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Autore: Balaclava    20/10/2013    1 recensioni
"E non potevo più nascondermi. Ero nuda, in ogni senso. E non riuscivo a ricordare perché mi fossi coperta per tutto quel tempo. Cole era davanti a me. E io potevo scegliere come volevo che finisse. E scelsi la cosa che per me era la più pericolosa, più stupida e meno appropriata a Isabel Culpaper."
Per chiunque abbia voglia di riscoprire i lupi di Mercy Falls e, in particolare, Isabel e Cole ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci vuole pioggia

vento

e sangue nelle vene

e sangue nelle vene

e una ragione per vivere

per sollevare le palpebre

e non restare a compiangermi

(Tensione evolutiva, Jovanotti)

 

ISABEL

 

Messaggio 20: “Speravo rispondessi.”.

 

Pensavo. Qualcuno avrebbe detto che era una cosa strana per Isabel Culpaper. Chi non mi conosceva lo diceva.

 

Messaggio 3: “Mi annoio, ho bisogno di qualcuno che mi intrattenga. Sam è giù di morale. Potrei usare la sua chitarra per ucciderlo. Così avrei qualcosa da fare e lui sarebbe costretto ad aprire bocca. Due piccioni con una fava! Hai notato che molti modi di dire sono inutilmente violenti? Tipo, Giro girotondo casca il mondo. Lo sapevi che parla della peste? Certo che lo sai. La peste è una cugina maggiore, per te. Ehi, Sam ti parla? No, perchè a me non dice nulla. Dio, quanto mi annoio. Chiamami.”

 

All'epoca in cui Cole mi aveva lasciato quei messaggi in segreteria, avevo trovato quasi impossibile non richiamarlo. Perchè, oh, io avrei saputo come intrattenerlo. Avrei voluto pregarlo di avvicinarsi a me abbastanza da scoprire che non ero poi così fredda come sembravo, e a quel punto non avrebbe più detto che la peste era come una cugina maggiore, per me.

Suppongo che mi avesse lasciato messaggi in segreteria- messaggi vocali- perchè sapeva quanto sensuale e roca potesse risultare la sua voce.

Perchè ora non lo faceva? Dopotutto, era colpa sua se me n'ero andata. Ma il dubbio mi si era insinuato dentro: cosa sarebbe successo se fossi rimasta?

Se fossi rimasta ad aspettare la risposta per una manciata di secondi in più, sarebbe cambiato qualcosa?

E poi c'era il bacio sul letto, molto tempo prima, e- cosa che mi aveva non poco spiazzata- il commento che aveva fatto Cole.

Ti bacerei così, se ti amassi.

Ma cosa aveva voluto dire? Mi aveva baciato così, quindi mi amava? O stava solo dicendo che se mai mi avesse amata, allora mi avrebbe baciata così? Oppure non intendeva niente?

Cosa aveva voluto dire, con quella frase? Magari non lo sapeva neanche lui, o magari aveva pensato che lasciare che mi trastullassi nel dubbio fosse più divertente. Sarebbe stato indubbiamente alla Cole.

 

COLE

 

L'aereo aveva sempre rappresentato un negozio di caramelle per me. Era pieno zeppo di divertimenti: hostess da importunare, bagagli a mano altrui da aprire, vicini di sedile da torturare...

Tuttavia, l'unica cosa che avevo voglia di fare era pensare. Strano, di solito mi piaceva di più agire. Ma molte cose erano cambiate in me, dopo aver rischiato di morire. Due volte.

Quando Beck mi aveva donato una seconda opportunità, non l'avevo considerata tale. Avevo solo pensato che allora c'era un modo più divertente per sparire. L'avevo preso come un gioco, se sopravvivevo evviva, altrimenti in cielo ci sarebbe stato un altro Dio.

Avevo convinto Victor a farlo per tutt'altri motivi, ma per me erano quelle le motivazioni.

Poi la morte di Victor, come uno schiaffo, mi aveva portato alla realtà. C'erano cose più importanti di uccidersi. Cose più importanti che potevo fare col mio cervello, oltre che inventare canzoni e pensare a non essere come mio padre. Potevo trovare una cura.

Poi ero morto.

Ma qualcuno, lassù, voleva che finissi il lavoro. Credo che per guarire mi ci sia voluta un bel po' di forza di volontà.

Ancora una volta avevo fatto lo stesso errore. Avevo valutato male i miei averi e non mi ero reso conto, per la seconda volta, che se fossi morto avrei perso anche cose che non mi ero reso conto di voler tenere.

In testa mi correvano gli stessi pensieri che avevo avuto quando, tempo fa, riflettevo sulla decisione che avevo preso di diventare un licantropo.

In quell'occasione, le cose che avevo perduto erano Jeremy e Victor, forse gli unici individui sulla faccia della terra che mi conoscevano davvero.

Invece, quando mi ero ritrovato nel bosco, reduce di un duello e di un colpo di fucile, tra le cose che non avrei voluto perdere figurava Isabel.

Perchè lei era- nonostante le telefonate a vuoto, i mezzi insulti, gli sguardi pieni di disprezzo- l'unica che in qualche modo sapeva come prendermi. L'unica che riusciva a farmi svestire almeno una parte della scorza dura che indossavo.

Anche Grace e Sam avevano imparato a conoscermi, ma Isabel era l'unica che mi faceva salire l'adrenalina anche solo a parlarle.

Non sapevo se l'amavo. Sapevo che era complicata, e che a me piacevano le cose complicate.

  
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