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Autore: Fifth P The Catcher    20/10/2013    2 recensioni
Stargate SG1, 10a stagione, 12° episodio. Line in the Sand. Sam viene ferita gravemente da un soldato Ori. Sappiamo tutti come è andata a finire. Io vi mostro come sarebbe potuta andare diversamente, con tutte le conseguenze del caso. Preparate i fazzoletti & I hope you'll enjoy the story! :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Samantha 'Sam' Carter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caro Jack,
      se stai leggendo questa lettera è perché non ci sono più. Sì, questa è una lettera d’addio, nel caso non dovessimo più rivederci; facciamo un lavoro pericoloso, entrambi lo sappiamo, entrambi dobbiamo essere pronti. E tu devi essere forte. Ma io so che lo sei.
Voglio scriverti questa lettera perché troppe volte, soprattutto negli ultimi tempi, da quando non sei più nell’sg1, ho temuto di morire senza poterti dire troppe cose che voglio che tu sappia.
In questa lettera non ci sono regolamenti e divise, anche se dovessero leggerla quelli dell’Air Force, ammesso che ce ne sia una qualche utilità, non credo che potrebbero punirci in qualche modo. Insomma, basta aspettare, qui posso urlare quello che a voce non ti ho mai potuto dire, almeno in pubblico. Io ti amo Jack, ti amo con tutta me stessa, ti amo. Lo sappiamo entrambi, ma quanto è bello poter dire queste parole, liberamente, senza nessun peso, anche solo in una lettera.
È sin dalla prima missione, a Chulak, che ho visto qualcosa di speciale nei tuoi occhi; il tempo non ha fatto altro che mostrarmi sempre più evidentemente cosa provavo. Spero che per te sia stato lo stesso.
Non credo che io sarei mai riuscita a superare la tua morte. Ricordo ogni volta con orrore e spavento quei tremendi giorni, quando hanno ucciso Janet e ti hanno ferito. Ogni tanto mi capita di avere incubi, di rivivere al rallentatore quel momento, il colpo che ti centrava, tu che cadevi a terra privo di sensi, il rombo degli alkesh, gli spari, le grida, poi tutto diventava confuso e nero, ed il dolore continuava per ore. Altre volte avevo temuto di perderti, ma in quei casi c’era almeno la sicurezza che tu fossi vivo.
Dico tutto questo perché so che anche per te sarà un momento difficile e so come ti sentirai. Teal’c mi ha parlato della tua frustrazione quando non mi trovavate. Ma, ti prego, continua a vivere, fallo per me, in nome del nostro amore. Lo so che è chieder tanto, ed a parole è tutto più facile, io stessa non saprei come andare oltre. Ma confido in te, tu sei molto più forte di me, è per questo che, prima di tutto, ti ho sempre ammirato molto. Non dico che sarà facile, ma ce la puoi fare e devi tentare, in ogni caso. Tu vali molto di più di quanto credi, lo sai, e non perderlo mai di vista.
È solo grazie a te che sono andata avanti quando ero intrappolata prima sul pianeta del sito alfa, poi sulla Prometheus. E ti devo confessare una cosa: lì, sulla nave, (sarà stata colpa della botta alla testa) c’eravate tutti: tu, Daniel, Teal’c e Jacob. E mi avete detto che eravate creature del mio subconscio, ma sembravate così reali..ho davvero pensato che ci fosse un qualcosa di superiore che vi aveva mandati per aiutarmi..
E tu ti sei definito una “scommessa sicura” e hai detto, o ho detto, che forse il problema, durante tutto questo tempo, sono stata io. Spero di non esserlo stata, perché in quel caso sarei la persona più stupida del mondo. Pete è stato un errore, l’ho capito. È stato quasi una reazione di quello che è accaduto sulla Prometheus; anche papà lì mi disse che meritavo di amare e di essere amata. Ha detto che mi imponevo un amore irraggiungibile per evitare di essere ferita dall’amore. Forse era vero, forse all’inizio, dopo no; è stato durissimo vedere papà spegnersi giorno dopo giorno dopo la morte di mamma, anche se, a quel tempo, lo odiavo perché lo ritenevo colpevole dell’incidente. Ma colpe non ne aveva, ed il suo era un amore profondo, lei era tutto per lui. Anche in questo caso è grazie a te che l’ho capito. Ho compreso che avevo bisogno di qualcuno, che è inutile non amare per paura di soffrire.
Pure tu mi hai detto che io merito di meglio, ma tu sei quanto di più bello mi sia mai capitato, anche se non siamo mai potuti stare insieme apertamente. Mi hai insegnato cosa vuol dire veramente amare qualcuno.
Non so se ti ricordi quel giorno in cui sono venuta a casa tua, e tu eri nel giardino a cuocere la carne sul barbecue e bere birra e c’era la Johnson con te. Ero venuta lì perché volevo parlare apertamente, non mi importava delle regole, sentivo che non potevo andare avanti, dovevamo trovare un modo.. Poco prima Pete mi aveva portato a vedere la casa che voleva comprare, per andarci a vivere dopo il matrimonio, ma avevo capito che non la volevo quella casa dipinta di giallo come nei miei sogni di bambina, avevo capito che, anche se lui era una persona splendida e mi amava molto, io non sarei mai stata veramente felice con lui. Poi, dopo, papà mi disse che le regole non avrebbero mai dovuto impedire la mia felicità.
Sentivo, sapevo, che era vero e ora non so perché non ho il coraggio di andare oltre, e mi maledico di non farlo.
È difficile concludere questa lettera..ci sono troppe cose che vorrei dirti, eppure è così difficile parlarne. Ogni parola che scrivo è un colpo al cuore, perché vorrei potertela dire a voce.
Fai tesoro dei momenti che abbiamo passato insieme, degli sguardi rubati, degli abbracci. Speravo che un giorno sarebbe potuta andare meglio tra noi due, ma il destino ha voluto così.
Non mi dimenticare, non dimenticare la mia voce, i miei occhi, il mio calore. In te vivrà tutto ciò che rimane di me, sei rimasto solo tu a testimoniare quello che sono veramente, nel profondo.
Ti auguro tutto il meglio, perché sì, te lo meriti. Quello che desidero di più al mondo è che tu stia bene, anche senza di me.
Addio.

Per sempre tua,
Sam
  
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