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Autore: Rowena    25/10/2013    3 recensioni
Ha portato lui Lauda in Ferrari. L'ha visto crescere e diventare la stella della scuderia, con il titolo mondiale dell'anno scorso. Ed ora è rimasto lui a ripartire, in questa maledetta domenica, mentre il suo compagno lotta tra la vita e la morte in ospedale.
Tre mesi infernali dal punto di vista di Clay Regazzoni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clay Regazzoni, Niki Lauda, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Il verde non è proprio il tuo colore”, sghignazza il paziente più famoso dell'ospedale di Mannheim. “Perfino quella dannata tuta scolorita dell'anno scorso ti stava meglio.”
Clay ridacchia e gli dà ragione dietro la mascherina che gli hanno dato prima di entrare nella stanza, insieme a camice e guanti. Le ustioni del campione del mondo sono ancora troppo gravi per rischiare di infettarle, perché allora sì che Niki Lauda rischierebbe di nuovo la vita.
Clay ringrazia per quella sorta di maschera per i primi minuti, perché lo spettacolo che ha davanti è spaventoso. Il pezzo d'orecchio mancante è il meno. Il viso del suo compagno di squadra, che già in partenza non è mai stato una gran bellezza, è completamente rovinato.
“Ti è tornato l'appetito? Ho letto dai giornali che hai voglia di prugne… L'incidente ti ha reso un vecchietto?”
Niki soffia come un gatto, stanco: oggi per la prima volta si è alzato e ha camminato un po' sotto braccio a un'infermiera, i primi passi da quando si è infilato in macchina domenica.
Ogni gesto, ogni movimento normalmente scontato gli fa capir quanto sarà dura la sua degenza, e l'idea lo demoralizza.
Tuttavia, non perde l'occasione per rispondere a tono: “Non sfottere, è una ricetta di mia nonna! Comunque ammazzerei per una bistecca oggi. Sono stufo di cannule e flebo.”
“Resisti ancora un po', computerino, e potrai tornare a mangiare come i cristiani. Anche se dovresti fare un fioretto e limitarti a una dieta di magro per mesi per chiedere perdono al prete che hai cacciato in malo modo!”
“Cazzi suoi, poteva andare a portare iella a qualcun altro.”
Il ricordo della tuta scolorita e del sole dell'Olanda brilla negli occhi di entrambi, ricordando quella gara in cui entrambi erano stati battuti da Hunt, ma erano lo stesso contenti per essere sul podio. Era stato un bel weekend, e le loro foto a petto nudo a prendere il sole su un guardrail durante le prove avevano fatto il giro del mondo. Un momento idilliaco che non sembra quasi fasullo, in un simile frangente.
“È vero? Ci siamo ritirati?”
Niki parla con una voce impastata e grumosa, se è possibile. Marlene ha spiegato a Regazzoni che ha ancora parecchio liquido nei polmoni e che sarà necessario aspirarglielo da sveglio con una pompa, un'operazione che i medici descrivono come poco piacevole. Il che vuol dire che sarà uno schifo di dolore e pena.
E nonostante questo, il primo pensiero di Niki Lauda è l'annuncio di Enzo Ferrari di volersi ritirare dal mondiale a meno che la federazione non renda effettiva la squalifica di Hunt in Spagna, e magari anche in Gran Bretagna, assegnando così la vittoria al campione del mondo in carica. Una mossa azzardata che difficilmente porterà dei frutti, con l'Austria già dietro l'angolo. Sarà un gran premio strano, senza Niki, e l'assenza della casa di Maranello peserà ancora di più.
“L'ingegnere sembra molto convinto, sai che razza di testardo è”, dice semplicemente Clay. “Nessuno di noi è d'accordo con la decisione in favore di Hunt, e ogni punto diventa prezioso adesso.”
“Ma se la Ferrari è fuori dai giochi, Hunt ha già vinto, Gran Bretagna o non Gran Bretagna. E lo stesso vale per la Spagna.”
“Se lo squalificassero, tu prenderesti tre punti in più e lui si troverebbe con nove di meno per entrambe le gare… Avresti la certezza matematica di essere campione.”
“So fare anch'io i conti, Clay”, replica secco Niki. “Non voglio vincere così. È una decisione del cazzo.”
Regazzoni sbuffa e la plastica della mascherina ondeggia davanti alla sua faccia. In un altro momento riderebbe per l'effetto non voluto, ma non ha alcuna voglia di essere allegro. Perché il suo compagno lo vuole lì? Cosa deve dire, che gli dispiace, che è arrabbiato? Certo che è così. Ma convincere Ferrari a ripensarci… Non è in suo potere una cosa del genere.
“Nessuno è contento, stiamo buttando nel cesso una stagione nel complesso buona, ma il colpo di mano prevede di saltare solo una gara in realtà; il commendatore è certo che verranno a chiedere chi devono sacrificare per riaverci in pista, perché la Ferrari da sola attira metà degli sponsor. Mezzo campionato senza la scuderia più amata del mondo farà crollare i prezzi delle inserzioni pubblicitarie e dei diritti tv.”
Le sue parole non convincono il compagno, e Clay lo sa, perché non riesce a convincere nemmeno se stesso: sta memoria dei dati che gli hanno ripetuto in scuderia, questioni che a nessun pilota interessano, meno che mai a Lauda, che è ferito e sembra debole, fragile e indifeso come Regazzoni non l'ha mai visto.
Lo sguardo disperato che gli rivolge gli spezza il cuore: “Devo sapere che potrò tornare a correre, dopo aver superato tutto questo schifo. Devo saperlo”, ripete con un tono di voce più alto, senza controllo, “o non sono sicuro di poter sopportare tutto questo.”
L'altro pilota ha già chiesto a Marlene come procedono le cure, e lei ha spiegato come agisce il tubo aspirante che il medico infilerà fino ai polmoni di Niki per aspirare il liquido che li riempie. La sola idea lo sconvolge, non riesce a pensare come farà il suo partner a resistere a un trattamento così doloroso e invasivo.
“Come, un computer come te? Pensa a tua moglie, alla tua famiglia…”
Lauda lo interrompe allungandosi per una frazione di secondo verso la porta, come a verificare che non ci sia nessuno e poi risponde brutalmente: “Non è abbastanza, in questo momento. Amo Marlene più della mia vita, ma non mi servono i polmoni immacolati per amarla. Per correre sì.”
Silenzio. Clay non sa cosa dire, e Niki prova ad alzare un sopracciglio con sarcasmo, com'è solito fare, ma il suo volto non risponde. Ha il terrore che muovere troppo un singolo muscolo potrebbe riaprire una ferita, e allo stesso tempo è infastidito da queste preoccupazioni.
“Ti ho sconvolto? Sono troppo freddo e contorto anche per te?”, domanda però esprimendo a parole le sue emozioni. La rabbia mal repressa, la frustrazione per la lunga convalescenza che ha davanti. L'impotenza di un dio che si è riscoperto umano.
Regazzoni sbuffa e si passa la mano sulla mascherina, cercando al solito il contatto con i baffi ispidi: “Avrei dovuto aspettarmelo da te, ma è forte sentire dire una cosa del genere sapendo che la pensi davvero.”
“Sono onesto. Mi stanno facendo un sacco di promesse qui dentro, su come sarà il mio aspetto dopo il trapianto di pelle, su come tornerò in perfetta salute, ma mi ritrovo a pensare che siano soltanto una marea di cazzate. Hai visto la mia faccia?”
Diavolo, sì che l'ha vista. È uno spettacolo che non potrà mai dimenticare, neanche quando le ferite saranno chiuse e le cicatrici diventeranno meno evidenti.
“Da quello che ho capito, il liquido nei polmoni potrebbe ucciderti.”
“Un sacco di cose potrebbero uccidermi, in questo momento.”
“La vittoria di Hunt, ad esempio?” butta lì a bruciapelo Regazzoni, sapendo che devono affrontare questo problema.
Niki prova a leccarsi le labbra prima di rispondere: “Ho visto la registrazione del gran premio ieri.”
“Di già? Non dovresti preoccuparti di questo …”
“Non me lo ricordavo! Avevo bisogno di vederlo, perché non so cosa è successo: me l'ha descritto Marlene e Luca, ho anche chiesto la cassetta, ma ancora in testa ho il vuoto. Non mi viene in mente neanche lo schianto, solo un momento in elicottero in cui ho blaterato ad Audetto a chi avevo lasciato le chiavi dell'auto.”
“Con queste ustioni e i polmoni pieni di merda sei riuscito a dire a chi avevi dato la chiave?!” ripete basito Clay.
“Non dirlo così, sembra che sia un mostro.”
“Cazzo, ! Credevo che anche la tua forza di volontà avesse dei limiti… Ma a quanto pare mi sbagliavo.”
“Allora capisci perché non posso rinunciare a correre. Sapere che tra un mese – anche due, magari – potrò tornare in macchina mi dà la forza di affrontare tutto questo.”
Silenzio.
“La cosa che mi fa più rabbia, capiscimi, è che adducono questa scelta al mio incidente, al poco rispetto per i piloti Ferrari. Capisci quanto mi fa incazzare, quando so che il capo in persona si è mosso prima ancora che il mio elicottero atterrasse all'ospedale per sostituirmi? Dov'è il fottuto rispetto per me, il pilota Ferrari campione del mondo?”
Questo è verissimo e Clay non ha parole per giustificare le mosse del loro team, né tantomeno la volontà di farlo. È stato il primo a dire che Ferrari stava tenendo un comportamento da stronzo esagerato perfino per i suoi standard, ma non è servito a nulla. Con quest'amarezza ancora in bocca, sa che se tornasse a Maranello a lamentarsi della sospensione non ricaverebbe niente.
“Se i giornalisti chiedessero la tua opinione sul ritiro, cosa diresti?”
Niki spiega che per ora non ha la minima intenzione di sostenere un'intervista, nel suo stato. Non serve dirlo, ma è evidente che già mostrarsi a persone a cui vuole bene e di cui si fida è uno sforzo notevole, per uno che è abituato ad avere il controllo di tutta la situazione che lo circonda.
“In ogni caso, ho già chiesto a Marlene di dire, se la domanda saltasse fuori, che io sono d'accordo: Hunt era fuori regola e dovrebbe essere penalizzato, questo è tutto. Non dirò che sono spaventato a morte all'idea di non tornare a correre, non mi abbasserò a tanto.”
“Ammettere di avere paura non è una debolezza. A volte ti salva la vita.”
“Ma ti distrugge la reputazione.”
Clay scuote la testa: “Ti terrorizza tanto apparire umano agli occhi del mondo?”
A quella domanda così semplice, eppure allo stesso tempo così complessa, Niki lo fissa in silenzio, senza trovare nulla da replicare neanche quando la moglie entra suggerendo che la visita si concluda qui.
“Clay, non ti voglio cacciare, ma non deve stancarsi per ora. Anche se l'hanno dichiarato fuori pericolo…”
“Non ti preoccupare, ti ringrazio di avermi fatto entrare” risponde tranquillo mentre stringe la mano di Niki. “E quanto a te, non preoccuparti e pensa a tornare in macchina quanto prima.”
Il campione annuisce e si lascia cadere sui cuscini del suo letto, visibilmente provato e stanco, senza distogliere lo sguardo dal partner finché lui e sua moglie non sono scomparsi in corsia.
Clay non dice nulla, sapendo di essersi esposto troppo in presenza della donna. Per un attimo c'è un lampo, nello sguardo di Marlene, che lo spaventa sul serio. Non ha detto nulla in presenza del marito, ma le sue emozioni sono evidenti. Poi Regazzoni ha già letto sulle cronache che la signora Lauda dà per certo il ritiro definitivo del campione del mondo, per cui non ha senso discutere, soprattutto non davanti a Niki. Sarebbe capace di chiedere un casco e di provare a infilarselo anche oggi, solo per dimostrare che può tornare in pista.
Sono già sulle scale, lontani dalla stanza di degenza, quando la donna osa mettere i suoi paletti: “Non ti permetterò più di fargli visita, se continuerai a spingerlo perché ricominci a correre.”
“Non serve che gliene parli io e lo sai anche tu. Ha già dichiarato che vuole tornare in pista quanto prima”, ribatte secco Clay, mentre comincia a svestirsi. Via i guanti, la mascherina, poi il camice. Quasi si dimentica della cuffia, ma se la sfila a un'occhiata scocciata di Marlene e, con uno movimento, la appallottola e la lancia nel cestino più vicino. Un centro perfetto.
“Un conto è dirlo e un conto è mettere le intenzioni in pratica. Niki è razionale, valuterà cos'è più importante per lui e deciderà di conseguenza.”
“Non ci rimanere troppo male quando ti deluderà, allora.”
Basita, lei rimane immobile in cima alle scale per un secondo, prima di cominciare a inseguirlo inveendo in tutte le lingue che conosce: “Pensi di poter dire una cosa del genere e andartene? Stronzo!”
“Sì, lo sono, come tutti in questo ambiente. Se non tornerà alle corse, sarà finito. Decideranno gli altri per lui, certi che sia troppo spaventato, troppo debole, troppo vigliacco. Come credi che potrà reggere una cosa del genere? Forse si butterà sul volo, e lo vedrai giusto quando deciderà di fare scalo a Salisburgo, chi lo sa. Forse se ne andrà e sparirà dalle scene, troppo amareggiato. Sei pronta a questa eventualità?”
“Perché io non sono abbastanza, vero? Voi piloti vi sposate tutti per capriccio, in fondo…” “Non Niki Lauda, e nemmeno io”, la corregge Clay con un certo fastidio nella voce. Nessuno deve anche solo osare paragonarlo allo Shunt in questo, perché lui proprio non gli assomiglia affatto. “Del resto tu sei troppo intelligente, se avessi sentito anche solo la minima possibilità di finire come la signora Hunt avresti tagliato la corda ben prima di farti mettere l'anello al dito.”
In questo è identica a Maria Pia. Nessuna delle due ha detto di sì in attesa di vedere come sarebbero andata le cose. E per lui e il suo partner è lo stesso, in queste cose sono molto concreti, malgrado i loro sentimenti. Anche se il matrimonio, com'è logico, riserva sempre degli alti e bassi.
Clay sbuffa, cercando di chiudere la conversazione meglio di come sta andando. Ha la sensazione che non sarà più un ospite molto gradito a Mannheim.
“Hai detto che deve subire un trattamento invasivo e doloroso, no? Lascia che sfoghi la frustrazione sulle gare: su Hunt, sulle cazzate che farà Ferrari per le prossime gare… Ne ha bisogno. O se la prenderà con te e, giuro, tu non vuoi che avvenga.”
La signora Lauda non prova più a fermarlo, forse scossa dalle sue parole. Sa che il pilota ha ragione, probabilmente, ma non è ancora disposta ad ammetterlo. Ed è comprensibile, Clay lo sa, per questo lascia il reparto grandi ustioni senza infierire un'altra volta. Esce dall'ospedale e cerca subito una sigaretta, per schiarirsi le idee mentre si riempie a sua volta i polmoni di merda. Forse dovrebbe smettere di fumare…
Ha solo pochi minuti di tregua, però, prima di sentirsi chiamare da lontano. “Regazzoni, non osare mai più venire qui senza avvisarmi! Che figura di merda ci faccio se non passo al giornale la notizia della tua visita?”
“Michele! Mi dicono che ormai ti sei accampato qui” lo saluta il pilota con un sorriso.
Fenu è uno dei cronisti più in gamba della stampa italiana tra quelli che seguono le corse, e uno con cui è sempre piacevole chiacchierare del più e del meno…
“Preferisco essere qua a testimoniare i progressi di Lauda che in sede con i vostri bei comunicati stampa… Che schifo, davvero. Tu che ne dici?”
“Me lo chiede il cronista o l'amico?”
“L'amico, non è ancora orario di lavoro.”
“Allora sono incazzato nero. Per il giornalista… Chiedi notizie ai tuoi colleghi svizzeri, tra qualche ora, potrei rilasciare una dichiarazione.”
“Entrerai in polemica con Ferrari?”
“Sono stanco di questa politica. Sai, Lauda ha cambiato il mio modo di considerare il mio lavoro: prima arrivavo per i test, mettevo il culo sulla macchina, giravo in tondo e commentavo le mie impressioni coi meccanici, per lasciare a loro le sporche modifiche, salvo poi tornare dopo qualche giorno e mandarli al diavolo per il loro operato. Da quando sono in squadra con Niki, dai tempi della BMR, passo più tempo nei box a migliorare la monoposto che a casa: e mi piace, sai? Sento che la macchina è davvero mia, sento che faccio la differenza con il mio lavoro… Anche se le mie prestazioni in pista magari sono deludenti nell'ultimo periodo.”
Il cronista annuisce: segue Regazzoni da quando ha corso per la prima volta con la Ferrari, e gli ha dedicato molto spazio nelle sue pagine anche nel suo periodo con la BRM, quando grazie al suo compagno, un esordiente nella categoria massima delle corse, ha rivoluzionato una macchina lenta e pesante risollevando la situazione di una scuderia in crisi.
“Avete cambiato il ruolo del pilota, le scuderie inglesi in genere chiamano il pilota quando i collaudatori hanno finito e c'è da far correre l'auto in pista”, conferma infatti ricordando la stagione del 1973.
Molti pensano che siano stati semplicemente i soldi di Lauda compresi nell'accordo per correre a tirare su la squadra, ma è stato il suo apporto ingegneristico a essere fondamentale. E Clay Regazzoni ha il merito di aver capito prima di tutti la competenza del partner … Anche se effettivamente, come lui si è sempre schermato, non ci voleva un genio per comprendere quanto Niki avesse ragione, una volta che la sua BRM aveva corso nettamente più veloce di prima.
L'atleta annuisce ricordando quei tempi già così lontani, e una volta di più avverte la rabbia per essere stato completamente escluso dalle decisioni sulla sospensione. Anche se poteva andargli peggio, si dice: poteva essere dato per finito senza possibilità di appello come Niki.
“Enzo Ferrari non si rende conto della fortuna che ha ad avere noi due, e il giorno che cambierà piloti se ne pentirà amaramente.”
Fenu scribacchia un po' di appunti per non perdersi le dichiarazioni esclusive di Clay. Sperava di convincere la signora Lauda a offrirgli un qualche scoop alla luce dell'impegno e della serietà con cui sta seguendo la convalescenza del campione pur rispettando la loro privacy familiare – non l'ha mai cercata in albergo, ad esempio, malgrado tutto il carrozzone della stampa sia sparpagliato nello stesso hotel – ma questa è una bomba inaspettata, soprattutto conoscendo la possibile reazione dell'ingegner Ferrari.
“Sai che mi hai appena consegnato del materiale bomba per un articolo, vero?” domanda per correttezza il giornalista, noto in tutto l'ambiente per il rispetto che ha nei confronti dei piloti e dei suoi intervistati.
“Beh, sì. Solo, non usarlo domani, e non dire che ero qui. Inventati che ci siamo sentiti al telefono per confermare un'intervista, io non smentirò… Anzi, è probabile che mi cerchino a casa nei prossimi giorni, sopratutto i tuoi colleghi svizzeri. Se rilascio qualche altra dichiarazione ti faccio sapere.”
“Tranquillo, volendo ho abbastanza critiche a Ferrari per lavorare una settimana.”
Clay sorride con quella sua aria irriverente: “È proprio quello che speravo.”





Angoletto dell'Autrice: Buongiorno a tutti, scusate il ritardo ma ieri mi sono persa dietro al live di xFactor nel momento più trash della settimana e mi è venuto tardissimo per aggiornare (e manco connettevo più cerebralmente...), così eccomi qua stamattina :)
Questo capitolo è totalmente inventato, ma credo sia un giro di boa fondamentale per la storia. Mi è uscito un Niki Lauda più intimo e fragile di quanto non avessi immaginato all'inizio, però mi sembrava necessario questo momento di debolezza, la consapevolezza che la scuderia lo ha già deciso finito e la mancanza di un obbiettivo per cui guarire con la sospensione del team dal mondiale. Mi sono ispirata a "I miei anni con Ferrari", che forse citavo già nelle note dello scorso capitolo, in cui la convalescenza è raccontata da Lauda molto brevemente, ma fa capire bene quanto fosse disperato per questo ritiro temporaneo della Ferrari. Allo stesso tempo ho letto delle dichiarazioni riportate da Marlene in cui si dice d'accordo con la decisione, probabilmente per fare gruppo o per non mostrarsi debole ai giornalisti, specie in un momento in cui non sapeva quando sarebbe potuto davvero tornare in pista. Regazzoni invece non si è fatto tanti problemi a cantare, a quanto pare, e questo poi segnerà la sua rovina in Ferrari. Ho voluto inserire anche Michele Fenu, tutt'ora cronista sportivo per La Stampa, perché è grazie ai suoi numerosi articoli tutti archiviati e digitalizzati che riesco ad avere un quadro così netto da raccontare. Adoro le sue cronache, si sente che è un patito di auto e di corse ma riesce a raccontare le notizie giorno per giorno senza morbosità o malignità. Volevo un giornalista che facesse da contraltare a quello stronzo della conferenza stampa del film, altro momento vero testimoniato da Lauda nel libro (anche se non dice se Hunt poi l'ha davvero pestato). E niente, chiudo le mie pedanti note e vi saluto. ^^
Alla prossima settimana,
Rowi
   
 
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