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Autore: SSONGMAR    26/10/2013    6 recensioni
Prendete due persone distanti, distanti in tutti i sensi che possano esistere al mondo e metteteli tra la folla: quante possibilità hanno gli occhi di queste due persone di incontrarsi? Direi una su centomila. Eppure a loro era successo, per un secondo i loro occhi si erano incontrati, i loro sguardi sfiorati, le loro mani toccate e nulla poteva ostacolare quello che stava accadendo. Nemmeno l’oceano.
L’oceano tra noi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’odore amaro del caffè si propagò per l’intera stanza facendomi risvegliare. Aprii gli occhi lentamente allungando una mano verso il cuscino di Seungho, ma lui non era lì.
Un pallido raggio di sole si posò accanto a me e fu a quel punto che notai un piccolo bigliettino ripiegato al suo posto, sorrisi e mi apprestai ad aprirlo. La dolcezza delle sue parole e la delicatezza della sua scrittura mi rapivano ogni volta. Velocemente passò nella mia mente il ricordo di Busan e sentii un filo di malinconia nascere dentro, ma alla malinconia si affiancarono ben presto la tristezza e la paura, paura che quelle voci si sarebbero potute propagare e diventare sempre più grandi e velenose, ma soprattutto dannose per lui, per me.
Strinsi il biglietto forte al petto e feci un respiro profondo, l’avrei custodito proprio come l’altro. Il sorriso spuntò nuovamente sulle mie labbra dopo aver riletto mille volte il contenuto. Emozionata portai la testa sotto le coperte e mi rotolai in esse per sentirlo ancora vicino. Respiravo e percepivo il suo profumo, quel profumo che era presente ovunque. Anche sulla mia pelle.
Lasciai cadere lentamente le mani ai lati e con il cuore in gola fissavo il soffitto. Strinsi le lenzuola nei pugni e mi morsi le labbra. Mi guardai intorno e notai da lontano una piccola foto. Immediatamente mi alzai e mi avvicinai ad essa. Era una foto di Seungho col suo fratello minore, soffocai una risata quando notai la visibile differenza di altezza, Seungho era davvero bassino rispetto al fratello, ma la loro somiglianza era disarmante. Poggiai il quadretto al suo posto e mi avvicinai all’enorme computer posto sulla scrivania, era tutto molto in ordine ed era tutto molto pulito, Seungho teneva davvero con cura le sue cose.
Lentamente abbandonai la stanza. La luce fioca del sole penetrava lenta dagli squarci delle finestre illuminando appena il corridoio, dando vita a quei muri espressamente bianchi.
Tutto era silenzioso e sembrava essere disabitato, forse gli MBLAQ erano usciti tutti per degli impegni. Mi sarebbe piaciuto poter dare loro il buongiorno.
Mi avvicinai alla cucina e l’intenso odore di caffè richiamò ad esso la mia attenzione residua, lo stesso odore che mi aveva dolcemente svegliata. Mi chiesi chi fosse stato a prepararlo.
Mi guardavo intorno e ancora non ci credevo, forse stavo ancora sognando, forse tutto quello accaduto finora era solo stato un bellissimo sogno. Mi pizzicai così le guance e mugugnai un piccolo gemito di dolore – dopotutto può non essere un sogno – bisbigliai a me stessa, accarezzando il punto del mio viso ormai arrossato. Cercai con lo sguardo una tazza od un contenitore per poter versare all’interno il mio caffè, ma un leggero rumore mi fece leggermente sobbalzare. Di scatto mi voltai e rivolsi il mio sguardo in fondo al corridoio, accanto ad esso la porta che portava al bagno. Deglutii rumorosamente e cominciai a tremare, e se quella storia del fantasma di cui parlò una volta G.O fosse stata vera?
 Con le gambe e le braccia tremanti afferrai la prima cosa che mi ritrovai davanti, un mestolo per essere precisi, e con un passo lento ma deciso mi avvicinai – chi va la? – dissi espressamente in Italiano, ma la voce mi uscì dalla gola quasi silenziosa, quasi impossibile da sentire ad un dito di distanza. Deglutii nuovamente e mi schiarì la voce – chi va .. – stavo per ripetere quando la voce di qualcuno mi bloccò, si, qualcuno stava cantando. Rimasi ferma immobile come una povera deficiente e le gambe continuarono a tremare. Sentii gli occhi bruciare, bruciavano perché io quella voce meravigliosa l’amavo tanto. Era la voce di Joon e stava cantando Feeling Sad, ed io adoravo Joon con tutta me stessa mentre cantava quella canzone.
 Mi portai le mani alla bocca e sentii il cuore cominciare a battere forte, proprio come se avesse dei piedi scalciava. Lasciai che la forza abbandonasse il mio corpo e mi accasciai a terra, reggendomi solo con le ginocchia. Sentivo la sua voce riempire il dormitorio, era così dolce e rilassante.
Ogni tanto lo sentivo parlucchiare tra sé e sé, si stava esercitando. Decisi così di non disturbarlo e di restarmene lì per conto mio ad ascoltarlo, anche tutto il giorno se fosse stato necessario.
Mi poggiai quindi con le spalle al muro e tirai le ginocchia verso il mio petto. Il grande maglione di Seungho mi copriva tutta, sembravo un piccolo gomitolo di lana rossa. Chiusi gli occhi ed appoggiai la testa al muro – ti prego Joon, canta ancora – bisbigliai facendo nascere sulle mie labbra un meraviglioso sorriso.
Joon si stava esercitando, Joon si esercitava sempre, Joon voleva dare il massimo di sé.
Mentre queste parole si susseguivano nella mia mente ripensai ad un’intervista durante la conferenza del suo film Rough Play – sono sempre stato lodato sulla recitazione, ma non sono mai stato lodato sul canto – aveva detto – nonostante avessi debuttato come membro degli MBLAQ – . Quando lessi quell’articolo ricordo di esserci rimasta un po’ male, perché la voce di Joon era meravigliosa, angelica. Non riuscivo a spiegare esattamente quanto amassi la sua voce, non riuscivo a spiegare le emozioni che mi trasmetteva mentre cantava, e in Feeling Sad si superava, sempre.
La porta della stanza in cui Joon  si stava esercitando si aprì lentamente e fu in quel momento che lo vidi spuntare. Io ero ancora lì seduta immersa nei miei pensieri col cuore che stava morendo di gioia, di amore e dolcezza. Strabuzzò gli occhi sorpreso ma nonostante tutto mi regalò il suo meraviglioso sorriso – cosa ci fai lì a terra? – chiese continuando a sorridere, si avvicinò a me e si inginocchiò. In quel momento avrei solo voluto sprofondare, non mi ero ancora guardata allo specchio e non osavo immaginare come fosse in realtà la mia figura, di sicuro ero conciata malino – b –buongiorno Joon – riuscii a borbottare sottovoce, abbassai lo sguardo e sentii il mio viso avvampare. Gli occhi di Joon erano ancora puntati addosso, mi stava scrutando, stava studiando i miei capelli, il mio viso rosso – cosa ci fa quel mestolo tra le tue mani? – chiese ridendo, alzai lo sguardo e lo vidi quasi morire dalle risate, risi anch’io guardando l’oggetto tra le mie mani – è che pensavo di essere sola e quando ho sentito il rumore provenire dal fondo del corridoio mi sono spaventata. Ecco, io in realtà ho ricordato quella storia di fantasmi di cui parlò G.O – confessai, ma tutto ciò mi stava mettendo davvero in soggezione, mi sentivo una stupida nel confessare quelle cose. Joon, infatti, non tardò a ridere come un matto disagiato per le mie parole. Si lasciò cadere indietro e cominciò a battere mani e piedi nel contempo. Rimasi ferma a guardarlo ed anche il suono della sua risata stonata sembrava essere armonioso. In un momento il mio amore per lui riaffiorò in men che non si dica, quanta stima e quanta ammirazione provavo nei suoi confronti, ma soprattutto quanto ero orgogliosa di lui, del suo essere sempre così umile e puro, del suo essere sexy, del suo essere se stesso. Smise di ridere e si asciugò una lacrima all’angolo dell’occhio sinistro, aveva davvero riso di gusto – hai fatto colazione? – chiese dolcissimo, mi strinsi nelle spalle e scossi la testa – allora andiamo, anch’io ho tanta fame – disse ed insieme ci avviammo in cucina.

Avevo fatto colazione con Joon e adesso eravamo intenti a mettere in ordine il dormitorio. Mi chiedevo per quale motivo lui fosse rimasto a casa mentre tutti gli altri erano fuori.
Aveva indossato un piccolo grembiule blu con dei fuori rosa ed io l’avevo preso in giro tutto il tempo, ma era davvero adorabile, a quel ragazzo stava bene tutto. Esausti ci lasciammo cadere al pavimento ma sulle nostre bocche vi era stampato un sorriso meraviglioso – dovrei chiamare Meg – dissi, rompendo il silenzio che si era venuto a creare, feci per alzarmi ma Joon mi fermò – come ti senti, Mar? – sentii la sua voce pronunciare il mio nome e la mia reazione fu la stessa di quella che ebbi l’ultima volta con Seungho, il mio nome pronunciato da loro era molto più bello. Mi voltai e guardai Joon con fare interrogativo, lui si alzò e posò deciso il suo sguardo nel mio – come ti senti a vivere tutto questo? – chiese curioso. Mi sistemai i capelli e mi sedetti nuovamente, come mi sentivo? Il mio sogno si era realizzato e, nonostante fossi incredula, tutto quello che stava accadendo era vero. Guardai Joon e sorrisi timida – Joon oppa, avresti mai immaginato di ritrovarti un’A+ in grembiule? – chiesi ridendo guadagnandomi come risposta il suo bel sorriso – beh, perché io non avrei mai sognato di pulire casa col mio idolo in un grembiule a fiori – in quel momento Joon scoppiò nuovamente a ridere – credo che questa sia la cosa migliore che mi sia mai potuta capitare, quindi sono felice e grata per tutto – in quel momento avrei tanto voluto stringere Joon tra le mie braccia per le cose che avrei detto da lì a poco – quando tornerò in Italia credo mi mancherete tantissimo. Dovrò guardarvi nuovamente da uno schermo ma io vi seguirò sempre, sempre e comunque come ho fatto finora – vidi lo sguardo di Joon riempirsi di una strana luce, anche lui in quel momento avrebbe tanto voluto stringermi ed io lo percepivo. Fece un piccolo sospiro e si avvicinò a me – Seungho è davvero fortunato – disse scompigliandomi i capelli, ma la realtà era che quella fortunata ero io. Io ero fortunata perché avevo degli idoli meravigliosi come loro. In quel momento sotto il suo tocco il mio cuore cominciò a battere forte, avrei tanto voluto confessargli il fatto che lui fosse stato il mio primo amore negli MBLAQ e che avrei sempre e comunque avuto un occhio di riguardo per lui, ma riuscivo solo a restarmene lì ferma e a sorridere timida. Joon si strinse nelle spalle e rivolse il suo sguardo al soffitto, poi guardò nuovamente me – ed ora, dopo tutto quello che è successo, scandalo e quant’altro, come ti senti Smoky Girl? – la sua voce dolce e sincera risuonava nelle mie orecchie – ho paura – confessai, vidi lo sguardo di Joon divenire immediatamente comprensivo, sospirò – quando accettai di lavorare per il film Rough Play non sapevo a cosa sarei andato incontro. Lessi la sceneggiatura e, nonostante la presenza di quelle scene, fui contento e divertito di accettare perché mi sarei immedesimato in qualcosa di nuovo, avrei dato vita ad un personaggio molto lontano dal vero me. Quando le persone videro quel film per la prima volta, alcune di loro, nonostante mie fan, rimasero molto deluse e fu così che mi cancellarono dalla loro vita – in quel momento percepii una sorta di tristezza in quelle parole, Joon stava aprendo il suo cuore e per confortarmi stava raccontando un’esperienza che in un certo senso l’aveva segnato nel profondo, l’aveva ferito. Un sorriso malinconico spuntò infatti sulle sue labbra. Io avevo seguito il tutto da casa, Joon si presentava alle conferenze col sorriso stampato sulle labbra, nonostante tutto e tutti. Vi erano persone che si erano impuntate solo su quelle scene di sesso che lui dovette girare, senza pensare ad altro, senza pensare che finalmente era riuscito a realizzare il suo sogno d’attore – fu una cosa che mi ferì molto, ma le persone che mi appoggiavano e mi amavano in quel momento erano molte di più e questa cosa mi rincuorava, mi faceva stare bene. Ho saputo da Jae Ha che una ragazza ti aveva urlato di lasciar stare il suo oppa, gliel’aveva detto Meg e so che tu ci sei stata molto male. Non devi starci male Mar, perché le persone che ti amano e ti appoggiano sono molte di più, proprio come è successo a me – una lacrima rigò il mio viso ed io non riuscii più a trattenermi, guardai negli occhi Joon con l’intenzione di abbracciarlo e stringerlo forte, ma mentre il mio corpo stava trovando la facoltà di movimento lui si era già avvicinato a me e mi aveva già stretta forte nelle sue braccia. Fu l’abbraccio più caldo e rassicurante che avessi mai potuto avere, dopo quello di Seungho ovviamente, i suoi abbracci non li poteva superare nessuno.
Ci alzammo da terra e Joon asciugò le mie lacrime – grazie – sussurrai e fu un grazie davvero sincero. Le sue parole mi erano state davvero d’aiuto ed io non l’avrei mai ringraziato abbastanza, ne ero certa. Dovevo davvero la mia vita e la mia felicità agli MBLAQ.
In quel momento, però, qualcosa passò veloce nella mia testa, curiosità per qualcosa che mi chiedevo da troppo tempo - Joon oppa – richiamai quindi la sua attenzione – dimmi – rispose prontamente lui – io, io ancora non credo a tutto ciò che sto vivendo con Seungho. Ecco, lo sto dicendo a te perché, beh perché – agitata mostrai il mio mignolo alludendo alla promessa fatta quel giorno in ospedale, l’avevamo sigillata e per me era diventata un qualcosa di prezioso, qualcosa che di sicuro non avrei mai dimenticato. Joon allungò il suo miglioro verso di me e lo strinse forte al mio – lui ti amava già prima ancora che vi conosceste – bisbigliò – sapeva che un giorno sarebbe arrivata qualcuno che gli avrebbe sconvolto la vita e quando ti ha vista per la prima volta ha capito che quel qualcuno eri tu. Sei sempre stata tu, Mar – confessò  ed io sentii il cuore cessare di battere per qualche secondo, quante volte avevo sognato le sue braccia, quante volte avevo sognato di conoscerlo– anche questo è un segreto – aggiunse strizzando l’occhio, sigillando nuovamente la promessa.

Eccitata ero ferma sulla soglia della porta ad aspettare Meg che mi avrebbe raggiunta al dormitorio insieme a Jae Ha. Ero emozionata e per l’occasione avevo preparato tantissime cose da mangiare. Joon mi aveva aiutata ma per la maggior parte del tempo ero stata lì a picchiarlo con lo stesso mestolo della mattina. Gli MBLAQ erano tornati ed erano esausti, era stato tutto così strano. Mi sentivo un po’ come quella umma durante la quinta stagione di Hello Baby.
Seungho non aveva tardato a prendermi in disparte e salutarmi con un tenero bacio, ma Joon l’aveva fatto più volte ingelosire poiché aveva trascorso l’intera giornata in mia compagnia. G.O aveva più volte, a sua volta, detto di non svegliare il cane che dorme, poiché Yang Lidah ringhiava a destra e manca.
Meg e Jae Ha erano finalmente arrivati. Corsi ad aprire il portoncino d’ingresso e mi fiondai tra le braccia della mia migliore amica, ma lei stava tremando sotto la mia stretta,  ancora non credeva di essere lì, al dormitorio MBLAQ. Mi accorsi di come io a differenza sua stessi imparando a vivere la cosa con molta più naturalezza.
I ragazzi accolsero Meg a braccia aperte, erano davvero molto dolci e gentili e Thunder era davvero lusingato di essere il suo bias, si sentiva importante.
- Io e Mar abbiamo cucinato per tutti voi – confessò Joon, facendo brillare gli occhi dei ragazzi. G.O si alzò dal suo posto e venne verso di me per abbracciarmi, Mir fece lo stesso – devi sapere che sei il tipo di donna che Mir sposerebbe – confessò Thunder ridendo,  sotto lo sguardo attento e divertito di Mir, risi anch’io, il maknae aveva davvero troppi tipi di donne ideali. Guardai verso Seungho che se ne stava lì e guardava in cagnesco gli altri – Yah – gridava infatti, attirando l’attenzione dei presenti verso di lui, ma nessuno sembrava replicare.
Trascorremmo la serata all’insegna delle risate e del divertimento e per un solo secondo dimenticai tutte le cose brutte che in quel momento ci circondavano. In cuor mio speravo che le persone avrebbero dimenticato immediatamente tutto ciò che era successo. Guardai alla mia sinistra e vidi Seungho sorridere mentre gustava le cose che io avevo amorevolmente preparato, e mi sentivo così bene nel vederlo così felice. Speravo con tutto il cuore di non averlo messo in una posizione troppo scomoda, speravo non avesse ricevuto una ramanzina dal CEO o da qualcuno superiore a lui, nonostante sapessi quanto fosse serio e professionale.
L’avrei protetto con la mia stessa vita se fosse stato necessario.
Allungò una mano verso di me e la strinse forte sotto il tavolo, sobbalzai leggermente e sentii le farfalle allo stomaco, quanto sei bello e meraviglioso, avrei voluto sussurrargli.
Smise di mangiare e felice si stiracchiò, come un piccolo panda dopo aver mangiato. Sorrisi per il paragone nato nella mia mente. Si passò una mano tra i capelli e fece fare una grande capriola al mio cuore, quel suo gesto mi mandava letteralmente in paradiso, ogni volta.
- Propongo un brindisi – G.O alzò il suo bicchiere di soju verso il cielo e tutti gli altri lo seguirono – a cosa brindiamo hyung? – chiese curioso Mir, G.O lanciò uno sguardo verso me e Seungho, che intanto ancora ci tenevamo timidamente per mano, e sorrise – alla nascita di questo meraviglioso amore – esordii attirando a sé l’eccitazione dei presenti.

Mentre tutti  erano ancora  riuniti in salotto io mi ero trascinata sino in cucina per pulire almeno alcune delle stoviglie usate – vuoi una mano Mar mia? – aveva chiesto Meg che col sorriso mi aveva raggiunta, la vidi avanzare verso di me e sentii una grande felicità nascere dentro – Meg, stiamo vivendo un sogno – confessai, poggiando velocemente la mia testa sulla sua spalla – oddio Mar, ma quanto c’hai ragione? – commentò lei – hai di nuovo dormito tra le sue braccia, non è così? – chiese regalandomi un meraviglioso sorriso. Vidi spuntare quelle sue deliziose fossette e come una piccola bimba dispettosa lasciai un po’ di schiuma sulla sua guancia – ehi che fai? – canzonò lei divertita ricambiando, ovviamente, il mio gesto – Mar, hai visto la luna stasera? – chiese immediatamente prendendo le mie mani ed asciugandole. Seguii con gli occhi tutto quello che stava facendo e me ne restavo in silenzio, aveva anche sistemato i miei capelli. La cosa mi puzzava – è davvero meravigliosa questa sera, credimi – disse, spingendomi lentamente verso la porta che portava all’uscita principale. Mi strinsi nelle spalle ed uscii fuori.
 Sentii il freddo aggredirmi, ma la luna era davvero meravigliosa , proprio come aveva detto Meg. Addirittura sembrava più vicina.
Strinsi le mie mani intorno alle mie braccia ed involontariamente cominciai ad abbozzare alcune parole di una canzone, si trattava di Good Person, la quale Seungho aveva fatto una cover. Amavo davvero con tutta me stessa quella canzone ed amavo lui mentre la cantava.
Un calore improvviso arrivò alle mie spalle, Seungho mi aveva raggiunto silenzioso e chissà per quanto tempo era rimasto lì a fissarmi. Mi aveva avvolto intorno una calda coperta e continuava a stringermi tra le sue braccia. Avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sentii il suo alito caldo posarsi sul mio collo ed entrare lento dentro me. Fermò le mie parole sul nascere e continuò la canzone al posto mio. A quel punto il mio cuore si era aperto, si era aperto per accogliere l’amore che in quel momento mi stava donando. Da quando l’avevo conosciuto avevo in me una scatola che si apriva ogni volta che lui si avvicinava a me, si apriva e felice accoglieva il suo amore.
- Grazie per essere rimasta qui tutto il tempo – bisbigliò – ti prometto che ti proteggerò ed una cosa del genere non accadrà mai più – lentamente portò il mio viso verso il suo – oggi ho dovuto affrontare dei giornalisti, ma sapendo di doverti proteggere mi sono dato forza ed ho smentito tutto. Vorrei urlare al mondo che in realtà sto con te, che in realtà ti amo, ma per entrambi purtroppo non posso – avrei tanto voluto baciarlo in quel momento, avrei tanto voluto dirgli che poteva anche non pensare a me mai più, perché anch’io, come lui, avevo intenzione di proteggerlo. Mi avvicinai lentamente e gli lasciai un piccolo bacio a fior di labbra, il giusto per riuscire a sentire il suo calore. Mi spostò i capelli dal viso e con la mani mi accarezzò le gote – sei bellissima – confessò guardandomi in un modo davvero meraviglioso, aveva gli occhi dell’amore in quel momento. Mi feci ancora più piccola e mi strinsi forte al suo petto, affondando il mio viso in quella sua meravigliosa camicia di Jeans. Sentii il suo cuore battere forte sotto il mio orecchio – ti amo – sussurrai e con la mente tornai nuovamente a Busan, a quando tutto era iniziato, a quando gliel’avevo confessato per la prima volta. Portò la coperta anche intorno alle sue spalle per stringermi ancora più da vicino, alzai lo sguardo e lo posai nel suo – sorry but I love you, love you, love you, love you baby – canticchiò sottovoce, con la consapevolezza che grazie a quella canzone aveva avuto inizio tutto, poi mi baciò lasciando il dolce sapore delle sue labbra sulle mie.



ANGOLO AUTRICE
Eccomi di nuovo qui versione vapira. Credo che ultimamente sarò sempre così poiché di pomeriggio studio.
In questo capitolo ho voluto dare molto spazio a Joon che sembra essere, oltre il primo amore di Mar, anche il suo migliore amico. Ormai è così. Lei si fida del suo idolo e si confida con lui, e lui si mostra sempre dolce e disponibile. Per questo motivo vi posto qui una sua foto bella. Ce ne sarebbero davvero tantissime, infatti ho fatto fatica a scegliere, ma questa è bella allo stato puro.
Per quanto riguarda Seungho, beh, lui è l'amore della sua vita. Il leader del suo cuore. Lascio quindi qui anche una sua foto.
Grazie per le meravigliose recensioni che mi lasciate ogni volta. Siamo ormai già a quota 78 e se riesco ad arrivare a 100, come nell'ultima storia, prometto un regalo. Un bacio e al prossimo capitolo:)


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