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Autore: Moonage Daydreamer    19/10/2013    3 recensioni
Ero l'emarginata più emarginata dell'intera Liverpool: fin da quando era bambina, infatti, le altre persone mi tenevano alla larga, i miei coetanei mi escludevano dai loro giochi e persino i professori sembravano preferire avere a che fare con me il meno possibile, come se potessi, in uno scatto di follia, replicare ciò che aveva fatto mia madre.
(PRECEDENTE VERSIONE DELLA STORIA ERA Lucy in the Sky with Diamonds, ALLA QUALE SONO STATE APPORTATE ALCUNE MODIFICHE.)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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I'll be back.
 

- Oh, ti prego, fa’ che non sia vero … - gemetti. Strinsi le ginocchia al petto e cominciai a dondolarmi nervosamente.
- Non è possibile, non ci posso credere … - continuavo a ripetermi abbandonata sulla panca di legno.
- Cerca di calmarti, non è la fine del mondo. - mi esortò Stu battendomi una mano sulla spalla.
- Non è la fine del mondo?! - esclamai sull’orlo di una crisi di nervi - Ci hanno appena arrestati! -
Misi la testa fra le ginocchia.
- Adesso aprono i gas. - piagnucolai. - Non rivedrò mai più il mio cucciolone … -
- Qualcuno la faccia smettere… - sbuffò John, poi si alzò e andò a picchiare contro la porta sprangata. - Non è che si potrebbe metterla da qualche altra parte? No? Peccato … -                 
Quando tornò a sedersi gli tirai una gomitata, quindi mi sforzai di calmarmi: il massimo che poteva capitarmi era che mi rimpatriassero ( prospettiva che tutto sommato non era così deprimente) così come era capitato a George, visto che io non c’entravo niente con il preservativo cui Paul e Pete avevano dato fuoco.
- Ma come si fa ad essere così deficienti? - borbottai.
- Dai, Anna, l’hanno fatto per ridere … - commentò Stu.
- Infatti ci stiamo tutti sbellicando dalle risate! - esclamai arrabbiata; era facile per loro, che non erano lì lì per avere un attacco di panico, non avevano la tachicardia né la voce della loro Coscienza che non faceva altro che insultarli.
Passarono ore prima che ci scagionassero, e quando finalmente ci lasciarono andare ero talmente sollevata che cominciai a saltellare per la strada, ridendo come una matta.
- La ragazza soffre di sbalzi d’umore. - commentò John sotto i baffi.
Lo zitti con un bacio, poi abbracciai Stu, che mi strinse i fianchi ridendo e mi fece fare una piroetta. Appena toccai terra, John mi prese per mano e mi cinse le spalle, tirandomi verso di sé.
- Non sarai mica geloso? - lo stuzzicai, ma lui aveva già la risposta pronta: - Be’, ti ho sorpresa a limonare con Ringo. -
- Non è stata colpa mia! - protestai, poi, mentre camminavamo di nuovo verso la Reepherbann cominciai a cantare una canzone di Elvis, subito imitata dai miei due amici.
 
Quella sera la passammo insieme ad Astrid e Klaus, perché il giorno dopo io e John saremmo tornati in Inghilterra, mentre Paul e Pete erano stati rimpatriati immediatamente dopo l’arresto. Stu, invece, sarebbe rimasto ancora qualche tempo insieme ad Astrid.
- Peccato che sia successo questa cosa. - commentai, bevendo un po’ di birra.
- Pensavi davvero che il nostro soggiorno qui sarebbe potuto finire in modo normale? - replicò John.
 - No, in effetti no. - concordai.
- Mi dispiace, però. - mormorò Astrid guardando Stuart.
- Tutta colpa di quel bastardo di Koshmider. - asserì John dopo un lungo sorso dal suo bicchiere. - Comunque pazienza, con tutta probabilità torneremo qui fra meno di un anno. -
Stu finì il contenuto del suo boccale, poi lo lasciò sul bancone del bar, prese Astrid per mano e la condusse al centro della pista per ballare un lento. La tedesca arrossì impercettibilmente, perché non c’era nessun altro che ballava, ma poi Stuart cominciò a baciarla e lei se ne dimenticò.
Come c’era da aspettarsi, John proruppe in una valanga di fischi e applausi. 
- Non puoi lasciarli in pace, almeno ‘sta sera? -
- No. - rispose lui con non-chalance.
Scrollai le spalle e alzai gli occhi al cielo: era assolutamente incorreggibile.
 
- John, perdiamo il treno! - lo ammonii mentre io e lui, accompagnati da Stu e i nostri amici tedeschi correvamo verso il binario. - Ti avevo detto di svegliarti prima! -
- Non è colpa mia se mi hai fatto fare le ore piccole. - mi provocò lui in risposta.
Non arrossii nemmeno, concentrata com’ero nell’individuare il nostro binario, mentre i nostri accompagnatori ridevano sotto i baffi.
- Toh, siamo in anticipo! - mi fece osservare, non con poca soddisfazione , il mio ragazzo. 
Ansimando troppo per potergli rispondere, mi limitai a scoccargli un’occhiataccia. Ormai Stu, Astrid e Klaus si stavano rotolando dal ridere.
Quando il capotreno fischiò annunciando l’approssimarsi della partenza abbracciai i tre ragazzi uno ad uno, con un sorriso un po' malinconico.
 - Ci vediamo presto, ragazzi. - li salutò John, dando tre baci sulla guancia ad Astrid e stringendo la mano agli altri due.
Rimanemmo in silenzio a guardarci qualche altro secondo, poi John mi toccò la spalla per esortarmi a salire sul treno.
Avevamo appena trovato uno scompartimento quando il treno cominciò a muoversi.
Mi affacciai al finestrino e salutai Klaus, Astrid e Stu con la mano. Dopo che fummo usciti dalla stazione mi lasciai cadere sul sedile.
- Sembra impossibile che stiamo davvero tornando a casa. -
Socchiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla spalla di John.
 - Tanto torneremo. - mi stroncò lui subito.
- Senza di me. - lo informai.
- Meglio, così mi dai campo libero. - rispose con un sorriso malizioso.
- Lo so che Koshmider ti arrapava, ma non preoccuparti: hai la mia benedizione. -
- Sei ancora arrabbiata con il Macca? - chiese John all’improvviso.
- No. - risposi. Era la verità: non ero più arrabbiata con Paul da quando, il giorno seguente lo scherzo dell’LSD, era venuto a chiedermi scusa, con un occhio nero e l’altro pieno di lacrime per il rimorso; e anche se non l’avevo perdonato ufficialmente, man mano che i giorni passavano il mio comportamento verso di lui era stato sempre meno ostile.
- Sono contenta di tornare alla normalità. - dissi, cambiando argomento. 
- Io no. Non sono fatto per la normalità. -
- Oh, me ne sono accorta! - ridacchiai, poi guardai il paesaggio fuori dal treno finché non chiusi gli occhi e mi addormentai.

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Eccomi qui! Sono tornata dopo un periodo frenetico che fra scuola e altri casini non mi ha lasciato molto tempo né voglia per scrivere molto, come sicuramente si nota da questo capitolo corto e assolutamente di passaggio. ( l’ho scritto solo perché mi serviva concludere la parte dedicata ad Amburgo.)
Sappiate solo questo: stiamo arrivando alla fine. ( Sembra impossibile, lo so), ma prima di allora ho ancora qualche sorpresa per voi. (Mhuaaaaaa!)
Alla prossima, quindi!


saradepp: Oh, sono lungi dal pensare che quello che scrivo sia perfetto, ma grazie comunque! Mi hai riempita di felicità (confesso che Magical Mistery Tour è anche uno dei miei capitoli preferiti!)
 
weasleywalrus93: no, mi In realtà ho pensato che  Revolution 9 fosse inadatta a questo capitolo, poiché l’ho sempre ascoltata mentre scrivevo gli incubi e mi sembrava un po’ troppo cupa per il trip di Anna. ( che è una sorta di alterego buono degli incubi).
Eh, no spiace, John è mio!!!!! (scherzo, ovviamente, possiamo fare un po’ a testa: ti va bene se te lo lascio il 30 febbraio??! )  
 
Cagiu_Dida: grazie mille, davvero! Sono contentissima nel sapere di soddisfarti sempre!

 
Peace n Love.

 
  
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