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Autore: mischief managed    24/10/2013    5 recensioni
SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI (ovvero fin quando l'ispirazione non tornerà a bussare alla mia porta)
Sono oramai cinque anni che James, Sirius, Remus e Peter condividono la stessa camera, dormono sotto lo stesso tetto, e mangiano alla stessa tavola. Ma ciò che condividono, di ancora più grande, è una bellissima amicizia. Quello che i Marauders ancora però non sanno (hehe...), è che molte cose, quest'anno, cambieranno. Ci sarà chi, come al solito, sarà sempre impegnato a correre dietro alle ragazze, magari questa volta con qualche risultato, chi sa? Chi si troverà ad affrontare una profonda crisi, che lo aiuterà a trovare il proprio posto nel mondo. Chi, invece, scoprirà qualcosa di più su se stesso, e chi si troverà a provare un sentimento nuovo per qualcuno di impensabile.
Come finirà? Ce la faranno i nostri Marauders a restare uniti, nonostante tutto questo?
Come disse il saggio, leggete e vedrete.
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO V

Di Pensieri e Ricordi



Il resto della settimana era trascorso velocemente per Sirius Black, e il sabato era arrivato prima di quanto pensasse. Era nonostante tutto stata una settimana densa di novità per il giovane Grifondoro, che, come promesso a Peter, tra le altre cose aveva fatto in modo di avvicinarsi a Odette nel tentativo di scoprire quali sentimenti la legassero all'amico.
Se prima per il moro questa non era stata altro che una missione da compiere, con il passare dei giorni si era ritrovato a scoprire la compagnia di Odette piuttosto piacevole. Era una ragazza sveglia e profonda, ma allo stesso tempo incredibilmente fresca e spensierata. Con lei poteva parlare del più e del meno con leggerezza, e sapeva che, non nutrendo la Corvonero il benché minimo interesse per lui - diversamente dalla maggior parte della popolazione femminile della scuola - i suoi giudizi e le sue opinioni nei suoi confronti erano sinceri. Stava in un certo qual modo nascendo un'amicizia sincera tra i due, e Sirius doveva ammettere di non esserne dispiaciuto.
Ma Odette non era l'unica persona a cui si era inspiegabilmente avvicinato sempre più, mano a mano.

* * *

Nell'ultima settimana Remus aveva notato che lui e Sirius avevano effettivamente passato parecchio tempo insieme, e questo non gli dispiaceva per niente. Sentiva in qualche modo di essere più legato alla compagnia di Sirius di quanto non lo fosse stato nei cinque anni precedenti. Non che prima lui e Padfoot non avessero un bel rapporto, anzi, ma per qualche motivo il tempo che passavano insieme non era mai molto. Ora invece, Remus sentiva che stare insieme a Sirius era qualcosa di facile e spontaneo come respirare.
Avevano cominciato a parlare del più e del meno; degli interessi dell'uno, delle passioni dell'altro... E Remus era venuto a conoscenza di lati di Sirius che non credeva l'amico possedesse.                                  
Per esempio, Padfoot disegnava. E non si trattava solo di scarabocchi su pezzi di pergamena volanti, no, Sirius disegnava davvero. Lo conosceva da cinque anni, ma solo due giorni prima, ovvero di giovedì, Remus aveva avuto modo di scoprire la passione dell'amico per l'arte.


« Che te ne pare? »  gli chiese ad un tratto Sirius, tirando fuori dal cassetto del comodino un foglio di pergamena  e porgendoglielo. Erano seduti sul letto di Padfoot, ed avevano appena terminato una lunga discussione sulla sicurezza effettiva di un manico di scopa - Remus, nonostante i vari tentativi da parte dell'amico di convincerlo a montarne uno almeno almeno una volta, restava della ferma convinzione che si sarebbe fatto amputare il braccio destro piuttosto che salire su uno di "quelli" -, quando Sirius era diventato improvvisamente serio e si era messo a rovistare nel cassetto del suo comodino.
Quando Remus, una volta preso in mano il foglio, vide ciò che vi era raffigurato, rimase senza parole.
Era ritratto un Salice Piangente, piegato su uno specchio d'acqua immobile. Le lunghe fronde ne sfioravano la superficie, senza tuttavia arrivare ad incresparla. Ma più Remus guardava il disegno, più si rendeva conto che non si trattava di un semplice Salice: il tronco, nodoso e sottile, non era altro che il corpo di una ninfa, e le fronde lunghe e immobili i capelli, sui quali, ora che guardava meglio, erano appoggiate delle piccole farfalle bianche. La luna piena, alta nel cielo, ne gettava il riflesso sullo specchio d'acqua nero sottostante.
L'immobilità del disegno dava a Remus un senso di struggente tristezza.


« Io non... Non sapevo che disegnassi...» soffiò in un sussurro stupito.

« Già, io... Beh sì, ogni tanto mi capita. » Sirius portò una mano dietro la nuca e si strinse nelle spalle.

« E' bellissimo... » gli occhi di Remus ancora vagavano sulla pergamena, seguendo quelle linee nere e sottili che la penna di Sirius aveva tracciato con così tanta precisione.

« Lo pensi davvero?» Negli occhi dell'amico vi era una luce speranzosa. « Non avevo mai fatto vedere a nessuno i miei disegni prima d'ora... » disse.

« Certo che lo penso! Sirius, tu hai un grande talento, potresti sfruttarlo, ti tornerebbe utile per molte cose, e... Aspetta, mi permetti di fare una cosa? » chiese Remus, il foglio in mano e gli occhi brillanti di emozione.

« Sì, sì certo fai pure »

Il ragazzo
estrasse la bacchetta e toccò con la punta il foglio, esattamente sul petto della ninfa. Ed ecco che, lentamente, questa aprì gli occhi, e tutto il disegno prese vita. i rami d'inchiostro ondeggiavano placidi, mossi dal vento notturno, e l'acqua si increspava appena brillando sotto la luce della luna. Le farfalle si librarono in aria, e sbattendo le piccole ali di carta uscirono dal disegno di Sirius, disperdendosi per la stanza.

« Ecco » sussurrò Remus, « Ora è perfetto. »

E rimasero così, seduti, persi nella contemplazione di un battito d'ali.



In secondo luogo Remus Lupin aveva avuto modo di notare altre piccole particolarità negli atteggiamenti o nel comportamento di Sirius. Come il modo in cui rideva, per esempio. Non si era mai soffermato ad osservare le piccole rughe che gli contornavano gli occhi serrati, o la punta della lingua che andava puntualmente a spingere contro gli incisivi dell'arcata superiore, come in un tentativo di contenere il rumore. Era un'immagine assolutamente deliziosa.
Certo poi c'erano anche le volte in cui invece Sirius rideva apertamente, con quella sua risata così simile a un latrato e la mano come a tenersi la pancia. Era una risata contagiosa, la sua.
Remus aveva inoltre scoperto che Sirius era un grande osservatore.


Si trovavano nella sala comune di Grifondoro, sabato sera. James stava portando avanti una sofferta partita di Scacchi con Peter, mentre Remus aveva rinunciato a leggere il suo libro di Storia Antica nello stesso preciso momento in cui aveva sentito Black sedersi di fianco a lui, sul divano.


« Se vuoi puoi anche continuare a leggere, prometto che non ti darò fastidio » disse il moro con un'espressione seria e una mano solennemente poggiata sul cuore, avendo intuito le intenzioni dell'amico.

« Tranquillo Sirius, avevo già intenzione di smettere » gli rispose questi con un sorriso.

Gli occhi di Black si illuminarono.


« Remus posso farti una domanda? »

Il ragazzo rimase interdetto per un momento, la richiesta di Sirius lo aveva leggermente preso alla sprovvista.


« Ehm... Sì, certo » rispose.

« Oh, bene » Padfoot si mise a gambe incrociate sul divano, girandosi in modo da trovarsi esattamente di fronte a Moony. « Qual'è la prima cosa che guardi nelle persone? » gli chiese, lo sguardo attento.

Sul volto di Remus si dipinse un'espressione di pura sorpresa.


« La... La prima cosa? »

« Sì beh, o comunque sia una delle prime »

Moony ci pensò un attimo.


« Beh, non lo so, ma immagino sia l'espressione, il sorriso » rispose con sguardo dubbioso. « Tu invece? »

« Oh, io le mani » disse Black con tono sicuro.

« Le mani!? »

Di tutte le risposte possibili, quella era l'ultima che Remus si sarebbe aspettato di sentir uscire dalle labbra dell'amico.


« Sì. Dalle mani di una persona puoi capire molte cose, a mio parere » Sirius lo guardò un secondo. « Per esempio - posso? Grazie - Dicevo; per esempio, le tue mani. » Padfoot aveva preso le mani dell'amico - la cui espressione si faceva sempre più dubbiosa - tra le sue, e aveva cominciato ad esaminarle come fossero state un qualche oggetto prezioso. « A una persona qualunque non rivelerebbero nulla, a parte i caratteri generali. Belle mani, sì, indubbiamente, dalla forma sottile ed elegante, ma nulla di più » il suo tono era diventato quello che avrebbe potuto avere un vini cultore mentre descrive le proprietà di un vino di ottima annata. « Ma, se l'uomo in questione è un attento osservatore, scoprirà che il proprietario delle mani è una persona essenzialmente ordinata, a cui piace dedicarsi ad attività quali la lettura e la scrittura. Tuttavia, a volte è vittima di alcuni stress che, evidentemente, lo portano alla assai controproducente attività di rosicchiarsi le unghie e mordicchiarsi la punta delle dita - non è sano, Moony. Ti si rovinano i denti. Ed ecco che, in qualche minuto, abbiamo già delineato il carattere della persona che ci troviamo davanti » concluse con tono soddisfatto, lasciando le mani di un Remus visibilmente shoccato.

 
* * *
 
Quella era stata una settimana strana per James Potter. Gli era sembrato di vivere come in una grande tranche, durante la quale assisteva come spettatore alle vicende altrui. In primis, alla strana nuova amicizia che sembrava legare due dei suoi migliori amici. Non che avesse nulla contro, per carità... Era solo felice se Remus e Sirius avevano deciso di coltivare meglio il loro rapporto, ma questo - unito alla questione di Odette - aveva finito per allontanare da lui il suo migliore amico.
Non era arrabbiato, era solo...
Geloso?
Sì, forse un po' lo era. E inoltre, l'incredibile felicità di Peter per essere forse prossimo all'avere una ragazza gli dava incredibilmente sui nervi, quando lui con la Evans continuava a non ricevere altro che porte in faccia - alle quali ogni tanto si univano altri oggetti volanti di varia natura.
Forse sto sbagliando l'approccio.
Ma dopotutto, con le altre ragazze funzionava. Aveva sempre funzionato, dannazione!
Ti avvicini, ti metti in mostra, vedi se hanno recepito il messaggio. Se così è, lanci qualche frecciatina o complimento allusivo, e nella maggior parte dei casi puoi contare sulla loro compagnia se non altro per l'ora successiva. Poi sta a te decidere come sfruttarla.
Ma con Lily Evans era tutta un'altra storia.
Un'altra cosa che James proprio non capiva era come potesse accompagnarsi a Piton. Cosa ci trovava in lui? Oltre al fatto che lui era palesemente innamorato perso. Insomma... Perché Piton, se c'era lui, James che non aspettava altro da più di un anno a quella parte?
Bah, ragazze. Una cosa, in ogni caso, era certa; quell'anno non aveva intenzione di fallire miseramente come il precedente. Il suo piano di conquista andava rielaborato, e in fretta. Gli pareva chiaro il fatto che la sua versione di "cavaliere con l'armatura scintillante" non era una carta vincente, e perciò cominciò a pensare a delle varianti. Forse, quello che Lily voleva era un ragazzo dolce, che le scrivesse romantiche poesie e le donasse fiori, o che la portasse a fare una passeggiata sul lago al chiaro di luna. Insomma, un ragazzo più timido e posato, magari simile a... Remus!
Ma certo!
Lily con Remus parlava, erano amici. Forse così sarebbe riuscito ad avvicinarla! Certo, si sarebbe dovuto impegnare parecchio per reprimere le sue parti più eccentriche e libertine, ma per Lily Evans era disposto a fare questo e altro.
E fu con questa conclusione della domenica sera, mentre era seduto in pigiama davanti al fuoco a mangiare distrattamente delle Gelatine Tutti i Gusti +1 e i suoi compagni di casa facevano casino attorno a lui, che James Potter decise in cosa si sarebbe impegnato con tutte le sue forze a partire dal giorno successivo.







Author's Corner:

Bene, eccoci qui.
Dopo quasi sette mesi, eccoci qui.
Io... Non so davvero cosa dire. Non ho scuse, lo so, per aver abbandonato questa fic a se stessa, ma davvero... Non la sentivo più. Ero totalmente bloccata.                                                                                          
Mi sembrava che non avesse più un senso, o forse che non ne avesse addirittura mai avuto, e non riuscivo a scrivere. Ogni volta che mi veniva qualche idea, un qualche spunto e pensavo "Sì dai, adesso mi metto li' e la scrivo", una sorta di vocina maligna mi diceva "Ma cosa lo fai a fare? Tanto, fa schifo lo stesso".
Non lo so, avevo perso completamente l'ispirazione. Non so come farmi perdonare, davvero. Il capitolo è corto, e brutto, ma... Almeno sono riuscita a finirlo, no?
Non vi garantisco che non ci saranno più blocchi di questo tipo, ma vi prometto che se accadrà farò di tutto per arginarli e superarli. L'unica cosa che vi chiedo, per favore, è di recensire. Recensite, ditemi quello che ne pensate. Ditemi che fa schifo, che dovrei stravolgerlo e cambiarlo totalmente, NON MI INTERESSA. Ma ditemi cosa diamine ne pensate. Altrimenti, se non ho la spinta necessaria a continuare, non posso fare altro che abbandonarla.
Un'altra cosa: come avrete notato, ho cambiato la modalità scrittoria. Rimarrà questa per il resto della fic, suppongo.
AVVISO IMPORTANTE:
ho cambiato nome. Appena me lo accetteranno, sarò EricaAtlas_
Ora vado, un saluto e un grazie a tutti quelli che sono rimasti nonostante io sia sparita, e scusatemi ancora.
Spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente, magari facendo capitoli un po' più brevi. La voglia è tanta, credetemi, ma il tempo è poco. Mi raccomando, recensite!
Un bacio,
Erica

 

 
  
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