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Autore: dorington    22/10/2013    0 recensioni
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita...
NOOOOOO... Ma come si fa a scrivere così? Seriamente, c'è ancora gente che legge roba del genere? So che
l'ho scritto io, ma lo sanno tutti che prima di farlo avevo fumato un paio di canne! (Gran Rave party)"
Scritto in collaborazione con Tsunlover92, un mio amico
CREDITS: un profondo ringraziamento ai nostri professori di lettere per averci fatto odiare la Commedia a tal punto da scriverne una nostra versione
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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[Che tu sia di oriente o occidente
 Non importa, o penitente
 Perché qui sarai ripetente
 Di tutte le tue sofferenze.]

Lessi il cartello posto a fianco dell'enorme cancello. Mi dava una strana sensazione: mi sembrava quasi una minaccia scritta da un poeta da quattro soldi.
Guardai Virgilio che, nel mentre, aveva acceso un falò, usandolo per mandare messaggi con il fumo:

-Come cazzo hai fatto quel falò?! - urlai

Ho sempre con me un kit per prepararne uno a portata di mano.

Mentre disse ciò aprì un lato del giaccone mostrandomi il suddetto kit.

Un attimo... E da quando esistono kit per accendere falò in meno di dieci secondi? E portatile, per giunta?! Certo che le industrie specialistiche stanno facendo proprio dei passi da gigante verso strade che non hanno alcun motivo di essere asfaltate...

-Va bene... - dissi strofinandomi le tempie – Ed ora come facciamo ad entrare?

|-Semplice: spingi il cancello, no?

-Tutto qui?

Mi voltai nuovamente per guardare il cancello: era in ferro battuto e sembrava pesare più di dieci tonnellate, quintale più, quintale meno.

-Sicuro che basti semplicemente spingere?

-Certo. Perché, non ti fidi?

In un unico istante mi passarono per la mente tutte le peripezie che avevo già passato (ed è passata solo un'ora), seguite dalla mia immaginazione su ciò che ancora mi aspettava:

-No. Decisamente, no.

-Uomo di poca fede...

Virgilio si alzò dal falò e si mosse in direzione del cancello: fermatosi a sette metri di distanza da esso, riprese a parlare.

-Osserva bene, figlio mio. I'll show you MY POWER.

Iniziò a muovere le mani in modo complesso, per poi muovere le braccia prima a destra, poi a sinistra, poi verso il basso, infine le spostò entrambe sul suo fianco destro.
Cominciai ad avvertire un'enorme energia provenire da Virgilio:

Ha un'aura potentissima!

-Osserva bene, ragazzo: HADOUKEN!!

Un'ondata di energia colpì in pieno il cancello: il colpo di Virgilio risultò talmente potente da riuscire a spalancare quell'enorme portone, spalancando completamente l'accesso per l'Inferno.

-Visto? Niente di speciale, proprio come ti avevo detto – disse Virgilio alzando il pollice come un povero tamarro.

-Niente di speciale...? HAI APPENA USATO UNA TECNICA DA GIOCHI ARCADE E TU LO DEFINISCI NIENTE DI SPECIALE???

Temo che con questo la mia sanità mentale ormai rasenterà il pavimento... Magari arriva anche al livello della fossa delle Marianne.

Decisi di lasciare perdere le stupidaggini che Virgilio sembrava sfornare senza fine per fargli una domanda:

-Cambiando discorso, senti... Ma che stavi facendo con quel falò?

-Informavo il grande capo del nostro successo contro Caronte.

-Capisco... - Per un attimo guardai verso l'alto – MA SIAMO SOTTOTERRA, PEZZO D'IDIOTA!

-Dettagli, dettagli.

Virgilio liquidò la faccenda con queste sue ultime parole, facendo salire il mio livello di irritazione a nuove vette inesplorate.

-Anyway, che ne dici se ci decidiamo ad entrare? Si sta facendo tardi sai, non vorrei che la cena si raffreddasse...

-Ma di che cosa stai parlando? Cena?!? Col cavolo che ti seguo per cenare con qualche altro pazzo del tuo calibro!!

-Dettagli, dettagli.

Perché non l'ho ancora ucciso a questo qui??


◊ ◊ ◊

Dopo aver passato il cancello abbiamo continuato a camminare per circa cinque minuti ed ancora non avevamo incontrato qualsivoglia spirito. Il luogo in cui ci trovavamo era enorme, oltre ad essere nuovamente una landa del tutto desolata: ogni tanto si vedevano qua e là delle colonne greche o romane, ma per il resto era un luogo completamente brullo.

-Virgilio? Dove ci troviamo adesso?

-Oh, non lo sai? Questa è casa mia.

-Casa tua...?

Per qualche strana ragione immaginavo la casa di codesto pseudo-uomo come una torre a 57 piani dove da ogni finestra usciva una strana protuberanza. Chissà perché mi sentii rassicurato che questa mia fantasia non si sia tramutata in realtà.

-Come mai non vedo nessuna abitazione allora?

-Sai, per una volta nemmeno io ne ho la più pallida idea... - disse Virgilio con aria pensierosa – Vedi, negli ultimi tempi ho sempre vissuto nella tua città per poter pubblicare i miei libri.

-Capisco...

In realtà no, ma lasciamo correre. Continuammo a camminare fino ad arrivare di fronte ad un'enorme colonna in stile ionico.

-Bene: allora – disse Virgilio – Che ne dici di cominciare a scalare questa colonna e vedere se riesci a trovare qualcuno o qualche casa?

Lo guardai. Lui guardò me. Guardai la colonna. La colonna guardò me. Lo guardai di nuovo. Sorrisi, prima di mollargli un'uppercut devastante che lo fece decollare, spedendolo sulla cima della colonna.

-Sai, penso che questo metodo sia molto più efficace del mio banale tentativo di arrampicarmi.

Appena Virgilio ritornò a terra lo presi al volo.

-Visto niente?

-Sai, temo di non avere avuto il tempo di fare abbastanza caso ai dintorni.

-Mmmh... Penso che un altro viaggetto in cielo non possa farti tanto male. Non troppo quanto meno.

-NONONONO ASPETTA! Che vuol dire “un altro viaggetto”?! - urlò Virgilio disperato – L'aria fresca lì sopra rischia di rovinarmi la mia bellissima pelle! Secondo te come faccio colpo in discoteca?

-Ma quale pelle?! Smettila di lagnarti: quando mi hai buttato a calci in questa fossa desolata non mi sono lamentato così tanto.

-Aspetta, non senti anche tu uno strano rumore provenire da quella direzione?

-Finiscila di sparare balle adesso.

Preparai il pugno per far partire il secondo uppercut, quando iniziai anche io a sentire uno strano rumore: guardai nella direzione indicatami da Virgilio e notai un'orda di gente che stava correndo nella nostra direzione.

-E tutta quella gente? Chi sarebbero?

-Finalmente! Sono arrivati i miei amici!

Virgilio riuscì a liberarsi dalla mia presa approfittando del mio momento di distrazione ed iniziò a correre verso l'orda:

|-AMICI MIEI!

Sentendo quelle parole e vedendolo arrivare, due persone si separarono improvvisamente dall'orda ed iniziarono a correre ancora più rapidamente verso Virgilio.
Non so ancora come, ma cominciò a sentirsi di sottofondo una musica smielata, come per celebrare l'incontro tra quelle tre persone:

-Amici miei! Allora siete venuti a prender-

Nemmeno il tempo di finire di pronunciare la sua frase che uno dei due “amici” lo scaraventò via con una Clothesline From Hell.

-Socrate, conto su di te!

-D'accordo, Cicerone!

L'uomo chiamato Socrate si avventò su Virgilio, lo alzò immediatamente, se lo prese sulle spalle e con un solo salto riuscii a raggiungere la cima della colonna. Prese dalla sua cintura una bottiglietta sulla quale vi era scritto “Cicuta”, la stappò e bevve un sorso del suo contenuto. Nel giro di un secondo aveva già riposato la bottiglietta saltando in aria, mettendosi ad urlare:

-KINNIKU BUSTER!!!

Così facendo colpì il suolo usando una strana mostra di wrestling che probabilmente aveva visto in chissà quale cartone animato giapponese. Mollò a terra il Virgilio morente, mormorando:

|-Eh, mi ci voleva proprio un po' di esercizio.

-Ma che cazzo è successo...?

Mi precipitai verso l'appena deceduto Virgilio e l'uomo che gli aveva appena inflitto quella strana mossa di wrestling:

-OOOOI, sei ancora vivo?

Gli mollai altri due bei ceffoni per tentare di svegliarlo, cosa che, in qualche modo, funzionò. Virgilio aprì di poco i suoi occhi e cominciò a mormorare:

-Mamma... Non voglio andare a scuola con Enea...

Temo che quella mossa di wrestling sia stata anche TROPPO devastante...
Alzai lo sguardo verso l'uomo di nome Socrate: era un uomo calvo, con una barba bianca incolta e con un fisico magro, come se fosse rimasto per molto tempo in prigione; sulla cintura aveva attaccata quella sua bottiglietta con su scritto “Cicuta”.

-Hey tu, non ti pare un po' eccessivo mollargli un colpo del genere? Va bene che è un'idiota, ma questo mi sembra troppo persino per lui.

-“Troppo”? Guarda che ci siamo anche andati piano – disse l'altro uomo, dal naso abbastanza pronunciato ed un'aria da leader.

-Infatti, se avessimo voluto fare sul serio gli avremmo potuto sferrare un Cannone Galick.

Un Cannone che?! Non so di cosa stessero parlando, ma ero certo che qualunque cosa fosse non era qualche cosa che debba essere utilizzata su un essere umano.
Sollevai Virgilio e me lo misi sulle spalle:

-Allora, voi due chi sareste?

-Chi, noi? Io mi chiamo Cicerone. Quell'altro è Socrate.

-Cicerone? Socrate? Non sarete mica... Il filosofo e l'oratore?!

-Toh, finalmente un uomo di cultura! - commentò Socrate – E sembra anche sapersi comportare piuttosto bene.

Wow... Allora mi trovo seriamente all'Inferno. Incontrare di persona e parlare con due personaggi storici della loro importanza che si trovano sui libri di scuola fa sicuramente uno strano effetto.
Mi accorsi che l'orda era appena arrivata dietro i due; intimidito da tutta quella gente, feci qualche passo indietro. Non sono sicuro che intenzioni avessero nei miei confronti, ma sicuramente dovevano avercela a morte con Virgilio (e ne posso capire tutte le ragioni).

-E tu chi saresti invece? - domandò Socrate.

-Bada ragazzo – aggiunse Cicerone – Siamo in grado di confutare qualunque menzogna tu possa dirci, ed il fatto che tu sia con Virgilio non ti mette in buona luce verso di noi.

-Ehm... Come dire... Io mi chiamo Dante... Ehm... Questo tizio mi ha costretto a prendere parte ad... Uhm... Uno “strano viaggio” per... Tentare di salvarmi la vita... O qualche cosa del genere.

-Esatto! È tutta opera del grande capo!

Dannazione, questo maledetto è sopravvissuto ancora una volta... Bisogna ammettere che le sue capacità di ripresa sono del tutto fuori dal comune.
Scese dalle mie spalle e si rivolse a Cicerone e Socrate:

-Cicero! Socra! Quanto tempo è passato dall'ultima vol-

Anche questa volta, prima di riuscire a terminare la frase, fu interrotto da due potenti ganci destri da parte sia di Cicerone, che di Socrate.

-Non parlare come se fossimo amici, idiota! - ringhiò Cicerone.

Virgilio si rialzò nuovamente, incredibile...

-Ahahahah! - Virgilio ridacchiò – È passato moltissimo tempo dall'ultima volta che ci siamo visti ed accogliete così un vostro vecchio amico?

-Hai ragione, Virgilio! - disse Socrate con voce innocente – Vieni con noi, che ti abbiamo preparato la tua zuppa avvelenata preferita. O preferiresti un bagno nella tua vasca piena di oro appena fuso, proprio come piace a te?

Certo che questa gente è proprio sadica... Trattandosi di Virgilio, però, penso che sia piuttosto normale portare al sadismo addirittura figure pacifiche come Cicerone e Socrate.

-Temo che per il momento dovrò rifiutare entrambe le proposte, ahahah... - replicò Virgilio indietreggiando appena.

Era chiaro che la situazione non avrebbe preso la migliore delle pieghe se avessi lasciato l'intera conversazione a Virgilio. Lo presi da parte e, dopo avergli mormorato un “Qua ci penso io!, mi voltai verso i due filosofi:

-Sentite, capisco il vostro odio nei confronti di quello li, ma sfortunatamente io devo passare anche per queste terre, quindi che ne direste di mettere i vostri dissapori da parte ed ignorarlo completamente solo per questa volta?

I due si guardarono per un secondo, quindi Cicerone parlò:

-Tu sei ancora vivo, giusto?

-Si.

-Aaaah... Ora capisco... Allora è vera la voce di corridoio riguardo al capo che ti ha concesso un permesso speciale.

-Immagino di si, non sarei qui altrimenti.

-Ed ha concesso a quell'idiota li di accompagnarti.

-Esattamente, proprio così. - si intromise Virgilio - Dato che il grande capo mi aveva mandato sulla terra, ed avevo molto tempo libero, ha pensato che io fossi la persona più adatta ad accompagnarlo.

Molto tempo libero?

-Il fatto che lui sia stato mandato sulla terra – sussurrai a Socrate – Come dire... Non è che siete stati voi a chiederlo?

-Vedo che sei veramente intelligente allora. - replicò Socrate – Quello li è un rompiscatole di dimensioni epiche, allora abbiamo chiesto al grande capo di farci il favore di spedirlo via da questo mondo.

-Questo mondo? - ripetei.

-Immagino non te lo abbia detto – disse Socrate – In questo momento ti trovi nel luogo chiamato Limbo: luogo che è punizione ma allo stesso tempo non lo è.

-E che roba sarebbe?

-Per farla semplice – intervenne Cicerone – l'odio portato da tutti gli studenti che hanno dovuto studiare sia il Greco antico che il Latino ha generato un'energia talmente grande che il grande capo non poteva più ignorare, per questo ha creato il Limbo: questo è il luogo dove risiedono le anime dei poeti classici.

-Non mi sembra tutta questa punizione.

-Teoricamente avresti ragione –concedette Socrate – Ma vedi, molti di noi erano anime destinate al Paradiso, e per questa ragione si sono ritrovate nel Limbo. Capirai quindi che è una punizione, visto che ci aspettavamo gli Elisi, mentre ci ritroviamo in una landa desolata.

Mi sentii in imbarazzo: dopotutto anch'io, quando ero un ragazzo, ho maledetto i poeti latini e greci che ho dovuto tradurre a scuola. Scoprendo che anche le mie maledizioni sono state la causa della nascita di questo posto sentii la vergogna crescere in me.

-E le anime dei poeti classici che si sarebbero dovuti trovare all'Inferno? - dissi per tentare di sviare la conversazione.

-Oh, quelli rimangono all'Inferno.

-HEY VOI, che cosa state mormorando?! - urlò Virgilio.

-Sei fin troppo irritante... – rispose Socrate.

-E stupido... - proseguì Cicerone.

-Per non parlare della tua deficienza... - aggiunsi io.

-È dura la vita per un filosofo la cui retorica è pari a quella di Cicerone e Socrate...

E tre pugni lo colpirono in faccia nello stesso momento, facendolo schiantare contro la colonna.


◊ ◊ ◊

-Una sfida? – dissi.

-Esatto – disse Virgilio – Per entrare nel prossimo girone dobbiamo superare una sfida, o meglio...

Mi toccò il petto con l'indice:

-TU devi superare una sfida.

-Vuol dire che non mi darai una mano?

-Ehm... Sai com'è... L'artrite a volte... - mormorò massaggiandosi la schiena.

-Sfortunatamente non ti potrà aiutare anche a causa delle nostre leggi – disse Cicerone.

-Esatto – concordò Socrate – È chiaramente indicato che, quando si prende parte ad un viaggio come il tuo, devi essere tu a superare queste sfide.

-Va bene... - -sospirai – E se non riuscissi a superarla?

-Hai presente quando ti ho detto cosa sarebbe successo se tu continuassi a vivere come stai vivendo per il momento? - mi chiese Virgilio.

-Si, e allora?

-Allora il risultato finale potrebbe anche peggiorare.

-Vuoi dire che c'è qualche cosa di ancora peggiore?!

Virgilio mi mise una mano sulla spalla:

-Al peggio non c'è mai fine...

Oh, fantastico. Non solo ora dovrò affrontare una sfida di chissà quale divina difficoltà, ma se dovessi fallire avrei anche un posto riservato nell'angolo VIP dell'Inferno: forse era meglio se non avessi mai iniziato questo viaggio.

-D'accordo. E dove si terrà questa sfida?

-Ci stiamo già dirigendo dove si terrà, guarda: si riesce già a vedere.

Aguzzai gli occhi nella direzione indicata da Virgilio: riuscii a vedere una fila di torce poste a coppie, che formavano una piccola strada terminante con un'asta incastrata sopra altre due aste.

-Bene... Ed in cosa consisterebbe questa prova?

-In una sfida di Limbo – rispose Virgilio.

-Una sfida di Limbo. Nel Limbo. È uno scherzo, vero?

-No, siamo serissimi: il Limbo è lo sport nazionale da queste parti. - disse Cicerone.

-Va bene, lasciamo perdere... E chi sarebbe il mio avversario?

-IO. - urlò una voce proveniente dal punto in cui si trovava l'asta del Limbo.

Aguzzai ulteriormente lo sguardo, concentrandomi sulla direzione dalla quale proveniva la voce: un uomo basso, dalla carnagione scura ed una pettinatura Rasta, teneva in mano una di quelle aste usate per il salto in alto; indossava un paio di occhiali dalle lenti rettangolari ed una tuta sportiva simile a quelle usate durante le gare delle Olimpiadi.
Io, Virgilio, Cicerone e Socrate ci avvicinammo al suddetto uomo.
Alla vista di quell'uomo, Virgilio alzò la mano in un gesto simil-Hip-Hop:

-Bella, fratello!

-Porca paletta – disse l'uomo – Vedo che sei ancora vivo. E pure in ritardo! Dovevi presentarti qui 2 ore 47 minuti e 23 secondi fa! Guarda che così rovinerai i progetti del grande capo.

-Rilassati, Hermes – dispose Virgilio – anzi, che ne dici di fumarci una bella marijuana? Come ai vecchi tempi!

Hermes lo scrutò torvo e lo colpì con la sua asta da salto in alto:

-Solo perché sono Indocinogiamaicano non vuol dire che fumi erba. Anche perché questo debiliterebbe il mio sistema corporeo, impedendomi di lavorare il 100% del tempo, che è l'unica cosa che ho guadagnato dall'essere il guardiano del Limbo.

-Senti – Sussurrai a Socrate – Ma esattamente, questo chi è?s

-Oh, lui è Hermes Conrad, il guardiano del Limbo.

-Pensavo che i guardiani fossero dei mostri con migliaia di teste, serpenti al posto della pelle e roba simile.

-Immagino che tu sia stato fin troppo influenzato dall'idiozia di Virgilio...

-Dunque, chi deve affrontarmi?! - Hermes alzò la voce per attirare la nostra attenzione.

-Io – Alzai la mano.

-Perfetto, ti spiego subito le regole: uno di noi due dovrà passare quell'asta da Limbo all'altezza più bassa possibile.

Rimasi piuttosto sorpreso:

-Oh, sembra facile.

-L'altezza minima che uso io – sisse Hermes – e che useremo come base di partenza per questa sfida sarà 2cm.

-CHE COSAAAA?!?!

2cm? 2cm?! Dovrò spezzarmi la schiena anche solo per provarci! E non sono neanche sicuro che questo possa funzionare!!

-Su, su, iniziamo – mi esortò Hermes.

Andò verso uno stereo portatile posto vicino al luogo della prova ed ammaccò il tasto Play: ne partì fuori un ritmo caraibico che conoscevo molto bene e che, sinceramente, trovai molto ridicolo in questo contesto: per farla breve era... Limbo Rock di Chubby Checker.

-Bene, allora inizio io – disse Hermes.

Iniziò immediatamente e, con straordinaria flessibilità, riuscì a non far cadere l'asta del Limbo nonostante fosse posta solamente a 2cm dal terreno.

-O MIO DIO COME CAZZO CI È RIUSCITO?! QUELLO È UN'INVERTEBRATO, NON UN UOMO A SANGUE FREDDO!

-Bene, tocca a te fare di meglio adesso!

Virgilio mi diede una pacca sulla spalla:

-Ora tocca a te, campione.

-Bastardo... Facile per te parlare, visto che non sei tu a doverti spaccare la schiena. Letteralmente.

Guardai l'asta del Limbo, che era stata posizionata ad 1cm dal terreno affinché potessi vincere la gara senza troppi sforzi.
Mi voltai nuovamente verso Virgilio:

-E come dovrei riuscire a superare una prova del genere.

Tirò su entrambi i pollici e mi disse:

-Usa la Forza, figlio mio.

Mi pentii di avergli chiesto aiuto.
Feci mente locale, ricordando le regole del Limbo:
1) Non devo far cadere l'asta.
2) La mia schiena non deve toccare il terreno.
… Ok, sono fregato. Riflettei con calma per analizzare la situazione: in realtà non c'era molto da analizzare. O vincevo, o perdevo, e nel caso avessi perso sarei finito dritto all'Inferno. Nessuno ha mai detto che non avrei potuto barare però...
Un'ondata di energia super-omistica mi pervase nuovamente il corpo: maledizione, l'ultima volta che è successo mi sono ritrovato nei casini, e di quelli grossi anche. Beh, magari questa volta sarà la mia unica ancora di salvezza.

Non so perché feci quello che ho fatto in quel momento, ma diedi un pugno per terra: il colpo fu talmente potente da disintegrare il terreno ovunque, eccezion fatta per le zolle dove si trovavano le aste che reggevano l'asta del Limbo.

Ormai non vi era più 1cm fra l'asta ed il terreno, bensì 1 metro.

Wow, la potenza super-omistica fa veramente miracoli: per il momento non mi chiederò da dove provenga tutta quella energia, adesso il mio unico obiettivo è superare quella maledettissima asta per il Limbo.
Dopo aver superato l'asta mi rivolsi ad Hermes:

-Non ho barato... giusto?

-Immagino di no, a questo punto.

-Perfetto! Sapevo che ce l'avresti fatta, figlio mio! - disse Virgilio, correndo ad abbracciarmi.

Per semplice risposta gli mollai un pugno in faccia.

-Ma ti pare il modo di trattare tuo padre questo?!

-Se tu fossi mio padre – e non lo sei-ed io fossi tuo figlio – e non lo sono- inizierei a chiedermi che razza di atti depravati avresti compiuto con mia madre, per poi andarmene in orfanotrofio.

-A tue spese però.

Cicerone si avvicinò a Virgilio e lo sollevò, mollandogli una scarica di ceffoni.

-Ti conviene stare zitto e prepararti: è tempo che tu riprenda il tuo “viaggio” e faccia sparire la tua maledetta faccia da culo da questo posto.

Socrate mi diede una pacca sulla spalla:

-Bravo ragazzo, hai superato questa prova in un modo davvero interessante, quasi unico direi.

Mentre diceva ciò mi passò una bottiglietta di liquido trasparente. La sollevai portandola all'altezza dei miei occhi: la feci dondolare un attimo, il liquido all'interno iniziò ad ondeggiare freneticamente; ogni tanto sembrava quasi che ci fossero pure degli occhi che ammiccavano.
Rabbrividii immediatamente.

-C-c-che cosa c'è qui dentro...?

-Cicuta. Mi sembra piuttosto ovvio, no?

-Cicuta? - ripetei.

-Certo. Che altro ti aspettavi?

Cicuta? Da parte di Socrate? Davvero MOLTO divertente....

-Questa non è semplice cicuta però – proseguì Socrate – è un estratto delle Cicute Demoniache che si trovano qui all'Inferno.

-Oh, ok. E... Che cosa dovrei farmene?

-Ti tornerà parecchio utile nel caso dovessi stendere Virgilio per trascinarlo con te senza troppi problemi. O per stenderlo e basta, se comincia a rompere troppo.

Sentii i miei occhi cominciare a riempirsi di lacrime: QUESTO è un regalo veramente utile. Le emozioni di gioia pura che mi presero mi fecero (quasi) dimenticare del tutto di chiedere a Cicerone e Socrate che cosa fosse stato quell'improvviso attacco di energia super-omistica.

-HEY! RAGAZZO! - mi chiamò Cicerone – Credo che per te sia arrivato il momento di andare. Anche Virgilio è pronto a ripartire.

Avendo sentito nominare la mia fantomatica “guida” mi voltai verso di lui, quasi non lo riconobbi per tutte le sberle che aveva ricevuto da Cicerone: aveva un aspetto molto migliore del solito.

-Ehm... Non credi di avere un po' esagerato?

-Non si esagera mai con Virgilio. Mai. - commentò Cicerone con sguardo serio.

-Ha ragione! - intervenne il diretto interessato – Non mi sono ancora fatto niente!

-Maledizione, questo qui è proprio immortale... - sussurrò Cicerone.

Sfortunatamente ero d'accordo con Cicerone, ma questa volta preferii stare zitto.

-Forza, Virgilio, andiamo! Proseguiamo questo cavolo di viaggio e magari, se ci riusciamo, vediamo di finire prima di sera: c'è una nuova puntata di The Big Bang Theory ed ho dimenticato di programmare la registrazione!

-Va bene, arrivo.

Salutai Cicerone, Socrate ed Hermes e ripresi il mio viaggio.
Direzione: sconosciuta; destinazione: sconosciuta.

◊ ◊ ◊

Il nostro cammino procedeva ormai da un'ora e non si vedeva assolutamente nulla all'orizzonte. Tutto intorno a noi era un'enorme landa desolata, piena di macerie ovunque. A differenza dell'anticamera dell'Inferno, però, queste macerie erano disposte in modo da formare delle piccole costruzioni.

-Ma esattamente, quanto ancora dobbiamo camminare? - chiesi a Virgilio.

-Non ti preoccupare, siamo quasi arrivati.

Sospirai profondamente:

-Vuoi almeno dirmi dove stiamo andando questa volta?

Virgilio dovette pensarci un po' prima di rispondermi.

-Ti piacciono i serpenti?

Mi pose la domanda in un modo estremamente serio. La domanda mi sorprese, ancora di più il tono con cui l'aveva posta. La sua voce aveva una profondità che non avevo mai sentito prima provenire da lui.

-Non saprei... Dipende.

-Allora per il momento non ti conviene sapere dove stiamo andando.

Appena terminata quella frase, un sibilo di migliaia di serpenti si levò da terra e raggiunse le mie orecchie, componendo una singola frase:

[È pronta la cena, ragazzi!]
  
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