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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    11/04/2008    2 recensioni
[Trinity Blood]
[IonxEsthel]
Nella mia vita sono stato chiamato in molti modi.
Sono nato come Ion Fortuna.
Ma in realtà, io non sono altro che Illuso.
Perchè la mia vita non è stata altro che un labirinto di specchi...
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1° Capitolo: I Will Be

Ormai sono passati tanti anni, e ho vissuto molto da quando ti ho lasciata.
Ma per quanti secoli possano passare, io non ti dimenticherò mai.

Eri unica, Esthel.
Per quanto avessi sofferto per mano dei Methuselah, tu non mi hai mai odiato solo perché sono un vampiro.
E per quanto fossi dedita al tuo compito, non hai perso la tua ingenuità, quella spontaneità che ho sempre amato.
Perché io ti ho amato, anche se tu non volevi credermi.
Ti ho amato con tutto me stesso, senza starci a pensare.
Volevo darti tutto e subito, forse già allora consapevole dell’imminente separazione.
Ancora oggi ringrazio di avere avuto anche quell’unica possibilità di dimostrartelo.
E ora mi sembra di riviere quella notte di tanti anni fa…

------------------------

Notte.
Un refolo di vento si era intrufolato nella mia stanza dalla finestra aperta, facendomi rabbrividire.
Il sole non era tramontato che da poche ore, ma a me sembrava che fosse successo già da troppo tempo… non riuscivo a rassegnarmi all’idea che il giorno dopo te ne saresti andata.
Troppi pensieri mi frullavano nella mente, troppe emozioni si rincorrevano in me per poterle identificare.

Tropo confuso.

*There’s nothing I could say to you
Nothing I could ever do to make you see
What you mean to me
All the pain, the tears I cry
Still you never said goodbye
and now I know how far you’d go
I know I let you down but its not like that now
This time I’ll never let you go

L’unica cosa certa era che non volevo che tu te ne andassi.
Non volevo pensare che forse non riavrei mai più rivisto.
Non volevo credere che ti saresti dimenticata di me…

Perché io non mi sarei dimenticato di te, mai.

“Il Sole odia noi Methuselah tanto quanto la Luna ci ama.”
Una volta mi avevi detto così… te lo ricordi, Radu?

Una luna così luminosa
da essere abbagliante.

E io volevo credere che la luna per una volta mi avrebbe protetto.
Volevo credere che mi avrebbe aiutato a prendere una decisione che avevo rimandato troppo a lungo.
Volevo sperare che guidasse i miei passi verso di lei.

*Cause without you I can’t sleep
I’m not gonna ever, ever let you leave
You’re all I got
You’re all I want
Yeah
And without you I don’t know what I’ll do
I could never, ever live a day without you
Here with me… can’t you see? You’re all I need…
Non ce la facevo a restare lì, fermo… il mio animo era troppo inquieto.
Mi alzai ed uscii dalla porta, percorrendo silenzioso i freddi corridoi di marmo di quel palazzo.

Anche se sapevo che così non avrei mai risolto niente.
Forse stavo solo scappando da me stesso… e da lei.
Io non ero coraggioso, non lo ero mai stato… era Radu quello forte, tra noi due.

Ma non potevo sopportare l’idea di perderti per sempre.
Perché, per quanto tu potessi ripetermelo, sapevo che non ci saremmo più incontrati.

Io un vampiro, tu un’umana.

Nessuno ci avrebbe capito.

Ma a me non importava.

Non potevo vivere senza di te…

Senza che me ne accorgessi i miei piedi mi avevano portato in un corridoio laterale.
E si erano fermati davanti a una porta chiusa che conoscevo così bene.

Esthel.

Avrei dovuto spingere i battenti ed entrare.
Avrei dovuto abbracciarla e dirle almeno per l’ultima volta che la amavo.
Ma non l’ho fatto, qualcosa mi bloccava…

Il ricordo di quando le avevo aperto il mio cuore mi balenava crudele davanti agli occhi,
e di nuovo mi si stringeva il cuore al ripensare alla sua mal celata espressione stupita, ai suoi occhi colmi di dubbio.

Perché non credeva che un misero vampiro
potesse provare amore.

Due lacrime solitarie mi rigarono le guance al ricordare il suo imbarazzo…
cosa avrebbero pensato se avessero scoperto che un vampiro si interessava a te?

Perché anche i vampiri soffrono, sai?
Anche noi piangiamo di dolore…

E perciò in quel momento ero lì, tremante…e temendo un altro rifiuto che non sarei riuscito a sopportare.

Perché scherzandoci sopra come se fosse un gioco lei mi aveva ferito più di quanto potesse immaginare.

E il mio cuore piangeva lacrime di sangue.

Ancora una volta i miei piedi si mossero da soli, guidandomi fuori da quelle oppressive mura di pietra, lontano da quel mio dolore sordo, alla ricerca di una pace inesistente.

Aria, aria fresca mi riempì finalmente i polmoni, e di nuovo potei respirare liberamente.

Sotto la pallida luce della luna il giardino aveva un aspetto diverso… meno domestico e più misterioso.
In lontananza la foresta, poi, mi chiamava con voce suadente, mi tentava con una promessa di oblio, di libertà, di solitudine…

Addentrarsi nei suoi più profondi meandri fino a sparirvi, smettere di esistere… dimenticarmi di te, Esthel.

Ma nuovamente non ebbi il coraggio di compiere il passo definitivo, e vagai come un’anima in pena tra i viali alberati, gli occhi che tornavano sempre alla scura figura del palazzo.

Perché io avevo bisogno di te.

E dopo, accucciato su quel ramo, nascosto tra le fronde, potei in parte lenire il mio dolore, saziando come potevo il mio desiderio.
Seduto su quell’albero, ero così vicino alla sua finestra che mi sarebbe bastato un salto per raggiungerla.

La osservai vagare inquieta per la camera, rassettando nervosamente la stanza, per poi gettarsi come esausta sul letto sfatto.

Nonostante tutto il mio cuore sussultò per la preoccupazione… Cosa ti stava succedendo?

D’un tratto lei si alzò e si diresse verso la finestra, aprendola con decisione.

Io, dal mio nascondiglio tra le foglie, tremai e mi feci più piccolo, spaventato.
Mi chiesi se mi avevi visto, se avevo fatto qualcosa per richiamare la sua attenzione…

Ma no, non stava guardando verso di me.
Appoggiata al davanzale, guardava fissa la luna, che la bacia con i suoi carezzevole raggi d’argento, facendo risplendere la sua figura.

Déi, quanto era bella!

-Mi dispiace…- la sentii sussurrare alla notte, facendomi sussultare di nuovo.

Con chi parlavi, Esthel? Perché i tuoi occhi luccicavano di lacrime trattenute?

-Mi dispiace, Ion…- No, non parlava con me; in realtà, non si era nemmeno accorta della mia presenza.

-Dio, non riesco a dormire…perché il ricordo dei tuoi occhi vacui mi fa così male?
Ho dovuto ferirti per il tuo bene, anche se tu non lo saprai mai…
Cerco di convincermi che era necessario che fossi così crudele dicendoti quelle cose…
Eppure l’unica cosa che volevo fare era asciugare quelle tue lacrime che mi incolpavano, dirti che non era vero niente, che in realtà ti amo con tutta me stessa…-

-Ma in fondo è meglio così…ora mi odierai e non appena me ne sarò andata, ti dimenticherai di me…sarai libero di innamorarti di una ragazza degna di te…- lei scoppiò in lacrime, piangendo tutto il suo dolore che le straziava l’anima.

-Ion, per quanto sappia che tu meriti una Methuselah di origine nobile come te, non posso fare a meno di volere per me sola quel calore che brilla nei tuoi occhi…
Ma ti amo troppo per poter sopportare di vederti esiliato nella vergogna, tu che sei così orgoglioso della tua posizione, sapendo che sarebbe colpa mia…-
Piangendo lei si gettò sul letto, con un svolazzo della camicia da notte, raggomitolandosi a palla e stringendosi al petto il cuscino, per soffocare i singhiozzi.

Io invece rimasi immobile, paralizzato dalla sorpresa, il cuore mi batteva così forte nel petto che temevo che lo sentisse pure lei.

Decine di pensieri confusi si rincorrevano nella mia mente, ma la cosa più importante era che lei ricambiava ciò che provavo io.

Esthel aveva solo cercato di fare ciò che riteneva fosse meglio per me…
speravo solo di essere degno del suo amore.

D’impulso, senza pensare alle conseguenze del mio gesto, finalmente compii il passo decisivo e saltai sul davanzale della finestra spalancata e da lì nella camera, agile e silenzioso come un gatto.

-Quello che non capisci- le dissi con voce dolce, sedendomi leggero accanto a lei e abbracciandola da dietro -è che ti amo dannatamente troppo per poter rinunciare a te.-

Lei sussultò forte tra le mie braccia e si lasciò sfuggire un’esclamazione, girandosi versi di me e fissandomi negli occhi, senza parole per la sorpresa.
In quel momento mi sembravi così delicata e indifesa, con le lacrime agli occhi…

*I will be all that you want
and get my self together
Because you keep me from falling apart
All my life, I’ll be with you forever
To get you through the day and make everything ok…

La strinsi forte a me, immergendo il viso nei suoi lunghi capelli rossi.
-Non mi lasciare- mormorai, ebbro del suo profumo.
-Non posso- singhiozzò lei, cercando senza convinzione di allontanarmi.
-È vietato…Methuselah e Terran non possono stare insieme…siamo troppo diversi.-
-Niente è impossibile, Esthel. Me lo hai insegnato tu, ricordi? Come puoi arrenderti così, senza cercare di lottare? Io ti amo, Esthel, sei l’unica per me.- le dissi con tono suadente, sollevandole gentile il mento e asciugandole le lacrime con la mano.
-L’amore supera ogni ostacolo- le dissi poi vedendo che non reagiva, baciandole i capelli.

Perché a quel tempo ne ero davvero convinto.

Preso da uno struggente desiderio, annullai la distanza che ci separava e poggiai le mia bocca sulla sua, con delicatezza, fissandola negli occhi.

La sentii rabbrividire contro il mio petto, ma non feci nulla, aspettando un suo segno che mi dicesse se continuare o allontanarmi.
Non volevo imporle una scelta, ma non resistetti alla tentazione e cominciai ad assaporarla con la punta della lingua.

Forse fu quello, forse no, ma in quel momento Esthel prese una decisione e mi si donò, stringendosi ed inarcandosi contro di me e dischiudendo le labbra.
A quel punto mi lascia dominare dal mio desiderio troppo a lungo soppresso e cambiai inconsciamente preposto: se prima desideravo consolarla, in quel momento volevo solo amarla con tutto me stesso, concedendomi una cosa che bramavo da tempo.

Le posai la mano con cui le stavo accarezzando i capelli sulla nuca, premendo con forza la bocca sulla sua, esplorandola con la lingua e gustando il suo sapore.
Lei reagì subito, assecondandomi ed assaporando le mie labbra.

Ma quando sentì la pressione delle mie zanne, lisce affilate, si Esthel ritrasse di scatto da me.
-Shhh…va tutto bene- le dissi, gentile, posandole un dito sulla bocca.
-Non temere, non ti farò del male, mai- ma evidentemente lei dovette leggere quello che davvero provavo nei miei occhi, che brillavano da una sinistra luce sanguigna per l’eccitazione.

-Ti brillano gli occhi…hai sete?- mi chiese lei, timorosa. -Oh, si- le risposi con tono sensuale, leccandole il collo con languidi colpi di lingua.
-Ho voglia di te.- affermai, tornado a baciarla con passione, spingendola all’indietro sul letto, sdraiandomi sopra di lei, puntellandomi con le braccia per non pesarle troppo.

-Ti amo- le sussurrai nell’orecchio, titillandole il lobo.
-Sempre e per sempre- mi rispose lei, abbandonandosi nel mio abbraccio possessivo, e inarcandosi contro di me, facendomi perdere anche l’ultimo briciolo d’autocontrollo.

Con l’abilità e la leggerezza che mie erano proprie, trovai con i bottoni che chiudevano la camicia di Esthel ma li slacciai con impazienza, probabilmente facendone saltare un paio.
Esthel si lasciò sfuggire una risatina, facendomi cenno che si sarebbe occupata lei di portare a termine l’operazione.

Così, prima che potessi rendermene conto, finalmente la ebbi nuda tra le mie braccia e rimasi un eterno attimo ad ammirarla, amando ogni centimetro della sua pelle chiara, ogni cicatrice collezionata in battaglia.

- Esthel…stella. E tu stella per me sarai, una guida luminosa nella notte…una luce costante nella mia vita…- le sussurrai sulla pelle, baciando e leccando la voglia a forma di stella sul suo fianco, facendola rabbrividire.

-Via- disse lei, dando uno strattone alla mia tunica, e prontamente obbedii, sfilandomela con un gesto fluido, togliendomi il turbante con l’altra mano.
-La tua pelle è così candida…- sorrise lei sfiorandomi il petto, per poi baciarmi sotto il collo a scendere.
Questa volta fu il mio turno di rabbrividire.

-E tu sei bellissima, mia principessa.- le dissi sincero, in quanto ai miei occhi lei era davvero la creatura più bella di tutto il Creato.

Tra baci e carezze il tempo fuggì veloce e senza che quasi ce ne rendessimo conto e pur travolto dalle emozioni, io seppi contenere la mia forza.
Ma la sete… ero così inebriato dal suo profumo dolce, dal suo sapore speziato sulla mia lingua, che a stento riuscii a tenerla a freno, tanto che nel momento del culmine del piacere per poco non la morsi, e dovetti mordermi io una mano, per impedirmi di farle del male.

Ma l’ondata da calore che ci travolse come un’onda mi impedì di sentire dolore, e mi ricordai delle ferita solo quando dopo, ansante, mi sdraiai acanto a lei e sentii la mano bagnata di sangue, che Esthel mi fasciò con un pezzo di stoffa strappato dalla sua camicia.

E poi rimanemmo abbracciati così, racchiusi in una sfera d’amore e speranza che credevamo indistruttibile, fino a che il sole non sorse, e la sua luce, mitigata dalla Perete Safir fino a darle un tono crepuscolare, non cadde su di noi, ricordandoci dei nostri doveri.

*I thought that I had everything
I didn’t know what life could bring
But now I see, honestly
You’re the only thing I got right
The only one I let inside
Now I can breath cause your here with me
And if I let you down I’ll turn it all around
Cause I would never let you go…

Con quanto dolore poi ti guardai salire su quel dirigibile!
Non posso fare a meno di pensare a quell’abbraccio che ci scambiammo che, per quanto misero, fu l’ultimo per noi.

Perché, anche se non volevamo ammetterlo, sapevamo che non ci sarebbe stato nessun futuro per noi.

Eppure non abbiamo resistito alle tentazione di illuderci.

E come avrei mai potuto immaginare che gli eventi avrebbero cospirato contro di noi in modo così crudele?

Forse è stato sbagliato,
forse è stato peccato,
forse è stata presunzione.

Che ci illudessimo in modo così doloroso,
che due creature così diverse giacessero insieme,
che l’amore potesse superare ogni ostacolo.

Eppure, nonostante tutto,
non mi pentirò mai di quell’unica notte
che il Destino ci ha concesso.

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* brani tratti da “I Will Be” di Avril Lavigne (dall’album “The Best Damn Thing”)

  
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