Paolo era nervoso!
Anzi nervoso era un eufemismo, stavolta era dura,
non sarebbe stato facile, lo sapeva lui, lo sapeva lei, o meglio non lo sapeva
lei, come faceva a saperlo? Visto com’era andata a Guido era davvero
terrorizzato.
Come dargli torto?
Nina e Azzurra sono molto amiche, a volte anche
molto simili.
Anche perché, siamo sinceri, lui non possiede la
calma e l’aplomb dell’avvocato Corsi, anzi, se poco poco Nina alza la testa e
se ne esce come Azzurra, lui è capace di mollarla da sola a casa.
- Calma su, non andrà poi così male, o almeno non
è detto.
Si disse Paolo per l’ennessima volta mentre
metteva la moto in garage.
Paolo aveva deciso di non fare grandi cose: niente
cene romantiche, niente ristoranti costosi, nulla di ‘nuovo’ che potesse far
intuire le sue intenzioni a Nina.
Vista la delicata situazione in cui versava Guido
con l’argomento matrimonio, aveva preferito non coinvolgerlo, facendosi dare
una mano da Marco… che sinceramente era stato il più fortunato tra loro,
proposta blanda in stazione, sì di gruppo e via.
-
Beato
lui!
Pensò Paolo ad alta voce mentre stava per infilare
le chiavi nella toppa e quel maledetto anello pesava come un macigno nella sua
tasca.
Appena aprì la porta, sentì distantamente Nina
trafficare in cucina, più che altro sbraitare, la cucina non era certo il suo
forte, e di questo era immensamente grato il tipo della rosticceria sotto casa.
- Sono a casa.
- Già? – disse Nina sbucando dalla cucina – allora
già che ci sei, ci pensi tu alla cena?
- Tu che hai fatto fino ad ora? – chiese lui
ingenuamente, avvertendo uno strano odore nell’aria.
- Ho bruciato due cosce di pollo e zuccherato la
pasta. – gli rispose lei scrollando le spalle.
- Bene, abbiamo ancora una cucina?
- Certo, solo che puzza un po’… che c’è Mirti ti
sei pentito di avermi chiesto di vivere insieme? – rincarò la dose, incrociando
le braccia al petto, e mostrando che l’argomento ‘pessima in cucina’ le
bruciava parecchio.
- Per carità, ho perso tre chili, e ho permesso di
studiare ai tre nipoti del magrebino della rosticceria, figurati… Sono
felicissimo di averti qui.
- Non sei simpatico! E poi dividiamo le spese. – disse
lei scrollando la testa.
- Certo avvocato, però sono schifosamente sincero,
ammettilo che non mi resisti?!
- Diciamo che apprezzo molto la tua onestà, un po’
meno i tuoi metodi!
E detto ciò si alzò sulle punte per posargli un
bacio sulle labbra.
Paolo era molto tentato dall’idea di approfondire
il discorso, ma non era il momento giusto, certamente il tempismo era pessimo,
ormai aveva altro per la testa. Se ne accorse anche Nina che, allontanandosi da
lui e sedendosi sulla sua poltrona, gli chiese: - Qualche problema a lavoro? Mi
sembri distratto… distante…
- Ma che dici, non sono distratto o distante… ti
devo parlare, solo questo.
- O sì molto incoraggiante davvero. – disse Nina
cominciando ad agitarsi sulla poltrona - Spara mister nessun problema dobbiamo
solo parlare.
Nina era ed è innamorata di Paolo, ma la sua professione
è spesso motivo d’insicurezza per lei.
- Dai Nina non fare così - le disse lui sedendosi
sul divano vicino alla poltrona.
- E tu dimmi quello che devi, forza su.
La tensione era troppo alta, e questo non giocava
certo a suo favore, così Paolo si alzò dal divano, stupendola - vado a farmi
una doccia, magari parliamo quando ti calmi.
- Magari parli da solo!!! – gli urlò lei contro,
prima di sbattere con decisione la porta di casa.
Perfetto,
è uscita.
Pensò Paolo un po’ sconsolato, rendendosi subito
conto di non aver dato il meglio di sé.
Era colpa sua se Nina si era innervosita, si fece
una lunga doccia, doveva calmarsi e sperare che lei tornasse presto,
cominciando a credere anche di rimandare la sua proposta.
Fatta la doccia, si mise la sua tuta comoda, e
così, senza nemmeno la scatolina, si mise in tasca anche il famoso anello.
- Non si sa mai… - disse ad alta voce ma la voce
di Nina che lo insultava lo sorprese: - Non parlare da solo, e vieni a tavola. Ho
preso il cinese, idiota!
- Sei tornata?! – disse lui con una mezza faccia
da ebete.
- Ma va?! Abito qui!
- Dai Nina… mi sono espresso male… non ci so fare
con le parole.
- Ecco, perché non ti prepari per le elementari?!
Tanto fra un po’ le comincia Lulù.
Ci volle tutto il cibo cinese comprato, ancora un
altro paio di scuse, e un’enorme dose di autocontrollo da parte di Paolo, per
arrivare a un dopo-cena-film sul divano.
Anche se del film a Paolo non fregava niente.
- Dai su, parla! Non ti sopporto. Sei troppo
nervoso. – gli disse Nina spegnendo la televisione.
Ok, pensò Paolo, e scattò in piedi, facendo anche
un po’ spaventare Nina, e cominciando a camminare avanti e indietro per il
soggiorno, mentre lei lo guardava sempre più confusa.
- Probabilmente se ti fermi, è meglio… - gli
suggerì lei.
- Sto pensando, le parole sono importanti… - disse
lui camminando avanti indietro.
- E lo sai quanto le parole sono importanti,
quanto una risposta può cambiare il corso di eventi, di vite, di famiglie…
certo che lo sai… quel tuo cliente? L’altro giorno, accusato di frode, che tu e
Guido avete scagionato, ecco… quella risposta ha cambiato una vita.
Nina lo guardava sempre più confusa, chinò la
testa di lato e lo guardava come si trovasse di fronte a un film coreano in lingua
originale, chiedendosi dentro di lei che fine avesse fatto il suo compagno, e
chi era quell’isterico camminatore.
- E non fare quella dura, quella a cui non frega…
quella forte, quella che non ha bisogno di niente e di nessuno, perché non sei
così… cioè sei così ma non sempre, di qualcosa hai bisogno, hai bisogno di me!!
Gli occhi di Nina erano sempre più spalancati,
l’idea che Paolo si fosse fatto uno spinello, era sempre più forte.
- Pensaci Nina, pensaci bene prima di parlare,
perché è una cosa seria, mica… mica robetta. Dai, lo sai, mi conosci, mi
conosci meglio di tutti… stai in campana quindi.
- Brutto deficiente – disse Nina alzandosi e
tirandolo sul divano, dove lo blocco seduto, mettendosi sulle sue gambe –
calmati e dimmi quello che devi, via il dente, via il dolore! Non ho capito
niente di quello che hai detto finora.
- Mi vuoi sposare? – disse lui dopo averla fissata
a lungo negli occhi.
- Si! – disse Nina senza alcuna esitazione.
- … lo vedi che non mi ascolti! Ti avevo detto di
pensarci bene perché certe risposte cambiano le vite … - ricominciò a
farneticare lui, fino a quando lei non gli blocco il viso con le mani.
- Paolo, sì, ho detto di sì.- gli ripetè ancora
lei.
E lui non ci pensò oltre, scattò verso le sue
labbra immediatamente.
Un bacio dolce e passionale, come loro due, come
il particolare momento richiedeva.
Quando si staccarono Nina gli passò il dorso della
mano sinistra davanti alla faccia.
- Giusto! – disse Paolo, infilando una mano nella
tasca dei pantaloni per cercare l’anello, quando lo trovò glielo mise al dito
senza troppe esitazioni, e insieme fissarono la sua mano, ora così piena.
- Mi spieghi perché eri così sicuro che dicessi di
no?
- Azzurra…
- Brutto cretino, io sono io, non sono lei…
- Lo so, certo che lo so, ma temevo che il suo netto
rifiuto a Guido potesse influenzarti…
- Povero Guido! – disse Nina stupendo di nuovo il
suo uomo – Me lo immagino mister precisino che prepara la serata perfetta e
riceve un bel due di picche… cioè un NO, perché in bianco non è andato, per
quanto ha detto Azzurra.
- Ma a te ha spiegato il perché di questo rifiuto?
- Sì, in parte, e secondo me stanno sbagliando
entrambi… Corsi penerà ancora parecchio prima di infilarle un anello al dito. –
disse Nina rimirando il suo splendido anello.
- Sono stato bravo, eh?
- No, assolutamente no, sembravi un folle, non ci
capivo niente di quello che mi stavi dicendo… sei fortunato che ti amo e sì, che
voglio pure sposarti.
- O futura signora Mirti… andiamo di là va…
Nina gli saltò in braccio e comiciò a baciargli il
collo…
- Credi che Guido e Azzurra la prenderanno male?
- Oh non me ne frega nulla di loro… forza su…
dobbiamo fare le prove per la prima notte di nozze!
La risata di Nina fu dolce e sincera, e presto fu
sostituita da gemiti e ansiti.
Effettivamente comunicare la notizia ai non coniugi
Corsi non fu un’impresa facile.
Azzurra era contentissima per gli amici, sinceramente
felice per loro, ma non voleva abbassare la guardia, e non aveva alcuna
intenzione di cedere all’assalto del compagno sull’argomento matrimonio.
Fortunatamente quando gli comunicarono la scelta
dei testimoni, restarono entrambi un po’ scossi e le acque si calmarono presto.
Nina li aveva spiazzati entrambi, chiedendo a
Guido di farle da testimone, mentre Paolo si era rivolto ad Azzurra.
- Perché io? – le chiese Guido un po’ spiazzato,
nonostante il suo inizio burrascoso con Paolo, i due erano diventati molto
amici, anche con Nina c’era un certo grado di confidenza, ma non si aspettava
certo una proposta del genere.
- Perché siamo simili, molto più simili di quanto
sembri, perché tu mi sai sempre dire quelle parole, giuste, forti, sagge che mi
rimettono in carreggiata, perché probabilmente senza il tuo aiuto,
assolutamente non richiesto, io non starei con lui. Perché sei un ottimo
collega, un buon amico…
- Sono davvero molto onorato Nina, accetto con
piacere. – disse abbracciandola con qualche difficoltà, certi gesti ancora non gli
venivano molto naturali a Guido.
- E poi
adoro l’idea di vederti impazzire al mio addio al nubilito. – aggiunse Nina,
facendo impallidire lui e sorridere i neo arrivati Paolo e Azzurra.
- E no amore mio, per il tuo addio al nubilato e
il mio addio al celibato, ce li scambiamo, tu ti prendi Azzurra ed io Guido.
- Va bene. – disse Nina, aprendosi in un dolce
sorriso, mentre Guido tirò un profondo sospiro di sollievo.
Il giorno tanto atteso era arrivato, Paolo e Nina
avevano scelto di sposarsi a Roma, in una piccola chiesa, trovata per caso
durante uno dei lavori di Paolo e apprezzata da entrambi, animata da una comunità
viva e accogliente, Sant’Agnese fuori le mura.
Suor Angela, suor Costanza e suor Chiara erano
arrivate da Modena un paio di giorni prima per assistere Nina nei preparativi,
vista la recente scomparsa della mamma. Spesso le suore erano passate a turno da
Roma per darle una mano, anche se Giulia e Azzurra non le avevano mai fatto
mancare il loro supporto; vista la particolare situazione sarebbe stata proprio
suor Angela ad accompagnare Nina all’altare.
Paolo si stava guardando allo specchio per
l’ennessima volta, era vestito da ore, i suoi capelli addomesticati per quanto
possibile. Detestava fortemente quella situazione. Non era abituato a farsi
bello, lui era quello dall’altra parte dell’obiettivo. La cosa più difficile da trovare era stato proprio
un bravo fotografo, Paolo era superesigente e aveva mandato a quel paese più di
qualche collega. Alla fine, poiché Nina era arrivata a minacciarlo di
cancellare tutto, avevano trovato un accordo su una giovane, ma molto
talentuosa, collega di Paolo.
Mancavano solo poche ore e presto proprio lui,
Paolo Mirti, single impenitente, discreto latin lover, allergico all’impegno,
sarebbe convolato a giuste nozze, non per qualche strano scherzo del destino, ma
per scelta sua. Voleva sposarsi con Nina, voleva che lei fosse solo sua, e lui voleva
essere solo suo, e che questo fosse chiaro a chiunque.
Come quella ragazzina fosse riuscita a fargli
perdere la ragione ancora non se lo spiegava, ma era troppo contento, questo
era sicuro.
- Cosa diavolo sono quelle scarpe??? – chiese
Azzurra entrando nella stanza, e squadrando lo sposo da capo a piedi, più e più
volte.
Sotto uno smoking nero, Paolo Mirti, indossava un
paio di scarpe da ginnastica bianche, completamente bianche, perfettamente
intonate alla sua cravatta di seta.
- Oh non scherziamo, io oggi mi metto queste!!
- Sei impazzito? Come diavolo ti viene in mente?
- A me?! Queste sono il personale regalo del tuo
non marito, nonché testimone della mia futura signora, quindi… sì metto queste.
- Sto con un cerebroleso!! – disse Azzurra
sbattendo con forza le mani sulla fronte.
- Dai ammettiamolo, potrebbe darsela a gambe, e se
il serissimo Corsi ritiene opportuno che io metta queste – disse alzando il
piede per mostrare le scarpe da ginnastica in tutto il loro splendore – io le
indosserò, perché Nina non me la voglio lasciar scappare.
- Oh quanto sei dolce! – disse allora Azzurra
asciugandosi gli occhi con un fazzolettino.
- E tu… tu sei sicuramente… evidentemente troppo…
- Eccolo!! – disse Marco spalancando la porta e
interrompendo la frase di Paolo.
- Quelle scarpe sono uno spettacolo! – disse
facendo un giro intorno a lui – Sposo, sei tutto uno spettacolo! – disse poi stringendo
in un abbraccio Paolo, in qualità di suo secondo testimone.
- Oddio!!! Ma perché… chi me lo ha fatto fare?!…
- Nina, calmati, non dire sciocchezze. – disse
Giulia cercando di calmare la sposa, parecchio agitata dopo la sessione di
trucco e capelli.
- E dove diavolo è finito il mio testimone?… ah
vedi che ha ragione Azzurra, brava lei e scema io, quando la vedo glielo dico.
Pff matrimonio…
- Non dare retta alla mia signora! – disse Guido
entrando nella stanza – oggi proprio non ci pensare, scusate il ritardo, ho
fatto un salto a salutare lo sposo.
- Presunto sposo. – precisò Nina, ora pienamente
consapevole e un po’ spaventata.
- Dai Nina, - disse Guido avvicinandosi a lei, e
afferrandola per le spalle, senza rovinare il vestito – sei bellissima, innamorata dal tuo uomo, che freme esattamente
come te, non è nulla di che… nulla che motivi tutto questo nervosismo, lo hai
scelto?
Nina annuì.
- Allora basta, ora vai e divertiti, perché oggi è
la vostra festa. – le disse Guido abbracciandola.
Nina fece un profondo respiro, mentre Guido e
Giulia la guardavano cercando di capire quanto le parole avessero fatto centro,
ed eventualmente pronti a ricorrere a qualche ansiolitico per calmare la
sposina.
- Va bene, andiamo, ho davvero bisogno di
divertirmi! – disse Nina dando le spalle ai testimoni, e dirigendosi verso la
porta della stanza.
La cerimonia fu semplice ed emozionante, l’amore
degli sposi era palese per tutti, e l’affetto di testimoni e amici un ottimo
corollario per questo grande giorno di festa.
Nina e Paolo stavano ballando un lento insieme.
L’ennesimo quella sera.
- Mi sembri più bassa di prima signora Mirti. –
disse Paolo mentre dondolava sulla pista con la moglie tra le braccia.
- Lo sono. – disse Nina interrompendo il ballo e
alzando il vestito, tanto da mostrare le sue candidissime scarpe da ginnastica.
- Sei fantastica… - le disse Paolo stringendola di
nuovo tra le braccia.
Quando sentirono distintamente un Guido piuttosto
su di giri gridare: - Cosa?! – e poi sentire un tonfo, si guardarono divertiti.
- Tu credi che lui abbia… - disse Nina venendo
interrotta da Paolo, che annuendo terminò per lei: - e pure lei secondo me…
Si sorrisero felici, scambiandosi un tenero bacio,
prima di andare a vedere cos’era successo ai loro testimoni.
NDA
Di nuovo Paolo e Nina, volevo concentrarmi ancora un pochino su di loro, sono due personaggi che ho amato tanto, e che in un certo senso sono molto originali, visto quanto poco è stato sviluppato il personaggio di Nina della seria, e quanto quello di Paolo sia di me invenzione...
Ebbene sì, ancora loro sono arrivati al grande giorno, e ci sono arrivati insieme, felici, e contenti...
ma... perché Guido grida e poi sviene?
Vi ho messo un po' di curiosità?
Spero sempre di non avervi annoiato, e che vi sia piaciuta almeno un po'...
Buon fine settimana a voi!
Grazie a chi legge, chi segue questa storia, chi la ricorda, e chi la preferisce.
Lisbeth