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Autore: saretta_    13/04/2008    6 recensioni
[Venezia non è mai stata così bella]
- Tu come chiamare? -
La bionda si girò completamente verso Shikamaru, mentre gli altri due osservavano i palazzi.
- Shikamaru -
- Io Ino! -
Shikamaru sospirò: che nomi strambi che avevano. Ino. Cosa dovrebbe stare a significare?
Meglio il suo nome, tipico italiano: Shikamaru. Non era favoloso?
[...]
InoShika | accenni SasuSaku | TenNeji | TemCho
Ultimo capitolo!
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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[Venezia non è mai stata così bella]

Tourists



6. Pazzia


Shikamaru scalciò per terra: una lattina schiacciata rotolò morta per alcuni metri. Si fermò davanti a un negozio di maschere colorate: ormai ne erano rimaste più poche in vetrina.

Il Carnevale di Venezia metteva sempre un gioia strana addosso a Shikamaru, come un calore familiare… eppure quest’anno era diverso.


Bambini con costumi allegri si inseguivano lanciandosi coriandoli a manciate, e le strade erano tanto coperte di queste macchioline colorate da sembrare un buffo pavimento.


Shikamaru diede un altro calcio alla stessa povera lattina, ma con maggior slancio, quasi con odio puro.


I coriandoli sparsi li ricordavano strani abbinamenti di vestiti, le maschere dorate sembravano lunghi capelli color raggi del sole e i palloncini azzurri che volavano verso l’alto erano grandi occhi ingenui, pieni di lacrime.


Ormai sono passati più di due mesi Shikamaru, ripigliati!, pensò alterato.


La lattina stava ancora rotolando, quando venne fermata da un piede femminile rinchiuso in stivaletti aderenti dal tacco alto.


- Sai proprio come goderti la vita tu, eh? Girare senza meta è un passo verso il futuro -


Una voce così ironica era riconoscibile dovunque.

Sorridendo, Shikamaru alzò lo sguardo.


- Ciao Temari. Come stai? -


- Bene, bene… -


Disse lei con tono vago, spolverandosi la lunga gonna rosso porpora con un provocante spacco che arrivava alla coscia. Indossava un corpetto nero sopra una vaporosa camicetta bianca, e aveva una bandana rossa in testa, da cui spuntavano i ribelli capelli color sabbia.


- Piratessa sexi? -


- Più o meno -


Rispose lei, schioccando irritata la lingua mentre alcuni ragazzi fischiavano nella sua direzione, facendo gesti poco educati.


- Fai conquiste -


- Oh, sì, un mucchio di uomini morti di… e tu da cosa sei travestito? -


Domandò Temari, incrociando le braccia.


- Da Shikamaru. Non si vede? -


Le rispose il ragazzo, mostrando la felpa grigia e il paio di jeans consunti.


- Giusto. Dai, vieni che ti faccio vedere una cosa -


- Cosa? -


- Vieni e basta, come sei noioso -


- Perché dovrei seguirti? -


- Perché te lo dico io. Andiamo -


Shikamaru le rivolse un occhiata stanca. Girò i piedi e fece per tornarsene a casa sua, dove almeno ci sarebbe stato silenzio e un buon letto.


Ma prima che potesse capire costa stava succedendo, Temari gli aveva preso le braccia, lo aveva fatto girare verso di lei, gli aveva ripiegato le braccia dietro la schiena, lo aveva fatto piegare, e ora stava facendo pressione.


- Shikamaru, sai che non mi piace essere contraddetta -


Disse con voce candida al suo orecchio.


- Poco manesca come al solito. E poco femminile -


Il pugno che gli arrivò sul capo lo fece stare zitto una volta per tutte.


*

- Dove stiamo andando? -

- Non so se te nei sei accorto, ma è la nona volta che me lo chiedi. Siamo arrivati… finalmente, non ti sopportavo più. E anche in tempo -


Shikamaru seguì Temari, infilandosi in un mucchio di gente accalcata davanti a una porta. La ragazza spinse più persone e diede svariate gomitate, e riuscirono ad arrivare dalla porta, dove furono schiacciati contro il vetro.


Per fortuna, qualcuno aprì l’uscio, stando ben attento a far entrare solo Temari e Shikamaru.


- Tem! L’hai trovato finalmente! -


- Cho… Choji? -


Shikamaru si massaggiò la mascella ancora provata dalla schiacciata contro la porta, e
intanto osservava Choji, vestito con un completo bianco candido, che lo rendeva in qualche modo più adulto, un grembiule arancione allegro e un buffo capello in testa, bianco e alto.


- Sei… sei vestito da cuoco? -


Domandò Shikamaru. Choji rise.


- No! Io sono un cuoco! E questo è il mio ristorante, comprato solo due settimane fa! -


- Che, che cosa? Tu… ristorante? E non mi hai detto niente? -


- Era una sorpresa! Non hai letto il nome? -


- No, non ci ho fatto caso… -


Shikamaru sbirciò un tovagliolo ben piegato su uno dei tanti tavoli, e lesse Dai Due Gondolieri.


- Bella scelta. Chi è l’altro gondoliere? -


Chiese Shikamaru con un gran sorriso.


- Shika… ecco, volevo proporti di essere tu, il secondo gondoliere -


- Io? Ma… non so niente di cucina! -


- Saresti il contabile, responsabile degli acquisti eccetera. Ti va? -


Shikamaru pensò alla sua gondola, alle generazioni passate dei Nara, ai posti che mostrava di Venezia e di cui non si sarebbe mai stancato, alle giornate dove i turisti fanno a gara per pagarti, ai momenti tranquilli a Piazza san Marco con Choji, a tutti gli incontri, le persone che aveva conosciuto… pensò a Ino, che adorava le gondole, a tutte le navigate che si sono fatti insieme, alla prima volta che l’aveva vista, dove era stata tradita dalla sua migliore amica, a quando l’aveva fatta salire in gondola mentre piangeva e le lacrime scendevano sul suo vestito da sera…


Forse non aveva continuato il lavoro dei suoi avi per la pigrizia di non cercarne un altro. Forse amava davvero questo lavoro. Era parte di lui.


Shikamaru il Gondoliere.

Non Shikamaru il Responsabile degli Acquisti, Contabile Eccetera.

- Cho, mi dispiace, ma non posso abbandonare la mia gondola -


Choji sorrise – sapevo che mi avresti risposto così. Chiamo in stampa per far cambiare questi tovaglioli e tutti gli altri titoli. Non ho dato l’ordinare di stampare solo questo titolo perché volevo aspettare la tua risposta –


- Mi dispiace. Posso venire come cameriere d’inverno, però? Sai che non si fanno buoni affari con la gondola in quel periodo -


- Certo! Tem, vai a vedere se sono arrivati gli altri -


- Vado -


Disse Temari sorridendo. Choji la guardò amorevolmente allontanarsi.


- Allora… - iniziò Shikamaru, guardando distrattamente intorno – da quanto tempo va avanti la tua storia con Temari? -


- Oh, si vede tanto? Diciamo da un po’. Volevo dirtelo prima, ma non ero sicuro, sai… -


- Ci tieni davvero a lei? -


Il tono di Shikamaru ora era serio. Fissava Choji negli occhi, con le sopracciglia aggrottate.


- Cho, io tengo molto a Temari: siamo stati ottimi amici per tantissimo tempo, e sarà sempre come una sorella per me. Devi dirmi se è soltanto un gioco -


- Lo era. Credimi, era un gioco triste, perché io volevo Tenten e lei… bè, lei voleva ancora te – la schiettezza dell’amico sorprese Nara, che si aspettava un po’ di resistenza – ma l’avventura di questo ristorante… ci ha cambiati. Appena comprato il ristorante la incontrai, ed euforico le feci vedere il posto. Era ancora un tugurio, ma lei mi abbracciò e mi assicurò che era splendido. Sono riuscito a ristrutturarlo in così poco tempo grazie al suo costante aiuto e ai suoi numerosi contatti. Provavo più del solito affetto per lei, ma credevo fosse solo gratitudine -


Choji gli fece segno di seguirlo, e mentre parlava sistemò una tovaglia su un bel tavolo lungo e raffinato – è successo appena gli operai che hanno montato la cucina sono andati via, eravamo io e lei da soli. Sono anni che leggo ricette nuove per cucinarle a me o alla mia famiglia. Inizia allora a preparare un soufflè, sai, tanto per testare la cucina. Temari mi chiese di insegnarle, e ci siamo ritrovati sporchi di cioccolato sulla cucina nuova, abbracciati –


- Cho, non li voglio sapere i dettagli! -


- Ascoltami! Non abbiamo fatto sesso. Noi ci siamo fatti… le coccole -


Sussurrò imbarazzato.

Shikamaru scoppiò a ridere, ripetendo la parola ‘coccole’ all’infinito.

- E smettila! Era per farti capire che ho capito di volerle più che bene, ecco -


- Ho capito… capito… Choji… -


Rispose annaspando Shikamaru, asciugandosi le lacrime. Gli diede una pacca sulla schiena, e riscoppiò a ridere.


- Ragazzi? Sono arrivati -


Temari fece una smorfia vedendo Shikamaru sghignazzare come un pazzo, e gli fece segno di smetterla.


- Oh, perché lui sta ridendo? -


Tenten avanzò di qualche passo, mentre i tacchetti affondavano nella morbida moquette.

Portò una mano tra i capelli raccolti all’orientale per vedere se l’acconciatura reggeva, con fiori di loto tra le bacchette, e roteò davanti al gruppo per mostrare il qipao rosa antico con ricami dorati.


- Ciao Choji! Quanto tempo che non ci vediamo! -


Tenten balzò sul ragazzo abbracciandolo affettuosamente.
Temari, con la scusa di voler controllare la disposizione dei tavoli, passò proprio in mezzo all’abbraccio, sciogliendolo.


- Lui è Neji. Mio futuro marito -


Tenten allargò un braccio coperto da un lungo scialle per mostrare Neji, impassibile al suo fianco, e poi riportò lo stesso braccio in avanti facendo muovere le dita.

Infilato nell’anulare sinistro, un anello d’oro semplice con un fine diamante attirava l’attenzione.


- Complimenti! – dissero quasi tutti in coro.


Shikamaru si guardò attorno a disagio. Era in mezzo a due coppie, solo e vestito male.


- E… Ino… non è venuta? -


La domande sorse da sola, e Shikamaru si sorprese sentendo che era la propria voce a chiedere.


Tenten sorrise dispiaciuta.


- Choji ha invitato anche lei, così le ho proposto di venire con noi, ma purtroppo ha molto da studiare. Fra due settimane si laurea -


- Oh. Bene, brava! -


Scese un silenzio imbarazzante.


- Vogliamo sederci? -


Choji invitò gli altri a seguirlo nella saletta adiacente, dove l’atmosfera era molto più soft.


- Appena finiamo di mangiare aprirò il negozio. Per il primo oggi ho deciso di offrire il pasto a chiunque venisse, ed ecco spiegato il motivo di quanta gente ci sia qui fuori… chissà come, è girata la voce, e mi ritrovo con mezza Venezia che sbraita fuori dal mio locale -


Spiegò Choji, sedendosi. Temari si sedette accanto a lui, e davanti a loro Tenten e Neji, mano nella mano. Shikamaru capotavola. Questo non contribuì a rallegrare il suo stato d’animo.


Mangiarono decisamente bene, Choji era un ottimo cuoco. Il pranzo fu piacevole e tranquillo, nessuno accennò a Ino, e questo fece star meglio Shikamaru.


Dopo l’ammazza-caffè, tutti si alzarono a fatica, appesantiti e con la mente vuoto come d’obbligo dopo un buon pasto.


- Bè, ragazzi, credo andrò a casa. Saluti -


Shikamaru salutò tutti con un cenno della mano.

Si diresse verso l’uscita, ma venne fermato da una presa al polso.

- Dove vai? Non vieni con noi? Andiamo al ballo in maschera che danno ogni anno i Ponzin, ricordi? Rivediamo tutti i nostri vecchi compagni! -


Disse Temari.


- No grazie, non mi và -


- Come vuoi -


Fece lei, alzando le spalle. E tornò sculettando dal suo cuoco.


Shikamaru uscì dal locale, scavalcando l’orda di gente.


Camminò a testa bassa, sovra pensiero, per almeno tre quarti d’ora, senza accorgersene.

E così, Ino si stava per laureare. Choji aveva aperto un ristorante, Tenten si sposa. Tutti sanno cosa fare, che compiti hanno, un’idea del loro futuro.

Lui al massimo poteva avere un’idea della cena di quella sera.


Forse aveva fatto male a rifiutare l’offerta di Choji, forse doveva mettere la testa a posto… ma la gondola era la sua passione. No, non l’avrebbe mai abbandonata.


Sicuro che un giretto gli avrebbe fatto bene, tornò a casa sua e sciolse le funi, iniziando a remare. I movimenti erano fluidi, e anche se pensava ad altri, non sbatteva contro la riva o sbagliava direzione: l’abitudine a la manualità gli impedivano errori del genere, da principiante.


Alcune persone, turisti venuti a vedere il Carnevale, si sbracciava nella sua direzione, ma non era in servizio, e gli evitò accuratamente.


Si fermò per pochi minuti solamente per ammirare il Carnevale da lontano, in disparte.


Fu allora che una voce sussurrò, al suo orecchio – Come andare? –


*

- Oh, come sono belle le vostre feste! -

Mormorò entusiasta Tenten, portandosi le mani intrecciate all’altezza del mento.


La casa dei Ponzin era grande e bella, dell’età Vittoriana, e per l’occasione era addobbata a quella feste in maschere per cui Venezia era stata tanto famosa, con damine in tulle e signorotti con nei finti.


C’erano tutti: compagni di classe dimenticati, impiegati al comune, il macellaio sotto casa di Choji, le varie famiglie.


Nessuno si aspettava che arrivasse qualcun altro: alla fine si conoscevano tutti, anche solo per vista; quindi si girarono tutti sorpresi quando le grandi porte decorate si spalancarono, mostrando due volti sconosciuti.


Entrarono un ragazzo vestito da gondoliere, con tanto di maglietta a righe bianche e nere e capellino di paglia con il nastro rosso, a braccetto con una ragazza, sulla quale si soffermarono tutti gli occhi maschili.


Questa aveva un lungo abito color blu della notte, semplice ma frusciante e con riflessi luccicanti; la gonna saliva fino a diventare un corpetto a scollatura quadrata succinto e chiuso davanti con fiocchi di velluto.


Un nastro semplice ornava il collo della fanciulla, da cui dondolava un gioiello a forma di cuore blu profondo.


La maschera che portava, sottile ma ampia con due grandi ali a farfalla, era anch’essa oltremare, brillante e con il bordo color oro. Dai due buchi spuntavano un paio d’occhi che al confronto con il blu scuro sembravano color dell’arai.


I capelli erano biondi, come il grano appena spuntato, e lasciati liberi sulla schiena.


Choji corse incontro al gondoliere – Shika? Come mai ti sei travestito? –


Shikamaru sorrise un poco, accennando alla sua destra dove la ragazza misteriosa salutava allegra, come dire ‘è colpa sua’.


- Lei? Ma chi… aspetta, ma è Ino! -


- Ce ne hai messo di tempo! -


Lo prese in giro Shikamaru, mentre anche gli altri si avvicinavano.


-Oh Choji, me felice di vedere te dopo tanto tempo! -


Ino lo abbracciò affettuosamente, e la gonna ondeggiò sulla gambe mostrando le scarpette scure dal tacco quadrato.


- Ino? Cosa ci fai qui? Credevo non volessi venire! -


Tenten trottò fin davanti alla bionda, sempre con Neji a seguito, e piegò appena la testa, confusa.


- Sì, non volevo venire io, ma poi me ripensato, ed eccomi qui -


Spiegò velocemente Ino, come se cercasse di evitare l’argomento.


Tenten comprese ugualmente: la conosceva da anni, e non serviva un genio a capire che era tornata per Shikamaru, e non resisteva un attimo di più senza di lui. Solo che ci aveva messo del tempo a capirlo.


Temari guardò Ino da lontano, a braccia conserte: prima gli prendeva Shikamaru, poi si permetteva di abbracciare Choji con tanto slancio.


Fu proprio quest’ultima ad allontanarsi dal gruppo e ad abbracciare Temari, baciandola delicatamente sulle labbra, come solo lui sapeva fare.


- Sei bellissima -


Le sussurrò. Temari, con un sorriso discreto, lo prese per mano portandolo via da occhi indiscreti.


- Andiamo a ballare Neji! -


Propose Tenten, esaltandosi sentendo una musica orecchiabile che evidentemente lei conosceva.


- No -


Disse lui, e Shikamaru constatò che non aveva mia sentito la sua voce prima: era fredda ed autoritaria. Ma Tenten allargò gli occhi color del cioccolato, gli tirò una manica della giacca, e lo guardò implorante.


Neji sbuffò, e si lascio trascinare in mezzo alla pista.


Ino si girò con un gran sorriso verso Shikamaru, e ripeté le stesse espressioni di Tenten. Ma il ragazzo scoppiò a ridere.


- Non ci provare. Non mi vedrai mai ballare -


- Dovrò abituarmi -


Shikamaru, che si era aspettato una scenata, rimase colpito dalle sue parole.


- Non cerchi di convincermi? -


- Se a te non piacere ballo, non voglio cambiare te: perché tu piacere così come sei -


Rispose semplicemente Ino, con un sorriso.


Shikamaru la guardò, sbalordito da quella ragazza piena di sorprese.

Sorrise anch’esso come un ebete, e le fece un cenno con la testa, portandola fuori dal salone, sulla terrazza che dava su un canale.
Socchiuse la porta-finestra, in modo che la musica arrivasse ovattata.

A quel punto si inchinò davanti a Ino, guardandola di traverso.


- Vuoi ballare con me? -


Subito Ino non capì, e aggrottò le sopracciglia confusa.


- Ma tu non avere detto che non vedrò te mai ballare? -


Gli domandò lei.


- Poche domande, o cambio idea -


Le rispose sbrigativo, porgendole il palmo della mano.

Ino vi pose la propria, e Shikamaru l’attirò a sé.

Appena iniziarono a muoversi, la musica dalla sala terminò, e si sentì solamente lo scrosciare degli applausi e i passi di persone che si allontanavano.


- Oh. Troppo tardi -


Mormorò mogia Ino.


- La, la, la… lalala… -


Cantilenò Shikamaru, sulle note di una melodia sentita anni prima.


- La, la, la, lalala, lala… -


Continuò a cantare sottovoce, volteggiando con Ino sulla base di un valzer rallentato.


Ino rise, e ballò abbracciata a Shikamaru insieme a una musica che poteva sentire solo loro, che era solo loro.


- Tu essere pazzo -


Gli disse Ino una volta fermati.


- Forse -


Rispose Shikamaru enigmatico, senza aggiungere che prima era perfettamente normale, ma dopo l’arrivo della bionda, beh… era davvero impazzito. Aveva corse, ballato, e si era innamorato. Si, era davvero pazzo, ma di lei.


- Il mio pazzo -


Disse Ino, saltandogli addosso. Le loro labbra aderirono alla perfezione.





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Finito *.*

Scusatemi, scusatemi, scusatemi tutti: finalmente ho finito il capitolo, e con un po' di fortuna sono riuscita e farlo pubblicare. Sono stata in gita a Praga 6 giorni con la scuola, ho dovuto recuperare inglese e mi sono presa la febbre T.T

Ma finalmente ce l'ho fatta!

Lo so, è una finale insulso e banale. Ma in fondo, si adatta alla perfezione con il resto della storia xD

Forse ci ho messo così tanto a scrivere il capitolo perchè sarebbe come un addio a coloro che mi hanno seguita con inistenza, e a cui mi sono affezzionata più di quel che credevo... parlo di Sakurina, celiane4ever, kiara_chan,  _matthew_, inochan, WishfulThinking.

Grazie mille, davvero, mi avete sopportato, mi avete consigliato, mi avete fatto sorridere.

Senza di voi questa storiella non ha senso.

Vi voglio bene, perchè ogni capitolo aveva il vostro commento e sapere che vi piacevano le mie paroline da quattro soldi... mi riempiva il cuore.

Grazie.

E voglio anche ringraziare di cuore RenAlchemist93, Tsuyuko, Kyootness e AtegeV :
mai avrei creduto di avere tanti commenti. Sono ripetitiva ma... grazie.

sa
  
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