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Autore: didi93    25/10/2013    1 recensioni
Bella si è appena trasferita a Seattle per allontanarsi da un passato che le condiziona la vita quando incontra Edward, l’unico con il quale sente di potersi aprire. Per un attimo crede di aver trovato nell’amore la sua salvezza, ma anche lui nasconde qualcosa…
Dal cap. 4
Tutto intorno a me era buio. Attesi che i miei occhi si abituassero all’oscurità, scostai piano le coperte e scesi dal letto, evitando accuratamente ogni rumore. Faceva freddo e il pavimento era gelato. Riuscivo a capire dove mi trovassi, era la mia vecchia camera, le pareti ancora dipinte di rosa come quando ero bambina, gli oggetti perfettamente in ordine sugli scaffali. Ogni cosa era uguale a se stessa, tutto esattamente al proprio posto…tranne me.
Dal cap. 7
Mi guardò per un po’ senza parlare, poi, tenendomi le mani sui i fianchi, mi si avvicinò. Credetti che stesse per baciarmi. In realtà volevo che lo facesse, ma non accadde, si fermò a pochi centimetri dal mio viso, accostò la guancia alla mia e mi sussurrò all’orecchio. -Ho una voglia terribile di baciarti.-
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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CAP 16
Era passata una settimana ed era arrivato il “fatidico giorno”. I miei sospetti riguardo la festa a sorpresa divenivano sempre più concreti. All’imbrunire, Rose mi aveva praticamente messa alla porta con una scusa qualsiasi. C’erano volute due ore buone per raggiungere con l’autobus il negozio dall’altra parte della città nel quale dovevo assolutamente ritirare un vestito per lei. Più ci pensavo, più la cosa mi faceva sorridere, il che era già un gran bene, tenuto conto che, dopo i recenti avvenimenti, il sorriso l’avevo perso del tutto. Girai le chiavi nella toppa, lasciai all’ingresso la busta del negozio e la borsa, tolsi il cappotto in tutta calma e percorsi il corridoio al buio ed in assoluto silenzio. Non volevo rovinare tutto quello che avevano accuratamente preparato, avrebbero fatto di tutto per risollevarmi il morale.
Appena entrata in cucina accesi la luce.
-Sorpresa!-
Rose, Jasper, Angela, Jessica, Jake, Mike ed una quantità di persone che avevo visto anche solo di sfuggita alla festa che aveva organizzato Jessica qualche tempo prima spuntarono da dietro ad un tavolo imbandito. Ebbi un sussulto. Edward? Diedi una rapida occhiata a tutti i presenti. No, non c’era e non saprei dire se mi dispiacesse o mi facesse piacere. Finsi di essere sorpresa quando tutti mi si avvicinarono baciandomi, abbracciandomi ed augurandomi buon compleanno.
-Hai preso il vestito?- chiese Rose sfoderando un sorriso a trentadue denti.
-Si. Ottimo diversivo e grazie per la festa.-
-In realtà non era solo un diversivo, ho una cena stasera e mi serve sul serio.-
-Una cena?-
-Certo, non penserai che vi starò tra i piedi? Hai casa libera, divertiti e ancora buon compleanno!- Mi diede un bacio sulla guancia e sparì.
Sgranai involontariamente gli occhi. Era del tutto folle.
-Bella?-
Mi voltai e vidi Jake con due bicchieri in mano. Me ne porse uno.
-Grazie!-
-Di nulla, fa pure come se fossi a casa tua.-
Sorrisi. Jake era l’antidoto perfetto al malumore, ormai lo sapevo bene. Avevamo cominciato ad uscire insieme da quando ci eravamo incontrati alla festa una settimana prima e stavamo diventando ottimi amici. Ogni tanto mi sentivo terribilmente in colpa nei suoi confronti, lui non sapeva nulla di Edward eccetto ciò che intuiva e cominciavo ad avere la sensazione che sperasse che prima o poi saremmo diventati qualcosa di più che amici. Fingevo di non accorgermene. La sua compagnia mi faceva bene, mi impediva di pensare al passato e al mio dolore, ai miei dolori dovrei dire.
La festa durò un paio d’ore. Jessica si occupava di tutto, aveva assunto il ruolo di perfetta organizzatrice di eventi. Mi costrinse a lasciare che cantassero “Tanti auguri a te” e distribuì la torta. Mentre ancora Jake mi prendeva in giro cantando sotto voce lo stesso motivetto, Jess ed Angela si avvicinarono portando in mano una scatola bianca rettangolare avvolta da un meraviglioso nastro viola mentre molti dei presenti si accerchiavano intorno a loro.
-Questo è per te!- esclamarono all’unisono.
Questa volta fui davvero sorpresa.
-Wow! Grazie!- 
-Dai aprilo!-
Scartai il pacco e sollevai il vestito che conteneva.
Era lo stesso vestito che avevo provato qualche tempo prima quando ero uscita a fare spese con Angela e Jessica. Bianco, corto, aderentissimo e scollato. Decisamente non il mio genere. Le ringraziai di nuovo fingendo che mi piacesse tantissimo.
-Beh sappi mia cara che la festa è appena cominciata!-  esclamò Jessica sorridente.
-Che vuoi dire?- chiesi un po’ incerta e un tantino preoccupata.
-Adesso andiamo tutti in discoteca e questo è il vestito che indosserai. Su, va a cambiarti.-
 
Non l’avrei mai creduto ma un’ora dopo ero in discoteca, praticamente vestita solo per un terzo, frastornata dalla musica e dalle luci, per di più in pista da ballo. Ero letteralmente aggrappata a Jake, mio unico sostegno, e pregavo di non inciampare e cadere rovinosamente sul pavimento. Non c’era dubbio, dovevo apprendere al più presto l’arte di dire di no.
Cominciavo ad abituarmi a quell’atmosfera, quasi a divertirmi. Le luci che proiettavano tutt’intorno bagliori colorati mi confondevano e alleggerivano allo stesso tempo. Riuscivo a non pensare, a sentire solo la testa girare. Avevo le braccia strette intorno al collo di Jake, mentre lui cercava di dirmi qualcosa che la musica assordante non mi consentiva di ascoltare. Ad un tratto, a poca distanza da noi, lo vidi. Edward. Non avevo dubbi, nonostante l’oscurità della sala e il fatto che avessi bevuto più del solito ero certa che fosse lui.
-Scusami Jake.- dissi più a me stessa che a lui e mi allontanai come se neanche riuscissi a controllare le gambe. Che mi prendeva? Dopo tutto il male che mi aveva fatto, ancora credevo di amarlo?
Mi fermai a pochi passi da lui. Mi prese per mano e mi condusse in un angolo della pista dove il volume della musica sembrava più basso. Senza dire una parola e come se fosse la cosa più naturale del mondo cominciò a ballare con me. Gli allacciai le mani intorno al collo e, anche se in realtà a malapena ci muovevamo, la testa mi girava molto più di prima e non riuscivo a dire neanche una parola.
Si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio –Buon compleanno.-
-Grazie.- risposi a bassa voce senza che potesse sentirmi.
-Che ci fai qui?- chiesi appena riuscii a recuperare la capacità di articolare le parole.
-Sapevo che tu eri qui.-
-E sei venuto per me?-
-Si. Volevo dirti che mi dispiace.-
Rimasi in silenzio. Mi sarei lasciata di nuovo convincere da lui? No, non potevo, non ora che stavo ritrovando finalmente un equilibrio.
-Vieni.- disse ad un tratto.
Lo seguii e mi ritrovai lontana dalla folla e dalla musica, nella stanza che precedeva gli ingressi ai bagni, le pareti erano di un rosso acceso e la luce forte illuminava quel piccolissimo ambiente, in quel momento, deserto. Alzai lentamente lo sguardo per vedere il suo viso alla luce. I suoi occhi, esattamente come li ricordavo, luccicavano dal viso tormentato.
-E’ vero che esci con quel ragazzo?- questa volta il suo tono era calmo e rassegnato.
-Con chi?-
-Il ragazzo con cui stavi ballando…-
-E tu come lo sai?-
Mi guardò come se la risposta fosse ovvia e la domanda stupida.
-Jessica.- mi risposi da sola.
Annuì –Però gliel’ho chiesto io…e sai che a lei piace chiacchierare…-
-E perché gliel’hai chiesto?-
-Perché mi sono accorto che non ci riesco…a stare senza di te.- abbassò gli occhi. Non l’avevo mai visto così.
Avrei voluto gridargli che lo amavo. No. Non gli avrei più consentito di trattarmi in quel modo, le pericolose emozioni che mi stavo consentendo non facevano altro che compromettere i miei stati d’animo, accentuare la mia infelicità, dovevo essere forte. I suoi occhi verdi scrutavano i miei, come se in quel modo potesse riuscire a leggere all’interno della mia anima. Si avvicinò e fece per baciarmi, ma mi scansai.
-E’ troppo tardi. La risposta è si, sto frequentando qualcun altro.- in quel momento odiai me stessa.
Volevo andarmene. Non avrei resistito un minuto di più senza gettargli le braccia al collo o scoppiare in lacrime. Edward mi trattenne per un braccio. Il suo sguardo incrociò il mio.
-Io voglio che tu sia mia e di nessun altro.- sussurrò lasciandomi pietrificata.
Non risposi, non potevo.
-Tu non mi ami? Dimmelo e non mi vedrai più.- aggiunse dopo un attimo.
-Tu non hai il diritto di farmi questo.- dissi sfruttando l’ultima briciola di determinazione. Fu inutile, perché quella determinazione svaniva già mentre pronunciavo quelle parole e come potevo convincere lui se non riuscivo neppure a convincere me stessa?
La mia voce era rotta da un’emozione che non potevo controllare ed una nuova luce di speranza gli balenò negli occhi.
-Io ti amo.-  ammise dandomi il colpo di grazia.
Lo baciai mentre ogni proposito di forza crollava.
-Ti va se ce ne andiamo da qui?- chiese questa volta con un mezzo sorriso.
Annuii incapace di parlare ancora.
Uscimmo di nuovo nella sala principale e ci avviammo verso l’ingresso. Oltrepassammo la pista e vidi Jake appoggiato ad una parete. Sentii il suo sguardo addosso. Forse pensava che fino a quel momento gli avevo mentito. Aveva ragione. Non ebbi il coraggio di dire nulla e non riuscivo neanche a sentirmi in colpa. Non ancora.
Inviai a Jessica un sms con una scusa qualunque, le scrissi che ero andata via con alcuni amici. Mi sentivo pervadere da una stupida, insensata felicità mentre mi allontanavo nella notte insieme ad Edward. Le conseguenze delle mie azioni non mi interessavano più, nessun pensiero aveva più ragione di occupare la mia mente, eccetto uno, lui.
 
NOTE

Rubo un pò di spazio per me.
Ho avuto qualche problema con questa storia, un po’ per calo d’ispirazione, un po’ per mancanza di tempo, ma mi sembra giusto arrivare ad un finale e proverò, nei limiti del possibile, ad aggiornare almeno una volta al mese.
Grazie a tutti quelli che hanno continuato a seguire la storia e grazie anche ad elenri che ha sempre recensito ogni capitolo, incoraggiandomi ad andare avanti.
Ciao, a presto.

  
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