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Autore: Ninriel    19/10/2013    3 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 26
-Yehd, norn jarig. Zahir fa Warihea ta qebr Donix -
Le parole dell'uomo restarono sospese nell'aria, mentre le ninfe si inchinavano alla custode.
In quel momento, in quel preciso attimo, Allison sentì nelle vene scorrere il potere della dea, sentì le proprie ali ancora aperte, tendersi maestose nello spazio che la circondava, vide l'aria intorno a sé illuminarsi rossastra contrastando il nero della notte.
Osservò tutte le teste chine intorno a lei, e percepì l'enormità del proprio ruolo.
Tutti si aspettavano qualcosa da lei, tutti riponevano nelle sue capacità un fiducia che lei non condivideva, e quel segno di rispetto e sottomissione ne era l'esempio.
Trevor, accanto a lei, aveva un espressione stupita. La ragazza si chiese se stesse provando le sue stesse sensazioni.
Si  era sempre sentita costretta da lacci troppo corti nel mondo degli umani, e solo ora se ne rendeva conto. Quel potere sconfinato che ora sentiva dentro di sé, nel suo mondo non era mai apparso in tutta la sua completezza. Ora invece le sembrava di essere la fiamma stessa, e la sua pelle rifulgeva vermiglia dall'interno, come se i battiti del suo cuore stessero spingendo nelle vene l'essenza stessa del fuoco.
Si sentiva completa.
Improvvisamente una morsa le stinse il petto, e mille incertezze la turbarono. Sarò in grado di dare a queste persone ciò di cui hanno bisogno? La speranza nei loro occhi... saprò alimentarla, o si spegnerà quando capiranno che sono all'oscuro di tutto ciò per cui sperano?
La sicurezza che aveva provato svanì come era apparsa, lasciandola sola sotto la sguardo penetrante dell'uomo che aveva parlato.
Era anziano, ma nonostante profonde rughe solcassero il suo viso, non vi era in lui la tipica aria trasognata delle persone che portano sulle proprie spalle molti anni, anzi.
Il suo sguardo era fermo, deciso, e dai suoi occhi traspariva autorità.
L'uomo chinò il capo come le altre ninfe, ma non rimase in quella posizione per molto. Il suo sguardo incrociò quello della ragazza .
-Finalmente è arrivata, custode. Da molto tempo attendevamo il suo arrivo.  - La sua voce pronunciò le parole nella stessa strana lingua che aveva usato la prima volta, ed solo allora Allison si rese conto  di riuscire a comprenderla normalmente. 
-Tutto il popolo attendeva impaziente che lei ed il suo guardiano arrivaste e prendeste il posto che vi spetta...-
-Spero di aver raggiunto le aspettative.- La ragazza rispose nella stessa lingua, pentendosi subito delle proprie parole. L'uomo fece un impercettibile smorfia.
Non sapeva come si doveva comportare con quello che probabilmente era il capo villaggio, il Quy'Ohz, ma alle sue parole molte delle ninfe che la circondavano alzarono il capo, osservandola con discrezione.
Allison le osservò a sua volta, con curiosità. Vi erano molti giovani, ragazze e ragazzi, mentre poche erano le facce toccate dalla vecchiaia. Tutti portavano abiti simili a quelli di Trevor, e molti, sopratutto tra gli uomini, osservavano il vestito che indossava, con espressioni scettiche e desiderose.
La ragazza girò su se stessa, notando che ancora molti tenevano lo sguardo fisso per terra. -Potete smettere di restare così- commentò, notando l'immobilità che la circondava.
-Vorrei che mi guardaste, sul serio. -Ripeté, ed a stento trattenne una risatina osservando le loro facce stupite. Probabilmente le custodi non si rivolgono direttamente al popolo...Intuì. Lanciò un occhiata al Quy'Ohz, la lui la guardò in attesa. Si aspetta che faccia un discorso di presentazione? Si chiese confusa, ma non ci fu nessuno a darle una risposta. Prese un respiro profondo e parlò di nuovo, con una sicurezza che non aveva.
 -So che forse non vi aspettavate una persona come me, ma eccomi. Sono la custode.- Fece una pausa mentre tutti le rivolgevano lo sguardo, interrogativi. -So che non è normale che una custode venga da un altra dimensione, ma io ed il mio guardiano siamo qui per un motivo a noi ignoto. L'unica cosa che sappiamo, l'unica cosa che so, è che il mio compito è fare da tramite tra voi e la Dea.-
Un brusio si alzò dalle decine di persone intorno a lei, spegnendosi subito quando continuò a parlare. -Non conosco le vostre usanze, né la vostra vita. L'unica cosa che so è che la Dea mi ha parlato, quando mi sono trasformata la prima volta. -  Il silenzio attorno a lei  si fece pesante, e la ragazza si stupì di essere riuscita a catturare così  l'attenzione.
Continuò -La Dea, l'elemento vostro protettore, mi ha lasciato un profezia. Ella ha detto: “ Quando la fiamma si spegnerà, solo uno potrà risvegliarla. Egli amerà e verrà spezzato, e allora la fiamma potrà risorgere”. Il mio compito è quello di proteggervi, e sarà quello che farò finché mi sarà possibile. -Concluse. Le ali maestose frusciarono, mentre rientravano nella sua schiena, tornando semplici linee rosso rubino. 
Il vociare sommesso che seguì le sue parole la rese fiera. Lei che non riusciva a portare a termine un interrogazione senza interrompersi molteplici volte, era riuscita a farsi ascoltare e rispettare con una facilità che le era estranea. Trevor la guardò con un sopracciglio alzato, e le braccia incrociate, ma lei lo ignorò.
 Rivolse nuovamente la propria attenzione all'uomo, che la fissava serio -Immagino siate stanca- constatò lui. Nessuno stava più badando a loro, e tutti erano presi nel trarre conclusioni dopo il discorso della ragazza.
 Allison fece un gesto con la mano, scuotendo la testa -Solo un poco. - minimizzò. Non voleva apparire debole, ma un bel sonno ristoratore non sarebbe stata una cattiva idea.
L'uomo si girò verso le ninfe, ottenendo subito il silenzio. Quest'uomo... il rispetto che si è guadagnato da tutto il popolo è sorprendente, come potrò io guadagnarne altrettanto? Come potrò prendere il mio posto sapendo che mai avrò la sua competenza? Si chiese, cominciando ad avvertire il ritorno della sua classica insicurezza.
-La custode ha parlato. Siete liberi di tornare al villaggio.- Il Quy'Ohz parlò alla folla, che si disperse lentamente seguendo i suoi ordini, e defluendo dall'unica uscita della radura. Il brusio scemò con il liberarsi dello spazio, nel quale rimasero solo due persone, un ragazzo ed una donna, che invece di seguire la massa si avvicinarono a loro.
Allison guardò anche loro con curiosità, così come aveva fatto con le altre ninfe. Tra tutte le persone che aveva visto, non era riuscita a trovare qualcuno che fosse brutto. Tutti, sia donne che uomini, avevano lineamenti regolari. Non era la perfezione, poiché ognuno aveva qualche particolare a caratterizzarlo, tutti avevano un corpo ed un viso armonico, senza discordanze.
Anche loro due non facevano eccezione. La donna era minuta, con una chioma folta di capelli bianchi, in netto contrasto con gli occhi vispi e scuri. Il ragazzo invece era un tipico “puttaniere”, e la fissava ammiccando.
Era davvero un bel ragazzo. Alto, muscoloso, con sbarazzine ciocche castane a contornagli il viso, e occhi di un grigio tempestoso. Allson si chiese come mai capitasse solo a lei di incontrare ragazzi belli e stronzi, ricordando i suoi primi incontri con Trevor. 
L'uomo che le stava ancora accanto, si lisciò la lunga barba, interrompendo il filo dei suoi pensieri
. -Io sono il Quy'Ohz, come avrà intuito. Il mio nome è Rhao. -  Si presentò. Quando aveva parlato con il popolo lo aveva fatto in veste di capo villaggio, mentre  in quel momento il tono autoritario si era affievolito.   Poi indicò la donna accanto a lui, ed il ragazzo che la fissava in silenzio.
Però...È un gran pezzo di ragazzo... Allison  fece per tendere una mano alla donna, ma  ci ripensò. Probabilmente lì non conoscevano il gesto.
-Felice di conoscervi, Quy'Ohz. Come  sapete, io sono la custode. Potete chiamarmi  Allison...  E lui è Trevor, è il mio...-.
 -Guardiano. Sono il suo guardiano. - Le venne in aiuto lui,  lanciandole un occhiata che per una volta non era maliziosa, ma irritata per la sua sbadataggine. . Che abbia preso sul serio questa storia? 
Lei fece una smorfia infastidita,  ricordandosi dell'avvertimento di Paige. Anche se non aveva specificato poi molto, una cosa aveva capito. Lì ad Ascabryh, Trevor era solo il suo guardiano, nulla di più
Se il Quy'Ohz notò il loro scambio di sguardi, non lo diede a vedere. -Le diamo il benvenuto, custode...-
-La prego, mi chiami Allison. E mi dia del tu. - lo peregò lei.
-Lo farò... se tu farai lo stesso.- Rhao abbozzò un sorriso, e sua moglie gli posò una mano sul braccio.
-Sinzie. - Si presentò sorridendo, con un cenno del capo. -Al suo servizio custode.-
Allison alzò gli occhi al cielo.- Quello che ho detto a lui vale anche per voi. Non sono abituata ad essere servita e riverita, nel mio mondo. -
Il Quy' Ohz... Rhao, devo chiamarlo Rhao.
Rhao si passò una mano sulla fronte, improvvisamente pensoso. -Già... domani avremo modo di discutere sulla tua vita passata, ma ora l'ora è tarda, e non dubito che abbiate bisogno di riposo.  Shon, accompagnali alla loro dimora. - disse rivolgendosi al figlio, con tono perentorio, l'autorità di capo villaggio che faceva nuovamente capolino, incontestabile,
Il ragazzo, che non si era presentato fino a quel momento, sbuffò,  -Certo padre. Venite. -  Non disse altro, mentre Allison inarcava un sopracciglio irritata dal suo comportamento.
Trevor fece per dire qualcosa, ma lei lo bloccò con una gomitata, che non passò inosservata a Shon. -Cosa c'è custode, il tuo guardiano non sta al suo posto?- la sbeffeggiò. Per essere le prime parole che mi dice... non ha cominciato bene. Chi si crede di essere?
-Shon! Porta rispetto!- La voce aspra di Sinzie lo fece ridacchiare. -Certo madre. -
Si girò verso Allison e Trevor. -Allora, avete intenzione di restare li?- senza aspettare risposta cominciò ad allontanarsi, obbligando i due a seguirlo in fretta.
Allison strinse gli occhi, lanciando un occhiata fugace a Rhao e Sinzie, fino a quando  alla prima curva del sentiero non scomparvero alla vista.
 Le parole le uscirono in un sibilo irato, mentre di fermava di scatto, gli occhi che lampeggiavano. - Senti un po', Shon. Abbassa i toni, o te li faccio abbassare io, e non sarà piacevole. -
Lui si voltò verso di lei, deridendola -E come intendi fare, di grazia? Hai detto tu stessa che pur essendo una custode non sai cosa comporta il tuo ruolo. Come pretendi di far pesare su di me un autorità che nemmeno conosci?-
La ragazza sorrise, avvicinandosi a lui lentamente. Si fermò ad un palmo dal suo corpo.
-Bene, almeno su una cosa siamo d'accordo: io non sto simpatica a te, tu non stai simpatico a me. - gli posò la mano sul petto, coperto da una maglia simile a quella di Trevor, che osservava la scena in silenzio, con un sorrisino sulle labbra.
Allison era vicinissima al volto di Shon, che la superava in altezza di dieci centimetri buoni, facendole reclinare il viso per guardarlo.
Shon sorrise, sentendo la vicinanza della ragazza, e si avvicinò ancora. - Continua, prego.-
Allison non se lo fece ripetere, alzandosi in punta di piedi e sfiorandogli un orecchio con le labbra. - Facciamo un accordo- sussurrò soffiando fiato caldo sulla pelle del ragazzo, e irritandosi quando sentì che non rispondeva alle sue provocazioni. -Io ti ignoro, tu mi ignori. Semplice ed efficace. Oh, e sappi che ci sono molti modi per rimetterti in riga, che non includono la mia autorità da custode. - Continuò Allison,.
Il ragazzo portò una mano sulla vita della ragazza, in silenzio, ignorando la presenza di Trevor.
Lui ghignò. - Per esempio?- la premette contro il proprio petto.
La ginocchiata che gli arrivò sui testicoli, accompagnata da uno schiaffo rovente, fu una chiara risposta alla sua domanda. Allison si allontanò da lui, osservandolo piegarsi in due e fissarla con odio.
-Brutta...-
Trevor fece un sorrisetto. -E così hai conosciuto la vera Allison eh? -
La ragazza ridacchiò, dandogli uno scherzoso pugno sul braccio. - Sei stato fortunato, tu, cosa credi. Ehi, Shon, che ne dici di portarci ai nostri alloggi, per una buona volta?-
 
Shon si rimise in posizione eretta.- Mi piacerebbe, ma al momento sono più preoccupato sulla possibilità di essere stato castrato. Chiediti come farai quando dovrai avere figli, Allison. - Sibilò, sorridendo falsamente.
Lei inarcò un sopracciglio. -Beh, dato che non li farò con te, non credo ci saranno problemi.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio ghignando. -Tu non immagini neppure...- Si girò, precedendo lei e Trevor sul sentiero sterrato. -In ogni caso lo scoprirai presto-
Non si preoccupò di spiegare il significato delle sue parole, ma Allison non ci fece caso.
Intorno a lei si succedevano alberi e arbusti, illuminati dalle onnipresenti fiaccole. Il sentiero aveva vari sbocchi, e si diramava nella foresta, ma mano mano che procedevano diventava via via più largo.
Fu quando Shon si fermò, che Allison e Trevor si trovarono davanti ad un panorama degno di un film.
Un lago, un gigantesco lago si stendeva davanti ai loro occhi. Le onde calme  si infrangevano con un lento scroscio tra i radi steli di erbe acquatiche sulla riva, illuminata da bagliori vermigli delle torce che si riflettevano sulla superficie liquida.
Tutta la riva, era contornata da ampie capanne di legno, disposte irregolarmente per tutto il perimetro, alle quali si intervallavano palafitte di legno tetro e dall'aria umida, costruite sulle sponde basse del lago.
Fu proprio davanti ad una di quelle che Shon si fermò, dopo aver camminato abilmente nel labirinto di capanne.. -Eccovi arrivati, e a mai più rivederci. -   Annunciò laconico, girandosi ed incamminandosi dalla parte opposta.
-ehi! Dove stai andando?- Allison lo richiamò indispettita.
Il ragazzo si bloccò -Cosa c'è custode, desidera che rimanga con lei per la notte? Non le sembra prematuro?-  Sarcastico.
Che strano, un momento è taciturno, irato si direbbe, e l'altro pronto a sopprimerti a forza di doppisensi inopportuni.
La ragazza sbuffò. -Come entriamo senza avere le chiavi?- e fu ricompensata dall'occhiata confusa di lui.
-Non so di cosa tu stia parlando, ma in ogni caso, io me ne vado. - così dicendo Shon liquidò le sue parole, scomparendo tra le abitazioni senza che i due potessero replicare.
Trevor ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli. -Chiavi?Sul serio Allison? I mi chiedo se avremo un bagno, in questa specie di catapecchia, e tu pensi alle chiavi?-
Allison arrossì, borbottando parole confuse. - Sarà il sonno. E non ti ci mettere anche tu, per favore. -
Si avvicinò alla porta di legno, che si aprì con una semplice spinta. Ai suoi occhi, si presentò un unico ambiente che al contrario di come sembrava da fuori, era ben illuminato ed accogliente, seppure decisamente ridotto. 
Delle pellicce coprivano gli assi di legno del pavimento, e due giacigli troneggiavano sulle due pareti opposte, ricoperti anch'essi di pelli e pellicce.   Un tronco, e degli strani amuleti erano posati in un angolo, mentre un separé di canne divideva una piccola porzione di spazio.
Allison e Trevor si guardarono  esterrefatti. Probabilmente lì quello era il massimo lusso, ma per loro era come essere catapultati dalla città alla merda. Letteralmente. La porta si chiuse alle loro spalle con un tonfo sordo, facendoli sobbalzare.
La ragazza corrugò la fronte. -Beh, è molto rustico...-
Lui la fissò scettico. -Rustico? Una stalla sarebbe stata meglio.  E per la cronaca, il bagno non lo vedo. - aggiunse.
Allison sbuffò. -Magari è lì dietro. - Indicò il separé al ragazzo, che osservò velocemente ciò che esso celava, guardandola annuendo sarcastico.
-Certo, hai proprio ragione! L'unico problema è che l'unica cosa c'è lì, è un buco che da sull'acqua. Vuoi dirmi che devo sul serio pisciare  lì dentro? No, non rispondermi. Credo diventerò pazzo. Non c'è neanche un briciolo di Privacy!-
-Senti, sapevamo che non avremmo trovato una reggia, dobbiamo solo adattarci. -
Allison recuperò parte del suo buonsenso, avvicinandosi ad un letto... o a quello che sembrava tale. Sopra vi era un indumento, che la ragazza prese e srotolò lentamente, inorridita.
Trevor scoppiò a ridere. Allison teneva in mano una camicia da notte marrone, lunga fino ai piedi, che le copriva ogni parte del corpo. - Ora capisco perché tutti ti guardassero come se avessero dovuto mangiarti, prima. Spero non vorrai sul serio indossare quel... coso.-
La ragazza lo guardò disperata. -E come dormo? Nuda?-
Lui si leccò le labbra, malizioso. - Non sarebbe una cattiva idea... -
Mi sembrava strano non facesse battute di questo tipo... Allisno sbuffò, mettendosi l e mani sui fianchi. -Girati- Ordinò, impaziente.
-Mmh.. sai, credo mi godrò lo spettacolo, invece. -
La ragazza arricciò il labbro, irritata. La stanchezza sommata all'irritazione si tramutò un un istantanea esasperazione.
-Smettila Trevor. Sono stanca, e questi giochetti mi hanno scocciato. Inoltre ti ricordo che non sei il mio ragazzo qui, pertanto non puoi permetterti queste confidenze. Comincia ad abituarti da ora. - sbottò.
Trevor scoppiò in una risata . -L'autorità ti ha dato alla testa Allison? Siamo soli, non c'è nessuno con cui devi tenere in piedi il ruolo-
-Non è un “tenere in piedi il ruolo”. Resteremo qui per un mese, e dobbiamo abituarci  a trattarci come … coinquilini. Nulla di più. Perciò ora girati.- Concluse.
Lui non si mosse di un centimetro. -Non la pensavi così l'altro ieri, in camera mia. Forse è solo una mia impressione, ma quello non era certo un comportamento da coinquilini. Se avessimo sul serio dovuto cominciare una sceneggiata, avremmo cominciato in due. Il problema è che qui sei solo tu a recitare. Io sono serio. Non mi muoverò di qui. Perciò avanti, spogliati e mettiti a letto, tanto siamo solo coinquilini, no? Non ci sono tentazioni, perché dovresti essere imbarazzata? -Chiese sedendosi sul suo letto.
-Si chiama pudore, Trevor, ma hai ragione. Non ho motivo di provare imbarazzo. - La ragazza sorrise Nessun pudore. Dimostragli che sei capace di ignorarlo e sei indifferente al suo fascino... e oh-oh-oh... ai suoi addominali scolpiti e alla leggera peluria... -Che stai facendo? - la sua voce si alzò di un ottava, vedendo il ragazzo togliersi la maglietta.
-Mi sto spogliando. - rispose lui ovvio, reprimendo un sorriso malizioso nel vedere gli occhi di lei scorrere sul suo petto, ed indugiare sul bordo dei pantaloni.
La ragazza drizzò la testa, tentando di ignorare la botta di adrenalina prodotta dal quella vista paradisiaca. Corpo traditore! E va bene. Vuoi giocare Trevor? Giochiamo.
Nei suoi occhi passò un lampo, mentre si slacciava i sandali, affondando i piedi nella pelliccia morbida che fungeva da tappeto. Trevor seguì i suoi gesti con lo sguardo -Quindi dormirai così?-
Senza una parola, la ragazza si sfilò il lungo vestito dal corpo, facendolo cadere raccolto intorno ai propri piedi. Lui si passò la lingua sulle labbra, improvvisamente secche.
Allison indossava solo gli slip, e teneva le mani a coppa per coprire i seni nudi, e tentare di fermare il tremolio dei capezzoli induriti. La pelle chiara era illuminata dalle fiaccole, ed i capelli le scendevano disordinati sul petto e sulla schiena.
Fremette, sotto lo sguardo voglioso di Trevor, arrossendo nel sentire l'inguine inumidirsi repentinamente quando lui si liberò a sua volta dei pantaloni, rimanendo in boxer.
Calma Allison. Dimostragli che sei capace di trattarlo come un normale coinquilino… che la tua considerazione di lui non si basa sul bacio che passionale che vi siete dati in camera sua… né su quello che vi siete dati sul cofano della Sua macchina… nè su quello… No! Concentrazione. Non divagare.
La ragazza espirò aria nervosamente, mascherando il desiderio con un occhiata scocciata.
-Perché continui a fissarmi? Siamo solo coinquilini, ricordi? - Cercò di restare indifferente, notando l’ormai consueta erezione di lui, evidente da sotto il tessuto dei boxer.
O mio dio… Espirò di nuovo, quando lui si portò una mano sull'inguine.
-Si ma… non puoi chiedermi di ignorarti, quando sei completamente nuda a due metri da me.  -Si scompigliò i capelli, sorridendo lascivo, e continuando percorrere il suo corpo con lo sguardo. Quelle gambe…così flessuose ed invitanti… Immagini di lei in pose decisamente sconvenienti aumentarono l’impellente bisogno di essere soddisfatto. Mugolò, sentendosi costretto il tessuto improvvisamente ruvido.
Allison alzò un sopracciglio. –Te l’ho detto. A differenza di te, che ragioni con quel coso in mezzo alle gambe, io ho un cervello razionale, che mi permette di essere coerente con quello che dico. Perciò buona notte, coinquilino. – Concluse calcando l’ultima parola mentre si girava verso il letto. Si infilò sotto le pellicce calde, scostandole con una mano mentre con l’altra continuava a proteggersi dagli sguardi del ragazzo.
-Buona notte, Allison. - Anche lui evidenziò l’ultima parola. La imitò, stendendosi sul giaciglio morbido, e storcendo il naso per l’odore estraneo delle coperte. Le torce si spensero tutte insieme, obbedendo ad un gesto della ragazza.
-Hem… Allison?-
-Cose c’è ora? - La sua voce scocciata lo fece ridacchiare.
-Ti volevo avvisare, se senti rumori strani… gemiti…-
-Trevor, se ti devi masturbare, fallo.  Puoi anche scoparti un maiale per quello che mi riguarda. Basta che mi lasci dormire. E non sporchi nulla. - Lo interruppe lei, esasperata.
-Wow, non sapevo fossi così volgare…comunque ho recepito il messaggio. Volevo solo farti sapere che l’invito a darmi una mano è ancora valido. -
La ragazza sbuffò. –Buonanotte Trevor. – E lui, sorrise nel buio. 





Note dell'autrice. 
Bene, anche questo capitolo, è andato. 
Che ne pensate? Credo che si  un capitolo importante, un quanto primo momento in cui i due si trovano ad Ascabryh. 
Naturalmente, come mio solito,  non può andare tutto liscio, e la presenza di Shon è esattamente ciò che faceva al caso mio. Devoammettere che mi sono cacciata nei guai da sola: ora dovrò vedermela con ben DUE ragazzi vogliosi irritanti stronzi e terribilmente seducenti... e seio sono nei guai, immaginate la povera Allison. 
Sinceramente all'inizio non mi convinceva molto come capitolo, anche se è più lungo, dei precedenti, non ero e non sono riuscita a comunicare come avrei voluto le sensazioni di Allison, e spero che almeno dalle descrizioni dei paesaggi usciate ad immaginarvi il villaggio. 
Finite le considerazoni inerenti alla storia, passiamo ai ringraziamenti più sentiti per Roberta Styles Cannavo, che continua a recensirmi incurante di essere ormai l'unica. A questo proposito,se lasciaste una recensione non vi mangerei, tranquilli. (non chiedo di raggiungere un ToT di recensioni,solo perchè credo che se qualcuno avesse voglia di lasciare un commento, dovrebbe farlo per propria volontà, e non perchè è forzato. )
Detto questo, vi saluto sperando di ricevere le vostre opinioni^-^
Ninriel

 
  
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