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Autore: mangakagirl    25/10/2013    8 recensioni
"-Sei il nuovo Silver Bullet: sei l’unico in grado di sconfiggere questa Organizzazione che si paragona ad un vampiro per dire che è immortale. E cosa uccide un vampiro, Kudo? L’argento-“
Dopo che l'Organizzazione tende una trappola al detective liceale, il segreto di Shinichi e di Shiho viene scoperto. Il pericolo è più vicino che mai e l'FBI propone di aprire il Programma Protezione Testimoni per salvaguardare la vita delle persone con cui sono venuti a contatto. Ed è proprio per questo motivo che Ran si ritrova a Komatsu, lontana da Shinichi, con una nuova identità dopo essere venuta a conoscenza della verità da parte di Jodie. 
Mentre Anokata osserva ogni mossa del detective con maestria, Shinichi lotta con il pericolo che lo circonda e con i suoi sentimenti in attesa di sparare il suo Proiettile d'Argento e di sgominare l'Organizzazione che gli ha rovinato la vita. Ma qualcosa andrà completamente storta...
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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A Silver Bullet as a Prisoner

Capitolo 2

-Stringi i denti, Kudo: non sarà come le altre- lo avvisò Haibara riempendo la siringa che teneva in mano con l’APTX 4870, che scivolò al suo interno repentino colorandola di azzurro cristallino. La osservò mentre, precisa, si muoveva per tutto il laboratorio cercando dell’alcol, poi scrutò la sua espressione per alcuni secondi, tentando di capire cosa celava.
La ragazza lo osservò a fondo, seria, poi si avvicinò a lui tentando di rimanere distaccata il più possibile.
-Come ti ho già detto, non so se funzionerà: ci sono buone probabilità che tu muoia, come sempre del resto-
-Haibara- Shinichi la fissò a lungo -Se dovesse funzionare, anche tu tornerai adulta?-
I loro sguardi si persero l’uno nell’altro per altri interminabili secondi.
Lei aveva tante cose da dirgli… Non voleva che morisse: aveva già rovinato la sua vita e saperlo morto per causa sua…
-Io…- sussurrò, prima di togliere il tappo dall’ago della siringa e passargli l’alcol sul braccio destro mentre lui sedeva su una sedia del laboratorio con accanto i vestiti di ricambio -… Io penso che ti raggiungerò qualsiasi cosa accadrà…- mormorò enigmatica, senza dare a Shinichi il tempo di chiedere delucidazioni.
L’ago penetrò nel suo muscolo con velocità, ma non appena il liquido cominciò ad espandersi all’interno, Shinichi dovette mordersi la lingua.
Bruciava da impazzire, come fosse cera bollente, e lo sentiva scivolare repentino fin giù, alla mano, e salire lungo il torace, attaccando poi ogni centimetro del suo corpo.
Era come se tutti i suoi vasi sanguigni si fossero riempiti di lava che si espandeva a ragnatela in ogni dove.
Strinse gli occhi e i denti, chiudendo la mano a pugno e poi fissando Haibara mentre, repentina, estraeva l’ago e tamponava la zona con altro alcol. La scienziata tirò fuori dalla bustina trasparente l’antidoto e glielo passò in fretta, scrutando ogni suo movimento con tensione. Shinichi prese la capsula tra due dita, osservandola incerto, passò un’ultima volta lo sguardo sulla ragazza, poi la portò alla bocca, inghiottendola.
Il tempo parve fermarsi.
Sentì la capsula scendere nell’esofago lentamente, lasciandosi dietro una scia di fuoco, poi il dolore arrivò.
Fu abbastanza sopportabile, come una forte fitta intercostale all’altezza dello sterno, ma poi tramutò.
Divenne pari a quello di un fendente scagliato contro la scatola toracica e lo fece piegare in due, quando partirono anche i primi spasmi al cuore.
Lo sentì piegarsi su se stesso, pompare a velocità esemplare e quasi esplodere. Si contorse ancora in avanti sbarrando occhi e bocca, da cui però non uscì nemmeno un suono.
Le ossa cominciarono a divenire roventi, il sangue a bollire nelle vene; la testa era come pressata tra due pesi massimi; ogni muscolo, tendine, articolazione tirava come se sottoposta ad una tortura senza tregua.
Un altro spasmo, doloroso e forte come non mai, lo colpì in pieno cuore, tanto che cadde dalla sedia e urlò a pieni polmoni afferrandosi la maglietta con la mano destra come se potesse strapparsela dal petto. La scienziata rimase qualche secondo inorridita, poi si inginocchiò accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla fissandolo tesa, mentre quello tramava da capo a piedi.
La febbre salì a dismisura fino a 41, il suo corpo venne scosso da tremolii incontrollati, poi un altro spasmo, più forte ancora, straziò il suo cuore un’altra volta, lasciandolo senza fiato a metà dell’urlo che fuoriuscì dalle sue labbra.
I polmoni chiedevano urgentemente aria, ma Shinichi non riusciva a respirare, a pensare, a calmarsi. Un altro urlo terribile, straziante e rotto dalla sofferenza si interruppe a metà, risuonando in tutto il laboratorio mentre un dolore acutissimo a cervello e cuore lo colpì ancora come una bomba scagliata a tutta velocità.
Morire.
Di gran lunga morire sarebbe stato milioni di volte meglio.
Pregò che tutto finisse, che il dolore cessasse, ma fu una vana speranza.
-KUDO!- urlò preoccupata Ai scuotendolo per le spalle mentre i suoi occhi si sbarravano e lui rimaneva pietrificato per qualche secondo col fiato sospeso, incapace di riprendere il controllo del suo corpo mentre tutti i suoi muscoli si paralizzavano all’istante.
Qualche attimo dopo Shinichi piantò un altro urlo straziante, inarcando la schiena supino a terra e girando gli occhi all’indietro, per poi ricadere qualche secondo dopo di nuovo sul freddo marmo, con il petto che pulsava incontrollabilmente a causa del cuore ormai totalmente fuori controllo.
-Kudo, guardami!- urlò ancora Haibara, cercando di attirare la sua attenzione girandogli il viso nella propria direzione, ma il ragazzo rimase a fissare il soffitto con la cornea bianca, scosso da spasmi incontrollati, le labbra rigide e violacee.
Un nuovo spasmo, il più forte di tutti, gli fece sbarrare gli occhi come non mai, finchè, con tutta la voce che aveva in gola, urlò così forte da far quasi tramare le provette del laboratorio. Haibara chiuse gli occhi e si tappò le orecchie straziata da tanto dolore mentre, a pochi centimetri da lei, Shinichi, inarcato e rigido, tornava adulto dopo quasi mezz’ora di agonia.
Qualche secondo dopo il liceale, semi nudo per i vestiti che si erano squarciati e completamente sudato, cadde a terra rilassato, con il respiro affannato e veloce, rivoli di sudore a solcargli la fronte dove i capelli stavano attaccati tra loro come colla, e ancora un leggero tremolio a scuoterlo ancora da capo a piedi.
-K-Kudo- mormorò Haibara tramante cercando di ignorare i pettorali da paura del ragazzo e i muscoli sparsi ovunque che sembrano appena scolpiti da un antico artista greco. -Kudo- insistette ancora, passandogli il proprio fazzoletto sulla fronte per asciugarlo, quando Shinichi aprì piano le palpebre, mettendosi poi seduto lentamente.
Ai rimase intenta a guardarlo mentre poggiava i palmi a terra e faceva forza sugli addominali per rimanere col busto eretto, poi ricevette una sua occhiata e sentì il cuore perdere una battito nell’incontrare i suoi occhi blu come l’oceano che le sorridevano doloranti.
-La prossima volta che dici “Stringi i denti”- mormorò divertito -Avvisami che dovrò soffrire come un cane… Non ero preparato- scherzò dandole un buffetto su un braccio per farla tornare alla realtà. La bambina, scossa, batté le palpebre incredula, poi tornò in sé mettendosi in piedi e asciugandosi anche lei la fronte col dorso di una mano.
-Ma taci- mormorò stizzita, anche se il ragazzo capì benissimo che era sollevata nel vederlo stare bene; si diresse al tavolo dove aveva posato i suoi vestiti e glieli lanciò con distacco, cercando di degnarlo di un’occhiata impassibile, pur riconoscendo che era davvero impossibile dato il fisico che aveva…
-Va’ a farti una doccia e a vestirti: sei mezzo nudo e non vorrei essere presa per una maniaca-
Shinichi arrossì prendendo al volo i vestiti e mettendosi in piedi con difficoltà non solo per la debolezza, ma anche per coprirsi almeno attorno alla vita con quello che rimaneva dei suoi abiti. Si diresse in fretta al piano di sopra, risalendo le scale del laboratorio e fiondandosi come una scheggia nel bagno del dottore, chiudendosi dentro con uno scatto di chiave.
Fortunatamente, Jodie e Akai sembravano troppo intenti a rivelarsi la verità rimasta nascosta fino a quel momento e a spiegarsi come stavano le cose per fare caso a lui.
Finì di stracciare i vestiti che gli rimanevano addosso dato che ormai erano così piccoli tanto che era impossibile sfilarli, e li gettò a terra, posando poi quelli da adulto sul marmo freddo e pulito accanto al lavandino. Aprì l’acqua della doccia e vi si gettò sotto, lasciando che essa scorresse calda lungo tutto il suo corpo, solcando tutti i muscoli che lo rendevano davvero irresistibile agli occhi delle le ragazze che avevano la fortuna di vederlo a petto nudo o in costume al mare. Chiuse gli occhi prendendo ad insaponarsi per levare il sudore che lo attanagliava da ogni parte, poi si rilassò tastando il suo corpo e il suo viso con le dita, riconoscendosi finalmente.
Shinichi Kudo, 18 anni, fisico da urlo, era tornato.
***
E come era tornato lui, anche lei era tornata. Shiho Miyano si alzò dal pavimento coprendosi il seno e la vita con i pochi stracci che la ricoprivano, barcollò pericolosamente fino ad afferrare per un pelo il tavolo del laboratorio, rovesciando a terra il vassoio argentato con sopra le siringhe che aveva usato per lei e per Kudo per far entrare in corpo l’APTX 4870. Quel rumore, forte e assordante, le fece pulsare la testa e chiudere gli occhi, mentre i passi veloci e preoccupati di qualcuno si avvicinavano sempre più.
Shinichi arrivò trafelato nel laboratorio e la vide: la sua figura si stagliava in mezzo alla stanza curva in avanti, con una mano sul tavolo; reggeva la maglietta che poco prima le stava a pennello davanti al petto e tentava di muoversi piano per non distruggere del tutto quello che rimaneva dei suoi pantaloni, che ora sembravano più farle da shorts. I suoi occhi si scontrarono con il suo blu oceano, e le gote di entrambi arrossirono per la situazione un po’ equivoca. Shinichi distolse subito la sguardo da lei, avvicinandosi ad un appendiabiti con sopra un camice bianco del Doc, e poi, raggiungendola senza fissarla, posò l’indumento sulle sue spalle e lei vi infilò dentro le braccia, chiudendo i bottoni fino alle ginocchia.
-Grazie- mormorò piano con la sua voce da adulta, che fece quasi sobbalzare il ragazzo. Lui scrollò le spalle, poi le cinse un braccio, prese gli abiti da ragazza che si era preparata in precedenza e la guidò fino al bagno del piano di sopra.
-Tieni- disse lui passandole i vestiti, tra i quali si intravedeva anche un reggiseno -Avresti dovuto aspettarmi prima di trasformarti- la rimproverò poi aggrottando un sopracciglio -E se fossi stata male?-
-Così da darti la possibilità di vedermi nuda?- Shiho assottigliò gli occhi maliziosa mentre lui raggiungeva le più alte sfumature scarlatte.
-CHIGAO YO*!- sbottò in imbarazzo chiudendole con forza la porta del bagno dietro dopo che lei ci era scivolata dentro divertita -Taku!*-
Non appena fece scattare la serratura, si appoggiò alla porta con la schiena, alzando la testa verso l’alto e respirando a pieni polmoni la fragranza nell’aria: profumo di muschio bianco.
Il doccia-schiuma di quel ragazzo era quasi una droga per lei.
Al di fuori della porta Shinichi raggiunse sdegnato, continuando a borbottare con se stesso, il salotto dove vide Akai e Jodie molto, ma molto vicina a lui, parlarsi fitto fitto. La donna aveva pianto, si vedeva, ma ora tentava di mantenere la calma e di comportarsi professionalmente così come un agente dell’FBI doveva sempre fare. Il liceale si fermò senza farsi notare dietro una colonna, tentando di captare qualche frase da quel discorso apparentemente Top Secret, quando l’uomo si voltò verso in sua direzione con un leggero ghigno.
-Shinichi Kudo-
-Shuichi Akai- rispose il ragazzo fingendo indifferenza mentre si infilava le mani nelle tasche avvicinandosi al loro divano lasciando il suo nascondiglio.
-Cool Guy!- Jodie sbarrò gli occhi ammirata, per poi congiungere le mani davanti al petto -Sei davvero uno schianto! Adesso capisco perché le ragazze ti muoiono dietro!-
Shinichi ridacchiando si grattò la testa in imbarazzo, ma non smentì la sua teoria: d’altronde era vera.
-Ce ne hai messo di tempo- si limitò a dire Akai passandosi una mano tra i suoi capelli ormai irrimediabilmente biondo cenere. -Lei dov’è?- si riferì palesemente ad Haibara facendo un cenno di capo in direzione del laboratorio.
-Sotto la doccia. Anche lei è tornata adulta ora…- rispose Shinichi sedendosi sul divano di fronte e congiungendo le mani a mo’ di preghiera sotto il mento: la sua posizione quando si concentrava.
Passò quasi un minuto di silenzio, rotto solo dal rumore dell’acqua che scorreva nella doccia, quando finalmente Jodie decise di prendere parola.
-Cool Guy, dobbiamo parlarti del nostro piano-
-Mi dica- si fece serio Shinichi fissando gli occhi su di lei.
-Non è facile, lo so- iniziò la donna spostandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio -Ma al più presto dovremo andare all’Agenzia Investigativa e parlare a Mouri-san e Ran-san del Programma Protezione Testimoni. Vorremmo limitarci a spiegare loro la situazione nel modo meno rischioso possibile, senza rivelare troppi dettagli importanti…-
-Il punto è- prese parola Akai -Che sei venuto a contatto con troppe persone. Sarà un problema fare accettare a tutti il programma-
-Chi coinvolgerebbe?- domandò Shinichi, pur sapendo benissimo la risposta.
Voleva solo delle conferme.
-Ran Mouri in primis- continuò l’uomo accendendosi una sigaretta sotto lo sguardo sdegnato della donna -Kogoro Mouri, Eri Kisaki, Hattori Heiji, Hiroshi Agasa, Yukiko e Yusaku Kudo, Sonoko Suzuki- alzò un sopracciglio -Ti viene in mente qualcun altro?-
-Sera Masumi?- domandò Shinichi incerto data la vera identità della ragazza, ma Akai sorrise inspirando una profonda boccata di fumo.
-Lei è al sicuro, te lo posso assicurare-
-Tutte queste persone dovranno cambiare identità e trasferirsi?- il 18enne assottigliò gli occhi colpevole mentre l’agente Jodie gli rivolgeva un’occhiata apprensiva.
-Per il loro bene, Cool Guy-
-Lo so, ma… Credete davvero che sia necessario coinvolgere anche Sonoko Suzuki?- insistette lui -Non penso che l’Organizzazione la prenderebbe di mira…-
-Tu e quella ragazza siete stati molto a contatto. Troppo- precisò Shuichi spegnendo la sigaretta nel pacchetto vuoto che aveva in mano -Anche lei dovrà essere dentro il programma-
Shinichi annuì, pensando però che coinvolgere tutte quelle persone era davvero un problema: che avrebbe detto la famiglia di Sonoko?!
-Mamma e papà sono in America, per ora sono al sicuro…-
-Ci assicureremo che non tornino in Giappone allora- affermò serio Shuichi appuntandosi mentalmente quell’informazione.
-Domani mattina, presto, andremo all’Agenzia a parlare di tutto ciò- disse Jodie.
-Sempre che non sia troppo tardi- affermò Akai beccandosi un’occhiata stizzita dalla donna.
-Ti ricordo che tu dovresti essere morto e che dire di te a Black non sarà semplice- ci tenne a precisare sdegnata -E poi dobbiamo preparare tutti i nuovi documenti. Non è una cosa da poco, sai?!-
-Ok ok- la congedò lui agitando una mano -Hai ragione tu-
La donna gonfiò le guance stizzita, poi si voltò verso Shinichi e lo osservò intenerita mentre abbassava il capo pensieroso sul tavolino in formica che c’era in mezzo ai due divani.
-C’è qualcosa che vorresti chiederci, Cool Guy?- domandò lei con tono materno mentre l’acqua della doccia si chiudeva e il silenzio calava tra i presenti.
Shinichi rifletté qualche secondo, poi annuì alzando lo sguardo nel suo, serio.
-Vorrei non essere presente mentre spiegherete la situazione a Kogoro e Ran domani mattina-
Jodie sbarrò gli occhi sorpresa, rimanendo senza parole qualche secondo.
-Come no?!-
-No- confermò Shinichi -Se Ran dovesse vedermi nelle mie vere sembianze, se dovessimo parlarci…- si fermò qualche secondo abbassando il capo, e poi rialzandolo -Non credo che la separazione sarebbe facile. Lei non mi vede da mesi, da quello che è accaduto a Londra… Io… Io mi sono dichiarato a lei in quella occasione- ammise sfumandosi di rosso, ma riprendendosi in fretta -e se dovessi spuntare adesso, all’improvviso, per lei sarebbe ancora peggio. Già scoprirà la verità e sarà doloroso, ma se in più mi vedesse… Vorrebbe più spiegazioni, vorrebbe poter stare con me e questo ora non me lo posso proprio permettere- si alzò in piedi dando le spalle ai due agenti -Se l’Organizzazione sta aspettando il momento buono per attaccarci, allora farmi vedere con lei sarebbe la mossa più sbagliata. Certo, credo che Bourbon ormai abbia capito tutto su di me, ma voglio comunque cercare di fare quanto posso per saperla al sicuro-
Il suo sguardo tornò in quello dell’agente, che qualche secondo dopo annuì a malincuore e si alzò a sua volta in piedi facendo un passo verso di lui.
-Capisco la tua scelta e la condivido in parte- affermò apprensiva e dispiaciuta allo stesso tempo, mentre lui annuiva.
-Grazie- disse piano voltandosi poi verso la porta del bagno, dalla quale una 19enne uscì tirandosi dietro le orecchie le ciocche di capelli ramati ancora umide che le cadevano in viso. Shiho li raggiunse con indosso un jeans blu, stretto ed elasticizzato, e una camicia lilla pallido a maniche lunghe. Jodie le fece l’occhiolino mentre lei, incrociando le braccia al petto, cercava di mostrarsi impassibile come al solito.
-Che mi sono persa?-
-Domattina io Shu andremo in borghese all’Agenzia per illustrare a Mouri e la sua famiglia il Programma Protezione Testimoni. Dentro saranno coinvolti anche il dottor Agasa, Sonoko Suzuki, il ragazzo di Osaka e i signori Kudo- spiegò Jodie, voltandosi poi verso Shinichi -Ma Cool Guy, per motivi personali, preferisce non venire…-
La scienziata si voltò verso di lui, che però spostò volutamente lo sguardo in direzione del tavolino basso per non dover dire nulla.
-Ok- affermò semplicemente mentre Jodie e Akai si recavano alla porta d’ingresso.
-Noi dobbiamo andare a preparare i documenti per il programma, spiegare a Black la “resurrezione” di Shu... Nel caso notaste qualcosa di strano o insolito…-
-Chiameremo. Certo- tagliò corto la ragazza andando verso la porta per chiuderla -Grazie dell’aiuto-
Jodie fece un cenno di saluto, quando Shiho chiuse la porta e si voltò verso Shinichi, appoggiato al davanzale della finestra con la schiena e lo sguardo perso nel vuoto. Gli si avvicinò piano, sempre a braccia incrociate, poi alzò un sopracciglio.
-Non andrai a parlarle- ripeté -Posso sapere perché?-
Il liceale si mosse sbrigativo verso il divano, vi sprofondò sopra poi si passò una mano tra i capelli.
-Vorrebbe sapere di più se andassi… Stare con me il più possibile e persuadermi a rinunciare e lasciare tutto all’FBI. Sarebbe solo più in pericolo, perché la conosco: vorrebbe seguirmi e darmi una mano-
Shiho annuì e si sedette accanto a lui, spostandosi le ciocche dietro le orecchie ancora una volta.
-Sì, hai ragione-
Dopo un paio di minuti di silenzio, Shinichi si alzò dal divano e si affrettò ad indossare il giubbino in pelle che aveva lasciato all’ingresso quando era arrivato da casa sua, sotto lo sguardo attento della ragazza.
-Vado a casa mia. Torno tra un po’…-
-Sì- Shiho si alzò stringendosi nella sua camicetta lilla mentre lui apriva la porta di ingresso -Ah, Kudo…-
-Sì?-
I loro sguardi si fusero insieme per alcuni secondi.
-Non fare cazzate-
Shinichi sorrise.
-No-

* Sono due tipiche espressioni di Shinichi, che stanno a significare: “Non è vero!” e “Cavolo!”


Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwa :)
Tadaimaa :D *sono tornata*
Eccomi qui con il mio capitolo preferito *--* Ho amato moltissimo scriverlo... Abbiamo il ritorno di Shinichi Kudo e Shiho Miyano ^^
E dopo la trasformazione si arriva all'inizio della vera trama: Jodie e Shuichi devono avvertire Ran e la sua famiglia del pericolo e inserirli nel Programma Protezione Testimoni.
Cosa accadrà? Cosa pensate della scelta di Shin e, soprattutto, dove è andato a fine capitolo? 
Ringrazio coloro che mi stanno seguendo e i miei recensori :)
A presto e fatemi sapere cosa pensate del capitolo!

Mangakagirl

 
  
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