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Autore: Ca7    21/10/2013    2 recensioni
Capita a volte che due persone si cullino nei ricordi quando sanno di non poterne creare altri. E se poi quei ricordi si creano e si eclissano ancora, come si trova la forza per continuare sulla propria strada?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Un nuovo giorno aveva inizio a Roxborough e a scuola Blaze Miller aveva trovato il modo per rendere la giornata movimentata. Era considerato uno di quelli appartenenti alla categoria “Popolari”, molte ragazze gli andavano dietro e con qualcuna ci era anche stato… soltanto per divertirsi. Non si creava tanti scrupoli nel mollarle dopo aver raggiunto il suo scopo e adorava deridere gli altri; spesso ci andava giù con scherzi piuttosto pesanti.
Kate aveva appena richiuso il suo armadietto quando notò che – poco distante dal punto in cui si trovava – una folla di studenti si era soffermata a guardare qualcosa, mormorando. Allora si avvicinò per capire cosa stesse accadendo. Ferma davanti al suo armadietto, una ragazza con il volto rigato dalle lacrime per la vergogna, guardava la foto attaccata che la ritraeva mentre si scambiava effusioni con Blaze Miller, mentre quest’ultimo sghignazzava assieme ad alcuni compagni di squadra, provandoci gusto. Tra quella folla, c’era anche Sarah che disgustata dalla situazione e dal fatto che nessuno dei suoi compagni muovesse un dito in difesa di quella ragazza, decise di intervenire. Andò dritta verso la foto, la staccò via e la strappò in due pezzi.
<< Ehi!>>, strofinò una mano su un braccio della ragazza per consolarla.
<< Ma guarda un po’… Sarah Stewart la paladina degli studenti si è fatta avanti.>>, disse Blaze ridendo.
<< Sei proprio uno stronzo, Blaze.>>, gli lanciò un’occhiata di disprezzo. << Vieni, andiamocene da qui.>>
La ragazza annuì soltanto.
<< Oh, stà attenta a ciò che dici Sarah. Due belle labbra come le tue non dovrebbero pronunciare parole simili.>>
Sarah si fermò per controbattere e Blaze si avvicinò ancor di più a lei.
<< Sai, non hai idea quanto mi ferisca che tu sia lesbica. Tanta roba così sprecata.>>, la squadrò dalla testa ai piedi, << E’ un vero peccato.>>, sogghignò.
<< Me ne frego altamente di ciò che pensi.>>
Sarah ebbe il tempo di finire la frase e improvvisamente vide materializzarsi davanti a lei Kate.
<< Hai finito?>>, guardò duramente Blaze negli occhi.
Blaze scoppiò a ridere e a battere le mani.
<< Kate! Kate! Kate! Sai, mi sono sempre chiesto chi delle due facesse il maschio. Penso di averlo proprio capito.>>
<< Andiamo! E’ questo il massimo che sai fare? Riciclare battute scadenti?>>, Kate sembrò sfidarlo.
<< No, posso fare di meglio se proprio insisti.>>
D’istinto Sarah prese la mano sinistra di Kate.
<< Kate, lascia perdere, dai.>>
Kate continuava a guardare Blaze in cagnesco e quest’ultimo sorrideva con un sorriso da sbruffone.
<< Ora che ci penso… voi due non state più insieme. Interessante.>>, si sfregò le mani, << E’ una buona occasione per te Sarah per aprirti a nuovi orizzonti. Sul serio … hai mai baciato un ragazzo? Perché io sono disponibile per una prova.>>
<< Sono più che sicura che non ti bacerei neanche se dovessi rinascere etero e tu fossi l’ultimo essere umano sulla faccia della terra.>>, rispose prontamente Sarah.
<< Ma sentitela! Tiri fuori le unghie… eccitante.>>, Blaze sogghignò ancora, << Io direi che è meglio provare così ne sarai davvero sicura.>>
Stava per oltrepassare Kate, ma quest’ultima lo spinse indietro.
<< Non ti azzardare neanche a sfiorarla.>>
Blaze reagì di scatto allargando le braccia.
<< Chiedile scusa.>>, proseguì Kate.
<< Neanche per sogno.>>
<< Ho detto chiedile scusa.>>, gli disse a denti stretti.
Conoscendo il temperamento di Blaze, Sarah iniziò a desiderare che un professore o persino suo padre potesse passare di lì in quel momento ed evitare che la situazione degenerasse. Per sua fortuna accadde: Blaze era noto a tutti e qualcuno degli studenti presenti capì in anticipo che era meglio far intervenire un adulto.
<< Adesso basta!>>, tuonò il preside Stewart, e la folla iniziò a sparpagliarsi. << Davis. Miller. Nel mio ufficio... ora!>>, impose la sua autorità e i due obbedirono all’istante, << E voi... in classe.>>, gettò qualche sguardo severo verso gli studenti che erano ancora rimasti ad assistere.
<< Tu stai bene?>>, chiese alla figlia.
<< Sì, sto bene.>>
<< Lei?>>, guardò perplesso l’altra ragazza.
<< Ci penso io.>>
<< Va bene, ma dopo andate in classe.>>
Sarah annuì e s’incamminò insieme con lei.


Ore dopo, Sarah era in palestra alle prese con il consueto allenamento pomeridiano. La Coach Bennett aveva fatto disporre due file, una di fronte all’altra a circa tre metri di distanza e ordinato alle sue ragazze di passarsi la palla reciprocamente. La fila A doveva eseguire un palleggio corto che la fila B doveva restituire in bagher. Poi, suddivise le ragazze in due gruppi in modo da allenare l’attacco e la ricezione e accrescere la coordinazione motoria. E con un preciso schema mostrato loro, poteva così verificare la capacità di anticipazione e di valutazione della traiettoria della palla da parte delle giocatrici. Fu un allenamento intenso, come ogni giorno del resto; la Coach spronava sempre la sua squadra a dare il meglio negli allenamenti e il 100% nelle partite. Le preparava affinché potessero diventare delle vere pallavoliste, affinché le migliori squadre universitarie notassero la loro bravura, il loro impegno e la dedizione per questo sport.
Dal fischietto che teneva appeso al collo, fece partire un lungo suono.
<< Per oggi va bene ragazze.>>, disse, << Ottimo! Continuate così anche domani.>>, applaudì e le ragazze fecero lo stesso. Era il loro rito simbolico alla fine di ogni allenamento.
<< Sono distrutta!>>, affermò Sarah poggiando per un attimo le mani sulle proprie ginocchia.
<< Non dirlo a me.>>, Cassie le porse un telo per asciugare il sudore.
S’incamminarono verso lo spogliatoio, direzione docce.
<< Senti Cassie… potresti darmi un passaggio? Roxanne non poteva aspettarmi oggi, quindi…>>
<< Nessun problema.>>, le rispose sorridendo.
<< Grazie!>>
<< Ah, quasi dimenticavo. Hai impegni stasera?>>
<< Sì. Un appuntamento con il mio letto.>>
<< Uhm… beh, è sicuramente un appuntamento allettante, ma non è che lo rimanderesti per due biglietti per il cinema?>>
Sarah guardò Cassie pensierosa.
<< Dipende quale film mi proponi.>>
<< Uno a cui non potrai dire di no.>>, le sorrise fiduciosa, << The Perks of Being a Wallflower.>>
<< Dici sul serio?>>
Cassie annuì con la testa.
<< So che volevi tanto vederlo, così ho prenotato i biglietti.>>
<< Hai proprio ragione, non posso dire di no.>>
<< Passo a prenderti alle 19:00?>>
<< Perfetto!>>
 

Sarah era pronta, aspettava l’arrivo di Cassie e sarebbero andate al cinema. Prima però, vedendo Kate dalla sua finestra, decise di telefonarle per sapere cosa fosse successo nell’ufficio di suo padre quella mattina.
<< Ciao Kate!>>, disse dopo che la ragazza rispose.
<< Ehi! Ciao Sarah.>>, Kate era solita intraprendere piccole passeggiate quando parlava al cellulare, in qualsiasi luogo fosse. Lo fece anche in quel momento, ma quando vide Sarah alla finestra, si fermò a guardarla.
<< Com’è andata con mio padre?>>
<< Non ti ha detto niente?>>
<< Non è ancora tornato. Aveva una riunione con gli insegnanti.>>
<< Capito! Comunque, si è risolto tutto con un chiarimento. Blaze ha parlato per primo e ha detto che abbiamo avuto una piccola discussione a causa di un suo fraintendimento, e che non è successo nulla di serio.>>
<< E tu cosa hai risposto?>>
<< Stranamente, l’ho assecondato e ancora mi chiedo perché.>>
<< Forse non volevi metterlo nei guai con il Coach Garcia.>>
<< Hmm! Probabile.>>
<< Dici che mio padre vi abbia creduto fino in fondo?>>
<< Penso di no. E’ un uomo molto perspicace e sa com’è fatto Blaze. Magari anche lui non ha voluto infierire per via della squadra. In fondo, ha fatto di peggio.>>
<< Comunque, oltre a questo… volevo ringraziarti per aver preso le mie difese.>>
<< Tutte le volte che ne avrai bisogno, Sarah.>>
Anche a distanza, separate da due finestre, si guardarono intensamente negli occhi.
<< Devo lasciarti, adesso. Ciao, Kate.>>
<< Ciao Sarah.>>, le sorrise e alzò una mano in cenno di saluto.
  
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