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Autore: MimiRyuugu    26/10/2013    4 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonaseeera *-*
so che voi mi volete cruciare e ne avete tutto il motivo siccome non aggiorno da...giugno. *scappa*
In questo capitolo ci troviamo Storia D'Amore Vista da Fuori di Roberta e Pasqualino da Amici di anni orsoooono (non mi linciate XD), The Funeral of Hearts degli Him (<3), Just a Car Crashed Away del nostro caro Reverendo Manson e Wake Me Up When September Ends dei cari Green Day.

Avvertenze: occtudine, svenamento, voglia omicida verso bradipi rossi u.u

Spero di farmi perdonare, vi lascio all'aggiornamento >w<
Buona lettura <3



Diciannovesimo Capitolo

Le ragazze rimasero dai rispettivi amori fino alle undici. Anna e Giulia si incontrarono al solito bivio e salirono assieme. Trovando una Hermione canticchiante. Lei raccontò della serata e dell’invito di Ron. Le amiche furono contente per lei. Finalmente quel bradipo si stava svegliando! Così i giorni passarono veloci. Hermione incontrò ancora Ron in biblioteca la domenica. Lo aiutò con i suoi compiti. E, mentre stavano tornando alla torre di Grifondoro, incontrarono Harry. Il prefetto lasciò i due maschi a parlare da soli. Così accelerò il passo e attraversò la scorciatoia che aveva fatto la sera prima con Ron. Appena era giunta dall’altra parte, si era trovata davanti Ginny, impegnata in un bacio appassionato con Dean. Hermione era arrossì e aveva mormorato un debole saluto per la ragazza. Poi era filata via. Sperava tanto che Ron non prendesse quel passaggio segreto. Altrimenti chissà cosa sarebbe successo. A cena però, constatò che il rosso aveva proprio beccato in pieno la sorella. Ginny era furiosa. E stranamente, Ron si era seduto lontano da Hermione. la ragazza pensò che si lui non volesse stare nei dintorni della sorella. Così non ci badò. Però, con il passare dei giorni, notò che il rosso aveva preso ad ignorarla. Anna le aveva detto che forse era solo nervoso per la partita di Quiddich di quel venerdì, quindi, ancora, il prefetto aveva lasciato correre. Anche se quell’indifferenza la deprimeva. Domenica, Ron le aveva detto che dopo la partita avrebbero deciso una sera per uscire assieme. Forse era questo che la innervosiva. Aveva paura che Ron cambiasse idea. Dopotutto gli ci erano voluti tre mesi solo perché le proponesse di uscire. Ed ecco che arrivò la fatidica partita. Grifondoro contro Serpeverde. “Dobbiamo proprio andarci? Fa freddo!” sbottò Anna. Erano appena uscite dal castello, dirette al campo da Quiddich. Erano in perfetto orario, anche se riuscire a schiodare la castana dal letto era costato alle amiche quindici minuti. Hermione sbuffò. “Dobbiamo sostenere la nostra squadra!” la rimproverò. Anna la guardò scettica. “Il tuo futuro marito vorrai dire…” la corresse. Il prefetto arrossì. Giulia scosse la testa divertita. “Ma scusa…tu non dovresti sostenere Draco?” osservò poi. Anna alzò le spalle. “Draco oggi non gioca…ha la febbre…” rispose. Hermione la guardò stupita. “Qualcosa non va Herm?” le chiese Giulia. Il prefetto alzò le spalle. “Avanti…dillo…è una vera fortuna che Draco non ci sia, così la nostra squadra potrà vincere…” ghignò Anna. Hermione scosse la testa. Anche se era esattamente quello che aveva pensato. Poco dopo le tre arrivarono al campo. Si sedettero accanto a Mary Kate. Teneva tra le braccia un cartello giallo brillante con la scritta “Ginny spacca!”. Le squadre fecero il loro ingresso in campo. Anna notò che anche altri giocatori di Serpeverde erano stati sostituiti. Mentre Hermione guardava Ron. Il rosso si era girato verso di lei solo una volta. Subito però si era voltato dall’altra parte. Nella ragazza iniziò a crescere una certa ansia. Forse aveva fatto qualcosa di sbagliato. La partita cominciò. Già dopo alcuni minuti Mary Kate sbraitava. “E che Kaulitz! Era fallo!! Gliel’hanno rubata!” iniziò a urlare. Anna le tappò la bocca a forza. Le stava venendo mal di testa a forza di sentirsi urlare nelle orecchie dalla sorella. E poi non vedeva l’ora di tornare in dormitorio al calduccio. Spaparanzarsi sul suo letto fino all’ora di cena. Magari sfogliando l’ultimo numero del catalogo dell’Alchemic Gothic. Oramai aveva rinunciato a comprare riviste di musica. Giulia si stringeva nella calda sciarpa. il Quiddich non la entusiasmava più di tanto. Ma almeno poteva starsene tranquilla fingendo di guardare la partita, quando invece osservava il suo professore. La divertiva il suo sguardo concentrato e impassibile. Non esultava nemmeno quando i Serpeverde segnavano. Si limitava soltanto a esibire un ghigno fiero sul viso. Mentre la McGranitt sbuffava stizzita. La partita si terminò con la sconfitta dei Serpeverde. Hermione sorrise. Avrebbe voluto scendere dalla gradinate e andare da Ron per congratularsi con lui. Aveva giocato veramente bene. Però non lo fece. Decise di andare da lui in Sala Comune. Così aspettò Anna e Giulia. Per dirigersi verso la torre. Con calma. In modo da permettere ai giocatori di arrivare prima di loro. Quando le tre attraversarono il ritratto della Signora Grassa però, si trovarono davanti uno spettacolo inaspettato. Hermione si bloccò. Ron era sulla poltrona accanto al camino. Avvinghiato a Lavanda. Mani ovunque. Gli occhi della ragazza iniziarono a bruciare. Hermione deglutì a fatica. Il respiro sembrava essere cessato. Si sentiva male. Il cuore le batteva velocissimo. Anna strinse i pugni furiosa. E con lei Giulia. Il prefetto tremò di poco. Poi di scatto corse verso i dormitori. Sparendo per le scale di quello femminile. Anna si sgranchì le dita. E andò filata da Ron. Prese Lavanda per la camicia e la staccò a forza da lui. “Che diavolo ti salta in testa razza di ameba?!” ringhiò. Giulia la raggiunse. Il rosso la guardò. “Che c’è?” sbuffò lui. “Che c’è?! Ma dico, non hai il minimo rispetto per i sentimenti altrui allora! Sei solo un casanova da strapazzo!” gli urlò contro. Lavanda intanto cercava di districarsi dalla presa della ragazza. Ron guardò indifferente la castana. “Non hai visto Hermione qualche secondo fa? Le hai spezzato il cuore!” commentò Giulia. Il rosso non disse nulla. Si voltò semplicemente dall’altra parte. Anna tirò un urletto esasperato. Poi gli scaraventò addosso Lavanda. E si diresse verso le scale. Giulia la seguì. “Ma che volevano quelle?! Sono davvero delle pazze furiose!” squittì Lavanda. Ron non rispose. Abbassò la testa. Aveva visto Hermione. Eccome se l’aveva vista. E gli aveva fatto venire un tuffo al cuore. Intanto, il prefetto era entrata in camera. E si era buttata sul suo letto. Era arrabbiata. Triste. Un sacco di sensazioni assieme. E l’immagine di Ron e Lavanda assieme la tormentava. Anna e Giulia spinsero piano la porta. Entrarono piano. Hermione se ne stava a pancia in giù, stretta al cucino. Soffocando il pianto. O almeno, cercava di soffocarlo. Le due amiche però lo sentivano benissimo. E le faceva innervosire. Ron non si meritava quella lacrime. Giulia si avvicinò lentamente al letto. Seguita da Anna. Entrambe si sedettero accanto ad Hermione. Il prefetto si voltò di poco. Aveva gli occhi già arrossati. I capelli scompigliati. Giulia le sorrise dolcemente. Allungò una mano e le fece una carezza. Il prefetto chiuse gli occhi. Si godette quel piccolo gesto d’affetto. Poi però tornò alla dura realtà. “Sono stata una stupida…mi ha solo usata…” sussurrò Hermione. Giulia scosse la testa. “Sono sicura che non è così…ci deve essere un buon motivo del perché Ron ha deciso di stare con quell’oca di Lavanda…” le rispose. Anna la guardò stupita. “Lo difendi anche?!” sbuffò. Giulia scosse la testa. “Lo capirebbe anche un armadio che a Ron non piace Lavanda! Se poi consideri che fino a domenica lui ed Herm andavano d’accordo…deve essere successo qualcosa che ha fatto scattare la stupidità nel cervellino bacato di quel bradipo rosso…” spiegò. Anna sorrise divertita. “Non ho mai sentito tanti insulti in una frase…e detti anche in modo cortese!” esclamò. Hermione guardò l’amica. E sorrise debolmente. Giulia si voltò verso Anna. “Certo che una storia d’amore vista da fuori è tutta un’altra storia…e fuori è più facile…” iniziò a cantare la prima. Il prefetto abbassò lo sguardo. “Dare anche buoni consigli come a quei due là, che hanno ancora qualcosa da dirsi ma…che fatica parlarsi…” osservò la seconda. Giulia annuì. Appoggiò piano un dito sul mento di Hermione. E le alzò di poco il viso. “E vorresti dirgli di non camminare sulle parole con quei lunghi giri inutili più di testa che di cuore…” continuò, sorridendole dolce. Anna sorrise a si avvicinò al prefetto. “E vorresti dargli tu quel raggio di sole a far crescere il coraggio, delle proprie paure e la voglia di lottare…” aggiunse. Poi guardò Giulia. “Certo che una storia d’amore vista da fuori è tutta un’altra storia…” cantarono assieme. Hermione le osservava. Le sue amiche. Così premurose. “Se lui o lei che chissà perché non si lascia amare…” continuò Anna. “Solito problema di tutti come quei due là…” osservò Giulia. Scoccando uno sguardo al prefetto. Questa arrossì e strinse il cuscino. “…che si vede lontano un miglio che…” continuarono poi le due. Hermione si mise a sedere. Gli occhi ancora pieni di lacrime. “Il gioco per loro potrebbe anche essere meglio…” sorrise Anna. Giulia annuì. “E vorresti dirgli di non camminare sulle parole con quei lunghi lunghi giri inutili ma fermarsi ad ascoltare…” aggiunse. Hermione strinse ancora il cuscino. “E vorresti dirgli di non calpestare le aiuole…” proseguirono le amiche. Il prefetto le guardò dubbiosa. “Come crescerà il coraggio delle loro paure…” disse Anna. Giulia sorrise. Prese una mano del prefetto e la tenne stretta fra le sue. La castana fece lo stesso. “E la voglia di volare! Ma credimi, credimi oh credimi, credimi! Non servirebbe a niente, le tue parole, i consigli, tutti i tuoi discorsi…guardali, e guardali, si allontanano, si allontanano…ed ecco che si perdono…” esclamarono assieme. Hermione abbassò lo sguardo triste. “Non si cercano più…” sussurrò Anna. “Non si cercano più…” ripetè Giulia. Entrambe strattonarono piano il prefetto. Che alzò la testa. “Certo che una storia d’amore vista da fuori è…” iniziò a dire Anna. “…tutta un’altra storia…peccato solamente che…” continuarono assieme. Poi guardarono Hermione. “Io ci sono dentro…” completò lei. Le amiche la abbracciarono. “Io ci sono dentro!” ripetè. Accolta dal caldo abbraccio delle due. Rimasero così per qualche minuto. Quando si staccarono, Hermione sospirò. “Grazie ragazze…” le ringraziò. Le amiche sorrisero. Anna guardò la sveglia. Era ora di cena. “Se volete voi scendete…io non ne ho voglia…” spiegò il prefetto. Giulia scosse la testa. “Noi rimaniamo qua!” rimbeccò convinta. “Non…non serve…davvero…” cercò di dire Hermione. Anche se non voleva che andassero via. non voleva rimanere da sola. Con se stessa. Ed i suoi brutti pensieri. “Stai zitta! Noi rimaniamo qua a farti compagnia!” la zittì Anna. Hermione sorrise divertita. Giulia si alzò e andò al suo baule. “Però…cosa facciamo?” osservò poi la castana. “Evitiamo l’autocommiserazione…quindi, direi di starcene sul letto di Herm a mangiare i dolci del nostro sacchetto in comune e…Uno!” spiegò la prima, alzando la mano trionfante. Stretto tra le dita, un pacchetto colorato di carte. Hermione la guardò dubbiosa. Mentre Anna si era alzata e aveva preso il pacchetto di caramelle. Giulia aspettò l’amica, poi si sedettero sul letto in cerchio. Il sacchetto di caramelle vicino a loro. La ragazza iniziò a mescolare le carte. “Sapete come si gioca no?” chiese. Anna ed Hermione annuirono. Quando fu tutto pronto, la partita iniziò. Giulia si beccò molti insulti dalla castana, grazie alla sua capacità di buttare la carta cambia colore nel momento meno opportuno. Ed Hermione si divertì a far cambiare così tante volte il giro che per poco ad Anna venne una crisi di nervi. Era oramai la fine della partita. Giulia aveva tra le mani tre carte. La castana otto. Mentre Hermione aveva appena buttato giù la sua seconda carta. “Uno!” esclamò la ragazza, sorridendo. Anna sbuffò. “Mi arrendo…” commentò affranta, poggiando la carte davanti a se. Giulia scosse la testa divertita. “Rassegnati Anna…fortunata in amore…sfortunata nel gioco…” disse, buttando una carta blu. La castana la guardò scettica. “Fortunata in amore?” ripetè non proprio convinta. “Il nome Draco non ti dice nulla?” ripose divertita Giulia. Anna alzò le spalle. “Certo…però se fossi davvero fortunata in amore a quest’ora starei con Manson…” precisò. L’amica scosse la testa divertita. Hermione sorrise. Buttando l’ultima carta e vincendo così la partita. “Io sono sfortunata in amore…quindi vinco…” osservò. Anna le tirò un cuscino. “No Herm…tu fai semplicemente schifo…” sbottò. Le tre si guardarono e scoppiarono a ridere. “Che facciamo, un’altra partita?” propose Giulia. Hermione guardò il suo orologio da polso. “Sono le nove…ed è venerdì sera…non dovreste andare dai vostri futuri mariti?” commentò. Anna alzò le spalle. “Non rinunciate a vedere Piton e Draco per stare a giocare a carte qui vero?” iniziò a dire Hermione. Giulia e la castana si guardarono. Il prefetto le guardò severa. “Vi proibisco di starvene qui mentre avete due baldi fanciulli ad aspettarvi!” sbottò. Anna la guardò. “Il mio baldo giovane è pieno di germi...e non so dove ho messo la mia tuta ermetica anti batterica…” commentò. Hermione la guardò ancora. Giulia sospirò. “Sicura che non ci vuoi qua?” chiese. Il prefetto annuì sicuro. “Allora sai che faccio? Vado da Mary Kate e le frego il mini televisore…dovrebbe esserci una programma divertente stasera…” propose Anna. Hermione sorrise. “Non serve…ho il mio libro…” rifiutò gentile. Ma la castana scosse la testa. Uscì. Precipitandosi al dormitorio del quinto anno. Entrò nella camera di Ginny e della sorella. ad accoglierla, la solita voce di Bill Kaulitz. Anna proseguì riluttante. “Mary Kate!!!” la chiamò. Nessuno le rispose. “I Tokio Hotel fanno schifo!!” iniziò a sbraitare la castana. Si sentirono dei rumori dal bagno. “Se lo ripeti ti faccio volare giù dalla Guferia!” sbottò Mary Kate. “Ah allora ci sei!” ghignò Anna. “Si! Sono sotto la doccia! Che vuoi?!” rimbeccò ancora la sorella. “Prendo in prestito la mini tv per Herm! Ha bisogno di una tirata su di morale…” spiegò. Ci fu qualche minuto di silenzio. “Mary Kate? Sei morta per caso?!” la chiamò ancora. La porta del bagno si aprì, rivelando una ragazza avvolta in un asciugamano arancione. “Ti piacerebbe eh?” sbottò. Anna ghignò malefica. “Puoi prenderlo…ho messo anche il lettore mini dvd…basta rimpicciolire i dvd con l’incantesimo apposta e puoi vederli…” rispose Mary Kate. Andò al suo baule e ne tirò fuori una mini tv. La cornice dello schermo era arancione, mentre il dietro era bianco. Lo passò alla sorella. E le fece promettere di riportarlo il giorno dopo. Anna annuì e si prese l’oggetto. Tornando poi veloce nella sua camera. “Ecco qua!” sorrise ad Hermione, dandole l’oggetto. “Puoi vedere anche i dvd…basta che li rimpiccolisci…” spiegò poi. Il prefetto annuì. Anna e Giulia si diressero alla porta. La prima aveva appena messo una mano sulla maniglia, quando la seconda si girò. “E mi raccomando Herm…non tirare fuori quel dvd…” le raccomandò. Il prefetto la guardò finta innocente. “E non fare quella faccia...lo sai che ogni volta che vedi quel’orrido film scoppi in lacrime…” sbottò Anna. Hermione arrossì. “Non è colpa mia se Tre Metri Sopra il Cielo è drammatico…” rimbeccò. La castana la guardò scettica. “È solo un film per ragazzine con problemi ormonali in fase adolescenziale…avevo sentito una buona opinione sui film italiani, ma quello è stato proprio una delusione!” commentò. Giulia rise. “Ti ricordo che anche noi siamo ragazzine con problemi ormonali ed in fase adolescenziale…” osservò. Hermione ridacchiò. “Bhe…comunque non guardarlo!” la liquidò la castana. Il prefetto annuì. Così le due poterono uscire dalla stanza. Hermione accese il televisore. Dopo aver girato i canali per una decina di minuti, sbuffò annoiata. Non era mai stata quel tipo di ragazza che si inchiodava davanti alla tv per ore. Non le interessava. Però. Si ricordava che Ron le aveva detto di aver sempre desiderato una televisione babbana. Love's the funeral of hearts and an ode for cruelty. Hermione scosse la testa. Non poteva pensare ancora a lui. Non doveva. Sentiva già le lacrime riaffiorare. Eppure le sue amiche avevano cercato di consolarla in tutti i modi. Si sentiva in dovere di trattenere le lacrime. Però. When angels cry blood on flowers of evil in bloom. Le immagini. Quei ricordi che lei custodiva gelosamente. Soprattutto uno. Il colpo finale. Quello che le diede la botta finale. E che le fece uscire quella tanto odiata lacrima. Il ricordo del loro primo bacio. Certo, per Hermione non era un vero primo bacio. Il suo sel’era giocato due anni prima, con Krum. Perché il bel bulgaro le piaceva. E si era lasciata baciare. Con risultati soddisfacenti oltretutto. The funeral of hearts and a plea for mercy. Però il bacio con Ron. Quando le loro labbra si erano unite. Sotto le mille luci dei fuochi d’artificio. Le era sembrato di volare alta nel cielo. Come quel famoso film che Giulia ed Anna le avevano vietato di vedere. When love is a gun separating me from you. Quella sera Hermione si era sentita davvero tre metri sopra il cielo. Il posto dove stanno gli innamorati. Si era adagiata su una nuvola. Felice. Fino a quando era entrata in Sala Comune qualche ora prima. Ed aveva trovato quei due. Avvinghiati l’uno all’altra. Senza rispetto per nessuno. Tantomeno per lei. She was the sun shining upon the tomb of your hopes and dreams so frail. Ed ecco che si era trovata catapultata via dalla sua nuvola. Tra l’incredulità. La rabbia. La tristezza. Hermione tremò di poco. Prese il cuscino. E lo strinse fra le braccia. Per poi immergerci il viso. Non sapeva cos’aveva fatto per scatenare in Ron quella reazione. Domenica pomeriggio avevano tranquillamente studiato. Scherzato. Come al solito. E d’improvviso lui si era voltato. E le aveva promesso che sarebbero usciti dopo la partita di Quiddich di quel venerdì. He was the moon painting you with it's glow so vulnerable and pale. A ripensarci, altre calde lacrime iniziarono a scorrere sulle guance di Hermione. La rabbia le era passata. Era triste. Molto triste. Si sentiva usata. Aveva creduto di piacergli veramente. E gli aveva anche comprato il regalo per Natale. Aveva creduto a tutti i suoi complimenti. Quelli che nessuno le aveva mai fatto. Se però lei era così bella, come mai in quel momento lui se ne stava a fare il polipo con Lavanda? Altre mille domande iniziarono ad apparire nella testa di Hermione. Forse era stata troppo riservata e timida? No. Ron sapeva che lei era così. La conosceva da sei anni dopotutto. The funeral of hearts and a plea for mercy. Forse era per quello. La conosceva da troppo tempo. Però se l’avesse volute solo come amica non l’avrebbe baciata. Non le avrebbe promesso di uscire. Hermione non si sapeva davvero spiegare il perché del cambiamento di Ron. Ed era sicura di non aver fatto nulla che potesse averlo fatto arrabbiare. When love is a gun separating me from you. Hermione alzò la testa. Senza accorgersene si era fermata sul canale di musica. Un uomo vestito di nero e dagli occhi contornati da matita nera la guardava. E cantava. In testa un cappello nero. Aveva una bella voce. Se Anna fosse stata li, l’avrebbe definito carino. She was the wind, carrying in all the troubles and fears here for years tried to forget. La ragazza rimase a fissarlo per qualche minuto. La canzone era triste. Lesse il nome del gruppo segnato sul lato destro dello schermo. His Infernal Majesty, detti Him. L’aveva già sentito. Forse Anna lo conosceva. Di scatto Hermione lasciò andare il cuscino. Si alzò. E si tolse piano il cravattino. He was the fire, restless and wild and you were like a moth to that flame. Presto lo raggiunse anche il resto dell’uniforme. La ragazza prese il suo pigiama e lo indossò. Buttando poi ciò che si era appena spogliata per terra accanto al letto. Per la prima volta, non aveva voglia di piegare nemmeno una camicia. The heretic seal beyond divine pray to god who's deaf and blind. Hermione rimase in piedi per qualche minuto. A guardare ancora quel video. Le lacrime non avevano ancora smesso di scendere. Lei sapeva che nulla sarebbe servito trattenerle. Così si decise. Andò al baule di Anna. Era li che tenevano tutti i dvd. Lo aprì piano. I suoi vestiti si confondevano con il fondo del baule. Tutto quel nero. In quel momento non le dispiaceva. The last night's the soul's on fire three little words and a question why. Ed eccoli, nell’angolo. Tutti i dvd. La maggior parte erano di Anna. Non si fidava a lasciarli a casa. Sua madre li avrebbe fatti sparire. Hermione trovò subito quello che cercava. Una copertina azzurra. Un cuore con due ali. Lo prese. E richiuse subito il baule. Stringendo l’oggetto al petto. Love's the funeral of hearts and an ode for cruelty. Andò alla mini tv. Guardò ancora quegli occhi. Che sentiva stranamente vicini a se. Poi. Senza aspettare che la canzone si concludesse. Accese il lettore dvd. Tolse il dvd dalla confezione e lo rimpicciolì. Poi lo mise nell’apposita fessura. When angels cry blood on flowers of evil in bloom. Cercò di orientarsi tra i pulsanti sotto alla mini tv. Intanto la voce di quel cantante le risuonava in testa. Forse quella sensazione era quella che provava Anna quando ascoltava Manson. Hermione non lo sapeva. Ma quella voce l’aveva incantata. Stregata. Ammaliata. Con quegli occhi. The funeral of hearts and a plea for mercy. Finalmente sulla tv apparve la schermata iniziale con le opzioni. Hermione si sedette al posto del cuscino. Che stringeva al petto. La schiena appoggiata all’asse del letto. Fece un incantesimo di levitazione in modo che la tv rimanesse ferma davanti a lei. Poi premette play. Consapevole del fatto che dopo aver visto quel film, si sarebbe sentita peggio. When love is a gun separating me from you.
Intanto, sempre preoccupate, Anna e Giulia avevano raggiunto i sotterranei. nessuna delle due sapeva cosa fare per Hermione. E questo alla castana procurava irritazione. E a Giulia dispiacere. Però entrambe avrebbero voluto dare una bella lezione a Ron. O almeno, farci una chiacchierata per sapere cosa gli passava per la testa. Le due si separarono al solito bivio. Con il tacito accordo che quella che tornava indietro prima aspettava l’altra. Così Anna si diresse verso la Sala Comune di Serpeverde. Entrò con la solita calma. Solo due poltrone erano occupate. La castana li riconobbe come due ragazzi del settimo anno. “Sera…” li salutò con poco entusiasmo. I due si voltarono. “Ciao Anna…” disse il moro. “Che avete? Ancora quella stupida partita?” sbottò lei, passandogli davanti. L’altro ragazzo sbuffò. “Potevi almeno cambiarti…quei colori mi danno il voltastomaco…” esclamò poi. Anna ghignò. “Rode la vittoria eh?” disse. Il moro scosse la testa divertito. “Anna sparisci…” rispose. La castana allargò il ghigno sul viso. Li salutò con una mano e trotterellò per le scale del dormitorio maschile. Pensando a quanto fossero stupidi i maschi. Si entusiasmavano per una partita a Quiddich. Però erano tanto furbi da riuscire a rubare il cuore di una povera ragazza. Anna entrò nella camera. Blaise come al solito non c’era. Tiger e Goyle oramai non li vedeva nemmeno più. La castana si diresse verso l’unico letto occupato. Draco se ne stava comodo sotto le coperte. I capelli scompigliati. Più pallido del solito. Con in mano una delle solite riviste. Sul comodino un termometro. Anna si fermò accanto a questo. E mise le braccia sui fianchi. “Immaginavo che fossi tornato in dormitorio…” sorrise. Il ragazzo si voltò. E la salutò con la mano. “Lo sai che non sopporto di stare in infermeria…Madama Chips mi mette ansia…” disse subito. La castana scosse la testa divertita. Draco cercò di alzarsi a sedere. Ma Anna lo fermò e lo rimise sotto le coperte. “Sei malato…stai fermo e tranquillo…” lo rimproverò. Draco le obbedì. E sorrise. Il lato più gentile di Anna veniva fuori solo con lui. Love is a fire, burns down all that it sees, burns down everything, everything you think will burn, everything you say. “Allora, caro malato, come stai?” gli chiese. Sedendosi sul bordo del letto. Draco alzò le spalle. “Un po’ meglio…com’è andata la partita a Quiddich?” chiese. Anna ghignò e fece il tipico segno a due dita di vittoria. Il ragazzo sbuffò e si portò le coperte alla fronte. “Che permalosi che siete voi Serpeverde!” commentò divertita la castana. Draco riemerse per qualche minuto per farle la linguaccia. “Non capisco come abbiate fatto a vincere…c’erano un paio di cambiamenti nella squadra oggi, ma cavolo! Voi avevate lenticchia! Perfino un bradipo in letargo è più capace di lui!” aggiunse da sotto le coperte. Anna rise. Poi gli sistemò la coperta in modo umano. She blew me her death-kiss and the mouth-marks. “Stai calmo…che altrimenti ti agiti…ti si alza la febbre…e poi muori…” esordì. Il biondo strabuzzò gli occhi e si apprestò a fare il tipico gesto scaramantico di ogni maschio. La castana intanto rideva divertita. “Cosa ridi?! E se poi muoio davvero?!” rimbeccò Draco. Anna lo guardò. E alzò le spalle. “Vado in America, picchio a sangue la ragazza di Manson e me lo sposo…” rispose tranquilla. “Grazie! Che considerazione!” si lagnò il biondo, voltandosi dall’altra parte, in modo da darle la schiena. La castana sospirò divertita. “Che permaloso che sei…non è mica colpa tua se sei l’unico ostacolo che mi divide dal mio Manson…” commentò. Bled down my eye, like her dying on my windshield. Draco sbuffò. “Vai…vai dal tuo cantante da due soldi…chi ti vuole…” rimbeccò. Anna lo guardò scettico. “Finiscila…razza di Schiopodo pieno di germi che non sei altro…” sbottò. “Schiopodo a chi?! Bada a come parli piccola cosa deforme!” rimbeccò ancora Draco. La castana scosse la testa. “Sta zitto Vermicolo platinato!” esclamò. “No, sta zitta tu piccola Mezzosangue impertinente!” esordì il biondo. Poi si voltò sul fianco per vedere Anna. si guardarono per qualche minuto. Poi scoppiarono a ridere. I Can already feel her worms eating my spine. La castana prese il termometro. “Alza il braccio che ti provo la febbre…” gli ordinò. Draco ubbidì. Poi Anna prese la rivista appoggiata li accanto. La sfogliò per qualche minuto. Dopo aver dato un’occhiata agli articoli, decise si rimetterlo apposto. Non c’era niente di particolarmente interessante. Iniziò a guardarsi le unghie. Stranamente lo smalto non si era ancora scheggiato su nessuna. Erano tutte perfette. Non sapeva come facessero a starle così bene. Non se le curava più di tanto. So how can it be this lonely? Is this all we get for our lives? Is love only sweeter when one of dies? Dopo qualche minuto, Anna riprese il termometro. “Trentotto…caro mio, passerai il week end a letto…” commentò. Draco sbuffò. “Però tu rimani con me vero?” le chiese. La castana lo guardò non troppo convinta. “Così mi passi i tuoi bei germi? No grazie…” rispose secca. Il biondo le fece il suo sguardo da cucciolo bastonato. E Anna gli fece una carezza sulla testa. “Ti faccio compagnia ora…poi però devo tornare in dormitorio…Herm ha avuto una brutta giornata e non mi va di abbandonarla…” spiegò. Draco la guardò diverito. “Anna Alvis Haliwell…lo sai vero che nel tuo cuore un ragazzo è fortunato se arriva terzo?” commentò. La castana sorrise. Then I knew that our love was just a car crash away. “Voglio bene alle mie amiche…è normale…” osservò. Poi gli scompigliò i capelli. “Guarda che lo so che hai preso la citazione da Sex and the City eh…” precisò ancora. Draco la guardò finto innocente. “Anna sei un mostro…non so come fai a ricordarti tutto di quel telefilm…” si arrese poi. La castana sorrise. “Quella frase è nell’ultimo episodio della serie…il mio preferito! Vuoi che non me lo ricordi?” commentò. Il biondo si mise a pancia in su. E allungò una mano. I knew that our love was just a car crash away. Le fece una carezza sulla guancia. Anna chiuse gli occhi per qualche minuto. “Lo so…e so anche che la tua preferita è Carrie…che hai un debole per Mr. Big…che ti piacerebbe avere i dvd della seconda serie, che sono quelli che ti mancano…” elencò Draco. La castana sorrise piacevolmente stupita. “Vedo che anche tu ti ricordi un sacco di cose…” notò poi. Il ragazzo sorrise. “Sai…l’altro giorno ho letto su un giornale che sta per uscire il film di Sex and the City…e che Carrie indosserà un bellissimo vestito da sposa di Wivienne Westwood…” spiegò Anna. Draco annuì. I knew that our love was just a car crash away. “Ho visto la foto…e anche se è in bianco è un bel vestito…” continuò. Il ragazzo sorrise. Le prese una mano e la fece sdraiare accanto a se. Poi sollevò le coperte. Anna si tolse in un attimo gli anfibi. “Se è il vestito da sposa che vuoi…l’avrai piccola…” disse poi Draco. La castana arrossì. “Io…non tel’ho detto perché lo voglio…cioè…mi piacerebbe averlo…però di certo non mi starebbe bene…” precisò subito. Love is a fire, burns down all that it sees. Il biondo la guardò dubbioso. “Non sono così elegante ed aggraziata…figuriamoci poi camminare sui tacchi…” spiegò Anna. Draco scosse la testa. L’avvicinò a se e l’abbracciò. “Tu puoi essere tutto quello che vuoi Anna…e poi…sono sicuro che sarai una sposa bellissima…” sorrise. La castana arrossì. “Sai…quello che mi hai detto un po’ di tempo fa?” le chiese d’improvviso il ragazzo. Anna lo guardò dubbioso. “Cosa?” gli chiese. “Quando hai detto…che non vedi l’ora di avere Elizabeth e Scorpius tra le braccia…ecco… anche io sento la stessa cosa…” spiegò lui. La castana sorrise. Annuì. E gli si strinse vicino. Burns down everything, everything you think will burn, everything you say. Draco raggiunse una mano di Anna con la sua. E piano incrociò le loro dita. “Anna…sei la cosa migliore che mi sia mai capitata…non vedo l’ora di sposarti…” le sussurrò piano. La castana arrossì ancora. “Anche io… non vedo l’ora di poter stare sempre con te Draco…perché sarà per sempre giusto?” rispose. Il ragazzo la guardò. Gli occhi castani brillanti. Di gioia. “Si…per sempre, finché morte non ci separi…e oltre…” le rispose. Anna sorrise. “Però un vissero per sempre felici e contenti non è nel mio stile…” osservò poi. Draco rise. “Nemmeno sposarti in bianco è nel tuo stile…” commentò. La castana arrossì. Love is a fire burns down all that it sees. “Voglio abitare vicino alle ragazze…vicino a Giulia ed Herm…” sorrise poi. “Ecco, questo è nel tuo stile…” precisò Draco. La castana annuì. “Voglio che Elizabeth cresca con Rose ed Eveline…” disse ancora. Il ragazzo la guardò dubbiosa. “Le loro future figlie!” spiegò quasi ovvia Anna. “E con chi si sposeranno?” chiese curioso Draco. La castana si portò il dito indice alla bocca e lo poggiò sulle labbra. “Segreto…” sillabò. Il biondo rise e la strinse a se. Ci fu qualche minuto di silenzio. Entrambi chiusero gli occhi. Anna si crogiolava in quell’abbraccio. L’unico che poteva farla stare bene. Al sicuro. Mentre Draco si abbandonava al suo profumo. Estraniandolo dal suo segreto. Quello che gli pesava sempre di più sul cuore. Burns down everything, everything you think will burn, everything you say.
Nel frattempo, Giulia si era diretta verso l’ufficio di Piton. Era ancora in ansia per Hermione. Infatti si era decisa a non trattenersi fino a tardi. La ragazza bussò alla porta. E venne invitata come al solito ad entrare. Piton era chino sulla scrivania. Tra compiti. Giulia lo guardò divertita. Si andò a sedere sulla poltrona davanti alla scrivania. E appoggiò i gomiti. Congiungendo poi le mani. E appoggiandoci sopra il mento. Iniziò a dondolare le gambe. Il professore alzò lo sguardo. “Dunque?” le chiese. La ragazza si limitò a guardarlo ancora. “Non ha proprio nulla da fare che stare a fissarmi?” sbottò Piton. Giulia scosse la testa. Il professore la osservò. “Da quando è entrata non ha ancora parlato…devo dedurre che ha perso finalmente l’uso della voce?” commentò speranzoso. La ragazza scosse ancora la testa. “Non ha voglia di parlare?” le chiese. Giulia alzò le spalle. Piton la guardò alzando un sopracciglio. “Signorina Wyspet…questo suo silenzio mi preoccupa…chissà cosa le sarà mai successo…” esclamò sarcastico. La ragazza appoggiò la schiena allo schienale della poltrona. Le mani incrociate sulla pancia. “Avanti signorina Wyspet…mi dica… cos’è successo di così eclatante da toglierle la parola per ben quindici minuti?” esordì ancora Piton. Giulia sospirò. “Herm sta male…” rispose. Severus annuì. “Capisco…sarebbe potuta stare in dormitorio con lei allora…oppure portarla almeno da Madama Chips…” le consigliò. La ragazza scosse la testa. “È un male emotivo…però lei ci ha obbligato ad andare via…” precisò. Severus la guardò. “Male emotivo?” ripetè dubbioso. Giulia annuì. “Grossa delusione amorosa…” completò. Piton scosse la testa esasperato. “Avanti…non è una tragedia…la signorina Granger sa cavarsela da sola…” commentò. La ragazza scosse la testa. “Però…sta male…e io non voglio che stia male…” sospirò. Severus la guardò. Poi sorrise. Allungò una mano. E le fece una carezza sulla testa. “Professore?” lo chiamò Giulia. “Si...?” rispose lui. “Un po’ di tempo fa volevo farle vedere le foto della mia estate…però mi sono sempre dimenticata…” spiegò. Severus sorrise divertito. “E cosa rappresentano queste foto?” le chiese. Giulia sorrise. “Tanti bei momenti…come la gita al mare… e ne ho qualcuna anche del concerto dei Green Day…” raccontò. Piton annuì. “Una gita la mare?” le chiese ancora. Si era accorto che la ragazza era abbastanza giù di morale. E forse facendole raccontare delle sue avventure estive l’avrebbe rallegrata. “Si! Io, Herm e Anna e i nostri genitori siamo andati al mare…ci siamo smaterializzati a gruppi…ed Herm e i suoi erano con noi…” iniziò a dire Giulia. Severus annuì. Posò la piuma e si mise comodo sulla sedia. La ragazza prese la bacchetta. La teneva sempre nella cintura della gonna dell’uniforme quando non si cambiava. “Accio album!” esclamò poi. Dopo pochi minuti un libricino dalla copertina viola apparve sulla scrivania. Giulia sorrise. Si alzò e cercò di trascinare la poltrona vicino a Severus. Essendo troppo pesante però, la spostò solo di qualche centimetro. Così Piton l’aiutò con un colpo di bacchetta. La ragazza lo ringraziò e si sedette accanto a lui. Aprì il libricino. Summer has come and passed the innocent can never last. Un cartoncino giallo con disegnate le caricature di tre ragazze diceva ‘Gita al mare’. “I disegni me li ha fatti Anna…” precisò Giulia. Severus annuì. La ragazza girò il cartoncino. Era un libricino di media grandezza. Severus vide che poteva contenere due foto a facciata. Giulia sorrise ed indicò la prima foto in alto. “Qui eravamo appena arrivati in spiaggia…era mattina presto e Anna stava dormendo in piedi…si appoggiava a tutto quello che era possibile da usare come appiglio…” raccontò. Piton annuì divertito. La foto ritraeva Anna appoggiata ad un muretto. Accanto a lei un gabbiano la guardava sconcertato. Wake me up when September ends. Giulia passò alla foto sotto. Ritraeva due ragazze. “Qui siamo io ed Herm…prima di sistemarci sotto l’ombrellone…” spiegò. La ragazza salutava verso l’obbiettivo. Indossava una gonna corta viola scuro e una maglietta lilla. Il prefetto invece aveva indosso una gonna di jeans e una canottiera blu. Sistemati sulla piccola scollatura un paio di occhiali da sole. Tutte e due avevano sulle spalle uno zaino. Dietro di loro la spiaggia. Ed un mare sconfinato. In cui si rifletteva il sole mattiniero. “Erano le otto…il sole non era ancora alto nel cielo e le acque brillavano….ci fosse stato anche lei professore le sarebbe piaciuto…” sorrise Giulia. Piton la guardò inarcando un sopracciglio. “Io odio il mare…” commentò soltanto. La ragazza strabuzzò gli occhi. “Non sopporto la sabbia che si infiltra dovunque…e l’acqua gelida già di mattino presto…e tutta quella folla…” elencò arcigno. Giulia rise. “Sembra Anna! Anche lei diceva così…però quando siamo arrivate non ha avuto più da ridire…” osservò. Severus scosse la testa. Like my fathers come to pass seven years has gone so fast. La ragazza voltò pagina. Mostrando altre due foto. Indicò la prima in alto. “Questa è uno spettacolo! Avevamo appena messo giù gli asciugamani e il padre di Anna stava sistemando l’ombrellone…noi ci stavamo svestendo e Herm era vicino a Christian, il fratello di Anna…se lo ricorda?” gli chiese. Piton annuì. Eccome se se lo ricordava. Christian Haliwell, un ragazzo tanto intelligente quando impertinente. Tutto la sorella. “Herm si stava togliendo la canottiera e quando si è girata si è trovata Chris in costume…è quasi svenuta con la bava alla bocca…” rise Giulia. Severus sorrise. La foto mostrava il prefetto sorretto da Anna. E il fratello dietro di loro che gironzolava tranquillo. Wake me up when September ends. La ragazza indicò la foto in basso. “Qui siamo io, Anna e Herm in una foto di gruppo...Anna voleva fare le corna ad Herm ma io gliel’ho impedito…” raccontò fiera Giulia. Severus osservò la foto ed arrossì. Le tre si tenevano a braccetto. Da destra, c’era Hermione. In costume a due pezzi azzurro e blu, con i capelli raccolti in una coda. Al centro, Anna. Costume nero a due pezzi, che le risaltava ancora di più la pelle chiara. Sulla punta del naso i soliti occhiali. Ed infine, a sinistra, lei. Le guance del professore si colorarono di più. Giulia sorrideva con indosso il suo costume viola a fantasia di teschietti bianchi. La pelle esposta al sole. E al collo. La loro collana. Here comes the rain again falling from the stars. La ragazza sorrise un po’ imbarazzata. Non era abituata a mostrare le sue foto in costume. Però. Dopotutto quello era il suo futuro marito. Severus sorrise. Il suo odio per il mare si stava attutendo sempre di più. Giulia girò la pagina. “In questa ci sono mio padre, quello di Anna e di Herm che fanno a gara a chi gonfia prima il materassino…” spiegò, indicando la foto. C’erano tre uomini. Ognuno con qualcosa di diverso in mano. Il primo, che Severus riconobbe come Andrew Haliwell, aveva tra le braccia un materassino nero e azzurro. Due occhi flosci guardavano verso il mare. Era un tipico materassino babbano a forma di ippopotamo. Il secondo uomo, che il professore non aveva mai visto, doveva essere il signor Granger. Aveva in mano un qualcosa di blu, quasi trasparente. E l’ultimo, che Severus identificò come Sebastian Wyspet, cercava di gonfiare un qualcosa come una ciambella fucsia. Piton non ne aveva visti molti dal vero, però sulle riviste estive che i postini babbani persistevano a portargli, cen’erano in grandi quantità di quegli strani oggetti. Una volta ne aveva sfogliata una. Si stava annoiando incredibilmente così aveva deciso di dare un’occhiata. Drenched in my pain again becoming who we are. “Alla fine ha vinto il padre di Herm…dopo che ci hanno gonfiato i materassini, ci siamo messe la crema…si figuri che Anna aveva quella protezione integrale! Sua madre poi…era convinta che sarebbe tornata a casa rosso acceso…ma Anna non voleva sentire storie e si è messa tutta la crema possibile…” raccontò divertita Giulia. Severus annuì curioso. “Siamo entrate in acqua…sa…Anna non sa nuotare molto bene…o meglio, solo quando è costretta…se può evitare di andare dove non tocca è meglio…quindi non ci eravamo spinte tanto in la…io e Herm facevamo le gare di nuoto…però io non sono molto brava…lei invece è una forza! Una volta mi ha raccontato che da piccola ha frequentato un corso di nuoto in una piscina babbana…” spiegò ancora Giulia. Severus sorrise. Non immaginava che Hermione potesse eccellere in altre attitudini oltre la scuola. As my memory rests but never forgets what I lost. “Mentre stavamo tranquille sui materassi è arrivato Christian che ha ribaltato Anna…lei l’ha quasi ucciso…” raccontò la ragazza. Piton rise. “Menomale che la signorina Haliwell ha lasciato i suoi bracciali a casa…altrimenti sarebbe affondata…” commentò maligno. Giulia sorrise. Mostrò la foto in basso.  “Questa è la terzultima…siamo uscite dall’acqua e ci siamo messe sotto l’ombrellone a chiacchierare…abbiamo lasciato il posto con più ombra per Anna…sa…non può stare per tanto sotto al sole…altrimenti le viene mal di testa…fin da quando era piccola…” spiegò. La foto mostrava le tre ragazze. La castana era quella più sotto l’ombrellone. Aveva le gambe incrociate. I capelli ancora bagnati. E a coprirle gli occhi, un paio di occhiali a forma di cuore con le lenti nere ed il contorno rosso. Vicino a lei Hermione, con le gambe ai lati dei fianchi, in una posizione quasi insostenibile da trattenere. I capelli ricci appiattiti dall’acqua. Gli occhiali da sole inforcati. Accanto a lei, Giulia. Le gambe sistemate di lato. Anche lei aveva indosso un paio di occhiali da sole. Lenti piccole e rotonde. Wake me up when September ends. Le successive due foto furono altrettanto buffe. Nella penultima si vedeva Anna mentre teneva sott’acqua la testa del fratello. E nell’ultima, Giulia stava in piedi vicino alla riva. Evitando l’onda facendo dei passi indietro. Severus guardò quella foto ammirato. Sotto al sole. La ragazza era ancora più bella. Giulia chiuse l’album piano. “Le foto del concerto le ho in un libro…sono poche…e poi sono uno dei miei tanti portafortuna…” sorrise. Piton sobbalzò. Svegliandosi dall’incanto che gli aveva procurato quella foto. Giulia se ne accorse. “Professore…vuole una copia di una foto?” gli chiese, timida. Le guance di lui si arrossarono. “No…non ho nessun motivo per volerla…” rimbeccò. La ragazza sorrise divertita. Summer has come and passed the innocent can never last. “Professore…?” lo chiamò Giulia. Poi abbassò lo sguardo. “Si signorina Wyspet?” rispose lui. La ragazza arrossì. “Quando…Eveline sarà abbastanza grande…la porteremo a vedere il mare?” disse piano. Severus sorrise divertito. Allungò una mano e le accarezzò la testa. “Si…se le fa piacere si…però l’avverto…io non gonfio materassini…” precisò. Giulia lo guardò e rise. Poi lo abbracciò forte. “Eveline sarà fortunata…ad avere lei come padre…” sorrise. Il cuore di Severus ebbe un sussulto. Senza accorgersene ricambiò l’abbraccio. Mentre la sua mente gli diceva. Che il vero fortunato era lui. Per aver trovato una ragazza così dolce da tenere al proprio fianco. Wake me up when September ends.
  
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