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Appuntamento
«Non ti azzardare a lamentarti. Te lo meriti.»
Leroy storse il naso e distolse lo sguardo, accigliato, mentre Mary Margaret gli metteva una borsa di ghiaccio sulle nocche livide.
«Chi se lo aspettava che quel damerino avesse dei denti così duri?» grugnì. «Devono essere fatti di cemento.»
«Era solo ubriaco.»
«L'ho fatto tornare sobrio.»
«L'hai fatto svenire.»
«Per cinque secondi netti. Poi ha ricominciato a blaterare.»
Odiava Whale da sempre, ma mai aveva avvertito il bisogno di colpirlo. Fino a quella sera, almeno, quando dal bancone di Granny's aveva sentito il suo commento sulla facilità con cui Mary Margaret saltava da un fiore all'altro.
Sì, sapeva cosa c'era stato tra loro. E forse quella consapevolezza aveva caricato il suo pugno di un po' di violenza in più.
Restava il fatto che nessuno, nessuno poteva permettersi di parlare così di lei. Non lo meritava. Nessuna donna lo meritava meno di lei. Perché, be'...perché era Mary Margaret. C'era davvero bisogno di un'altra ragione?
La guardò per un po', mentre gli medicava la mano. Aveva l'aria concentrata. Si chiese quanto furiosa fosse, in una scala da uno a dieci.
«Avrai problemi sul lavoro, per questo.»
«Nah, non credo. Whale non è il mio superiore.»
«Potrebbe fare pressioni sul sindaco. Ci mancherebbe solo che ti facessi licenziare per quella sciocchezza...»
«Non doveva permetterselo.»
«Insomma, Leroy, ragiona! Importa davvero cosa quel cretino va a dire in giro di me?»
«Sì, importa.»
«Non dovrebbe.»
«A me importa, ok?»
Dopo un lungo sospiro, Mary Margaret fu pronta a pronunciare la sua sentenza.
«Mi devi un appuntamento decente, sappilo» disse, piantandogli in viso due severi occhi verdi. «Questo è stato senza dubbio il peggiore che io abbia mai avuto.»
Ok, era moderatamente al sicuro. Forse.
«Non credevo me la sarei cavata con così poco.»
«Non cantare vittoria. Devo ancora decidere la tua punizione.»
Un grande sorriso gli distese le labbra. «Posso suggerire quella cosa dell'altra volta? Non è stato niente male.»
Un lampo malandrino balenò negli occhi di Mary Margaret. Le sue labbra si arricciarono per trattenere un sorriso. «Scordatelo, non sarà niente di piacevole.»
Leroy roteò gli occhi al cielo.
«Ma quella cosa la possiamo fare lo stesso?»
Si chinò un po' di più verso di lei, abbassando il tono di voce in un sussurro roco. Per tutta risposta, lei gli passò delicatamente la borsa del ghiaccio sulle guance. Poi sulla gola. Poi a sfiorare le labbra.
«Vedremo. Se saprai guadagnartela» sorrise. Quella luce malandrina non aveva lasciato il suo sguardo.
Leroy seppe così che non solo era salvo, ma anche dannatamente, dannatamente fortunato.