Anime & Manga > Keroro Gunso
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Autore: down2theshippinghole    24/10/2013    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Keroro quel giorno non si fosse fatto scoprire dai fratelli Hinata? Con questa fanfiction provo a spiegarlo nel mio inconfondibile stile e con la mia interpretazione, ma ovviamente non mancherà il nostro amato "Kero Style"
Un piano programmato a non fallire, nemici che s'intrufoleranno nel loro cammino, passati oscuri, rivelazioni sconcertanti e segreti incoffessabili, fatti misteriosi che apparentemente non avranno conclusione, fiducia che dovrà essere riconquistata, il desiderio di convivere armoniosamente, e quello di sterminare ogni cosa.
Giroro che dovrà scegliere tra l'esercito e sè stesso, Natsumi si ritroverà in una situazione complicata, Kururu svelerà dei segreti che avrebbero dovuto rimanere tali, Keroro cercherà di invadere la terra in un modo diverso dal solito, scopriremo il passato di Aki e della sua famiglia... e molto altro ancora!
I nostri amici Pekoponiani e Keroniani in una fanfiction dove s'incontreranno mistero, amicizia, dolore, tanto, tanto amore, e un pizzico di comicità che non guasta mai.
Non vi resta che una sola cosa da fare: leggere!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giroro, Natsumi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il piano geniale del plotone Keroro *Signorsì!*



-Allora, soldati... dobbiamo estorcere informazioni, il più riservate possibili, ad una super-femmina Pekoponiana- Iniziò a parlare un esserino verde non più alto di sessanta centimetri.
-Già... il problema, però è come fare...- Sentenziò e un'altra creatura, identica alla prima, ma di colore giallo, e con un paio di enormi occhiali dalle lenti a spirale.
 Ci fu un attimo di interminabile silenzio al quale erano partecipi solo le miriadi di vocine e vocette che ognuno di loro aveva nelle proprie testoline prive di materia grigia.
A fracassare violentemente quell’assenza di rumori, fu un irritante: -VIA ALLE IDEE! SIGNORSÌ!- Proposto dalla stessa figura verdognola che scattò in piedi con una mano puntata verso il cielo a mo’ di conduttore televisivo.
Vedendo poi che nessuno sembrava entusiasta a quell’intervento, un po’ deluso e con aria da fesso, prese di nuovo parola -E se ci mettessimo a ficcanasare nel sistema dati della scuola Pekoponiana?-
-Non essere ridicolo, capo: non tengono informazioni così personali...- Lo rimbeccò l’altro.
-Allora, che ne dite di creare degli occhiali per leggere nel pensiero? O prendere il posto dei suoi familiari? O magari di colpirla con un raggio della verità...- Continuò a sfornare proposte su proposte, ma ognuna di queste, venne imperturbabilmente bocciata dall’esserino color senape.
-Uffa!- sbuffò il primo stizzito dopo la milionesima idea -Perché non lo trovi tu, un piano, “Mr so tutto io”?-
-Il tuo cervelletto pari a mezza nocciolina, non regge proprio il ritmo di questo gioiellino che ho qui- Ribatté picchiettandosi la testa con un dito, per poi sussurrargli qualcosa: -La mia idea... e lui... con lei... sarà divertente... Kukuku...-
Il volto dell’altro si illuminò di colpo, e al posto dell’espressione sfiduciosa e quasi depressa di due secondi fa, apparve un sorrisetto malizioso che non prometteva niente di troppo buono: -Ma è un piano perfetto! Signorsì-
Man a mano che i presenti venivano a conoscenza del piano, un ghigno malizioso si dipingeva sui i loro volti. E come in una specie di passaparola, uno ad uno sussurravano all’orecchio del compagno affianco, ciò che era stato rivelato loro. Finché non arrivò all’ultimo del cerchio, che tra l’altro, era anche il povero disgraziato che avrebbe dovuto mettere in atto il piano.
-COOOSA?!?- gridò il diretto interessato, anche lui uguale agli altri due, ma di colore rosso -S-STAI SCHERZANDO, SPERO!-
-Di cosa ti lamenti? Ti abbiamo dato la parte migliore, signorsì-
-Adoro questo genere di piano- fece l’unica creatura che all’apparenza era una perfetta terrestre dai capelli biondi -È proprio del genere che fa per me-
Lei però non si accorse dello sguardo accusatorio e stranamente inquietante di un certo girino nerastro: -Quella ragazza... vuole solo farsi bella con il mio sergente!-
Mentre il genio che aveva avuto la grande idea, rispose al caporale, ignorando completamente il semi-discorso avviato dagli altri compagni: -Kukuku! Ti ho mai mentito?-
-C-certo! E-e poi... poi c-come faccio a..?- Domandò con gli occhi sbarrati, guardandosi intorno, e gesticolando nervosamente reggendosi su in piede solo.
-Scusami!- disse ironico alzando le braccia -È ovvio, che tu avresti un piano migliore, o mi sbaglio?-
-N-n-no! M-ma... ma io pensavo di dover solamente infiltrarmi tra i terrestri e fornirvi quante più informazioni possibili su di loro... N-NON ERA PREVISTO!- Cercò di dissuaderlo senza risultato.
-Lo so, ma abbiamo costatato, che con la potenza e la risolutezza che si ritrova quella ragazza, se ci si mette d’impegno,  sarebbe in grado di fermare l’invasione di Pekopon a nemmeno metà strada- Spiegò controllando alcuni grafici e dati su quello che sembrava un palmare.
-Wow- boccheggiò l’altro -È... è davvero tanto pericolosa?-
-Kukuku, tanto è dire poco per una forza del genere- Cercò di ingigantire il compagno.
“Una Pekoponiana in grado di fermare da sola un’invasione armata di Keron... Certo, che questa Natsumi, è proprio forte. Non pensavo fosse così potente... sembra quasi nata per combattere...” pensò, mentre nella sua testa si faceva strada il ricordo di quella mattina, cercando di immaginarla mettere al tappeto, con mosse degne di un qualsiasi soldato di primo livello, un esercito armato del suo pianeta natio.
Intanto, una ranocchietta color lillà, guardava i due litigare da pochi metri più in lontano. Scrutando con aria sospettosa, soprattutto quello color sangue sbraitare e muoversi a gran velocità per tutta la stanza.
L’essere verde di poco fa, rientrò nella conversazione, cercando di incitare il suo commilitone, con delle pacche sulle spalle: -Avanti, caporale! Non ti costa niente...-
-Non mi costa niente?!?- continuò il rosso sempre più arrabbiato -NON MI COSTA NIENTE, HAI DETTO?!? Allora, perché non ci vai tu? O perché non ci mandi qualunque altro membro del tuo plotone da strapazzo?- Sbraitò avvicinandosi sempre di più al ranocchio verdastro a cui si stava rivolgendo.
L’altro mise le mani davanti a sé in segno che doveva calmarsi un pochino, e cominciò a difendersi perdendo tutta la sua risolutezza: -Hey! P-piano con le parole! Ti ricordo che pure tu fai parte del mio “plotone da strapazzo”...- l’altro non seppe minimamente come ribattere, si era incastrato da solo -E comunque, sai perfettamente perché ho scelto te. I modi di Kururu non avrebbero consentito il pieno funzionamento delle operazioni- disse avendo per sottofondo una risatina irritante che non accennava minimamente a fermarsi -Il soldato Tamama è troppo indietro con l’età per reggere un simile incarico- accennò con il capo un piccoletto intento a giocherellare con una pistola militare marroncina dalla canna esagonale, prossimo a bruciacchiarsi qualcosa -Io sono il capo, e... e quindi non posso fare operazioni di questo genere... mi pare più che evidente. E poi devo ancora cominciare il modellino HG Wipe che mi sono comprato la settimana scorsa...-
La figura rossa era sul punto di esplodere dalla rabbia, soprattutto dopo la scusa poco adeguata che il suo superiore aveva trovato per sé stesso. Ma perché le missioni di questo genere, e che non piacevano a nessuno le rifilavano sempre a quel poveretto dalla pelle rossa? E perché lui doveva spezzarsi la schiena per uno stupido modellino di plastica?
-Poi ci sono Pururu e Angol Moa...-continuò l’essere verde -Ma loro...-
“...sono ragazze. E quindi rimango solo io” pensò l’altro, concludendo con un sospiro rassegnato, la frase del compagno.
In quel momento, un’altra creaturina, che stava lì da un bel po’, interruppe la conversazione. Questa volta era azzurra, con un bavero da ninja sulla bocca, ed una katana dietro la schiena.
-K-Keroro, t-ti sei dimenticato di me?- Mugugnò quasi in lacrime rivolgendosi al ranocchio che aveva parlato fino ad ora.
Il diretto interessato si accorse finalmente della sua presenza, e rispose a quell’accusa con fare angelico: -Oh... Ciao Dororo! Quando sei arrivato?-
Lui, per tutta risposta, si volatilizzò sconvolto, senza troppi complimenti, lasciando che gli altri riprendessero il discorso interrotto.
-Beh? Te la senti di farlo per l’esercito?- Ricominciò la rana gialla.
La risposta era più che ovvia; per l’esercito avrebbe fatto di tutto, l’esercito era la cosa più importante che avesse mai avuto in vita sua. Puntava quasi interamente tutto sulle forze militari.
Notando che non dava alcuna reazione che facesse intendere che fosse vivo, il presunto capo, riprese a stuzzicare il suo amico rosso: -E poi tu sei l’unico che abbia il fisico e il carattere per fare una cosa del genere. Vedrai che quella Pekoponiana non opporrà resistenza, signor... AAAH!-
Non fece in tempo a finire quell’ultima parola, perché il caporale, sempre più bordeaux man a mano che l’altro andava avanti, alla fine diede in escandescenza e lo scaraventò dritto dritto contro il muro di materiale metallico.
-MA COSA STAI DICENTO, BRUTTO IDIOTA?!? Hai notato che siamo tutti uguali?!?- Urlò mentre l’altro si stava pian piano staccando, tra un mugugno e l’altro, dalla parete della navicella spaziale su cui si trovavano.
In effetti, erano davvero uno la fotocopia dell’altro. Rane aliene venute dallo spazio, più precisamente dal pianeta Keron per conquistare la Terra, dotate di un corpicino minuto, braccine e gambette esili che davano l’impressione di potersi spezzare al primo tocco, e che non si sa come, reggevano un testone rotondo di almeno un paio di kili, su cui per giunta era posizionato un cappello che ognuno aveva di diversa forma e colore. I girini non ancora adulti, avevano sul didietro una codina bianca, che agitavano ogni volta che sono contenti. Ma il loro corpicino delicato, da come abbiamo potuto costatare poco fa, può sprigionare una grande forza, se solo viene provocato.
L’unica cosa che riusciva a distinguerli, era il colore: chi era rosso, come il nostro ranocchio dall’irritamento facile, o chi giallo, o verde, come i due simpaticoni che lo tormentano ogni volta che ne hanno l’opportunità.
Ma la girina violetta, proprio non ne voleva sapere di staccare gli occhi dal ranocchio scarlatto, che si stava vergognando sempre di più ad ogni parola che gli dicevano i suoi compagni sul loro piano. E lui era convinto che lo avessero scelto volutamente per quella missione, perché sapevano che aveva l’imbarazzo facile, così da potersi fare due risate intanto che la missione procedeva per la propria strada.
La piccoletta dal cappello rosastro, che fino a quel momento se ne era restata in disparte, pensando a tutt’altra cosa, si fece avanti educatamente: -Qualcuno mi potrebbe spiegare in cosa consiste questo suddetto “piano”?-
-Ma certo Pururu!- Esclamò Keroro, che non si sarebbe certo lasciato sfuggire l’occasione per perseguitare ancora un po’ il caporale. Tanto che, mentre spiegava all’amica gli dava delle gomitate su un braccio.
-Questo rubacuori qui...- cominciò indicandolo con un sorrisetto irritante, ma poi, quando notò lo sguardo assassino del suo compagno decise di tagliare corto, sempre punzecchiandolo -In poche parole dovrà estorcere alla nostra Pekoponiana chiamata Natsumi, informazioni riservate su di lei usando il suo... “fascino a prova di terrestre”- Concluse facendo le virgolette con le mani.
L’altro incassò il colpo nascondendo il volto nelle spalle, vergognandosi come un ladro, e maledicendo quei compagni disgraziati che si era ritrovato. Mentre Pururu lo guardava con un’espressione pensierosa, con una strana, e per niente rassicurante luce negli occhi.
-Per ora, sappiamo solo dove abita... ed il giorno del suo compleanno- Disse lo scienziato facendo apparire su un monitor a duecentonovantanove pollici l’immagine di una casa giallognola in un quartiere di periferia.
Keroro sobbalzò: -M-ma quella... è la casa dove sono stato l’anno scorso mentre cercavamo di ricongiungerci! E pensare che ci sono voluti ben dodici mesi per ritrovarci! Mi ricordo che una ragazzina con i capelli rosa stava per scoprire il mio nascondiglio, ma la tecnica di mimetizzazione ha fatto il suo dovere... chissà cosa sarebbe accaduto se mi avesse scoperto... ohi ohi... non ci voglio nemmeno pensare...-
-Ringrazia il cielo che non ti ha visto. Altrimenti te le avrei suonate di santa ragione!- Tuonò la rana rossa.
-Tornando alla tua missione... Prendi queste- Suggerì Kururu al caporale.
-C-cosa sono?- Chiese lui attontito, e guardando i piccoli dischetti di plastica che gli stava porgendo.
-Su questo pianeta le chiamano “lenti a contatto” e le usano alcuni Pekoponiani per vedere meglio. Ma io le ho modificate, e con queste, noi potremo vedere quello che vedrai, che dirai o sentirai, grazie alla mia avanzatissima tecnologia. Non c’è bisogno che mi ringrazi- Concluse aspettandosi comunque un minimo di complimento.
-E infatti non lo farò!- replicò il ranocchio rosso, spiazzando il suo cosiddetto amico -Chi vi da il permesso di intromettervi nella mia vita, eh?!?- Urlò sempre più spazientito puntandogli un dito contro e agitando il braccio.
Lui ignorò completamente quell’uscita: -Kukuku, perché non le provi? Sono taglia unica- Lo rassicurò vedendolo rimuginare con diffidenza i cosetti plasticosi, chiaramente più piccoli dei suoi grandi occhioni da Keroniano. Si fece convincere dal sergente maggiore, e provò a metterseli sugli occhi. Gli affarini si ingrandirono fino a diventare della sua esatta misura, e sugli schermi dell’inventore, venne proiettato ciò che lui stava vedendo.
-Ooooh! Siamo in TV! Ciao mamma!- Esclamò tutto eccitato il piccoletto scuro con la coda da girino.
-Tamama ha ragione. È davvero una grande invenzione! Signorsì!- Confermò soddisfatto il capo della combriccola aliena.
Il sergente maggiore riprese parola: -Ok, aspettiamo i prossimi giorni, e ti forniremo tutti gli aiuti, o i consigli di cui hai bisogno. Kukuku-
Il caporale lo guardò storto facendo una smorfia: -Fermi tutti. Io su Keron facevo cadere ai miei piedi tutte le girine dal quartiere. E tu, amante a vita del curry, alieno che vive per conto della cibernetica, lo stesso che se ne resta tutto il giorno rintanato in una stanza con i suoi marchingegni... vorresti aiutarmi a conquistare le Pekoponiane?- Esclamò con una punta abbastanza marcata di sarcasmo e riluttanza.
-Spiritoso...- commentò sarcastico -Kukuku!- Esclamò premendo un pulsante su un telecomando che tirò fuori da chissà dove, e facendo cadere il povero alieno rossastro in una botola che si aprì proprio in prossimità dei suoi piedi.
-Vediamo quante terrestri riesci far cadere ai tuoi piedi da lì sotto! Kukuku!- Lo prese in giro quando udì il botto che provocò cadendo a terra.
-ASPETTA SOLO CHE ESCA DI QUI! Poi vedrai come ai miei piedi, ci finisce quella mela bacata che ti ritrovi al posto della testa!!!- Gridò alterando la voce, dalla crepa rotonda in cui era precipitato.
Keroro decise di fare il portatore di pace prima che davvero, qualcuno facesse male a qualcun altro: -Suvvia, caporale...- cominciò aiutandolo ad uscire dal buco -Sai com’è fatto il nostro sergente maggiore. E poi, ricorda che contiamo tutti su di te per la riuscita della missione “estorciamo informazioni ai terrestri! Signorsì”- Dicendo ciò, fece il saluto militare, lasciando così la presa e facendo piombare, per la seconda volta, lo sventurato nel buco. Scatenando così una risata generale.
-QUALCUNO SI DECIDE A TIRARMI FUORI DA QUESTO COSO?!?- Gridò esasperato.
Quando finalmente si degnarono di liberarlo, Kururu provò ancora a scalfire la sua corazza di testardaggine: -E comunque qui parliamo di Pekoponiane, non di girine che hanno bisogno degli occhiali per vedere quanto sei orrendo-
-E tu avresti qualche conoscenza in materia?-
-Ku... Io... heam...- Balbettò l’altro cambiando subito espressione, e dando a vedere la sua difficoltà nel rispondere alla domanda.
Il caporale rispose in tono un po’ strafottente: -Tsk, come pensav...-
-Rete intergalattica- lo interruppe, tornando tutto d’un tratto quello di sempre -Ho studiato a fondo il carattere dei terrestri grazie al mio computer. Kukuku!-
Prima che potesse succedere qualcos’altro, Keroro porse una mano alla rana rossa: -Allora? Te la senti, Giroro?-
-I-io farò... f-farò del mio meglio...- Confermò afferrandogli la zampetta verde e alzandola in segno di approvazione, avvertendo un insolito formicolio lungo la spina dorsale al pensiero che tutta la riuscita del piano d’invasione era nelle sue piccole mani. Se poi ci aggiungiamo anche che per farlo, doveva sedurre una ragazza terrestre della quale conosceva a mala pena il nome, è ben possibile immaginare come si doveva sentire il poveretto, che stava letteralmente andando a fuoco, non sapendo nemmeno lui perché stesse facendo tutta quella sceneggiata solo per uno stupido piano, degno dei suoi commilitoni.




Lulù's time
Il plotone è talmente divertente che si meritava una puntata tutta dedicata a loro!
In caso ve lo stiate chiedendo, il modellino di Keroro esiste davvero. In realtà non so perchè ve lo dobbiate chiedere... vedete voi, io l'ho detto, poi non so...
Gli scleri di Giroro sono fantastici *^* Ma ve lo immaginate? Incavolato nero che agita un braccio, saltella su un piede, con gli occhi bianchi, le orecchie del cappello alzate, e i denti aguzzi da squalo ben in vista, mentre cerca cosa dire a Natsumi per farla innamorare xD
EPIC MOMENT! *-*
Certo che Kururu ha una grande fantasia in fatto di "piani geniali"...

Kururu: E non solo di quelli, ho giusto quì una cosetta in mente per un capitolo... *scartabella dei fogli*
Io: *gli da un pugno in testa mandando all'aria i fogli* Non spoilerare, Kururu!
Kururu: *si rimette apposto gli occhiali rotti* Kukuku... è l'ultima volta che ti aiuto con un capitolo, sia chiaro!
Io: Ti faccio notare che ci sono più di 20 personaggi a cui posso chiedere aiuto...
Kururu: Sai che potrei farti esplodere? @_@
Io: Sai che potrei cancellarti dalla storia? ^u^
Kururu: *riprende i fogli* Quando vuoi a pensare agli altri capitoli mi trovi di sotto... -.- *va nel laboratorio*
Io: Dopo questo battibecco con Kururu, vi saluto, vi ringrazio per aver letto, se volete lasciate una recensione, e noi ci vediamo al prossimo capitolo sperando che io e questo quì riusciremo a sfornarlo in tempo ^^

Lulù e Kururu


Io: KURURU!!! è-é
  
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