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Autore: LesFleurDuMal    13/04/2008    2 recensioni
Occhi di smeraldo, intenso smeraldo. Capelli scuri di pece lucenti come sete d'oriente. La pelle chiara, quasi pallida, e le labbra rosse, labbra che avrebbero saputo destare l'attenzione di chiunque.
Erano L'una lo specchio dell'altra, ma nella loro inconcepibile somiglianza terribilmente diverse.
Due facce di una stessa medaglia, emblema di purezza e peccato. Un giglio bianco e Uno nero.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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...Il Giglio bianco e il Giglio Nero...

.:*La Sveglia dell'Aspide*:.

*Introduzione*

E' la dose che fa il Veleno


-Paracelso-
" Frasi Celebri"


{Narra Bellatrix Black-Lestrange}

-Aspide!- Fu l'unica parola che ruppe il silenzio della mia stanza immersa nel buio più profondo -Aspide!- si ripetè, e si ripetè ancora prima che aprissi gli occhi e rispondessi a quel richiamo. Risvegliata, mi alzai di scatto a sedere sul materasso che mi faceva da giaciglio e il lenzuolo che tenevo stretto intorno al seno ricadde in avanti scoprendo la camicia da notte di raso nero che indossavo. -Muoviti!- Una nuova unica parola a rompere il silenzio, proveniva da un luogo non ben definito della camera da letto, una nuova parola perentoria, non ammetteva replica alcuna. Senza controbattere mi voltai portando i piedi scalzi a carezzare il tappeto, scoprendo le gambe fin a mezza coscia, come il solito la camicia da notte si era arrampicata lungo le mie gambe. Mi alzai senza battere ciglio lasciando che i capelli scuri mi ricadessero disordinatamente sulle spalle conferendomi, probabilmente, un aspetto ancor più indomabile e selvaggio, quel particolare aspetto che mi rendeva tanto desiderabile a qualunque creatura dotata di testosterone. Si, io, Bellatrix Black prendevo ordini come una bambolina..
< Dopo essermi alzata rassettai appena la camicia da notte e finalmente mi azzardai ad aprire bocca -Ruah?- domandai, retorica «come se qualcun'altro potesse svegliarmi nel cuore della notte chiamandomi Aspide» pensai tra mè e mè nel momento esatto in cui ponevo quella domanda -No, la settima delle sorelle stravagarie!- rispose in rimando la voce, sprezzante, beffarda e tremendamente femminile della «Ruah». Si fece avanti la sua figura quasi del tutto celata da un ampio mantello scuro con tanto di cappuccio calato sugli occhi, tuttavia potei indovinare anche da un semplice gesto della mano guantata di pizzo nero, dalle unghie laccare di viola che si trattasse di lei, se non mi fosse bastato quell'appellativo così intimo che era l'unica per il momento a conoscere -Ho detto muoviti!- Aggiunse poi con il medesimo tono di poco prima, invitandomi a prepararmi a dovere -Si si, arrivo..- risposi recuperando il mantello scuro, quasi uguale a quello indossato da lei, senonchè scevro di ogni decoro, a differenza del suo su cui albergava, nel centro dello stesso, una falce lunare. -Ci attendono?- Domandai dunque in direzione della donna, non più di un sibilo la mia parola nel mentre che allacciavo con la dovuta attenzione il manto scuro come la notte -Si: Belah, L'Enigma, La Traditrice e L'Elaphe..- rispose lei frenando un poco la natura di fiamma che in lei ardeva, acquietando l'incendio fino a ridurlo braci. -Mh, manco solo io...- commentai dunque in risposta dopo aver terminato di allacciare il manto e muovendo il passo in direzione della porta -Dove vai Aspide...- asserì la Ruah senza muoversi -Non arriveremo mai così- riprese dunque parola prima di invitarmi con un gesto della mano ad avvicinarmi a lei -Prenderemo questa- Aggiunse quindi poco dopo e con la bacchetta fece comparire una sorta di ampolla di vetro che le cascò in mano poco dopo -Al mio tre Aspide..Uno, Due..- Al tre toccai l'ampolla e svanii nel nulla insieme alla Ruah.

***

La sala era circolare le pareti intervallate da semicolonne in stile corinzio che si slanciavano verso l'alto a sostenere un'ampia volta a cupola. Il pavimento in marmo bianco era finemente mosaicato tre serpi l'una che mordeva la coda della successiva, si annodavano reciprocamente dando vita all'intricato simbolo della setta. Ampi finestroni si stanziavano nel centro degli spazi delimitati dalle semicolonne, finestroni che partivano da terra e si inalzavano verso l'alto terminando in un arco a sesto acuto. I tendaggi che li adornavano erano di un brillante verde, lo stesso che brillava nel mosaico, creando così un armonica alternanza di bianco e di verde sia sulle pareti che sul pavimento. Torce, numerose torce appese alle pareti erano l'unica fonte di illuminazione, alla tarda ora notturna in cui la setta si riuniva, le fiamme danzavano sinuose in cima a queste proiettando ombre inquietanti e bellissime sulle pareti opposte, nella stanza circolare dunque sui muri si scorgeva, ovunque ci si voltasse un eterno danzare di ombre e di luci. Un'ampia scalinata a chiocciola di cristallo e smeraldi partiva dalla sommità delle pareti, su cui si affacciava un'ampio portone e, accostata alla muratura circolare per tutto il perimetro, discendeva fino al pavimento

-Ruah, finalmente- Fu la voce sinuosa e carezzevole dell'Elaphe che ruppe il silenzio nel momento esatto in cui i miei piedi, scalzi, toccarono il marmo freddo della sala dove ci trovavamo, era la prima volta che mettevo piede lì.-Dov'è il Soffio?- una nuova voce, più acuta, stuprò il silenzio che aveva improvvisamente avvolto tutti quanti, al tacere dell'Elaphe -E' qui con me, Enigma- Rispose per me la Ruah, non mi era concesso rivolgere la parola a qualunque membro della setta, non essendone ancora parte, solo con la Ruah, mia Mentore, avevo il permesso di parlare. -Le voci a breve saranno qui- Commentò La Traditrice e con un cenno del capo anche Belah diede il suo contributo. Insintivamente mi chiesi perchè non parlasse, ma tenni per me quel dubbio, non era il caso di mostrarsi irriverenti o sciocche, non ora che stavano per giungere le tre voci. Non ebbi il tempo di formulare compiutamente quel pensiero che tre figure comparvero, come dal nulla, ai piedi della scala di cristallo e smeraldi. Non erano incappucciate, ne vestivano il manto nero che mi aspettavo, incosciamente, indossassero. Il loro manto era candido e il viso di ognuna delle tre era quanto di più bello in vita mia avessi mai visto, fui privata tuttavia di tanta bellezza, quando la Ruah senza troppi complimenti mi spinse a terra così che mi inginocchiassi, ed ella stessa abbassò il capo -Dov'è?- fu l'unica domanda che una delle voci fece a tutte le presenti senza dare il minimo cenno di saluto o di interessamento. Nessuno rispose - Oh Tisifone è lì non vedi? L'unica a terra- Rispose alla prima la seconda, scoppiando poi a ridere con un che di estremamente sarcastico -Via Megera, ti sembra il caso?- La rimproverò la terza delle voci -Non essere così dura con Tisifone, è più anziana di te- pura vanità traspariva in quel tono carezzevole e sinuoso...

Ringraziamenti a tutti quanti leggono in particolare a chi ha recensito! Non ho il tempo di ringraziarvi singolarmente, lo farò prossimamente!
  
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