Una visita
non
desiderata
P.O.V
SEBASTIAN
Sentivo
la testa scoppiare, il cuore batteva veloce, il corpo tremava e sentivo
le
coperte appiccicate contro il mio corpo senza però
infondergli il calore di cui
aveva bisogno. Provai ad abbracciare Thad che dormiva tranquillamente
accanto a
me ma non era abbastanza caldo al mio confronto così lo scossi dolcemente sperando che
si svegliasse il prima possibile,cosa che avvenne ,per mia fortuna,
pochi
minuti dopo.
Thad
si girò verso di me con gli occhi ancora lucidi dal sonno e
mi baciò, un bacio
casto da cui si staccò subito allarmato -Seb ma tu scotti!-
disse a voce fin
troppo alta per la mia testa dolente,così lui,ignorando i
miei flebili richiami
di tornare a letto, accese la luce e prese tutto l’occorrente
correndo da una
parte all’altra.
-Ora
alza il braccio- mi disse facendomi storcere il naso,sapevo anche io
come si
usava un termometro -Thad smettila di preoccuparti è solo un
po’ di febbre-
sussurrai notando con orrore che la mia voce era innaturalmente roca
-Mmh mh certo,
ora stenditi e chiudi gli occhi- mi sbeffeggiò lui
mettendomi un asciugamano bagnato
sulla testa e baciandomi il naso,cosa che mi fece sorridere,con mio sommo disgusto, come una
ragazzina
innamorata.
-Dormiamo?- sussurrai
sbadigliando mentre Thad
mi accarezzava i capelli e guardava il termometro fin troppo
attentamente -Si-
si arrese alla fine costatando che sarebbe stato inutile continuare a
stare
svegli alle due di notte per qualche linea di febbre, così,
spense la luce e mi
diede un veloce bacio sulle labbra,fin troppo veloce, che mi fece
mugolare di
disappunto e fece ridacchiare lui.
P.O.V.
THAD
Mi
ero svegliato sudato,Sebastian si muoveva convulsamente nel letto e la
sua
temperatura corporea era decisamente più alta di qualche ora
fa così ,vedendo
che tremava dal freddo, gli misi addosso una coperta più
pesante e mi tolsi la
maglia sudata.
Bagnai
di nuovo l’asciugamano sulla fronte di Sebastian e lo scossi
più dolcemente
possibile facendogli bere una medicina che avevo,fortunatamente,
trovato nel
cassetto del bagno, quando mi svegliai di nuovo Sebastian mi stava
accarezzando
la schiena piena di tagli.
Sentivo
il suo sguardo bruciare sulla pelle e fui quasi sul punto di coprirmi ,
nascondermi dalla sua vista ,ma invece restai semplicemente immobile ma
probabilmente lui sentii il mio disagio perché smise di
accarezzarmi e si spostò
per guardarmi in faccia -Non devi nasconderti con me-
sussurrò intuendo i miei
pensieri e facendomi sorridere debolmente.
-Dovresti
dirlo a qualcuno Thad- sussurrò e tutto si
sgretolò in mille pezzi, lui non capiva
quanto fosse difficile la mia situazione che era già sul filo di
un rasoio così -NO-
urlai cercando di allontanarmi da lui che mi trattenne se pur debolmente per via del sonno e della febbre.
-Non
ti sto chiedendo di andare alla polizia e denunciare tuo padre ti sto
solo
chiedendo di dirlo a qualcuno o magari andare a farti fare qualche
visita,non è
normale che il tuo braccio sia così gonfio e i tuoi tagli
sulla schiena sono
molto profondi- a quelle parole guardai come era ridotto il mio corpo e
fui
disgustato;speravo che quei lividi svanissero e che Sebastian smettesse
di
guardarmi con quegli occhi espressivi che non mi facevano sentire un mostro, cosa che invece ero.
-Sono
orribile- sussurrai facendo irrigidire Sebastian che disse fermamente
-Lui è un
mostro non tu, smettila di odiarti per qualcosa di cui non hai colpe
Thad- ma
non credevo alle sue parole, lui era solo un uomo che aveva reagito
male
all’abbandono della moglie, ma io? Io ero il vero mostro o
mia madre non mi
avrebbe abbandonato,o mio padre non mi avrebbe picchiato e i miei amici
mi
avrebbero dimenticato durante un estate in cui nascondevo magliette
insanguinate e tagli sulle mani.
Sebastian
mi trascinò visino a lui, naso contro naso dicendomi
-Adesso
ti dimostrerò quanto tu sia meraviglioso- e detto questo mi
accarezzò, mi baciò ogni parte del
corpo segnata dai lividi e
-Thad-
sussurrò ad occhi chiusi sfiorando la mia erezione e
facendomi rabbrividire
-Che devo fare?- continuò indeciso guardandomi attentamente
e cercando nei miei
occhi una risposta che non ero sicuro di poter dare, così,
mi avvicinai e feci
scontrare le nostre labbra portando la sua mano sopra alla patta dei
pantaloni.
Il
bacio era diventato uno scontro di lingue e la sua mano continuava a
toccarmi
provocandomi dei brividi,ero quasi tentato di fermarlo, in fondo lui era malato ma la sua fronte non era tanto calda e forse avrei potuto lasciarmi andare per una volta.
Iniziai a fare piccoli mugolii di
cui mi sarei
vergognato a morte eche fecero aumentare il ritmo di Sebastian che mi
guardò
con gli occhi pieni di lussuria mordendomi le labbra -Dio Thad-
sussurrò
strofinando la sua erezione ancora coperta dai pantaloni sulla mia
gamba.
Un
paio di sfioramenti e venni sulla sua mano con un gemito mentre
Sebastian mi
baciava lascivamente le spalle con gli occhi semichiusi.
-Sei
molto eccitante Harwood- disse con voce roca dall’orgasmo
facendomi arrossire
così lo strinsi più su di me e tornai a dormire
sentendo il castano
accarezzarmi i capelli e sussurrandomi all'orecchio -In miglior rimedio di sempre contro la febbre- e probabilmente se non fossi stato già nelle braccia di Morfeo avrei riso.
Quando
ci svegliammo di nuovo era ora di pranzo e benché non avessi
né voglia né fame
Sebastian mi costrinse a mangiare così mangiai, con molta
fatica, un piatto di
pasta, cercando di non muovermi per evitare di dover correre in bagno con la faccia dentro al gabinetto.
P.O.V.
NICK
Thad
e Sebastian non si erano presentati alle lezioni mattutine ed ero
deciso ad
andare a vedere come stessero quando delle urla provenienti dalla
segreteria mi
bloccarono in mezzo al corridoio.
Spalancai
gli occhi quando vidi davanti ai miei occhi il signor Harwood, era
completamente un'altra persone da quello che mi ricordavo,infatti io e Thad
eravamo amici da molti anni e conoscevo bene la sua famiglia ma mai
avrei
pensato che si sarebbero ridotti così, fin
dall’infanzia Thad era abituato alle
discussioni dei genitori ma di solito erano un paio di porte sbattute
violentemente o delle urla ma mai prima d’ora la madre di
Thad si era
comportata in quel modo né suo padre aveva fatto uso di
violenza in qualche
occasione.
Eppure,
adesso, guardando un uomo completamente ubriaco che sbraitava contro la
segretaria di dover portare via Thad da quella “scuola di
froci” ,come la
chiamava lui, iniziai ad avere paura per Thad, ma che fare?
Dirgli
che suo padre era venuto a prenderlo lo avrebbe terrorizzato ma non
potevo di
certo nascondergli una cosa così importante, per fortuna la
donna chiamando
delle guardie riuscii a buttare l’uomo che un tempo era il
padre del mio
migliore amico, fuori dalla porta dicendo chiaramente che per via del
testamento del defunto nonno di Thad lui non poteva portarlo via dalla
scuola
fino alla fine degli studi, il testamento era molto preciso su questo,
ma
poteva portarlo via durante i giorni di festa. Rabbrividii pensando ad
una
soluzione per non far passare a Thad
le
vacanze di pasqua o di natale a “casa sua” e
pensando a come avrei potuto
risolvere questa situazione tornai nella mia stanza e in quella di Jeff
decidendo di non dire nulla a Thad per il momento.