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Autore: Emmedue    23/10/2013    1 recensioni
Il teatro, la recitazione, sono forse le arti che più fanno emozionare. Sono dirette, partono come una sorgente dall'attore, dal recitante, e travolgono in pieno lo spettatore senza precauzioni. Non ci sono tele, vetri, cuffiette ad attutire lo scontro; l’arte del teatro non si fa problemi a portare con sé il suo pubblico [...]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I.
 
Grace

 
Far parte di una delle compagnie teatrali giovanili e scolastiche, comprendeva che a qualsiasi orario e a qualsiasi giorno bisognava essere reperibili, pronti e scattanti. E guai a saltare qualche riunione senza un motivo valido, ti sarebbe costato un mese di silenzio da parte di tutta la banda.
Per questo arrivavo sempre con i miei cinque/dieci minuti di anticipo, al massimo mettevo a posto qualche sedia o mi stendevo sul palco e fissavo le lucine del soffitto.
Quel pomeriggio infatti, alle 16.30 avremmo dovuto ritrovarci in teatro per decidere la prima rappresentazione da portare in scena e tra di noi attori era già iniziata a girare un’arietta di emozione da primo spettacolo.
Io ero al mio secondo anno all’interno della compagnia, ed ero completamente innamorata di tutto quello che succedeva all’interno del teatro, e anche al di fuori. Ogni venerdì ci trovavamo tutti insieme per mangiare una pizza e passeggiare nel centro, e non avrei cambiato quei venerdì con nessuno.
Neanche con Zayn, che all’inizio non aveva accettato quest’abitudine fissa, ma poi si era rassegnato con un sorriso, «dopotutto ti ho per me tutti gli altri giorni» mi aveva detto il giorno in cui, armatosi di chissà quanto coraggio, mi aveva detto che il venerdì potevo uscire senza dover pensare da lui, triste e solo a casa.
Così quel pomeriggio, verso le 16 dopo essermi coperta a dovere per ogni cambiamento climatico rapido di Londra, mi avviai verso scuola.
Io e Zayn avevamo deciso di prenderci un caffè insieme prima che iniziassero le prove, così affrettai il passo in modo da poter passare più tempo insieme.
Quando entrai dentro il locale mi tolsi il cappellino e il foulard, poggiandoli dentro la borsa e alzando lo sguardo, cercando il mio ragazzo per tutto il bar.
«Grace!» mi voltai di scatto verso la mia destra, vedendolo che si sbracciava da un tavolino sul fondo della stanza a ridosso della grande vetrata. Mi avviai a passo svelto verso di lui che si alzò e mi accolse tra le sue braccia, lasciandomi un bacio fra i capelli.
«Mi sono permesso di ordinare anche per te, spero non ti dispiaccia» gli sorrisi, allungando una mano alla ricerca della sua.
«Adesso che incomincerai il teatro, avremo più la possibilità di vederci da soli noi due?» scoppiai a ridere, allungandomi verso di lui e lasciandogli un bacio sulle labbra.
«Zayn, tesoro, non vado in guerra lo sai vero? Sarà questione di ore, poi lo sai che ho sempre trovato tempo per te! Semmai quella che dovrà preoccuparsi sarò io.» Inclinò la testa di lato, fissandomi interrogativo.
«Sei nel comitato studentesco, carino. E tra l’altro ti muoiono tutte dietro lì dentro.»
«Noel no.»
«Noel ha Harry!»
«Grace, smettila di dire stupidaggini dai. Comunque non sarei interessato a loro, ho già te a cui pensare.» Feci per ribattere ma la cameriera ci portò le ordinazioni e così mi azzittii, regalandogli però un sorriso in modo che non si sentisse a disagio.
«Hai già idea di cosa Morgan voglia mettere in scena?» mi chiese dopo aver poggiato sul piattino di ceramica la tazza di cappuccino. Alzai gli occhi dal cellulare e ridacchiai notando la schiuma sopra le sua labbra così mi avvicinai a lui e lo baciai, ripulendolo.
«No, anche perché oggi credo voglia parlare delle audizioni.»
«Audizioni? Altri migliaia di copie su copie da preparare, vedo già Noel che fa i salti di gioia.»
«Oh andiamo – gli lanciai un fazzolettino addosso – voi dovrete solo riempire scartoffie, pensa a me ed Harry che dovremo sorbirci tutta la scuola che prova ad entrare nella compagnia.» Zayn scosse la testa, ridacchiando.
«Staremo a vedere poi cosa succederà.» Mi alzai, raccogliendo la borsa da terra e avvicinandomi da dietro a lui, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Ci vediamo stasera?» mormorai sul suo collo, ispirando il suo profumo di colonia e fumo.
«Non mi scappi?»
«Ci sarò, io ci sono sempre.» Annuì, baciandomi la guancia ed incitandomi ad andare, per non fare tardi.
Gli lanciai un bacio volante prima di attraversare la strada e dopo aver percorso pochi metri, svoltai a sinistra trovandomi davanti l'imponente edificio scolastico.
Era un grande blocco di mattoni rossastri con un grande prato verde che lo circondava. Era un luogo quasi piacevole, togliendo le ore di biologia del professor Wright che Zayn mi aveva costretto a seguire per avere un corso in più con lui.
Mi avviai verso la parte laterale della struttura, dove c'era un'entrata diretta per il teatro e la varcai, trovando Harry stravaccato sul palcoscenico e Bethany che camminava in cerchio su se stessa.
«Ragazzi?» domandai stranita, avvicinandomi al palco e gettando la borsa ai piedi delle poltroncine blu e rosse, mentre Harry voltava il capo verso di me e mi sorrideva, mettendo in mostra le fossette.
«Gracie
«Harry, mi chiamo Grace. Grace!» borbottai, salendo le scalette e gettandomi a terra insieme a lui.
«Che me ne frega, io ti chiamo come pare a me.» Sbuffai, scuotendo la testa e chiamando il nome di Bethany un paio di volte per poi scoprire che l'assenza di risposta era dovuta al fatto che la ragazza indossava le cuffiette e la musica sparata all'interno era decisamente, decisamente a volume molto alto.
«Noel?» mi voltai verso Harry, mentre ci sedevamo a gambe incrociate salutando tutto il resto della compagnia che arrivava piano, mentre Morgan, il capo, salutava tutti posizionandosi su una poltroncina di fronte a noi.
«Mi ha mandato un sms dicendomi che stasera vuole che vada io a casa sua, credo abbia mal di testa o cose così..» alzò le spalle il ricciolino, fissandomi con quei pozzi verdi che aveva come iridi.
«Passa a comprarle un po' di gelato al cioccolato, e portale il suo film preferito.»
«É depressa?» gli tirai una spallata giocosa, mentre Morgan iniziava a parlare di quanto fossimo belli, e bravi e tutti gli elogi che ci impartiva ogni giorno.
«Sarà solo un po' nervosa, e tu con del gelato e un film siete un toccasana» Mi ringraziò dandomi un bacio sulla guancia, poi volgemmo la nostra totale attenzione a Morgan.
«Purtroppo, quest'anno siamo costretti a dire addio a Michael, George e Jason perché è il loro ultimo anno qui, quindi faremo una nuova audizione per accogliere nuovi membri all'interno della compagnia.»
«Harry – bisbigliai al suo orecchio, - quando sarà il momento dovremmo mettere una buona parola per Ellie, ok?» il ricciolino annuì, mentre tutti ci alzavamo in piedi pronti a scaldare un po' le voci.
 

 
Noel
 
Mi rigirai l’ennesima volta nel letto cercando di trovare una posizione comoda per poter riposare; un pazzesco mal di testa mi attanagliava da quella stessa mattina senza darmi un attimo di pace mentre ancora combattevo con il mal di pancia dei due giorni precedenti. Essere una ragazza non mi aveva mai resa felice in determinati momenti, specialmente con un martello nel cervello.
 
Il cellulare vibrò sul legno scuro del comodino e subito ne seguì un breve trillo, segno che mi era arrivato un messaggio. Mi allungai verso l’apparecchio con vari lamenti e lessi:
 
“Mi ringrazierai presto, già lo so.
Grace. x”
 
Rimasi a fissare perplessa lo schermo luminoso del mio samsung senza capire il reale significato di quello che voleva dire Grace. Diedi un’occhiata all’orario, le 19.30 ; la riunione della compagnia teatrale per la scelta dell’opera per le audizioni doveva essere finita da almeno una mezz’ora e lei, sicuramente, era riuscita a mettere una buona parola per Ellie. Il messaggio doveva essere rivolto a quest’ultima, ne ero più che certa.
Per cosa avrei dovuto ringraziarla?
 
Il suono del campanello vagò per tutta la casa raggiungendo le mie orecchie e favorendo il martellare nella mia testa. Con un immenso sforzo mi alzai dal letto uscendo dalla mia camera e scesi le scale dolorante, un lamento ad ogni scalino. Louis e il suo dimenticarsi le chiavi avrebbero ricevuto tutta la mia ira se non avesse staccato il dito da quel fottuto campanello il quale suono ancora vibrava tra le mura di casa.
«Oh insomma Louis, ho capito! Sto arrivando.» sbraitai soppesando i passi sul legno freddo del pavimento. Afferrai la maniglia con forza e spalancai la porta senza neanche guardare dallo spioncino, una folata di aria ghiacciata mi travolse. Subito nella mia visuale si fecero spazio due grandi occhi verdi, un sorriso immenso e due adorabili fossette.
«Harold?» chiesi alzando un sopracciglio e guardandolo spaesata. Tra le grandi mani chiare una vaschetta di gelato al cioccolato e il film d’animazione Il Castello Errante di Howl.
«Mi fai entrare?» domandò allargando sempre di più quel sorriso mozzafiato e marcando ancora le fossette. Mi destai da quella visione e mi spostai di lato facendolo entrare. In due passi era già dentro casa, i capelli sempre scompigliati e il giaccone nero addosso.
«Pensavo fossi tornato a casa, dopo la riunione a scuola.» sussurrai semplicemente mentre lo guardavo posare la sciarpa al posa abiti dietro la porta, seguita poi dal cappotto. Mi sorrise mostrandomi la copertina del film e il gelato
«Mi hai chiesto di venire da te, o sbaglio?» rise leggermente della mia espressione sconsolata per essermi dimenticata una cosa del genere; che stupida.
«Beh, ho portato qualcosa che pensavo potesse farti piacere.» disse semplicemente lasciandomi un leggero bacio sulla fronte. Arrossii lievemente e mi allontanai verso la cucina per prendere due cucchiai mentre lasciava la vaschetta e il film sul tavolo
«Sei un tesoro.. ricordami di ringraziare anche Grace.» gli diedi un’occhiata e notai il suo sorriso sparire un attimo
«Cosa?» mi guardò perplesso, o meglio, fingendo perplessità.
«Andiamo Haz, solo Grace e Ellie sanno che il cioccolato mi aiuta in questi momenti» risi andando ad abbracciarlo e alzando molto il viso a causa della mia bassa statura
«..e guarda il caso, Grace mi ha mandato messaggio strano proprio poco fa.» continuai sorridendogli. Sospirò e mi avvolse le spalle con le braccia lunghe
«Tu ricordami di continuare a chiamarla Gracie ad oltranza.» mi imitò calandosi poi a lasciarmi un bacio sulle labbra.
Riprendemmo il film e il gelato muniti di cucchiai e salimmo al piano superiore, nella mia stanza. Harry mise il CD nel lettore DVD, si sfilò le converse bianche e si sedette affianco a me già appollaiata sotto il piumone.
«Com’è andata la riunione dei grandi artisti?» chiesi armeggiando con il coperchio del gelato, una voglia irrefrenabile di mangiarlo tutto, ma impaurita al solo pensiero che il mal di testa e il freddo non sarebbero andati poi tanto d’accordo.
«Bene.. ma non ho ascolto granché.» rispose levandomi la vaschetta di mano e aprendola come se fosse la cosa più semplice di questo mondo. Gli lanciai un’occhiataccia, sia per il sorriso divertito con il quale mi rese il gelato sia per la risposta campata in aria.
«Cosa vuole dire che non hai ascolto? Che ci vai a fare?» sbottai affondando la prima cucchiaiata della serata nel recipiente trasparente. Harry si accoccolò meglio alla testiera del letto
«Ho Grace che mi ripete tutto il giorno dopo, non è un problema.» disse fissando gli occhi alla tv che iniziava a mandare le immagini colorate e delineate del film. Mi sistemai vicino al suo braccio e subito mi circondò la vita stringendomi a sé
«Non è una bella scusa, sai? E poi non sono la persona adatta a cui dirlo.» ingoiai il secondo boccone di gelato che scese freddo nella mia gola facendomi imprecare contro me stessa.
«Hai intenzione di farmi una qualche nota disciplinare o che so io?» chiese ridendo e pizzicandomi un fianco, scostai malamente la sua mano e gli rivolsi un semi-broncio, come lo chiamava lui.
«Potrei farti sospendere per scarso interessamento alle attività scolastiche cui fai parte, stai attento.» lo minacciai con il cucchiaio e la bocca piena del terzo o quarto cucchiaio di gelato.
 
Fare parte del comitato studentesco non era facile, meno che mai esserne il Presidente. Erano ormai due anni che mi ero addentrata in quel contesto della scuola intraprendendo quella strada insieme a Zayn. Eravamo gli ultimi due idioti rimasti senza attività extra scolastiche del nostro gruppo di amici ed entrare a far parte di quell’ambito angolo dell’Istituto era stato, inizialmente, più un gioco che altro. Si può dire fu proprio una sorta di scommessa. Quell’anno, io e Zayn, avevamo fatto richiesta a Fred, l’ex Presidente del comitato, che ci aveva accolti a braccia aperte grazie alle votazioni abbastanza elevate che ci portavamo appresso. In seguito, dopo l’addio di Fred, ero stata nominata per le elezioni e beh.. mi stavo tenendo il titolo di Presidente per due anni. Zayn non si era lasciato andare, anzi; aveva proseguito con me la strada e ancora mi stava appresso per rendere l’organizzazione della scuola, docenti e alunni compresi, migliore.
 
«Non lo faresti mai» rise ancora più forte Harry levandomi dalle mani la vaschetta del gelato prendendo una cucchiaiata, la sua prima. Scrutò il contenuto della scodella e mi lanciò un’occhiataccia
«Non hai un po’ esagerato con il gelato?» chiese alzando il braccio in alto evitando di farmi riprendere il mio cibo.
«Fatti gli affari tuoi, Harry.» protestai allungandomi invano per riappropriarmi della vaschetta. Sorrise del mio evidente disagio, le fossette a decorargli il viso da bambino e gli occhi grandi e luminosi a guardarmi.
«E andiamo Haz, ridammi il gelato. Per favore» mi lamentai e lui subito mi accontentò lasciandomi nuovamente la vaschetta tra le mani e assaporando il suo, probabilmente, unico boccone della serata.
«Almeno per Ellie sai dirmi qualcosa?» domandai ancora ripulendo la ciotola dai residui di cioccolato dandogli un’occhiata ogni tanto.
«Sì, Grace e Morgan hanno parlato, ma non so dirti cosa ne è venuto fuori..» rispose, lo sguardo perso in quello che facevo. Notai una strana intonazione nella sua voce roca, alzai gli occhi incontrando i suoi; smeraldini e splendenti come sempre.
«Qualcosa non va, tesoro?» dissi posando vaschetta con cucchiai sul comodino affianco, poi gli rivolsi un grande sorriso. Storse appena le labbra rosse come se fosse stato indeciso sul da farsi.
«Sincero?» disse solo senza staccare gli occhi da i miei, annuii accoccolandomi tra le sue braccia.
«Non credo che parlare bene di lei a Morgan sia giusto.» con i polpastrelli iniziò a disegnare cerchi invisibili sulle mie braccia, un gesto affettuoso tipico di Harry.
«Voglio dire.. Ellie non ha bisogno di presentazioni, riuscirebbe ad entrare in compagnia ugualmente.» continuò assumendo un’espressione pensierosa e allo stesso tempo buffa, così ridacchiai scuotendo la testa
«Non avevamo intenzione di raccomandarla, Haz. E’ solo per tranquillizzare un po’ di più lei, e basta.» risposi al suo dubbio alzando la testa e sorridendogli per l’ennesima volta.
Harry mi guardò e si calò appena posando le sue labbra sulle mie in un dolce bacio; lo sentii sorridere lievemente e accarezzarmi i capelli
«Mi sembra di baciare un gelato al cioccolato» affermò lasciando scoppiare una fragorosa e roca risata nella sua gola. Mi imbronciai affondando il viso rosso d’imbarazzo nel suo petto che ancora vibrava.
«Idiota.» sbottai solamente, lasciandomi poi cullare dalle sue carezze e dai suoi sussurri addormentandomi.

 
 
Ellie
 
«Zayn!» gridai mentre mettevo a posto nella borsa l'Ipod e il cellulare.
Il moro si scusò con il gruppetto di amici con cui stava parlando e si avvicinò a me, baciandomi la guancia.
«Buongiorno Ellie, bisogno di aiuto?»
«Sì – piagnucolai – non riesco a trovare Grace, e tu sai sicuramente dov'è.»
Rise grattandosi il mento, poi si guardò un po' attorno.
«Per cosa ti serve? Forse posso aiutarti anche io.»
Lo guardai alzando il sopracciglio, poi gli poggiai la mano sulla spalla.
«Non voglio offenderti Malik, ma te ne intendi di teatro?»
Lui sbuffò ridendo, poi mi disse che Grace sarebbe arrivata a momenti.
«Non siete venuti insieme?»
«No, stamattina sono uscito prima di casa perché dovevo accompagnare mia sorella in aeroporto e non volevo che si svegliasse così presto.»
Gli sorrisi e gli stropicciai le guance, catalogandolo come il miglior fidanzato del mondo.
«Io vado in classe che alla prima ora ho storia, se vedi Grace me la saluti e le dici che ci vediamo a pranzo?»
Annuii e lo salutai mentre mi appoggiavo all'armadietto di Grace.
Mentre aspettavo che la mia amica arrivasse a scuola notai come un sacco di ragazzine si sbattevano per essere notate da Niall Horan.
Biondo tinto, irlandese, occhi azzurri e bel sorriso. Il tipico principe azzurro.
Bello è bello, pensai non perdendolo un attimo di vista. Era sempre sorridente Niall, era conosciuto a scuola, era amico di tutti e anche se non ti conosceva, la mattina, ti diceva sempre Buongiorno.
Ero persa ancora nei miei pensieri quando sentii qualcuno baciarmi la guancia e abbracciarmi.
«A che pensi?»
«Grace! Ti cercavo!» 
La moretta mi sorrise, poi mi fece spostare dall'armadietto per prendere i suoi libri.
«Che dovevi dirmi?» chiese, con la testa dentro l'armadietto.
«Volevo chiederti se.. ecco...»
«Ellie?» domandò, tornando con la testa davanti al mio viso e fissandomi, mentre giocava con la copertina del libro di Arte.
«Volevo sapere se, ecco.. sai qualcosa per il teatro ecco.»
Ero imbarazzata, non volevo che Grace e Harry mettessero una buona parola per me, volevo meritarmelo il posto dentro la compagnia. Solo “sfruttavo” Grace per sapere qualche cosa, per tenermi al passo di quello che succedeva dentro al teatro, posto dove io non ero ancora entrata se non per vedere le rappresentazioni dei miei due amici.
«Sì – mi sorrise, incamminandosi verso l'aula – abbiamo deciso per Sogno Di Una Notte Di Mezza Estate. Non dovresti avere problemi a recitarne un pezzetto, no?»
Un sorriso eccitato mi sfuggì dalle labbra: Shakespeare era indubbiamente il mio forte, non avrei avuto problemi.
«No, niente problemi credo.»
Grace si fermò fissandomi.
«Ellie, rilassati. Io ho parlato con Morgan e- mi mise una mano davanti al viso, bloccando sul nascere il mio discorso – non gli ho parlato per raccomandarti. Gli ho solo detto che conoscevo alcune persone che avrebbero provato ad entrare nella compagnia, e tu eri tra quelli più validi perché più devota ecco. Smetti di preoccuparti. Non vogliamo fare favoritismi, voglio solo che entri chi lo vuole davvero, chi non lo fa per tappare i buchi nei suoi pomeriggi di noia.»
Le sorrisi sincera, avevo davvero bisogno di quelle parole.
«Allora ci vediamo a pranzo ok? A dopo!»
«Ok... Ah, ti saluta il tuo dolce ragazzo!» le feci l'occhiolino mentre inevitabilmente le sue guance si riempivano di rosso.
«L'hai incontrato?»
«Sì, ed era anche molto bello stamattina – le diedi una gomitata – deve fare qualcosa di particolare?»
«Avrà qualche riunione... Dai fammi andare, ritardo! A dopo!»
Le baciai la guancia e mi diressi verso la mia classe, ma mentre giravo l'angolo un tornado umano mi travolse.
«Oddio, scusami!»
Una mano grande dalle dita affusolate iniziò a raccogliere i libri e alzando gli occhi notai che era Niall, l'elfo irlandese sempre sorridente.
«Scusami, devo scappare!»
Si scusò correndo via e mi voltai verso la sua direzione sorridendo, vedendolo sparire.

***
Angolo Autrici.
Dio mio, quanto è passato? Un secolo? Quasi.
Chiedo perdono, sì sì. Davvero. Questo primo capitolo era già pronto da mesi, ma mi premeva finire anche il secondo e poi pubblicare questo.
Non so perché, perdonatemi.
Ergo, posso dire che il secondo è stato un parto lungo e faticoso; ma eccoci comunque qui.
Spero che il prossimo possa essere pubblicato più velocemente di questo, ma chi ci crede?
Parlando di 'sto schifo.. mah, non c'è molto da dire. Vediamo come vanno avanti questi personaggi, hahah.
Bon, questo è tutto. c:

A presto, xx.
Martina -two-
 
 
 
  
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