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Autore: oOLeylaOo    12/04/2008    2 recensioni
Grace Brine è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena se finisce in acqua.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, volevo chiarire alcune informazioni anche se non mi è stato chiesto niente^^! Sono una rompiscatole mi sa! =P

Allora: Aletto, Tisifone e Megera sono le Erinni. Nella mitologia greca vengono indicate come figlie di Ade e di Persefone, ma in altri miti dicono che siano figlie dell'Acheronte e della notte, altri miti ancora dicevano che erano nate dal sangue di Urano mutilato dei genitali da Cronos (poveretto! Deve aver fatto male!) . Io ho scelto la prima versione per comodità.
Nei miti hanno il ruolo di persecutrici e vendicatrici, ciò è comprensibile anche dai loro nomi: Aletto significa "colei che non riposa", Tisifone "rappresaglia" e aveva il ruolo di perseguitare colore che commettevano un delitto(patricidio, fratricidio, matricidio, omicidio), infine
Megera che
singifica "l'invidiosa" e induceva le persone a comettere delitti come l'infedeltà matrimoniale.Perseguitavano le persone anche nella vita terrena, non solo dopo la morte. Vengono rappresentate come donne dai capelli di serpi aggrovigliate, munite di fiaccole e frusta; ovviamente metterle nel capitolo precedente con questo aspetto non mi piaceva quindi le ho cambiate, anche perchè i capelli di serpi aggrovigliate non mi piacevano. Sono riuscita comunque a renderle spaventose vero? Speriamo ...

Hypnos e Thanatos sono due gemelli, tecnicamente tutti e due maschi, ma non mi piaceva l'idea di due maschi e quindi ho resto Hypnos una ragazza, anche per rendere più evidente il contrasto tra i due. infatti Thanatos, la morte, è spietato e malvagio, mentre Hypnos è dolce e benevolo. Come personaggi mi piaccono molto e ritenevo che facendo diventare Hypnos una femmina li avrei resi ancora più interessanti.

Un altra cosa: grace e le sue sorelle sono tre sirene, ma non hanno niente a che fare con el arpie(che sono comunque tre), sebbene quest'ultime fossero sempre divinità marine associate alle sirene. Tra l'altro ho da poco scoperto che ho innavvertitamente trasferito i poteri delle arpie alle mie sirene. Ma va bè, le licenze poetiche servono anche a questo,vero? XD

Oaky, dopo questa lunghissima disquisizione che probabilmete avete letto in pochi(se qualcuno l'ha letta, me lo scriva XD) eccovi il nuovo capitolo^^! Tanto per chiarire non ci sarà nessuno di quei personaggi,ma viste le "pressioni" della vampira (forse anche di Hanry) affronterò con Grace un tema un pò diverso^^! Baci!

BUONA LETTURA

 

Capitolo 24

-Per me è importante-

 

Sognai.
Ne ero certa. Ero certa che quello fosse un sogno, confuso e limpido e insieme, come tutti i sogni del resto. Sognai quel primo incontro …
Una volta vivevo in un mondo completamente azzurro: la terra … il cielo …! Tutto! Tutto quanto! Era un blu sconfinato che ti avvolgeva totalmente. E in quel colore così onnipresente incontrai una ragazza dai lunghi capelli biondi, di un colore così intenso da sembrare oro liquido, e dagli occhi azzurri chiari, come il mare limpido e cristallino.
Hai miei occhi appariva irreale, i suoi contorni si confondevano con l’azzurro che ci circondava. Lei mi guardò e mi sorrise con gentilezza, mi disse “Benvenuta in questo mondo”. La sua voce aveva una tonalità bellissima e brillante . Pensai che fosse il suono più simile al canto di un angelo che avessi mai sentito. Il suo sguardo era dolce, totalmente diverso dall’occhiata fredda che mi aveva rivolto prima.

Mi svegliai, ero stesa su un letto. Con lentezza provai a mettermi a sedere, ma mi girava un po’ la testa e non riuscii a mantenere l’equilibrio e finii per cadere nuovamente sul materasso. La porta della stanza si aprì di botto, la sentii sbattere con violenza contro il muro, avevo una mano sugli occhi.
-Stai bene?- domandò la voce preoccupata di Hanry.
-Mi gira la testa.- bisbigliai, non volevo che se la prendesse perché non lo guardavo in faccia. Non è che non volessi farlo è solo che avevo paura di sentirmi nuovamente male.
-Rimani sdraiata.- bisbigliò in un orecchio, mi aiutò a stendermi meglio sul letto con dolcezza. -Apri gli occhi lentamente.- ordinò con gentilezza.
Schiusi gli occhi molto lentamente fino a trovarmi a fissare la sua splendida faccia che era a pochi centimetri dalla mia.
-Ciao.- bisbiglia con un sorriso sicuramente stupido che mi si disegnava in faccia.
-Ciao.- rispose sorridendomi dolcemente.
-Dove siamo?- chiesi aggrappandomi alla sua maglia.
-Non lo sai?- domandò sorpreso -Ci hai portato tu qui.-
-Io mi sono solo diretta dove ho percepito luce, non ho fatto caso a dove fosse con esattezza.- spiegai con una punta di imbarazzo. -In realtà non sono molto pratica.- confessai. -Ho sempre avuto scarso controllo sui miei poteri perciò ho sempre evitato di utilizzarlo, quando lo facevo commettevo solo disastri.-
Lui si mise a ridere.
-Che c’è di divertente?- chiesi sorpresa.
-C’è che potevamo fare tutti una brutta fine e quindi è meglio prenderla sul ridere!- rispose con un sorriso bonario.
-Scusa.- dissi a mezza voce.
Mi diede un buffetto sul naso. -Non importa piccola, ci hai salvato. Quel tipo era piuttosto forte …- fece pensieroso.
-Quel tipo?- chiesi curiosa.
-Quello con la lancia.- spiegò pensieroso. -Era piuttosto forte. Combattere con lui sarebbe stato interessante.-
-Meglio se stai alla larga da Thanatos! Lui è la morte … letteralmente.- lo avvertii con tono di rimprovero.
-Non sarai un po’ tragica?!-
-Thanatos è una delle divinità infernali . È intrattabile e molto potente, rappresenta la morte. Hypnos, la sua gemella invece, rappresenta il sonno.-
-Hypnos sarebbe quella ragazza bionda?-domandò togliendomi una ciocca di capelli dal viso.
Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto gentile, la sua mano fresca mi fece sentire un po’ meglio.-Si.-
-Come gemelli non si somigliano molto.- bisbigliò sfiorandomi con le labbra la fronte. -Sei piuttosto calda.- mormorò.
-Forse ho esagerato un po’ e mi è venuta la febbre.-  Bisbigliai appoggiando la fronte al suo collo freddo.
-Non pensavo che le sirene potessero ammalarsi.-il suo tono era colmo di preoccupazione.
-Non possono infatti. Non si tratta di una malattia vera e propria. È un po’ difficile da spiegare …- farfugliai con gli occhi chiusi. I meccanismi di sopravvivenza di noi sirene sono un po’ particolari, chissà che avrebbe pensato. -Ricordi quando mi hai visto trasformarmi?-domandai.
-Si.- rispose accarezzandomi la schiena.
-Non è esattamente il mio corpo quello che è mutato. Le sirene, o almeno quelle come me e Crystal, erano esseri umani una volta. Il potere di Nettuno ci ha rese delle sirene, ma quel potere non era lo stesso che ci ha dato la vita, era diverso, per questo le sirene non hanno più il loro corpo umano.- spiegai, poi rimasi in silenzio aspettando la sua reazione.
-Non capisco …-si limitò a dire.
-Essenzialmente Nettuno preleva un anima da un corpo ormai morto, prima che questa lo lasci, e la permea con il suo potere, che entra a far parte dell’anima stessa dandole consistenza. Questo è possibile solo se la suddetta persona muore in mare, ovviamente, Nettuno ha un potere molto debole al di fuori delle acque. Quindi in un certo senso il nostro corpo è fatto di anima e potere. Questo potere ovviamente ha dei limiti, e dipende da persona a persona. Per esempio Lucy ha chiamato il suo tridente Balst anche perché il suo potere, collegato anche a quell’arma, le permetti di scatenare delle tempeste molto violente. Crystal invece, con la sua spada Seaquake è in grado di scatenare delle onde immense e di rendere il mare burrascoso. Io … non so con chiarezza cosa posso fare-
-Quindi tu sei … una sorta di fantasma?- la sua voce era divertita.
-No. I fantasmi sono puro spirito, io sono una sorta di guscio di potere con all’interno uno spirito. È un po’ più complicato. Tecnicamente ho questa forma perché è stato il mio spirito, la mia memoria ha dare questa forma al “guscio” di potere, che si è solidificato dandomi questo aspetto. Di fatto è come se fossi una persona normale in carne e ossa, ho il sangue come qualunque altro essere umano, i miei organi sono gli stessi e i muscoli anche. Insomma, biologicamente parlando sono come un normale essere umano anche se questo corpo non è stato creato come quello di un essere umano, perché è fatto di potere …- provai nuovamente a spiegare -Poiché questo potere è solido sono in grado di manipolarlo in un qualche modo, ma la mia trasformazione in sirena non dipende solo da me e dal potere che ho, ma anche dall’acqua e anche grazie al tatuaggio.- mi misi a elencare. -Insomma è tutto un gran casino.- sbuffai seccata. -Sostanzialmente quello che devi sapere è che se ho un po’ di febbre è perché avendo usato troppo i miei poteri il mio corpo ne ha risentito. È come se avessi agitato in un contenitore delle molecole per farle disgregare e poi riaggregare a catena, il risultato è il calore. Certo, anche la forza distruttiva, ma quella è stata scaricata nel trasportare tutti quanti qui, il calore invece no.-
-Ho capito.- la sua voce era divertita. -Allora cerca di riposare un po’ , piccola Casper.- mi prese in giro.
-Non sono un fantasma!-
Rise divertito del mio tono piccato.
Mi misi lentamente a sedere sul letto, appoggiandomi al cuscino alle mie spalle.
-Non possiamo fermarci troppo e comunque dove siamo?- cambiai argomento.
-Siamo vicino a Metz, i genitori di Elle hanno una casa qui intorno.- spiegò, mettendomi una mano dietro la schiena e un'altra sotto le gambe, mi prese delicatamente in braccio e mi riadagiò sul materasso, poi si alzò dal letto in cerca di qualcosa.
-Hanry non c’è tempo …- protestai mentre mi metteva addosso una coperta.
-Non ci troveranno tanto presto, devi riposare.- mi riprese lui.
-Non è il caso …- tentai nuovamente di protestare.
-Si, invece! Prova a dormire, dai!- disse sdraiandosi accanto a me e circondandomi la vita con un braccio.
-Non ho molto sonno.-protestai nuovamente, lui si limitò a darmi un bacio e a tenermi stretta per un po’, un tempo che non riuscii a quantificare.
Fissavo la parete bianca imbronciata, accanto al letto c’era un comodino e alla parete era appoggiata una cassettiera.
-Non riesci ancora a dormire?- domandò Hanry con un filo di voce, il suo corpo aderì lentamente al mio.
-Difficile dormire con te accanto.-commentai pianissimo.
-Se preferisci fare altro sono a tua completa disposizione.- propose in tono scherzoso e vagamente sexy.
-E se ti dicessi che voglio davvero fare altro?- domandai sarcastica.
-Bè, ti porterei in un luogo più appartato, dove non ci sarebbero persone indiscrete attorno e poi …- fece con tono fintamente sognante.
-Voglio dormire, quindi stai zitto!- lo bloccai.
Ridacchiò. -Va bene. Ma sei tu che non stai dormendo. Vuoi che ti racconti una storia, così dormi meglio?-
-Perché invece non mi canti una canzone?- risposi acida, non ero una bambina!
Sogghignò. -No, non sono al tuo livello come cantante. Preferisco la storia.- si limitò a rispondere, un po’ divertito dal mio tono seccato.
-Spero sia bella.- dissi con rassegnazione.
Mi abbracciò forte. -Dunque … vediamo … C’era una volta un vampiro molto in gamba. Era affascinante, molto forte, intelligente e viveva in un collegio con alcuni suoi amici ...- iniziò a raccontare.
-E com’è che io non l’ho incontrato?- commentai interrompendolo.
-Simpatica!- disse acido.
Sorrisi.-Ti sta bene.-
-Un giorno questo vampiro incontrò una ragazza piuttosto pestifera.- continuò con tono molto divertito.
-Ehy!- protestai.
-E se ne innamorò perdutamente. Decise che non l’avrebbe lasciata mai, che l’avrebbe tenuta con se a costo di rapirla.- continuò a raccontare con tono serio.
-Ti amo.- bisbigliai voltandomi a guardarlo. Gli baciai la gola e salii lentamente fino alle sue labbra che ricambiarono il bacio, fameliche.
Si allontanò da me per guardarmi, nei suoi occhi una scintilla di tristezza. -Un giorno non starai male, non staremo scappando, io non sarò affamato, gli unici esseri viventi saranno a distanza di almeno un kilometro da noi e avremo un letto a disposizione, lo giuro!-
Scoppiai a ridere. -E’ a quello che pensi?-
-Ho te, tra le mie braccia, su un letto: a che altro dovrei pensare?- domandò serio, inarcando un sopracciglio.
-Capisco.- assentii con una punta di imbarazzo. -Almeno penso.-
-Perché ti suona strano che sia attratto da te da quel punto di vista?-
-Non lo so. Non sono pratica di questo genere di situazioni.- confessai. -Io non ho mai … diciamo che non sono mai stata con nessuno, né prima né dopo.- tentai di spiegarmi. Doveva essere il giorno delle spiegazioni.
-Quindi l’idea ti spaventa?- domandò con curiosità.
Ero calda, in quel momento però oltre ad essere calda ero anche viola! Avevo superato il rosso da la parola “idea”!
-Io … io … io …- farfugliai in modo incoerente.
-Tu cosa?- chiese con un pizzico di malizia nella voce.
-Non lo so … non sono … “portata” … per queste cose!- farfugliai molto a disagio, avevo la voce in falsetto. -Non so parlarne.-
-Non occorre per forza parlare.- mi fece notare lui, prendendomi in giro.
-Okay, adesso finiremo questa conversazione!- il mio tono doveva essere irremovibile, invece era solo molto, molto imbarazzato.
-Voglio solo capire se hai paura o no, anche se mi sembra chiaro che la cosa ti imbarazza.- si spiegò.
-Forse. Okay? Contento? Ora vorrei dormire. Possibilmente da sola.-
-Dai, non fare l’offesa. Lo sai che per me sei importante! È solo per questo che ti metto in imbarazzo. In realtà è anche perché così sei un amore. - aggiunse alla fine pensieroso. -Mi viene quasi voglia di mangiarti.-
La sua lingua accarezzò piano il mio collo, rabbrividii.
-Smettila.- bisbigliai.
-Hai paura che ti morda?- domandò, con voce che sottintendeva altro.
-No- risposi con un tono tutt’altro che calmo.
-Ti ho fatto male?- chiese ancora.
-No.- dissi a voce un po’ bassa.
-Ti ha dato fastidio?-
-No.- risposi a voce bassissima.
-Bene- bisbigliò nel mio orecchio, poi mi accarezzò il lobo dell’orecchio con le labbra mentre la sua mano saliva dalla mia alla spalla, lentamente, fermandosi alla base del collo. Le sue labbra si posarono accanto alla mano baciandomi lì mentre la mano scendeva di nuovo seguendo il profilo del mio braccio. Mi baciò lungo tutto il collo, fin dietro l’orecchio. Rabbrividii leggermente tentando di respirare normalmente.
 -Questo ti ha dato fastidio?- domandò, bisbigliando nel mio orecchio.
-No.- risposi ansante.
-Ti dispiacerebbe se continuassi?- domandò nuovamente baciandomi i capelli.
Deglutii tentando di calmarmi e di pensare chiaramente, mentre con il pollice mi accarezzava la mano. Mi limitai a respirare, ero certa che se avessi aperto bocca la mia voce sarebbe sembrata tutt’altro che stabile.
-Non rispondi?-chiese con un sorriso divertito e ironico.
Aspettai che il mio cuore rallentasse. -No…-
-No, non rispondi o no, non ti dispiacerebbe se continuassi?- chiese malizioso.
-No, non mi dispiacerebbe che continuassi, ma non è il caso. Non volevi farmi risposare?- rilanciai, un po’ a malincuore.
-Si, hai ragione, hai bisogno di riposare.- sospirò in tono serio un po’ triste. Riprese ad accarezzarmi il collo con le labbra. -Adoro sentire il calore del tuo corpo e il battito del tuo cuore, attraverso le mie labbra.-
-Degno di un vampiro.- commentai con ironia, girandomi tra le sue braccia per guardarlo. Lo abbracciai nascondendo la faccia nella sua spalla, lui mi baciò tra i capelli.
-Dormi tranquilla, mia piccola, importantissima sirena, veglierò io sui tuoi sogni. Mi aggirerò tra le ombre dei tuoi incubi proteggendoti dalla paura e dal dolore.- bisbigliò nel mio orecchio con voce carezzevole, massaggiandomi la schiena, la sua mano si infilò lentamente sotto la maglietta, posandosi sul mio fianco e massaggiandomi la pelle nuda con le dita fredde.
-Hanry …- lo chiamai con voce strozzata.
Lui fece scivolare la mano sopra la maglietta, sulla mia schiena, e mi attirò a se con dolcezza. -Lo so, lo so. Faccio il bravo, lo prometto. Ma adoro il contatto con la tua pelle.- bisbigliò con dolcezza.
Gli diedi un bacio sul collo e lo spinsi sotto, appoggiando poi la testa vicino al suo cuore e mettendo la gamba di traverso sulle sue mentre lui continuava a stingermi.
-Forse dovrei farlo più spesso ...- scherzò.
-Non mi dispiacerebbe penso.- confessai.
-Pensavo ti imbarazzasse …- mi prese in giro.
-Si, anche. E mi spaventa anche, mi spaventa parecchio.- bisbigliai, non so se facevo bene a dirglielo, ma lo confessai con assoluta sincerità.
-Ci sono io qui con te.- mi rispose con dolcezza.
Feci un respiro profondo. - È questo che mi spaventa maggiormente.- Si irrigidì quasi istantaneamente, scossi la testa. -Non hai capito. Fammi spiegare per favore.-
-Ti ascolto.- mi assicurò, rilassandosi un po’ e infilando nuovamente la mano sotto la maglietta per attirarmi più fortemente a se.
-Ti amo, ma questo mi spaventa. Le uniche persone che ho amato e che non mi hanno mai lasciato, o tradito, o deluso sono state Crystal e Lucy. E con Lucy le cose non vanno un gran che bene ultimamente. Io non ho paura tanto del sesso in se, quanto di ciò che comporterebbe. È  come approfondire in modo estremo un rapporto, non sono sicura di volerlo fare … o di essere pronta a farlo … o entrambe le cose.- mi spiegai con una punta di rassegnazione.
-E sei riuscita a dirlo senza diventare rossa.- mi prese in giro.
-Non riesci a guardarmi in viso, ammettilo!- ribattei, ma ero felice che avesse tenuto la situazione sulla leggera.
-In effetti non ci riesco.- assentì attirandomi verso la sua faccia, alzai gli occhi a incontrare i suoi e lui mi sorrise. -Sei un po’ rossa in effetti.-
-Non parliamone più okay?- chiesi con tono dolce e speranzoso.
-Perché no?- domandò con una punta di divertimento.
-Perché il rosso non mi dona.- risposi facendo la linguaccia.
-Sei bellissima.- bisbigliò dandomi un bacio lievissimo sulle labbra. -Sei perfetta così come sei, per me sei unica, sei incredibile, sei dolce e così tenera che vorrei stringerti per sempre. Per me sei importante. È per questo che penso sia giusto parlare di certi argomenti.-
-Potrei dirti che ti amo, ma dopo tutte le volte che te l’ho detto, credo che alla fine suonerebbe vuota come dichiarazione.-dissi soprappensiero -Te l’ho detto la prima volta solo ieri …-
-Veramente due gironi fa. Sei rimasta incosciente un po’ a lungo.- rispose con dolcezza.
-Accidenti.- bisbigliai sorpresa.-Dobbiamo davvero andarcene di qui!- dissi alzandomi con un balzo e mi misi in piedi. -Andiamo via e in fretta.-
-Non starai esagerando?- rispose mettendosi seduto sul letto.
-Andiamo.- lo incitai tendendo la mano.
Si alzò di malavoglia. Non era più il tempo di parlare, era quello di correre!

 

  
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