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Autore: Darko    11/04/2008    1 recensioni
Basato interamente sul gioco di Port Royale lo ammetto. Morgan Black alla ricerca della verità su suo padre. ringrazio fabio 93 che mi ha dato l'ispirazione.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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7.Le colonne d'Ercole
Capitolo 7
Le colonne d’Ercole


Erano ormai una decina di giorni che navigavano lungo le coste della Spagna, e non riuscivano a trovare un luogo isolato dove rifornirsi d’acqua e cibo. Ormai bere rum tutti i giorni faceva innervosire i pirati, non che non gli piacesse sia chiaro, ma l’uso prolungato di alcol cominciava a fare il suo effetto.
Erano sempre più frequenti risse e discussioni e a Morgan sembrò che anche lo zio fosse molto nervoso.
Quel giorno di giugno il caldo era terribile e il pirata di coffa era tramortito dal sole, tanto che Thomas lo fece sostituire. Appena quello fresco salì urlò alla ciurma:
-Le colonne d’Ercole-
Tutti si innervosirono ancora di più perché se andava bene il passaggio era presidiato da navi della marina, se andava male ti attaccavano. E una caravella non poteva far niente contro qualche paio di galeoni ben armati.
Thomas urlò in rimando: -Quante navi?-
-Capitano. Nessuna-
La ciurma esplose in urla di giubilo e volarono i cappelli.
La nave si stava avviando lentamente verso l’ultimo promontorio che li separava dallo stato di Gibilterra, possedimento inglese. Morgan guardò lo zio e vide che, lentamente, al posto del sorriso gli comparve un’espressione di orrore. Il ragazzo si voltò e capì perché. Davanti a loro stavano sei fregate della marina militare inglese, armate fino ai denti. L’incontro fu casuale perché di sicuro non li stavano aspettando, ma quando la caravella ormai lanciata passò vicino ad una delle fregate dall’ammiraglia arrivarono una serie di ordini, accompagnate dai segnali. Thomas capì i segnali: pirati, attacco.
Era troppo tardi. Avrebbe potuto sfruttare solo la sua velocità, perché le fregate erano stracariche di cannoni e munizioni.
“Pensa” si diceva mentre la prima fregata caricava i cannoni.
Poi vide che dopo la cittadina c’era un promontorio unito alla costa solamente da una strisciolina di sabbia. Non c’era altra soluzione, anche perché la fregata cominciava ad avvicinarsi.
-Calate l’ancora di destra e armate i cannoni!- urlò.
Con grande fragore i pirati lasciarono cadere in mare l’ancora che si tuffò con mille spruzzi mentre sotto il ponte si sentivano le palle di cannone entrare negli obici. L’ancora fece il suo dovere, come aveva calcolato Thomas, perché il fondo era abbastanza basso e fece roteare la nave sul suo asse verso destra, così facendo evitò la bordata della fregata. Poi il capitano urlò:
-Fuoco!!!-
La caravella infatti, roteando era arrivata in prua alla fregata.
Con somma gioia di Thomas la bordata colpì la prua, demolendola completamente. La prima nave stava imbarcando acqua, inclinata in avanti, e presto sarebbe affondata.
Pensando che non gli sarebbe andata bene un’altra volta Thomas corse al timone, levò di mezzo il timoniere e cominciò a virare:
-Issate l’ancora, cani randagi!-
L’Atalaia ripartì slanciata verso terra.
I pirati mormorarono e Thomas urlò ancora:
-Vi fidate di me?-
Nessuna risposta.
-Sappiate che dovete se non volete marcire per sempre nelle segrete inglesi!-
L’Atalaia stava filando e Thomas diede un altro ordine:
-Tutte le vele al vento!- poi, a bassa voce tra sé aggiunse: -Non ce la faremo mai-
Poi incredibilmente arrivò un’improvvisa folata di vento che spinse la nave oltre la sua velocità consentita, facendo tendere pericolosamente le vele. Thomas doveva correre il rischio.
La terra era sempre più vicina.
Due marinai si lanciarono in acqua spaventati dalla follia del loro capitano, subito giustiziati dai moschetti dei soldati della fregata inseguitrice. Ciò fece desistere gli altri.
L’impatto fu tremendo e la chiglia grattò rumorosamente sul terreno, per fortuna morbido. La nave scivolò ancora sospinta dal vento fino all’altra parte di mare, nell’Atlantico. Dietro di loro due fregate si arenarono, la terza andò a cozzare contro una di quelle, ed affondarono. Le altre desistettero, ai comandanti aspettava una dura punizione.
La ciurma esplose di gioia e il capitano fu il primo a lanciare in aria il cappello.
Poi l’Atalaia riprese il viaggio.
Morgan si avvicinò allo zio:
-Dove siamo diretti?-
-Alla spado-
-Dove sarebbe?-
-No è Palos, perché se cambi le lettere a “da Palos” viene fuori “la spado”-
Morgan ebbe un tuffo al cuore ed estrasse subito il foglietto. Ma certo era un anagramma! Grazie allo zio aveva già risolto una parte dell’indovinello e sicuramente a Palos sarebbe riuscito a risolverlo completamente.
Tutti i pirati si prepararono ad un’altra scampagnata con i loro vecchio e caro amico rum
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