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Autore: LenK    19/10/2013    1 recensioni
«È facile per te, no?» disse in tono amaro a Natsu. «È facile per voi!» aggiunse, a voce più alta, rivolta a tutti i maghi del gruppo di Tenrou che insistevano per partecipare alla competizione. «Non siete stati qui in questi sette anni, non sapete quello che ha passato la Fairy Tail! Costretti ad abbassare la testa tutti i giorni, a classificarsi ultimi e uscire dall’arena accompagnati dai fischi del pubblico!».
Si fermò un attimo per riprendere fiato e strofinarsi una manica del vestitino sugli occhi.
Tirò rumorosamente su con il naso.
«Ma visto che siete così convinti, andate pure.» convenne tristemente. «Solo, non aspettatevi che io sia d’accordo.».
Fanny corse fuori, sbattendosi il portone della gilda alle spalle.

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Anno X789, Crocus, capitale del regno di Fiore. Sei gilde, una competizione. Una storia di amicizia e orgoglio, il racconto di una disfatta.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rogue Cheney, Sting Eucliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fairy Tail, anno X789
 
Un’onda di energia sonica fendette la nebbiolina argentea e l’urto scaraventò a terra il primo manichino.
Fanny ruotò su se stessa e slanciò le braccia in avanti, con i palmi aperti rivolti verso il secondo: «Ultra-sound Wave!» sibilò. Anche l’ultimo fantoccio cadde, con la superficie schiacciata dalla forza del colpo. Fanny si asciugò il sudore dalla fronte e indietreggiò di qualche passo per osservare l’esito del suo allenamento.
«Fanny!» si sentì chiamare. «Dove sei?».
Gli ultrasuoni che la maga aveva inviato a sondare il territorio rimbalzarono contro due corpi, e Fanny si voltò in direzione dell’ostacolo avvertito, intravedendo i contorni di due alte figure che le venivano incontro. La maga sobbalzò e perse la concentrazione, e la nebbia si diradò.
Alla luce rossastra del sole che tramontava dietro le colline di Magnolia, il Master Macao e il suo consigliere Wakaba riuscirono a individuarla e a raggiungerla.
«Fanny, ti avevo chiesto di non sollevare quella nebbia infernale nel cortile della gilda… Non vorrei che qualcuno si facesse del male» la rimproverò Macao burbero.
«Ehm, chiedo scusa, Master!» replicò Fanny, con un sorriso furbetto in volto che lasciava intendere che non si sentiva per nulla dispiaciuta e con tutte le probabilità l’avrebbe fatto un’altra volta.
Lo sguardo di Macao cadde sui manichini a terra, deformati dagli attacchi della ragazza.
«Complimenti per il tuo allenamento, comunque. Diventi ogni giorno più forte, eh?» la lodò il Master.
«Tra un po’ non riusciremo più a colpirla neanche per sbaglio» confermò Wakaba, soffiando allegramente nella sua pipa.
Fanny gonfiò il petto orgogliosa.
«A proposito di questo…» la ragazza decise di approfittare dell’occasione per avanzare una proposta a cui stava pensando da un po’ di tempo. «Lo so, lo so che abbiamo sempre scelto la delegazione per i Grandi Giochi della Magia tirando a sorte, però… Insomma, io non sono stata estratta nemmeno un volta in quattro anni! Per quest’edizione non potresti…».
Macao sospirò. «Ne avevamo parlato.».
«Non credi che sia giusto darmi una possibilità?» tentò di metterla sul personale Fanny.
«Hai così voglia di prendere una bella batosta?» la rimbeccò Macao alzando un sopracciglio.
Fanny incrociò le braccia sotto il piccolo seno. «Hai appena detto che sono forte, Master» protestò fingendosi offesa.
Wakaba inspirò una profonda boccata di fumo, lanciando un’occhiata d’intesa all’amico Macao. «Chissà se beccarsi due schiaffi dai maghi più potenti di Fiore calmerà i bollori a questa ragazzina…».
Macao si lasciò andare a un sorriso obliquo, che riportò indietro di una decina d’anni il suo volto stanco. «Chissà…» gli fece eco, malizioso, strizzando un occhio a Fanny.
Quest’ultima esultò. «Yay! Grazie-grazie-grazie!». Spiccò un piccolo saltello per l’euforia.
«Chiaramente gli altri membri del team saranno selezionati con la consueta estrazione» chiarì Macao.
«Non c’è problema» asserì l’altra serenamente. «Mi fido di tutti i miei compagni» lo rassicurò sorridendo.
Tutto quello che Fanny Mangrove aveva sempre voluto era sentirsi utile.
Voleva sentirsi utile quando, da bambina, bruciava il fondo delle padelle nel tentativo di cucinare le cena per i suoi genitori, per far trovare loro un piatto caldo quando tornavano a casa distrutti dal lavoro.
Voleva sentirsi utile quando, a scuola, passava ai compagni di classe una copia dei suoi compiti tutti sbagliati, cercando persino di imitare la scrittura di quelli che conosceva meglio.
E voleva sentirsi utile per la sua seconda famiglia, la sua gilda, la Fairy Tail.
Negli ultimi tempi si stava allenando più duramente di quanto non avesse mai fatto; si imbarcava nelle missioni più pericolose, spulciando la bacheca semivuota in cerca degli incarichi con la ricompensa più elevata, per guadagnare più denaro.
Se necessario, avrebbe risollevato da sola l’onore della Fairy Tail, e i Grandi Giochi della Magia che si sarebbero tenuti di lì a pochi giorni erano l’occasione perfetta per dimostrare che per la sua gilda non era ancora scoccata l’ora di alzare bandiera bianca.
Ad un tratto, i muscoli di Fanny si irrigidirono.
«Twilight Ogre…» soffiò tra i denti la ragazza, come un gatto che drizza il pelo.
Macao e Wakaba, allarmati, puntarono lo sguardo verso il cancello sgangherato della gilda, che tre membri della Twilight Ogre stavano attraversando proprio in quel momento.
L’attuale gilda più importante di Magnolia tormentava la Fairy Tail ormai da anni. Dal primo prestito di denaro che erano stati costretti a chiedere, le cose erano velocemente precipitate. Il loro debito andava accumulandosi, così come le vessazioni subite.
Il loro Master, Banaboster, spediva il suo braccio destro Thibault a riscuotere la rata del pagamento una volta al mese, ma i soldi scarseggiavano e da qualche tempo i pestaggi erano all’ordine del giorno.
«Buonasera, vermi di Fairy Tail!» sghignazzò Yamaguchi, uno dei tre elementi del gruppetto che era appena entrato nel cortile dell’edificio. Il suo saluto fu accompagnato dalle risate canine dei suoi compagni.
«Cosa volete?» chiese Macao.
Non potendo fare di più, Fanny lanciò un’occhiata di disprezzo a Thibault; era un uomo sgradevole, con un disgustoso cespuglio di capelli neri, violento e malevolo. Quando parlò, la sua voce stridette come il grattare di unghie su una lavagna. «Siamo qui per i soldi di questo mese. Ci servono altri fondi per i nostri equipaggiamenti in vista dei Grandi Giochi della Magia, e così abbiamo pensato di venire a riscuotere con una settimana d’anticipo…».
Macao sembrò spiazzato. Abbassò lo sguardo, iniziando a tormentarsi le mani l’una con l’altra.
«È ancora presto. Non li abbiamo.» rispose sulla difensiva Wakaba, notando che il suo amico era in difficoltà.
«Oh-oh. Quante volte vi abbiamo detto che sarebbe il caso di impegnarsi di più con le missioni?» ridacchiò l’uomo, ben consapevole del fatto che alla gilda di Fairy Tail non venivano più affidate missioni importanti da molto tempo, dato che era proprio la Twilight Ogre a godere della reputazione migliore.
Macao tirò fuori dalla tasca della lunga giacca il proprio portafoglio.
«Non ho diecimila Jewel. Qui ce ne sono ottomila. Prendeteli tutti, e il prossimo mese vi darò quello che manca.» affermò il Master, tirando l’intero borsello a Thibault, che lo afferrò al volo.
«Non sono abbastanza, feccia!» ringhiò Bard. L’enorme mago della Twilight Ogre fece roteare il robusto martello che usava come arma e lo scagliò vigorosamente contro Macao, in un impeto di rabbia.
Macao, incapace di reagire, trattenne il fiato preparandosi per l’impatto, ma questo non venne.
Le dita di Fanny si erano strette contro il legno dell’impugnatura dell’arma, bloccando a mezz’aria il suo movimento. Il Master non poteva vederla in viso, dato che la ragazza gli dava le spalle, ma sapeva che Fanny stava tenendo gli occhi chiusi.
«Ho io i soldi che mancano.» dichiarò, estraendo un sacchetto dalla bisaccia che aveva a tracolla. «È la ricompensa per la cattura del fuorilegge Dogsend. Duemila Jewel precisi.». Si fece avanti per consegnare l’importo in mano a Thibault, il capo della delegazione, pur senza risparmiargli uno sguardo di fuoco.
«Grazie, Pipistrellino» la prese in giro. Lei si morse la lingua per trattenersi dal ribattere.
«Rendimi il martello, stupida gallina» inveì Bard, strappandole con prepotenza dalla mano l’arma che Fanny stava ancora impugnando, facendola barcollare per la violenza dell’azione.
«Beh, ci vediamo a Crocus la prossima settimana, perdenti!» li canzonò Yamaguchi, sfregandosi le mani e iniziando a dirigersi verso l’uscita insieme al resto del gruppo tra le risate generali.
Avevano già oltrepassato il cancello quando Thibault si fermò un attimo per infierire con un «Sempre che abbiate il coraggio di presentarvi…» sibilato tra le grate.
Un tremito di rabbia scosse il corpo di Fanny.
Macao e Wakaba erano rispettivamente il Master della gilda e il suo Consigliere ufficiale. La giovane maga non capiva come potessero essere così sottomessi e arrendevoli a quelle manifestazioni di prepotenza. Sapeva quelle ombre erano solo le pallide imitazioni dei grandi maghi che erano stati un tempo. Nei suoi ricordi di bambina, quei due erano la coppia vincente che sconfiggeva le orde di mostri di montagna che infestavano le foreste di Magnolia.
«Master…»
«Vieni, Fanny, è ora di decidere i tuoi compagni per il festival!» la chiamò l’uomo bonariamente, come se nulla fosse accaduto. Wakaba le sorrise rassegnato.
Fanny scrollò le spalle.
Lasciò che si avviassero e, prima di seguire dentro i due uomini, alzò lo sguardo verso il cielo al tramonto, colorato di un rosso che ricordava le alte fiamme di falò.
Natsu-san… dove sei?
 
~
 
All'interno della gilda l'atmosfera era allegra. Nonostante i continui soprusi, i membri avevano deciso di fare buon viso a cattivo gioco e seguitare a riunirsi nella loro sede tutti i giorni, compiendo le loro attività quotidiane in gruppo.
Dopo aver chiesto un bicchiere di succo a Kinana, Fanny si avvicinò al tavolo dove la piccola Asuka, quattro anni compiuti da poco, guanciotte rosse e una massa indomabile di capelli neri, era china su un foglio con una matita tra le manine, sotto gli sguardi amorevoli di Alzack e Bisca.
«Che fai?» le domandò Fanny teneramente, scompigliandole le ciocche della frangetta.
«Un disegno!» rispose la piccolina.
Fanny si sporse oltre la testa della bambina per sbirciare il foglio: Asuka aveva ritratto un omino vestito di nero in una posa strana e scomposta, con le gambe larghe e le braccia piegate in modo innaturale.
Le scappò da ridere, ma allo stesso tempo lo trovava familiare.
«Ultimamente non fa altro che disegnare Vijeeter» rivelò rassegnata Bisca, mostrando a Fanny le ultime prodezze artistiche di Asuka, alcuni fogli pieni di acrobati con il turbante ritratti in pose plastiche.
«Oh cavolo, è lui!» lo riconobbe la ragazza, decodificando i disegni.
«Gli somiglia terribilmente, eh? Sono un po' preoccupato» confidò Alzack con una risata, e Fanny e Bisca si unirono alla sua ilarità.
Il chiacchiericcio spensierato nella sala fu interrotto dall'arrivo del Master e di Wakaba, che si erano ritirati qualche minuto prima al piano superiore per tirare a sorte i membri della delegazione di Fairy Taiil che avrebbe partecipato ai Grandi Giochi della Magia.
«Ehm-ehm» si schiarì la gola Macao. «Un attimo di attenzione! Ho qui i risultati dell’estrazione!».
In due secondi di trambusto, tutti i presenti si alzarono in piedi e si affollarono intorno al Master, che iniziò a leggere il nome scritto sul primo dei quattro bigliettini.
«Alzack!».
Lui trasalì. «Io?».
Fanny, che si trovava al suo fianco, gli posò gentilmente una mano sull'avambraccio, mentre Bisca gli stringeva una mano tra le sue. La ragazza era piuttosto soddisfatta della presenza di Alzack; era un po' timido e insicuro, ma la sua magia poteva essere sfruttata in molte situazioni. Fanny poteva intuire cosa passasse per la testa dell'uomo in quel momento: l'anno prima era toccato a Bisca partecipare e lei era stata pesantemente percossa da Orga Nanagear della Sabertooth in uno scontro uno contro uno, finché era stata costretta a ritirarsi dal combattimento.
Immaginava che in Alzack ci fosse un misto di timore per la sfida e di voglia di vendicare l'amata moglie.
«Jet!» esclamò Macao.
Il mago dell'High Speed si infiammò: «Due anni fa c’era una gara di corsa e io non ho partecipato… È ora di rifarmi!». Fanny apprezzò il suo spirito combattivo e rivolse un pollice alzato al nuovo membro di quello che non poteva fare a meno di considerare il suo team.
«Laki!» lesse poi il Master.
La ragazza fece un ampio sorriso e si accostò agli altri due selezionati. Fanny sorrise di rimando alla sua amica; nonostante la differenza d'età, Laki era una delle sue amiche più care a Fairy Tail ed era felice di poter combattere al suo fianco.
«E Vijeeter!»
Il ragazzo con il turbante, sbalordito, commentò: «Vi aiuterò con le mie danze», chinando il capo in un accennato inchino.
Un'estrazione aveva i suoi pro e contro, dopotutto.
Fanny si batté una mano sulla fronte, nascondendosi dietro la schiena di Wakaba per non farsi vedere.
 
~
 
L'espresso partito da Magnolia correva veloce sulle rotaie, diretto verso la capitale del Regno di Fiore, la prospera Crocus.
Per la delegazione di Fairy Tail era stato impossibile trovare dei posti vicini a causa della grande quantità di gente che cominciava per tempo a spostarsi verso Crocus, in vista dell'inizio della competizione magica più attesa dell'anno.
I cinque partecipanti erano stati scortati dal Master e da Wakaba, mentre il resto della gilda li avrebbe seguiti più tardi per fare il tifo dalle gradinate.
Fanny era seduta vicino a Laki Olietta, che continuava a importunarla ciarlando sulle ultime tecniche che aveva sviluppato.
«E quindi riesco a creare un paio di manette di legno che intrappolano l'avversario, e sarebbe ancora più scenografico se riuscissi a procurarmi anche una frusta!».
«Mh-mh» mugugnò Fanny in risposta.
«Secondo te come potrei chiamarla?».
«La frusta?» le chiese stralunata la castana.
«Ma no, la tecnica!» la rimbeccò Laki lamentosa.
Fanny ci pensò un po' su, questa volta con rinnovata attenzione. Anche lei aveva la mania di dare un nome alle sue magie, sebbene trovasse un po' strana la fissa di Laki di utilizzare nomi lunghi e complicati a tema amoroso.
«Wood Make: Locked by Love» le suggerì, arricciando le labbra pensierosa.
Laki ripeté il nome a mezza bocca e parve convinta da come le suonava, perché abbracciò l'amica di slancio esclamando: «Wow, sei un genio!», mentre Fanny cercava di placarla, non amando le effusioni in pubblico.
«Comunque» le domandò Laki una volta che si fu tranquillizzata «Che ne pensi della nostra squadra?».
«Mi vanno bene tutti» tentò di glissare Fanny.
«Beh, sì, non sono male. E minaccerò Vijeeter di incatenarlo per i pollici al soffitto della mia camera se ci farà perdere» commentò sadica la maga del legno.
«Ehi!» la rimproverò l'altra, tirandole una gomitata scherzosa. «Magari anche lui si rivelerà utile».
Laki aggrottò le sopracciglia.
«E poi che ne sai, magari ci sarà una gara di danza.» continuò la castana.
«E dai, Fanny...» la prese in giro Laki con una risatina maligna.
La verità era che Fanny avrebbe smaniato per partecipare ai Grandi Giochi della Magia anche se avesse avuto a disposizione un team di quattro bambini dell'asilo. Era stanca di assistere alla competizione dalla Lacryma Vision o dagli spalti, e ora che toccava a lei scendere in campo non si sarebbe tirata indietro davanti a nulla.
Si accorse che si stava agitando un po' troppo e si rivolse alla ragazza al suo fianco.
«Io provo un po' a dormire» mentì. «Casomai, svegliami quando arriviamo».
Fanny si girò dall'altra parte per guardare il panorama dal finestrino, fingendo di sentirsi tediata. Simulare noia era una delle abilità che un capo doveva possedere: non poteva permettere che il gruppo vedesse il proprio leader eccitato come un mocciosetto.
Distaccata e indifferente, Fanny, si ricordò mentalmente. È così che sono i veri capitani.
Le campagne di Fiore scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, i colori caldi dell'estate si mescolavano all'azzurro limpido che aveva assunto il cielo quella mattina come in un quadro astratto, uno di quei capolavori di Reedus che a Fanny piaceva rimirare da tutte le angolazioni. Spesso si divertiva ad appendere le tele al contrario o a testa in giù, per rivoluzionare un po' le cose. Reedus si lamentava del fatto che, a dispetto della sua magia, Fanny avesse un pessimo senso dello spazio.
Fanny, compiaciuta di se stessa, ribatteva che si trattava semplicemente un modo diverso di vedere le cose.
 
 

 
Ho aggiornato piuttosto in ritardo, ma avevo avvertito :3
Non ho voluto spiegare subito come funziona la magia di Fanny, ma penso che intanto da questo capitolo qualcosa si sia intuito! Inoltre immagino che avrete notato una protagonista diversa da come era apparsa nel primo capitolo: non è che sia andata OOC nel descrivere i miei stessi OC (perdonate il gioco di parole!), ma semplicemente questo capitolo è ambientato due anni prima della narrazione del primo capitolo e nel futuro Fanny è cambiata :)
 
La passione per la tortura di Laki non l'ho inventata io, è una sua caratteristica che viene rivelata nell'OVA Fairy Hills XD Sono stata invece costretta a inventare alcuni membri della Twilight Ogre, di cui non si sa molto nel manga.
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima!

Len
 
  
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