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Autore: Hosgood    10/04/2008    1 recensioni
Un progetto di long fiction su Naruto, ambientato in un epoca rinascimentale non ben precisata..
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Scherma Rotolò sul pavimento, pesto ed esausto. Il respiro corto, affannato, il sudore che gli inzuppava i vestiti: ogni singolo muscolo del corpo gridava di dolore, mentre il sangue scorreva caldo e acido da una decina di piccoli tagli.

"Ho perso.. ancora." C'era rabbia nella voce, una profonda ira che partiva fino dallo stomaco per poi schizzare fuori, caustica prima di tutto verso se stesso.
"Cristo, ho perso di nuovo contro un maledetto vecchio idiota".

"Hai perso perchè ti ostini a non capire." Questa nuova voce veniva da un'altra figura, un uomo più tendente ai cinquanta che ai quaranta, il fisico pesante anche se non privo di una misteriosa grazia: un ballerino ingrassato, o un atleta sul viale del tramonto.
"Non cerchi mai di fare quello che ti dico.. ti ostini troppo nel tuo battere la spada come un martello."
Fece oscillare la sua, in un rapido cerchio di lucente acciaio: il movimento fu così rapido che l'occhio del giovane, che si era alzato sui gomiti, riusci a malapena a seguirlo.

"Ho perso perchè sei dannatamente veloce, e più abile: hai combattuto per una vita intera" C'era ancora quel tono di rancore, anche se unito ad una sorta di rassegnazione.
Il vecchio scosse il capo, ed una ciocca di bianchi capelli cadde davanti agli occhi.
"Tu perdi sempre perchè combatti con la spada, e poni fiducia solo in quei centimetri di acciaio temprato. Io non ho mai studiato scherma, nè ho mai pensato di essere un fulmine, ma ho imparato una cosa fondamentale: prima di combattere con questa" disse muovendo la spada davanti agli occhi del giovane "devi imparare a combattere con questo."
L'acciaio penetrò lievemente nel sottile strato di cute e carne della fronte, raschiando con la punta contro l'osso. Il giovane represse un gemito, mentre il sangue colava copioso sugli occhi e sul viso.
Poi il vecchio ritirò l'arma e disse: "Per oggi finiamo qua. Domani mi aspetto che tu riesca a parare almeno cinque colpi di fila.. e chissà che tra qualche giorno tu non riesca anche a colpirmi." Rise dopo queste ultime parole, per poi uscire dalla porta del salone.

Di botto il giovane si abbandonò contro il tavolato, con un rumore sordo: battè forte la nuca, tuttavia ignorò quella sensazione per concentrarsi sul ricordare ogni singolo momento dello scontro.
"Vecchio.. giuro che ti ammazzerò."

"Ti ho sentito, sai!"
Stavolta risero insieme, di gusto e a lungo. Poi improvvisamente il giovane si interruppe, tossendo e sputando sangue.
"Che pugno.. mi sa che mi ha allentato qualche dente.. Che diavolo di dolore.."
Con una certa sofferenza si mise a sedere, gemendo nel contrarre gli addominali sfiniti dalle ore di esercizio. Dannato lui e le sue stupide idee, il suo cercare di essere perfetto almeno in qualcosa, in quella sua vita da perdente nato.
Non dotato negli affari, non religiosamente piegato davanti alle necessità del clero, non autoritario nel comandare il popolino del contado. Intelligente, certo, ma anche in quello carente: niente capacità di applicazione, nessuna concentrazione. Nemmeno per fare il filosofo, o il matematico, era buono.
Solo nel maneggio della spada era stato il migliore tra i suoi cugini, ma era passato il tempo dei cavalieri senza macchia e senza paura: ora era il denaro lo scudo migliore dietro cui nascondersi, e la merce la spada per aprirsi la strada tra i nemici.

Sospirando si stiracchiò, mentre lentamente il sordo indolenzimento dei muscoli cala di intensità. Tuttavia non potè reprimere una sensazione di disgusto annusandosi.
"Bagno."
Raccolte le energie si alzò in piedi, curvo come un anziano anzichè dritto come il giovane di nemmeno diciott'anni che era: il crudele paradosso della vita, i ruoli invertiti tra lui e il maestro. Sbadigliano, si avviò verso la porta aperta della sala da scherma.

  
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