono.”

La maestra fece i suoi complimenti al bambino e chiese a suo padre di raccontare qualcosa del suo lavoro di giornalista.

Trascorse qualche minuto. Noiosissimi minuti che sembrarono interminabili al principe dei saiyan; egli infatti stava cominciando ad esaurire la sua, già poca, pazienza.

“Un applauso a Bob e a suo padre Dan, ragazzi! Congratulazioni per il suo successo, signor Arrish” annunciò a voce alta la maestra, risvegliando Vegeta dal suo stato comatoso.
“Ora…Brief! Forza Bra, ora tocca a te!”
“Arriviamooo!”

Padre e figlia si incamminarono verso le loro rispettive postazioni: Vegeta seduto sulla piccola sedia e Bra in piedi davanti la lavagna con un foglio in mano.

-Resisti, Vegeta, resisti!- si ripeteva il saiyan, -ricorda che non devi deludere tua moglie e soprattutto tua figlia! Coraggio! Affronta questo supplizio e soffri in silenzio!-

Tutti attendevano con ansia di sapere qualcosa sul padre di Bra, dato lei lo descriveva sempre come un eroe; per il resto la figura di Vegeta era avvolta dal mistero, sia per i bambini che per l’insegnante.
Tutti i presenti, insomma, pendevano dalle labbra della bimba dai capelli turchini.

“Il mio papà” cominciò leggendo il titolo del tema.
“Il mio papà si chiama Vegeta…e fa il guerriero!”

La prima frase bastò a far sghignazzare circa tre quarti della classe e le battutine arrivarono, naturalmente, allo sviluppato udito di Vegeta.
Una piccola vena cominciò a pulsare sulla sua fronte, ma Bra non interruppe la sua lettura.
“Papà è sempre scontroso con tutti e non gli piace quando qualcuno lo fissa troppo a lungo senza motivo. I capelli di mio padre sono molto strani, ma a me piacciono così.”

Stavolta sia alunni, che maestra, scoppiarono in una grossa risata.
Molti bambini si misero delle matite colorate sulla testa, puntate verso l’alto, e giocarono ad imitare i capelli di Vegeta.
Una seconda vena si aggiunse alla prima.

-Razza di mostriciattoli senza cervello… se non ci fosse Bra, qui con me, ve la farei pagare cara…-

“Papà Vegeta è speciale e mi proteggerà sempre perché è fortissimo.”
Concluse Bra, ripiegando il foglio e rivolgendo un caloroso sorriso al padre. Ma Vegeta, al contrario di sua figlia, non stava affatto sorridendo. La bambina guardò poi in direzione della maestra, in attesa di un suo giudizio sul tema svolto.

La donna, perplessa, attese qualche secondo prima di parlare: “…davvero brava, piccola! B-bel tema…” disse titubante.
“S-signor Brief…ci…ci dica qualcosa di lei!”

“Il mio nome è Vegeta…e sono padre di Bra” rispose secco, osservando di sottecchi la sua interlocutrice.
“Sì, ma…vorremmo sapere qualcosa di più, ad esempio…che vuol dire che lei fa il guerriero? Uh?”

-Stupida femmina impertinente, come osi rivolgerti così al grande Vegeta?! Vuoi sapere chi sono io, eh? Lo vuoi sapere? Io sono un principe e ti giuro che, se ci trovassimo in altre circostanze, troverei il modo di levarti quella presunzione dalla faccia! Solo perché ti occupi di questi mocciosi non vuol dire che tu debba comandare a bacchetta anche me!-

Intervenne allora Bra: “glielo spiego io: mio papà è il combattente più forte di tutta la galassia e potrebbe fare il sederino a strisce a chiunque!”
Sul volto della piccola si potevano cogliere svariate emozioni: sicurezza, disappunto, baldanza, ma soprattutto orgoglio.
-Amore di papà…-  non potè fare a meno di pensare, ironico, Vegeta.
“Ah, sì? Non lo metto in dubbio…vorrei solo saperne di più!” riprese la maestra, “coraggio! Ci dica qualcosa di lei!”

Bambini e insegnante attendevano ansiosi la risposta di quell’uomo tanto misterioso che si ostinava a tacere. Non volava una mosca.
Eppure le labbra del saiyan non si mossero di un millimetro.
L’aula continuava ad essere avvolta dal silenzio.

-Che vorresti dire? Cosa vuoi sapere di me!? Ti devo spiegare come è fatto il mio nuovo attrezzo per l’allenamento creato da mia moglie? Vuoi che ti dica cosa ho mangiato a colazione? O quando è stata l’ultima volta che ho fatto la doccia? Che pretendi? Di che ti impicci?!-
 
Dopo un po’ Vegeta parlò: pronunciò sei semplici parole…

“…Non sono affari che ti riguardano”
“Ma come si permette?! Lei è un gran maleducato!”
“…”
“Allora? Mi ha sentita? Si vuole degnare di dire qualcosa?!”
“…”

Un bambino si alzò in piedi e prese la parola, anzi l’urlo:
“ma il papà di Bra è stupido?!”

Fuoco.

-“Il papà di Bra è stupido”!?! Piccolo insetto insignificante, potrei schiacciarti in un batter d’occhio se solo lo volessi. Faresti meglio a tacere se non vuoi che ti spedisca all’altro mondo: sono molto tentato!-

A quella disastrosa affermazione ne seguirono tante altre.
Ci fu chi gridava, chi si limitava a creare brusio, ma, di fatto, tutti commentarono il comportamento di Vegeta.

“Com’è antipatico!” sussurrò una bambinetta dai capelli rossi, seguita subito dopo da quella che, probabilmente era la sua migliore amica: “hai proprio ragione! È brutto e cattivo, quello!”

“Come fa Bra a vivere con un padre così?”
“Poverina! È proprio sfortunata…”
“Hai visto con che capelli va in giro!? Secondo me è pazzo!!”
“Sì, lo dico anch’io…”
“Guarda come ci sta fissando: secondo me vorrebbe menarci”
“Menare noi?! Dopo un anno di judo siamo forti ormai!”
“Già, io lo stendo in un attimo con un mega-calcio!”

Impossibile contare le vene che pulsavano sulla fronte di Vegeta: la sua collera aumentava di secondo in secondo.
Fece davvero molta fatica a trattenersi dal picchiarli tutti.
Gli occhi della piccola Bra divennero lucidi.

“Signor Brief! Ha perso la lingua?!”
“…No”
“Oooh! Ebbene? Si sforzi di formulare una frase, forza!”

-Deriso e preso in giro da un branco di mocciosi e da una femmina terrestre? Non se ne parla…-

“…Andate tutti al diavolo!”

Vegeta si alzò di scatto, facendo ribaltare la piccola sedia di legno sulla quale stava seduto fino a un attimo prima.
Osservò la classe con disprezzo e poi, senza preavviso, imboccò l’uscita e se ne andò.
Fu inevitabile che le lacrime cominciassero a scivolare sulle guance calde e arrossate di Bra.
Una goccia cadde sul foglio del tema.
“Papà…”

 


 

 

Eeeeeeeeccomi qua, miei cari!! Che differenza di lunghezza fra il primo e il secondo capitolo!
Allora? Vi sta piacendo? Povera Braaaa… -singhiozza e si soffia il naso-
Scusate la mancanza di “azione”, ma per quella ci vuole un po’ di tempo.
Cosa starà facendo nel frattempo Raysell? (Ray-chi?? o.O nd lettori)
Ma sì! Il ragazzo che ha giurato al suo signore di non fallire la missione!
(......................nd lettori) Capito, và…
I commenti sono sempre graditi, ma in realtà mi basta sapere che leggiate^^
-Inserisce i proiettili nel fucile a doppia canna, con una sigaretta un bocca-
XD Naaaaa, dormite sogni tranquilli: non potrei mai farvi del male! (…più o meno.)
Alla prossima! Un abbraccio a tutti!!

                                                               °Satsuriko°

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder  chm editor perl editor ide

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Satsuriko