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Autore: SSONGMAR    24/10/2013    5 recensioni
Prendete due persone distanti, distanti in tutti i sensi che possano esistere al mondo e metteteli tra la folla: quante possibilità hanno gli occhi di queste due persone di incontrarsi? Direi una su centomila. Eppure a loro era successo, per un secondo i loro occhi si erano incontrati, i loro sguardi sfiorati, le loro mani toccate e nulla poteva ostacolare quello che stava accadendo. Nemmeno l’oceano.
L’oceano tra noi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero tornata a casa e finalmente avrei potuto riabbracciare la mia Meg, nonostante fossi stata fuori solo due giorni mi era mancata tantissimo.
Mi accolse sulla soglia di casa col suo sorriso luminoso e, già prima che io entrassi, cominciò a tempestarmi di domande, domande a cui non vedevo l’ora di rispondere.
Posai il mio bagaglio accanto alla porta del pianerottolo e mi fiondai completamente tra le sue braccia ed il profumo del suo balsamo invase le mie narici. Ci stringemmo così forte che quasi sembrava non ci vedessimo da una vita.
In un attimo sentii come se quella casa fosse stata mia da sempre e per questo ritornarci fu bellissimo, nonostante il tempo trascorso con Seungho fosse stato meraviglioso, indimenticabile– dimmi cosa hai fatto, cosa hai visto, cosa hai mangiato, dove hai dormito. Dimmi tutto – cominciò eccitata Meg, correndo su e giù per l’intero appartamento – ehi, ehi frena l’entusiasmo donna – dissi ridendo,mentre ancora restavo ad osservare quel piccolo show che aveva messo in atto. Scossi la testa e mi avvicinai al frigorifero per prendere qualcosa da bere e dare sollievo alla mia gola secca, sorrisi quando notai sul secondo ripiano il latte preferito di Taemin, di sicuro Meg l’aveva comprato per quello – insomma Mar, parlami, esprimiti – piagnucolò lei, sedendosi al tavolo con le mani strette in due pugni sotto il mento. Orgogliosa del mio latte alla banana scostai una sedia, e continuando a ridere come una matta disagiata, mi accomodai anch’io, posando il mio sguardo fisso nel suo.
A quel punto avrei dovuto dirle tutto.
 Erano successe così tanche cose che non sapevo esattamente da dove cominciare, ma la voglia di dirle quanto fossi stata bene tra le sue braccia era tantissima.
Volevo raccontarle ogni singolo gesto, ogni carezza e volevo che lei condividesse con me tutte quelle meravigliose emozioni che stavo provando e che, nell’ultimo periodo, si susseguivano inaspettatamente.
Col cuore stretto nelle mani feci quindi un respiro profondo - sono stati i due giorni più spettacolari della mia vita Meg – confessai e vidi un sorriso luminoso spuntarle immediatamente in viso, vederla così felice rendeva felice anche me, soprattutto perché sapevo che in quel modo stava dimostrando tutto l’affetto che provava nei miei confronti, un affetto che ricambiavo a trecentosessanta gradi – non mi sono mai sentita così amata prima d’ora e credimi se in questo momento ti dico che non riesco ad esprimermi,a  trovare le parole per spiegarti tutto quello che ho provato stando stretta nelle sue braccia –a quella mia affermazione mi strinsi nelle spalle e sentii il cuore aumentare lentamente i battiti, perché io le mani di Seungho le sentivo ancora strette nelle mie, le sue labbra erano ancora lì sulla mia pelle. Sentivo ancora la sua presenza accanto a me, il dolce rumore del suo sorriso.
Il ritorno a Seoul era stato molto diverso rispetto alla partenza. Il nostro volo questa volta era lo stesso ed io avrei dovuto seguirlo a debita distanza. Vederlo tra la folla di fans, che emozionate, urlavano il suo nome all’aeroporto era stata una cosa davvero stranissima, strana perché se il destino non fosse stato così generoso con me, tra loro avrei potuto esserci anch’io. Ma ripensandoci adesso mi sorprendeva il fatto che tutte quelle persone fossero ferme lì ad aspettare, nessuno sapeva che Seungho fosse ancora a Busan, o almeno credevamo fosse così.
Vedevo Meg fissarmi dritta negli occhi mentre io raccontavo e ripensavo a tutto ciò che era successo, con il cuore immerso ancora in quei giorni. Ero emozionata e dall’emozione stringevo il mio povero latte tra le mani, facendo colare quasi tutto il contenuto. Lei nel frattempo stava studiando l’espressione che era stampata sul mio viso e sorrideva – in questo momento dovresti vederti Mar – bisbigliò sottovoce, avvicinando le sue mani alle mie – sei ritornata da questo mini viaggio ancora più bella. I tuoi occhi sono cambiati, brillano di luce propria e tutto questo grazie a lui. Non è così? – il fatto che lei avesse notato lo splendore che mi portavo dentro e che riflettevo dagli occhi era davvero una cosa meravigliosa, magari sarei riuscita ad affrontare l’amore in un altro modo questa volta senza restarne delusa, senza aver paura di essere abbandonata ancora una volta, perché io mi fidavo di lui, perché lui aveva scelto me.
Perché sapevo che avrebbe curato quelle ferite che ancora facevano male.
Trascorremmo,così, l’intera giornata a raccontarci tutte le cose belle che ci erano capitate in questi due giorni di distanza, e seppi che il disagio di Meg aveva contagiato anche il povero Jae Ha.
Un avvenimento importante fu che grazie allo stesso Jae, Meg conobbe uno dei ballerini degli Shinee che procurò lei un meraviglioso cd con tanto di autografo e dedica di Jonghyun. Meg lo teneva nella nostra stanza poggiato sul suo comodino ed ogni giorno lo spolverava, lo accarezzava e lo stringeva forte a sé tenendolo proprio come un piccolo tesoro.
Mostrai lei la meravigliosa selca scattata sul lungo mare e notai di come i nostri occhi fossero belli in quel momento, di come i nostri sorrisi fossero sinceri e felici e fu una cosa che notò anche Meg – sembrate essere nati apposta per incontrarvi – fu infatti il suo commento, mentre con gli occhi che brillavano guardava la nostra immagine impressa sul cellulare – sai cosa ti dico Meg? – dissi attirando la sua attenzione – questa sera ce ne andiamo a mangiare qualcosa di buono, offro io, e poi in un bel locale, solo io e te. Che dici? – proposi. Guardai Meg con un sorriso a trentadue denti e la voglia di stare con lei e divertirmi – ci sto – rispose esuberante, si alzò e si stiracchiò rumorosamente – andiamo baldracca, facciamoci belle – disse trascinandomi con sé verso il guardaroba.

Quando la sera calò sulla meravigliosa Seoul io e Meg eravamo belle e più radiose che mai nei nostri meravigliosi outfit nuovi, pronte a divertirci come da programma. In quel momento, però, una strana sensazione si stava lentamente aggrovigliando nel mio stomaco, come se da lì a poco sarebbe successo qualcosa che mi avrebbe fatta stare male. Chiusi gli occhi e scossi la testa con la speranza di scacciare via quei brutti pensieri, ero tornata da Meg dopo due giorni, e nonostante la lunga chiacchierata, avevo ancora tanto da raccontarle e non potevo permettere che qualche strano pensiero avrebbe rovinato tutto.
Prendemmo un taxi e ci facemmo scortare in centro, dove la vita era presente ovunque.
Le strade affollatissime ti mettevano sempre un’immensa voglia di vivere addosso ed in quel momento non facevi altro che sognare di essere lì e restarci, ancora e ancora.
Nessuno dei nostri amici sapeva della nostra uscita poiché eravamo intenzionate a stare sole, ma il mio pensiero cercava continuamente Jun – ah Meg, sei riuscita a sentire Jun? – chiesi infatti ripensandoci, perché in realtà da quella sera non avevo avuto sue notizie– in realtà Mar sono riuscita a sentirlo davvero pochissimo, il lavoro gli porta via davvero tanto tempo. Era meravigliato del fatto che tu fossi partita con HO, non se lo aspettava – confessò stringendosi nelle spalle. Rivolsi il mio sguardo al cielo e feci un respiro profondissimo, dopotutto Jun mi mancava davvero tanto ed io non vedevo l’ora di rivederlo, avevo voglia di abbracciarlo, tanta voglia di scherzare e ridere con lui.
L’aria fredda punzecchiava il mio viso facendomi rabbrividire, nonostante sembrassi un piccolo pacco regalo per i tanti indumenti che avevo indosso. Ma non sarebbe di certo stato il freddo a fermare il nostro divertimento.
 Sentii la mia tasca vibrare ed un sorriso spuntò immediatamente sul mio viso, Seungho mi aveva inviato un dolcissimo messaggio ed io e Meg ci eravamo sciolte nel leggerlo. Meg non faceva altro che ripetere quanto fossi fortunata e quanto fosse un sogno divenuto realtà. Entrambe non ci aspettavamo che lui fosse così,una persona dolce e sensibile. Avevamo sempre avuto l’immagine del duro ragazzo, ma era solo un’immagine che lui manifestava in un rapporto prematuro. Aveva, infatti, anche debuttato con la stessa immagine, ma negli anni era cambiato.
Io avevo sempre percepito questo suo lato, avevo sempre saputo quanto in realtà lui fosse sensibile, umile.. Seungho era vero, una persona vera  in tutti i sensi e adesso lo potevo dire con certezza, perché una persona la conosci davvero solo quando la vivi, ed io avevo vissuto Seungho e l’avrei vissuto ancora.
I ragazzi erano impegnati ed io per un po’ non sarei dovuta andare alla J-Tune per le prove, ma avevo così tanta voglia di rivederli e trascorrere del tempo con loro che magari un salto avrei anche potuto farlo.
Persa, come al solito, nei miei pensieri non mi accorsi di essere arrivata finalmente a destinazione.
Era un meraviglioso ristorantino posto al centro di uno dei quartieri di Seoul più frequentati, ed era famoso per la deliziosa carne di maiale che preparava. Io e Meg eravamo curiose ed eccitate, ed eravamo pronte a gustare quelle prelibatezze. L’aria che vi si respirava all’interno del locare era, come al solito, un’aria tranquilla e rilassante, ciò era dovuto sempre dalla meravigliosa musica di sottofondo che proponevano.
Il locale era frequentato per lo più da persone che erano lì per una cena di lavoro, eppure io e Meg riuscimmo perfettamente a mimetizzarci in quella mischia, qua e la qualche coppietta innamorata e qualche ajumma coi propri piccoli.
Al centro del nostro tavolo vi era una di quelle griglie grandissime e ciò stava a significare che io e Meg avremmo dovuto preparare la nostra carne da sole. Ci guardammo negli occhi ed entrambi soffocammo una grossa risata, poiché i condimenti in tavola erano davvero tantissimi e a noi sconosciuti – sicuro che non ci avveleniamo stasera? – chiese Meg ridendo – ma figurati – risposi io, continuando a ridere.
Dal fondo della sala, posto sulla destra, vi era un tavolo con una mischia di liceali che puntavano contro il nostro tavolo il proprio cellulare. Guardai Meg sbigottita e non riuscivo a capire per quale motivo quelle ragazze si comportassero in quel modo. Ci fissavano e bisbigliavano tra loro – Meg, quelle ragazze ci stanno fotografando – dissi cercando di attirare l’attenzione di Meg che in quel momento stava amoreggiando con un pezzetto di carne – Meg – continuai a denti stretti, spazientita da quella situazione che cominciava a starmi stretta – cosa Mar? – finalmente ebbi la sua attenzione, con lo sguardo mostrai a Meg le ragazze – ah, penso sia per quel motivo. Ma, ma tu non lo sapevi? – cominciò facendo strabuzzare automaticamente i miei occhi – sapere cosa? – chiesi sorpresa – pensavo lo sapessi. Il giorno della tua partenza a Busan è uscita una notizia relativa alla nuova ballerina degli MBLAQ, c’erano tue foto praticamente ovunque – confessò lei con naturalezza – e me lo dici così? – alzai leggermente il mio tono di voce catturando l’attenzione dei presenti, abbassai il capo e sottovoce mi scusai. Guardai in cagnesco Meg per aver tenuto nascosto una notizia del genere – pensavo tu lo sapessi Mar, insomma.. – cercò di giustificarsi lei, sbuffai e portai il mio viso sulla mano reggendomi al tavolo col gomito – non credo sia solo questo Meg, sento come se stesse per accadere qualcosa – confessai, quella strana sensazione si stava nuovamente aggrovigliando nel mio stomaco. Meg notò l’espressione sul mio viso – cosa ti succede Mar? – chiese infatti ricevendo la mia espressione preoccupata come risposta,  si alzò dal tavolo e si avvicinò a quello delle ragazze e chiese espressamente loro di smetterla. Ciò attirò l’attenzione del titolare del locale che si avvicinò immediatamente a loro. Cominciai a sentirmi inadatta e pensai a quanto potesse essere difficile la vita di un idol talvolta, avere sempre persone che ti seguono, non avere una privacy ed io non ero abituata a tutto quello. La mia vita era stata sconvolta, praticamente mutata.
Sentii la mia testa confusa e la stessa confusione si creò ben presto in quel locale. Stava andando tutto storto, desideravo solo una serata tranquilla e invece.. – andate immediatamente via – sentii il titolare urlare contro quelle ragazze che stavano cercando di aggredire Meg, mi alzai di colpo e corsi immediatamente in suo aiuto, ma fu tutto invano. Le ragazze venivano trascinate via da un paio di camerieri mentre io mi strinsi a Meg che sembrava essere sconvolta ed arrabbiata allo stesso tempo – lascia stare il mio oppa e tornatene da dove sei venuta – gridò una di loro facendo cascare a terra il mio povero cuore.
In pochi minuti era successo tutto quello che avevo sempre temuto, qualcuno mi stava odiando.
Essere odiata era una delle paure più grandi che mi ero sempre portata dietro, ed in quel momento stava succedendo. Mi accasciai a terra mentre Meg cercava di sorreggermi, ma invano fu il suo aiuto.
Nulla poteva aiutare il mio cuore distrutto in quel momento.

La serata non era andata esattamente come volevamo ed io mi sentivo in colpa anche nei confronti di Meg – perdonami – continuavo infatti a ripeterle, con la speranza che qualcosa del genere non sarebbe mai più accaduto. Nella mia testa la frase di quella ragazza continuava a ripetersi incostantemente e non riuscivo a capire esattamente a chi si riferisse, stava forse parlando del pezzo di Joon? Oppure quello con Mir?
Scossi la testa trattenendo le lacrime e ancora non riuscivo a credere ai miei occhi, alle mie orecchie; quello che avevo visto e sentito non poteva essere vero, quelle non erano A+.. noi eravamo una famiglia.
Ci fermammo in un piccolo chioschetto e Meg ordinò per me dell’acqua – bevi almeno questa, ti aiuterà – disse porgendomi una bottiglia dalle micro dimensioni. Bevvi un sorso d’acqua ma le lacrime continuavano a premere forte contro le ciglia, sentivano il bisogno di uscire e scivolare libere sul mio viso, mentre il cuore stava dando piccoli colpi al mio petto.
Nonostante tutto, però, non mi sentivo tranquilla. Sentivo il fiato di qualcuno incessantemente sul collo, come se qualcuno ci stesse seguendo, come se qualcuno fosse alle nostre calcagna. Mi guardai intorno e nel buio della notte non riuscivo a vedere nessuno, poiché quel buio inghiottiva chiunque. Ma un fruscio insolito richiamò la mia attenzione, qualcuno mi aveva scattato una foto.
- Meg, qualcuno continua a fotografarmi – in quel momento un uomo camuffato stava correndo via ed indossava un impermeabile beige – Mar lo inseguo, magari lo prendo – disse Meg, preparandosi prontamente a correre. Mi alzai di colpo e l’afferrai per un braccio fermandola – cosa fai Meg? Sei forse impazzita? – urlai preoccupata col cuore che mi pulsava forte nella gola. In quel momento ricevetti una telefonata, era Jae Ha – Mar, Mar devi andare via da lì – urlava agitato dal cellulare – Jae cosa sta succedendo? Io non ci capisco niente – risposi confusa – sanno dove abiti, ti perseguiteranno e non ti daranno tregua, devi andare in un posto sicuro. Dove sei? Passo a prenderti – in quel momento le parole di Jae Ha furono capaci di confondermi solo ancora di più. Perché stava succedendo tutto questo? Io in quel momento avevo solo ballato, stavo solo realizzando il mio sogno. Ma in realtà ero solo troppo spaventata e confusa per capire cosa si nascondesse davvero dietro quello scompiglio.
Passai il mio cellulare a Meg che diede le indicazioni esatte a Jae che sarebbe venuto a prenderci immediatamente. Stretta su me stessa mi riparavo dal freddo e continuavo a bere l’acqua a piccoli sorsi.
In quel momento le braccia di Seungho sarebbero state un rifugio perfetto.
Jae Ha arrivò immediatamente con uno di quei van neri e mi afferrò al volo mentre io ero ancora troppo intontita per capire cosa stava succedendo davvero.
- Accidenti a voi Mar- cominciò Jae, mentre incitava l’autista ad accellerare – cosa vuoi dire Jae, cosa sta succedendo? – la mia voce si assottigliò in un turbine di paura – Busan Mar, parlo di Busan. Alla J Tune c’è un casino. Alcune fans del posto vi hanno visti camminare mano nella mano e vi hanno scattato una foto. Il viso di Seungho non era abbastanza riconoscibile fortunatamente, ma hanno collegato il tutto perché ti hanno riconosciuta , hanno riconosciuto te– in quel momento fui colpita da una doccia fredda in pieno inverno – lascia stare il mio oppa – ed ecco che la voce di quella ragazza tornò viva in me, adesso era tutto chiaro.
Sapevo che da li a poco sarebbe successo qualcosa di cattivo, sapevo che non saremmo dovuti uscire allo scoperto in quel modo. Non riuscii più a trattenere le lacrime e caddi in un pianto confuso e affaticato. Meg si avvicinò lentamente e mi strinse tra le sue braccia, ed io affondai il mio viso nel suo petto.  I singhiozzi divennero pesanti e rumorosi e si diffondevano a scatti in quel van nero destinato ad un luogo a me sconosciuto.
Jae Ha poggiò la sua mano sulla mia spalla e mi accarezzò dolcemente – questa notte dovrai stare da loro – confessò facendo cessare di battere il mio cuore. Mi scostai velocemente da Meg e rivolsi il mio viso bagnato a Jae che si avvicinò e con uno scatto lento e dolce asciugò le mie lacrime, poi premuroso mi sorrise – ripeto, hanno scoperto dove abiti. Il dormitorio degli MBLAQ è l’unico luogo sconosciuto a qualsiasi fotografo o stalker di turno, lì sarai al sicuro – il mio cuore fece un tuffo in un pozzo senza fondo. Guardai Meg con un’espressione allibita e lei mi guardò allo stesso modo – Jae – Meg deglutii – stai dicendo che.. che dobbiamo restare dagli MBLAQ questa sera? – l’espressione di Meg lasciava intendere esattamente cosa avesse dentro in quel preciso istante. Jae si grattò nervosamente la nuca – Mar dovrebbe restare lì, tu dovresti tornare a casa Meg e lasciare che i fotografi ti vedano sola. Io ti farò compagnia se vuoi – in quel momento fissai Jae Ha dritto negli occhi – non esiste – esordii afferrando immediatamente le mani di Meg – io non la lascio sola – confessai. Meg e Jae mi guardarono sorpresi – Mar, Jae ha ragione. Non possiamo sparire entrambe e dare nell’occhio, cerca di ragionare – canzonò lei – Meg ma come faccio a lasciarti sola? E poi perché dovrei stare da loro se ci hanno visti? E se ci vedessero ancora? Io non voglio compromettere le loro carriere – in quel momento sentii uno strano fuoco accendersi dentro, quello che stavano architettando non era giusto, non potevo, nonostante fossi consapevole dei miei veri sentimenti a riguardo.

Quando fummo a destinazione dovetti salutare nuovamente Meg che fu riportata a casa – starai bene Mar, poi mi racconterai i dettagli – aveva detto lanciandomi dolcemente un bacio volante.
 Jae coprì la mia testa con un cappuccio e mi scortò al loro dormitorio. Intorno a noi tantissimi palazzi tutti altissimi, nonostante le differenti misure. Ricordai che vicino a quello degli MBLAQ vi era il dormitorio delle Kara.
Salimmo una rampa di scale ed arrivammo ad un portoncino color noce, il mio cuore cominciò a tremare quando sentii dei passi dall’interno raggiungerci lentamente. Ad ogni passo un tuffo al cuore.
Il viso meraviglioso di Thunder mi si presentò radioso – Smoky Girl – disse sorridendo ed immediatamente sentii i passi di Seungho avvicinarsi con impeto. Entrai ed affannato si avvicinò a me inginocchiandosi, sgranai gli occhi alla scena – avrei dovuto ascoltarti, credo tu abbia passato dei momenti bruttissimi, perdonami – in quel momento lasciai le braccia di Jae Ha per lanciarmi immediatamente tra quelle di Seungho, non curandomi di quello che ci circondava, delle persone che ci stavano osservando in quel momento. Lo abbracciai e per la prima volta, in quella sera, mi sentii finalmente a casa, al sicuro, protetta. Affondai il mio viso nella sua spalla ma non volli piangere. Strinsi la sua felpa rossa stretta nei miei pugni e lui mi accarezzò affondando le sue dita nei miei capelli – avevo paura avessi potuto infangare la tua carriera, avevo paura che la tua posizione di leader sarebbe stata compromessa. Perdonami, sei tu a dover perdonare me – bisbigliai al suo orecchio. Sentii le braccia di Seungho stringermi ancora più forte – è tutto finito – sussurrò a sua volta. Si avvicinarono a noi Joon, Mir e G.O ed io sorrisi nel vederli, quanto mi erano mancati. Mi alzai lentamente e mi avvicinai a loro, inutile dire il meraviglioso calore che mi regalarono stringendomi – stai ancora tremando – mi fece notare Joon – non avere paura, noi siamo qui – bisbigliò G.O – ti proteggeremo – concluse Mir.
Seungho spiegò a Jae Ha come si sarebbero svolte le cose ed io nel frattempo avrei dovuto darmi almeno una sistemata, dopo tutte quelle lacrime e quel freddo sembravo davvero un panda. Mi guardai allo specchio e mi accorsi del mio aspetto incredibilmente sciatto e mi vergognai di essermi presentata in quel modo al loro dormitorio. Già, al loro dormitorio. Quel luogo in cui trascorrevano parte della loro vita, ed io ero lì, tra le loro cose, nel loro bagno e stupidamente mi ritrovavo ad accarezzare ogni superficie mi ritrovassi davanti.
Il lavandino era immenso e sulla mia destra vi erano i loro spazzolini, soffocai una risata quando vidi quello di Mir espressamente viola; era proprio un Mirtillo.
Rivolsi il mio sguardo alla doccia e ripensai a quante volte aveva ospitato i loro corpi, arrossii dandomi dei colpetti alla testa per il mio stupido pensiero poco casto.
Dopo essermi resa almeno un tantino presentabile, presi i miei indumenti e li indossai nuovamente.
Il dormitorio era silenzioso.
Scorsi leggermente la testa dal bagno e lanciai un’occhiata in fondo al corridoio. La prima che si presentò fu la stanza di Mir, rabbrividii quando ripensai alla presenza del suo serpente. Speravo con tutta me stessa non l’avrebbe lasciato libero – ehi – una vice bisbigliò facendomi sobbalzare, mi voltai lentamente ed il meraviglioso viso di Seungho era diretto verso il mio ed i suoi occhi mi fissavano dolcemente. Allungò una mano verso di me e mi fece uscire dal bagno, mi fissò – tu, tu non hai niente da indossare – disse – vieni con me -.
Mi scortò nella sua stanza, la meravigliosa stanza di Seungho piena zeppa gi oggetti tecnologici. Una stanza che sapeva di lui, che profumava di lui che parlava e raccontava di lui. Mi guardai intorno e portai entrambe le mani verso la bocca. Il mio cuore in quel momento stava viaggiando ad una velocità fortissima e non cessava di correre via come un razzo. Nello stomaco le cavallette si esibivano in salti acrobatici.
Seungho mi fissò nuovamente quando smise di rovistare nel suo armadio – cosa ti succede? – chiese ma vidi il suo viso avvampare immediatamente. Cominciai a tremare e non riuscivo a trovare la facoltà di movimento o di parola, ma in quel momento non era necessario perché Seungho capì immediatamente. Si avvicinò e lasciò un bacio sulla mia fronte – puoi cambiarti e mettere questa – disse porgendomi un suo maglione enorme. Lo presi e lo portai verso le guance, era così caldo e morbido ed era intriso del suo meraviglioso profumo. Sorrise e mi sfiorò il collo, i capelli – arrivo tra cinque minuti, fai con comodo – disse poi lasciando la stanza.
Prima di spogliarmi mi guardai nuovamente intorno e ancora non potevo crederci, ancora non riuscivo a realizzare di essere lì. Era tutto perfettamente in ordine.
 Se quello scandalo non fosse scoppiato io non mi sarei mai ritrovata nel loro dormitorio,non mi sarei mai ritrovata tra le loro cose; forse era il caso di trarre del buono da quella situazione.
Ripensai immediatamente a quelle ragazze all’aeroporto, loro erano lì perché sapevano.
Indossai il suo maglione che mi stava da vestito. Era un maglione rosso con un grande numero otto stampato in verde, mi guardai allo specchio e sorrisi nel vedere la mia immagine riflessa, sembravo una bambina – rosso – bisbigliai sottovoce – il colore dell’amore, il colore di Seungho -.
La magia cominciò quando Seungho spense le luci.
Come un vero e proprio cucciolo di panda si accucciolò accanto a me e strinse le mie mani fredde nelle sue per riscaldarle.  Avevamo già condiviso il letto, le coperte. Eravamo già stati in quella situazione, eppure adesso era tutto diverso.
Nel silenzio notturno i nostri cuori risuonavano per la silenziosa stanza e sui nostri corpi il chiarore della luna si assottigliava in piccole strisce. Seungho si inumidì le labbra prima di posarle sulle mie – mi sei mancata come ad un assetato manca l’acqua – confessò accarezzando lentamente la mia schiena.
In quel momento mille brividi mi assalirono e mi strinsi forte a lui e continuai ad assaporare la sua bocca, quella bocca che non faceva altro che reclamare e donare amore – mi sei mancato come al sole manca la luna – bisbigliai io avvicinandomi al suo paragone – so che mi mancherai oggi, domani e tutta la vita ad un’intensità insostenibile, ma con la stessa intensità io ti cercherò sempre e poi.. – con la mano afferrò la mia gamba e la tirò verso sé in un modo incredibilmente dolce e delicato, sentii il suo petto premuto contro il mio ed i nostri cuori aumentare di battiti, sentii le sue dita sfiorare ogni superficie della mia pelle – e poi? – sussurrai col cuore in gola – e poi ti troverò – bisbigliò sulle mie labbra, regalandomi la buonanotte più bella della mia vita.

ANGOLO AUTRICE
Chiedo umilmente perdono per essere arrivata così in ritardo ed aver pubblicato solo ora un altro capitolo. Purtroppo lo studio mi porta via tantissimo tempo ultimamente, ed è per questo che mi sono ritrovata a pubblicare di notte in versione vampira.
Spero,come al solito, che il capitolo vi piaccia, e premetto che l'ho appena finito di scrivere, gli occhi mi si chiudono ed ho delle occhiaie non indifferenti. Il mio pandino sarebbe davvero fiero ed entusiasta di me.
Detto questo vorrei regalare voi una foto meravigliosa che ha catturato subito il mio cuore. Sapete benissimo quanto io ami il profilo di Seungho, quanto lo reputi l'uomo col profilo più perfetto e bello del mondo. Bene, questa notte (?)  potete constatarlo con i vostri stessi occhi. Buona visione:)


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