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Autore: Lisbeth17    25/10/2013    3 recensioni
Li avevamo lasciati scoprirsi innamorati, ora sappiamo che vogliono sposarsi, come può aver chiesto Paolo a Nina di sposarlo? Lei ha accettato facilmente? La cerimonia... si arriverà ad una cerimonia?
Piccola OS per non abbandonare due personaggi apprezzati.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Attimi...'
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Addomesticami


Si...ho detto di si

Paolo era nervoso!

Anzi nervoso era un eufemismo, stavolta era dura, non sarebbe stato facile, lo sapeva lui, lo sapeva lei, o meglio non lo sapeva lei, come faceva a saperlo? Visto com’era andata a Guido era davvero terrorizzato.

Come dargli torto?

Nina e Azzurra sono molto amiche, a volte anche molto simili.

Anche perché, siamo sinceri, lui non possiede la calma e l’aplomb dell’avvocato Corsi, anzi, se poco poco Nina alza la testa e se ne esce come Azzurra, lui è capace di mollarla da sola a casa.

- Calma su, non andrà poi così male, o almeno non è detto.

Si disse Paolo per l’ennessima volta mentre metteva la moto in garage.

 

Paolo aveva deciso di non fare grandi cose: niente cene romantiche, niente ristoranti costosi, nulla di ‘nuovo’ che potesse far intuire le sue intenzioni a Nina.

Vista la delicata situazione in cui versava Guido con l’argomento matrimonio, aveva preferito non coinvolgerlo, facendosi dare una mano da Marco… che sinceramente era stato il più fortunato tra loro, proposta blanda in stazione, sì di gruppo e via.

- Beato lui!

Pensò Paolo ad alta voce mentre stava per infilare le chiavi nella toppa e quel maledetto anello pesava come un macigno nella sua tasca.

 

Appena aprì la porta, sentì distantamente Nina trafficare in cucina, più che altro sbraitare, la cucina non era certo il suo forte, e di questo era immensamente grato il tipo della rosticceria sotto casa.

- Sono a casa.

- Già? – disse Nina sbucando dalla cucina – allora già che ci sei, ci pensi tu alla cena?

- Tu che hai fatto fino ad ora? – chiese lui ingenuamente, avvertendo uno strano odore nell’aria.

- Ho bruciato due cosce di pollo e zuccherato la pasta. – gli rispose lei scrollando le spalle.

- Bene, abbiamo ancora una cucina?

- Certo, solo che puzza un po’… che c’è Mirti ti sei pentito di avermi chiesto di vivere insieme? – rincarò la dose, incrociando le braccia al petto, e mostrando che l’argomento ‘pessima in cucina’ le bruciava parecchio.

- Per carità, ho perso tre chili, e ho permesso di studiare ai tre nipoti del magrebino della rosticceria, figurati… Sono felicissimo di averti qui.

- Non sei simpatico! E poi dividiamo le spese. – disse lei scrollando la testa.

- Certo avvocato, però sono schifosamente sincero, ammettilo che non mi resisti?!

- Diciamo che apprezzo molto la tua onestà, un po’ meno i tuoi metodi!

E detto ciò si alzò sulle punte per posargli un bacio sulle labbra.

 

Paolo era molto tentato dall’idea di approfondire il discorso, ma non era il momento giusto, certamente il tempismo era pessimo, ormai aveva altro per la testa. Se ne accorse anche Nina che, allontanandosi da lui e sedendosi sulla sua poltrona, gli chiese: - Qualche problema a lavoro? Mi sembri distratto… distante…

- Ma che dici, non sono distratto o distante… ti devo parlare, solo questo.

- O sì molto incoraggiante davvero. – disse Nina cominciando ad agitarsi sulla poltrona - Spara mister nessun problema dobbiamo solo parlare.

Nina era ed è innamorata di Paolo, ma la sua professione è spesso motivo d’insicurezza per lei.

- Dai Nina non fare così - le disse lui sedendosi sul divano vicino alla poltrona.

- E tu dimmi quello che devi, forza su.

La tensione era troppo alta, e questo non giocava certo a suo favore, così Paolo si alzò dal divano, stupendola - vado a farmi una doccia, magari parliamo quando ti calmi.

- Magari parli da solo!!! – gli urlò lei contro, prima di sbattere con decisione la porta di casa.

Perfetto, è uscita.

Pensò Paolo un po’ sconsolato, rendendosi subito conto di non aver dato il meglio di sé.

Era colpa sua se Nina si era innervosita, si fece una lunga doccia, doveva calmarsi e sperare che lei tornasse presto, cominciando a credere anche di rimandare la sua proposta.

Fatta la doccia, si mise la sua tuta comoda, e così, senza nemmeno la scatolina, si mise in tasca anche il famoso anello.

- Non si sa mai… - disse ad alta voce ma la voce di Nina che lo insultava lo sorprese: - Non parlare da solo, e vieni a tavola. Ho preso il cinese, idiota!

- Sei tornata?! – disse lui con una mezza faccia da ebete.

- Ma va?! Abito qui!

- Dai Nina… mi sono espresso male… non ci so fare con le parole.

- Ecco, perché non ti prepari per le elementari?! Tanto fra un po’ le comincia Lulù.

Ci volle tutto il cibo cinese comprato, ancora un altro paio di scuse, e un’enorme dose di autocontrollo da parte di Paolo, per arrivare a un dopo-cena-film sul divano.

Anche se del film a Paolo non fregava niente.

- Dai su, parla! Non ti sopporto. Sei troppo nervoso. – gli disse Nina spegnendo la televisione.

Ok, pensò Paolo, e scattò in piedi, facendo anche un po’ spaventare Nina, e cominciando a camminare avanti e indietro per il soggiorno, mentre lei lo guardava sempre più confusa.

- Probabilmente se ti fermi, è meglio… - gli suggerì lei.

- Sto pensando, le parole sono importanti… - disse lui camminando avanti indietro.

- E lo sai quanto le parole sono importanti, quanto una risposta può cambiare il corso di eventi, di vite, di famiglie… certo che lo sai… quel tuo cliente? L’altro giorno, accusato di frode, che tu e Guido avete scagionato, ecco… quella risposta ha cambiato una vita.

Nina lo guardava sempre più confusa, chinò la testa di lato e lo guardava come si trovasse di fronte a un film coreano in lingua originale, chiedendosi dentro di lei che fine avesse fatto il suo compagno, e chi era quell’isterico camminatore.

- E non fare quella dura, quella a cui non frega… quella forte, quella che non ha bisogno di niente e di nessuno, perché non sei così… cioè sei così ma non sempre, di qualcosa hai bisogno, hai bisogno di me!!

Gli occhi di Nina erano sempre più spalancati, l’idea che Paolo si fosse fatto uno spinello, era sempre più forte.

- Pensaci Nina, pensaci bene prima di parlare, perché è una cosa seria, mica… mica robetta. Dai, lo sai, mi conosci, mi conosci meglio di tutti… stai in campana quindi.

- Brutto deficiente – disse Nina alzandosi e tirandolo sul divano, dove lo blocco seduto, mettendosi sulle sue gambe – calmati e dimmi quello che devi, via il dente, via il dolore! Non ho capito niente di quello che hai detto finora.

- Mi vuoi sposare? – disse lui dopo averla fissata a lungo negli occhi.

- Si! – disse Nina senza alcuna esitazione.

- … lo vedi che non mi ascolti! Ti avevo detto di pensarci bene perché certe risposte cambiano le vite … - ricominciò a farneticare lui, fino a quando lei non gli blocco il viso con le mani.

- Paolo, sì, ho detto di sì.- gli ripetè ancora lei.

E lui non ci pensò oltre, scattò verso le sue labbra immediatamente.

Un bacio dolce e passionale, come loro due, come il particolare momento richiedeva.

Quando si staccarono Nina gli passò il dorso della mano sinistra davanti alla faccia.

- Giusto! – disse Paolo, infilando una mano nella tasca dei pantaloni per cercare l’anello, quando lo trovò glielo mise al dito senza troppe esitazioni, e insieme fissarono la sua mano, ora così piena.

- Mi spieghi perché eri così sicuro che dicessi di no?

- Azzurra…

- Brutto cretino, io sono io, non sono lei…

- Lo so, certo che lo so, ma temevo che il suo netto rifiuto a Guido potesse influenzarti…

- Povero Guido! – disse Nina stupendo di nuovo il suo uomo – Me lo immagino mister precisino che prepara la serata perfetta e riceve un bel due di picche… cioè un NO, perché in bianco non è andato, per quanto ha detto Azzurra.

- Ma a te ha spiegato il perché di questo rifiuto?

- Sì, in parte, e secondo me stanno sbagliando entrambi… Corsi penerà ancora parecchio prima di infilarle un anello al dito. – disse Nina rimirando il suo splendido anello.

- Sono stato bravo, eh?

- No, assolutamente no, sembravi un folle, non ci capivo niente di quello che mi stavi dicendo… sei fortunato che ti amo e sì, che voglio pure sposarti.

- O futura signora Mirti… andiamo di là va…

Nina gli saltò in braccio e comiciò a baciargli il collo…

- Credi che Guido e Azzurra la prenderanno male?

- Oh non me ne frega nulla di loro… forza su… dobbiamo fare le prove per la prima notte di nozze!

La risata di Nina fu dolce e sincera, e presto fu sostituita da gemiti e ansiti.

 

Effettivamente comunicare la notizia ai non coniugi Corsi non fu un’impresa facile.

Azzurra era contentissima per gli amici, sinceramente felice per loro, ma non voleva abbassare la guardia, e non aveva alcuna intenzione di cedere all’assalto del compagno sull’argomento matrimonio.

Fortunatamente quando gli comunicarono la scelta dei testimoni, restarono entrambi un po’ scossi e le acque si calmarono presto.

Nina li aveva spiazzati entrambi, chiedendo a Guido di farle da testimone, mentre Paolo si era rivolto ad Azzurra.

- Perché io? – le chiese Guido un po’ spiazzato, nonostante il suo inizio burrascoso con Paolo, i due erano diventati molto amici, anche con Nina c’era un certo grado di confidenza, ma non si aspettava certo una proposta del genere.

- Perché siamo simili, molto più simili di quanto sembri, perché tu mi sai sempre dire quelle parole, giuste, forti, sagge che mi rimettono in carreggiata, perché probabilmente senza il tuo aiuto, assolutamente non richiesto, io non starei con lui. Perché sei un ottimo collega, un buon amico…

- Sono davvero molto onorato Nina, accetto con piacere. – disse abbracciandola con qualche difficoltà, certi gesti ancora non gli venivano molto naturali a Guido.

 - E poi adoro l’idea di vederti impazzire al mio addio al nubilito. – aggiunse Nina, facendo impallidire lui e sorridere i neo arrivati Paolo e Azzurra.

- E no amore mio, per il tuo addio al nubilato e il mio addio al celibato, ce li scambiamo, tu ti prendi Azzurra ed io Guido.

- Va bene. – disse Nina, aprendosi in un dolce sorriso, mentre Guido tirò un profondo sospiro di sollievo.

 

 

Il giorno tanto atteso era arrivato, Paolo e Nina avevano scelto di sposarsi a Roma, in una piccola chiesa, trovata per caso durante uno dei lavori di Paolo e apprezzata da entrambi, animata da una comunità viva e accogliente, Sant’Agnese fuori le mura.

Suor Angela, suor Costanza e suor Chiara erano arrivate da Modena un paio di giorni prima per assistere Nina nei preparativi, vista la recente scomparsa della mamma. Spesso le suore erano passate a turno da Roma per darle una mano, anche se Giulia e Azzurra non le avevano mai fatto mancare il loro supporto; vista la particolare situazione sarebbe stata proprio suor Angela ad accompagnare Nina all’altare.

Paolo si stava guardando allo specchio per l’ennessima volta, era vestito da ore, i suoi capelli addomesticati per quanto possibile. Detestava fortemente quella situazione. Non era abituato a farsi bello, lui era quello dall’altra parte dell’obiettivo.  La cosa più difficile da trovare era stato proprio un bravo fotografo, Paolo era superesigente e aveva mandato a quel paese più di qualche collega. Alla fine, poiché Nina era arrivata a minacciarlo di cancellare tutto, avevano trovato un accordo su una giovane, ma molto talentuosa, collega di Paolo.

Mancavano solo poche ore e presto proprio lui, Paolo Mirti, single impenitente, discreto latin lover, allergico all’impegno, sarebbe convolato a giuste nozze, non per qualche strano scherzo del destino, ma per scelta sua. Voleva sposarsi con Nina, voleva che lei fosse solo sua, e lui voleva essere solo suo, e che questo fosse chiaro a chiunque.

Come quella ragazzina fosse riuscita a fargli perdere la ragione ancora non se lo spiegava, ma era troppo contento, questo era sicuro.

- Cosa diavolo sono quelle scarpe??? – chiese Azzurra entrando nella stanza, e squadrando lo sposo da capo a piedi, più e più volte.

Sotto uno smoking nero, Paolo Mirti, indossava un paio di scarpe da ginnastica bianche, completamente bianche, perfettamente intonate alla sua cravatta di seta.

- Oh non scherziamo, io oggi mi metto queste!!

- Sei impazzito? Come diavolo ti viene in mente?

- A me?! Queste sono il personale regalo del tuo non marito, nonché testimone della mia futura signora, quindi… sì metto queste.

- Sto con un cerebroleso!! – disse Azzurra sbattendo con forza le mani sulla fronte.

- Dai ammettiamolo, potrebbe darsela a gambe, e se il serissimo Corsi ritiene opportuno che io metta queste – disse alzando il piede per mostrare le scarpe da ginnastica in tutto il loro splendore – io le indosserò, perché Nina non me la voglio lasciar scappare.

- Oh quanto sei dolce! – disse allora Azzurra asciugandosi gli occhi con un fazzolettino.

- E tu… tu sei sicuramente… evidentemente troppo…

- Eccolo!! – disse Marco spalancando la porta e interrompendo la frase di Paolo.

- Quelle scarpe sono uno spettacolo! – disse facendo un giro intorno a lui – Sposo, sei tutto uno spettacolo! – disse poi stringendo in un abbraccio Paolo, in qualità di suo secondo testimone.

 

- Oddio!!! Ma perché… chi me lo ha fatto fare?!…

- Nina, calmati, non dire sciocchezze. – disse Giulia cercando di calmare la sposa, parecchio agitata dopo la sessione di trucco e capelli.

- E dove diavolo è finito il mio testimone?… ah vedi che ha ragione Azzurra, brava lei e scema io, quando la vedo glielo dico. Pff matrimonio…

- Non dare retta alla mia signora! – disse Guido entrando nella stanza – oggi proprio non ci pensare, scusate il ritardo, ho fatto un salto a salutare lo sposo.

- Presunto sposo. – precisò Nina, ora pienamente consapevole e un po’ spaventata.

- Dai Nina, - disse Guido avvicinandosi a lei, e afferrandola per le spalle, senza rovinare il vestito – sei bellissima,  innamorata dal tuo uomo, che freme esattamente come te, non è nulla di che… nulla che motivi tutto questo nervosismo, lo hai scelto?

Nina annuì.

- Allora basta, ora vai e divertiti, perché oggi è la vostra festa. – le disse Guido abbracciandola.

Nina fece un profondo respiro, mentre Guido e Giulia la guardavano cercando di capire quanto le parole avessero fatto centro, ed eventualmente pronti a ricorrere a qualche ansiolitico per calmare la sposina.

- Va bene, andiamo, ho davvero bisogno di divertirmi! – disse Nina dando le spalle ai testimoni, e dirigendosi verso la porta della stanza.

 

La cerimonia fu semplice ed emozionante, l’amore degli sposi era palese per tutti, e l’affetto di testimoni e amici un ottimo corollario per questo grande giorno di festa.

Nina e Paolo stavano ballando un lento insieme.

L’ennesimo quella sera.

- Mi sembri più bassa di prima signora Mirti. – disse Paolo mentre dondolava sulla pista con la moglie tra le braccia.

- Lo sono. – disse Nina interrompendo il ballo e alzando il vestito, tanto da mostrare le sue candidissime scarpe da ginnastica.

- Sei fantastica… - le disse Paolo stringendola di nuovo tra le braccia.

 

Quando sentirono distintamente un Guido piuttosto su di giri gridare: - Cosa?! – e poi sentire un tonfo, si guardarono divertiti.

- Tu credi che lui abbia… - disse Nina venendo interrotta da Paolo, che annuendo terminò per lei: - e pure lei secondo me…

Si sorrisero felici, scambiandosi un tenero bacio, prima di andare a vedere cos’era successo ai loro testimoni.

 



NDA

Di nuovo Paolo e Nina, volevo concentrarmi ancora un pochino su di loro, sono due personaggi che ho amato tanto, e che in un certo senso sono molto originali, visto quanto poco è stato sviluppato il personaggio di Nina della seria, e quanto quello di Paolo sia di me invenzione...
Ebbene sì, ancora loro sono arrivati al grande giorno, e ci sono arrivati insieme, felici, e contenti...
ma... perché Guido grida e poi sviene?
Vi ho messo un po' di curiosità?

Spero sempre di non avervi annoiato, e che vi sia piaciuta almeno un po'...
Buon fine settimana a voi!

Grazie a chi legge, chi segue questa storia, chi la ricorda, e chi la preferisce.

Lisbeth



   
 
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