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Autore: La Dame Blanche    20/10/2013    1 recensioni
Un'altra storia vera: il resoconto delle mie vacanze estive anno per anno; ovviamente non ricordo benissimo i particolari di ciò che successe anni fa, ma TUTTO ciò che ho scritto è la pura verità. Il campeggio esiste, i miei amici sono reali, veramente ci conosciamo da una vita, anche se per la maggior parte di loro ho usato i soprannomi che uso quando ci parlo. La dedico a tutti loro, e al nostro amato campeggio La Vecchia Torre di Gallipoli.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Me, myself and I'
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Memories_     ANNO 2009


Nel 2009 arrivai in campeggio con mille aspettative, non solo per gli avvenimenti dell'anno precedente, ma anche perché, finalmente, saremmo rimasti per tre settimane invece che due, e avrei fatto sia San Lorenzo che Ferragosto con i miei amici.
Appena arrivai trovai che Fede, la sorella di Fiore, si era aggiunta al nostro gruppo, perchè il suo si era disgregato, e che l'animazione si apprestava a prendere molta più parte nella nostra vacanza, rispetto agli anni precedenti, in cui per noi era stata quasi invisibile.
Mi diressi verso la spiaggia appena scesi dalla macchina, soltanto per vedere il nostro solito posto vuoto; allora proseguii nella pineta verso la roulotte di Renato, che trovai seduto fuori con suo fratello Francesco e altri, e che, come saluto, dopo anni di poca confidenza dovuta al mio sbavargli dietro, dopo un intero inverno in cui non ci eravamo nè visti nè sentiti, candido mi fece:

"Dove sono andate le tue tette?"

Decidendo di ridere invece che di rispondergli male, gli chiesi notizie degli altri, che a quanto pare erano ancora collassati a letto dopo una serata conclusasi in mattinata; alla fine, mi avviai in spiaggia da sola, dove verso mezzogiorno fui raggiunta da Michela, Fra, Fiore, Rosy e Fede; Elsa provvide subito ad informarmi che il lunedì sarebbero arrivati sia Roby che Simone, mentre Kikka solo il sabato. Erika l'avrei incrociata solo nell'ultima settimana. Ottimo, direi.

                                                                                        *

La domenica mattina stavo scendendo in spiaggia quando trovai un assembramento davanti alla roulotte di Rosy: avendo visto là in mezzo Miki e Renato mi fermai, giusto in tempo per sentirli dire "Eccola qua". Stupita, mi avvicinai per chiedere spiegazioni ma fui preceduta da qualcuno che esclamò:

"Ah! E sarebbe lei la crea-risse?? Mi chiedevo quando saresti arrivata, tutto il campeggio parla di te!"

Arossendo mi girai e vidi che a parlare era stato uno degli animatori, tale Massimo, a cui a quanto pare avevano fatto un dipinto di me alquanto esagerato.

"Tutto il campeggio? Come sarebbe a dire, tutto il campeggio?" chiesi un pò spaventata, ma lui mi ignorò bellamente.

 Forse ispirati dal nostro numero, nel pomeriggio tutti gli animatori ci proposero di fare un balletto, in serata, consistente nel travestirci noi ragazze da maschi e i ragazzi da femmine, uscire in questa maniera davanti a tutti e poi fare uno spogliarello, sempre davanti a tutti. Inutile dire che accettammo entusiasti.
Quindi fu per questo che al pomeriggio lasciammo deserta la spiaggia e ci trasferimmo in massa in piazzetta, per imparare quelle quattro mosse che avremmo dovuto fare la sera, e per decidere quali vestiti usare; alla fine dei ragazzi parteciparono Miki, Cri, Fabio, Renato, Carmine e Francesco, mentre noi eravamo io, Michela, Fiore, Rosy, Fra e Giulia, l'amica di Julin che come l'anno precedente era venuta con lei.
Se quasi tutte le gonnelline e le canotte le fornimmo io e Michela, d'altra parte io non avevo neanche un jeans lungo, e riuscii a fare in modo di farmelo prestare proprio da Renato, come d'altronde anche la camicia da uomo: anche se l'ossessione per lui mi era passata, il pallino, come Rosy non manca mai di farmi notare, mi è rimasto.
Comunque, dopo cena affollammo i bagni pubblici, e la gente fuggì terrorizzata vedendo un gruppo di ragazze vestite da uomo incominciare a truccare pesantemente quattro o cinque ragazzi che indossavano gonnelline e top striminziti; Renato era davvero bruttissimo, ma Miki faceva davvero paura, era un trans molto convincente. 
Ci esibimmo davanti a un pubblico probabilmente scandalizzato, data l'età media dei campeggiatori, e rimasti in costume continuammo la serata con una marea di balli di gruppo, concessione davvero singolare, dato che di solito la serata di piano bar era equamente divisa in un'ora e tre quarti di liscio e quindici minuti di balli di gruppo.

                                                                                     *

Il giorno dopo, lunedì mattina, probabilmente incoraggiati dal nostro entusiasmo, gli animatori ci proposero un ritrovo in piazzetta per discutere di un progetto che avevano ideato: volevano mettere in piedi Grease. Deliziata dal progetto, esclamai tutta la mia partecipazione e Massimo saltò fuori dicendo:

"Lei può fare Sandy, è anche bionda.."

Sospettavo che la proposta derivasse dalle storie dell'anno precedente, ma me ne infischiai: fare Sandy era più o meno tutto quello che desideravo al momento, avevo lo stesso carattere, e quasi sicuramente Renato avrebbe fatto Danny...
Entusiasta, accettai all'istante e iniziai a proporre gli altri per i ruoli, che si adattavano caratterialmente in maniera sorprendente ai miei amici: Michela poteva fare benissimo Rizzo, e Julin doveva assolutamente fare Cha Cha, e anche Fiore sarebbe stata bene come Marty.. Benchè avvolta in una nuvoletta di entusiasmo, mi accorsi dopo un po' che quasi nessuno partecipava della mia felicità: chiesi spiegazioni con lo sguardo a Michela che mi fece:

"E chi è Rizzo?"

Inorridita, guardai tutti gli altri e vidi la stessa ignoranza aleggiare sui volti di tutti: venne fuori che solo io e Fede, che comunque non voleva partecipare, avevamo visto Grease. Sconfortata, Licia propose di trasmetterlo come film del martedì sera e ci chiese se volevamo comunque iniziare le prove nel pomeriggio.
Riuscii a convincere Roby a partecipare al posto di Francesco, che dette forfait; ma avevo fatto appena a tempo ad esultare alla notizia che Renato avrebbe fatto Danny che venni subito smontata da Licia che venne a dirmi che Sandy l'avrebbe fatta Rosy che, avendo dieci anni di danza classica alle spalle, avrebbe imparato molto più in fretta i balletti. Ovviamente, persi tutto l'entusiasmo che avevo, e anche se indubbiamente pensavo di non poterne fare una colpa a Rosy, un pò di amarezza mi rimase. Quando poi scoprii che era stata lei ad andare da Licia ad insistere per avere lei la parte, mi incazzai di brutto e da quel giorno mi fu impossibile ignorare il suo insopportabile modo di fare da primadonna, la sua insopportabile voglia di sapere tutto di tutti e di sparlare di tutto e di tutti, la sua insopportabile tendenza a giudicare ogni cosa, e mi fu impossibile farmela piacere. Fu dura vederla girare col mento per aria perché lei faceva Sandy.

                                                                                    *

Il martedì continuammo con le prove dalle quattro alle sei, come facemmo tutti gli altri giorni, e non potei fare a meno di scocciarmi nel vedere il poco interesse e voglia di fare che aleggiava; il colpo di grazia me lo diede ancora una volta Licia, che mi divise da Roby e mi mise in coppia con Cri, che non era in grado di lavorare con Fra senza prenderla in giro: non avevo niente contro Cri, solo che all'epoca era alto come me se non un pelo più basso, mentre Roby, con cui avevo iniziato un'opera di avvicinamento, anche in riparazione all'anno precedente, era venti centimetri buoni più alto di me. 
Comunque, la sera ci vedemmo (io per la millesima volta) il film e, naturalmente, dopo furono tutti molto più entusiasti di fare lo spettacolo, al punto che il mercoledì non servì un minimo incitamento da parte nostra per iniziare le prove in orario. Rosy avrebbe fatto Sandy, Michela Rizzo, Fiore Marty, io Frency, Fra Jan e Julin Cha Cha, mentre Renato interpretava Danny, Fabio Kenickie e Roby, Cri e Miki gli altri tre; Luca, il fidanzato di Julin, avrebbe fatto il presentatore belloccio Vince Fontaine e Gianmarco, un ragazzo che raccogliemmo non so dove, Tom, il ritardato tutto muscoli con cui Sandy cerca di far ingelosire Danny.
Lo spettacolo sarebbe stato domenica, e Licia si sgolò come una dannata, lavorò anche il suo giorno libero, sabato, pur di farci imparare scene e balletti; man mano che le scene divertenti venivano imparate, tipo Fiore che schiaffeggia Renato (scena piena di ricordi per tutti, che stranamente venne a meraviglia fin dalla prima prova), o Michela che rovescia su Fabio il frappè, e man mano che l'entusiasmo inziale scemava cedendo il posto alla naturale pigrizia, le prove andavano sempre più svogliatamente per le lunghe, e io e Michela ci sgolavamo per tirare su i ragazzi dalla spiaggia e convincerli a iniziare in orario.
Nonostante ciò, la stanchezza e la fatica non ci impedirono di dedicarci anche ad altri passatempi: io mi misi con Roby, e Michela con Miki, accoppiamento tanto improbabile quanto inevitabile, secondo me. La sera Fede, quando non era impegnata a fare gli occhi dolci a Gigi, si imboscava nel parcheggio con Stefano di Milano; io intanto, soprattutto grazie a Massimo che mi faceva ballare, mi facevo piacere sempre di più la salsa e la bachata.
Finalmente, arrivò la tanto attesa domenica della prima: fin dal mattino fummo talmente agitati da non riuscire a prendere il sole; al pomeriggio trascinammo alle prove anche Kikka ed Elsa, appena arrivate e quindi non partecipanti, e Fede, che era la responsabile del trucco e del dietro le quinte; Licia ci fece fare lo spettacolo ben tre volte, tanto che finimmo, stremati, alle otto di sera; e alle dieci si iniziava.
Come avevo fatto per tutta la settimana per mancanza di tempo e troppa agitazione, non cenai e ricontrollai per l'ennesima volta tutti i vestiti e le cose che mi dovevo portare dietro le scene; per fortuna mia madre mi ricordò che ero ancora in costume e da lavare.
Passai da Michela in anticipo di mezz'ora sull'orario prestabilito, incapace di restare ancora a casa mia, e ci dirigemmo trafelate in piazzetta, a sistemare le nostre cose dietro le quinte, dove inziammo a provare concitatamente i passi; erano appena arrivati gli animatori che si presentò Miki, pallido come un lenzuolo (il che è tutto dire, dato che viene facilmente scambiato per un magrebino), barcollante, con 40 di febbre. Inorridite, eravamo più preoccupate per lo spettacolo che per Miki; per fortuna Licia e le altre animatrici non si lasciarono prendere dal panico: una andò a chiamare Massimo perché si imparasse i passi (grazie a Dio Miki non recitava) dei balletti, le altre due si misero subito a truccare Michela, con cui lui faceva coppia, perché Massimo potesse provare con lei.
Verso le nove e mezza arrivarono anche gli altri; io, ormai truccata, stavo aiutando Massimo con i balletti; ci fu un turbine di pennelli e rossetti, il solito ritardo che, per quanto in anticipo ci si prenda, in uno spettacolo è inevitabile, e finalmente iniziammo. Andò tutto a meraviglia: Fiore tirò a Renato uno schiaffo splendido, con quel bel rumore che si sentì per tutta la piazzetta, Michela lanciò il bicchiere con l'acqua dritto in testa a Fabio, Massimo non mancò un passo e Rosy fece un assolo stupendo, anche se sentire Sandy parlare in napoletano mi faceva un pò strano; gasatissima, tra un tempo e l'altro assalii Roby mentre si stava cambiando; non ci furono problemi con i cambi nè con le parti recitate, Julin interpretò splendidamente la perfida Cha Cha, e Luca fece altrettanto bene il vanitoso Vince Fontaine.

                                                                                     *

Girammo tronfi come tacchini per il campeggio almeno per due giorni, fermandoci compiaciuti dalla gente che ci faceva i complimenti; il lunedì pomeriggio andammo per la prima volta agli Asinelli: il ricordo di quel pomeriggio rimarrà con me fin che campo.
 Bisogna sapere che Michela, quando è euforica per qualche motivo, tende ad espandere attorno a sè la sua allegria: quel pomeriggio decise di esprimere la sua contentezza, derivante dall'anello di legno colorato che Miki aveva rubato da una bancarella apposta per lei, riempiendomi di sabbia bagnata; al che, io mi alzai per buttarla in acqua ma, rincorrendola, il mio dito mignolo del piede destro andò a fracassarsi sul suo tallone, e io fui riportata, metà in braccio a Miki metà zoppicante, piangente, in campeggio, dove i miei genitori avevano deciso di sparire, e solo Fede ebbe il cuore di stare con me sul muretto della piazzetta a tenermi il ghiaccio sul dito, steccato col bastoncino del ghiacciolo mangiato proprio per questo scopo; e adesso io mi ritrovo con un mignolo storto e grosso il doppio, a causa del tessuto osseo riparativo che si è formato senza una forma.  
Il martedì sera invece ottenemmo perfino di andare a ballare tutti insieme al Rio Bo, dove io mi trovai ad un certo punto da sola con quel Gianmarco che avevamo letteralmente sequestrato per fare Tom, e da lì nacque la diceria secondo la quale, vedova di Roby che non era venuto, mi consolai all'istante con lui, cosa che non è vera per niente. Come tutte le prime volte, quella prima uscita al Rio Bo fu la migliore: Licia ci fece entrare con gli omaggi, ci divertimmo un sacco, Renato ci degnò della sua presenza per tutta la serata, rinunciando per qualche ora alla gara di "Vince chi se ne fa di più" che aveva iniziato con Miki appena arrivati in campeggio (penso soltanto perché in netto vantaggio, dato che Miki si era fermato con Michela), uscimmo alle cinque e ci prendemmo il panino più onto mai visto sulla terra, e tornammo a casa alle sei.
La settimana comunque finì in maniera strascicata: io litigai con Julin, o meglio lei iniziò a non parlarmi più e a comportarsi da vera stronza, a prendermi pesantemente in giro, dando quindi via libera a chi come Miki e Carmine lo faceva in sordina, tanto che lei ed Elsa mi esclusero dalla preparazione della festa di compleanno anticipata di Roby del giovedì sera, che fu l'ultima serata, oltre che di Roby e Simone, anche per Miki e Michela, che la passarono avvinghiati come due polipi (ho le foto che lo dimostrano); non avemmo più nulla da fare al pomeriggio, se non aiutare Fabio con i compiti; e venerdì dopo pranzo partirono anche Miki e Fabio, non senza corteo funebre dietro la macchina.

Per distrarci tutti li convinsi ad andare a fare un giro in sala giochi, dove trovammo Fede che, dopo la partenza di Marco l'argentino che aveva sostituito Stefano di Milano, si tirava su facendo nuove conoscenze; fatalità, quando mi vide mi venne incontro chiedendomi se volevo fare un torneo di beach insieme a dei ragazzi che lei aveva conosciuto il giorno prima, che erano in tre perché uno di loro non stava bene. Stavo per rifiutare, dato che il ragazzo che venne in ambasciata non mi ispirava tanto da sforzare il mio piede ancora invalido, quando si fece avanti il malato, e accettai all'istante, fregandomene del mio piede: non era propriamente bello, ma il capello lungo e l'occhio languido gli davano un fascino a cui non sapevo resistere.                                                                                                                 

Luca di Sorrento, il pittore, per il quale feci quasi una malattia.

Finito il torneo, non mi schiodai dal fianco di Fede, che sembrava contenta di avere una spalla con cui proseguire la sua opera: lei puntava all'amico, Raffaele; scendemmo in spiaggia con loro e lei mi informò che sarebbero partiti il giorno dopo. Disperata, decisa ad ottenere almeno quest'unica serata, la sera uscii insieme a Fede, armata dei miei pantaloncini inguinali, alla volta dei ragazzi di Sorrento, che però non sembravano dare segni particolarmente vitali: erano interessati, questo è assodato, ma non si decidevano a partecipare alla cosa. Quindi la serata passò in un nulla di fatto, sia per me sia per lei.
Il giorno dopo Fede scese in spiaggia alle dieci (l'alba, per lei) ordinandomi di andarmi a mettere il costume più bello che avevo perché stavamo per andare a salutare i ragazzi di Sorrento che partivano; corsi a casa, dove mia madre stava facendo il trasloco dal nostro bungalow a quello di fronte, mi cambiai e andai incontro a Federica, con cui mi avviai al bungalow 94. Pensavo di andare a salutare dei ragazzi in partenza, mentre invece scoprii che dovevano ancora portare della verdura avanzata e altre cose alla mamma di Fede e Fiore; pensavo di salutarli e lasciarli a fare le loro cose, e invece mi ritrovai in macchina con loro, io in braccio a Luca  e Fede a Raffaele, naturalmente, ad accompagnarli al camper di Fede; pensavo di passare davanti ai miei due bungalow mentre mia madre era dentro, e invece era esattamente a metà strada tra l'uno e l'altro e si girò a guardare giusto in tempo per vedermi passare in una macchina piena di valigie e ragazzi sconosciuti, in braccio a uno di questi. Alla fine della fiera, comunque, Luca mi chiese il numero e io, sebbene pensando che fosse proprio inutile, glielo diedi; loro partirono, e noi tornammo in spiaggia, sentendoci a metà tristi per la loro partenza e metà esagitate per il giro turistico del campeggio in braccio a loro.

                                                                         *

La terza settimana fu davvero confusionaria, arrivò un sacco di gente: non per niente, era la settimana di ferragosto; ci rifacemmo della mancanza di ragazzi, tutti partiti, con il gruppo di Orta, amici di Daniele, il cugino di Michela, e con loro io e Michela, le uniche con ancora energie da spendere, partecipammo alle campeggiadi; Fiore nel frattempo aveva avviato una conoscenza molto stretta con Carmine Zazà, sempre uno di quelli di Orta. Quell'anno stetti talmente tanto a lungo in mezzo ai napoletani che riuscii a seguire un'intera discussione tra questi sette ragazzi, che parlavano in dialetto uno sopra l'altro; ero fiera di me stessa.                    
Alla festa in spiaggia ondeggiavo tra l'aiutare Fede a fare conoscenze (non faceva altro che trovare tanti Stefano) e stare col gruppo dei napoletani, a cui s'erano aggiunti anche un Raffaele con amico annesso. A me piaceva sia questo nuovo Raffaele sia Fabio di Orta, ma l'inghippo non stava solo qui, stava anche nel fatto che Luca di Sorrento mi chiamava tutte le sere dicendomi che forse sarebbe venuto giù in tenda giovedì e venerdì: e se fosse veramente venuto e mi avesse trovata impegnata con un altro?                                                                                             Ma giovedì sera rinunciai a questa speranza, e mi feci accompagnare a casa da Fabio, che mi baciò, e il giorno dopo mi ignorò come se non fosse successo nulla: mi arrabbiai talmente tanto che decisi di vendicarmi. 

Nel frattempo Michela litigò in maniera furiosa con Rosy: immaginatevi due napoletane orgogliose "alluccare"* in napoletano stretto e avrete la scena che affascinò le decine di campeggiatori che bazzicavano la sala giochi quella fatidica serata. La questione era nata a causa dell'insopprimibile voglia di Rosy di farsi i fatti altrui: si sentiva in dovere di informare Miki che Michela si faceva gli occhi dolci con un altro; ora, a prescindere dalle mie simpatie personali, Michela in questo caso aveva palesemente ragione. Primo, Miki non era nè il suo ragazzo nè niente del genere, quindi partito lui lei era libera come di fare la suora come di andare con venti altri al colpo; secondo, qualsiasi cosa avesse fatto Michela non erano certo fatti di Rosy, oltre che di Miki; quindi concorderete con me sul dare ragione a Michela. Che poi quella impicciona mi avesse fregato il ruolo di Sandy e rubato un sogno, lei che non sapeva neanche chi era Sandy, non è rilevante.

Era la mia ultima sera, il 14 agosto, e la spuntai su mia madre ottenendo il permesso di tornare alle 3 e mezza e poter quindi partecipare al falò in spiaggia; c'era veramente tutto il campeggio, o almeno tutti gli under 30, compresi gli animatori. Mi sedetti vicino a Rosy e Raffaele con l'amico, solo per il gusto di farle capire che, se anche io non facevo le quattro tutte le notti, ero benissimo in grado di fare mattina e di divertirmi anche; Raffaele tanto fece che riuscì a stendersi sul mio asciugamano, lasciando l'amico a parlare con Rosy; dopo un po' di avances respinte, buttai alle ortiche tutto e pensai che in fondo era l'ultima sera, e mi lasciai baciare.
Stetti con lui fino alle 3 e 25, e poi mi accompagnò a casa.

La mattina dopo salutai tutte le mie amiche e, per nulla toccata all'idea di aver baciato tre persone diverse in tre settimane, (anche se forse Roby non contava, perchè era un ritorno dall'anno prima), partii, ancora una volta piangendo come una fontana.


*alluccare: urlare, gridare in napoletano.
  
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