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Autore: Miss One Direction    27/10/2013    8 recensioni
- No, ragazze, no! Non lo voglio conoscere! - urlai in preda alla disperazione.
- Tu lo conoscerai e basta! - risposero in coro.
- E se poi è un secchione, asociale, con gli occhialoni, i brufoli, i peli e passa le giornate a mangiare schifezze e leggere libri di fantascienza che si capiscono solo loro? - chiesi terrorizzata, rabbrividendo al solo pensiero.
- Tu non stai bene ma non fa niente. Lo conoscerai, vi metterete insieme e vivrete felici e contenti - esclamò Daniela, con aria sognante.
E poi ero io quella che non stava bene...
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- No, ragazzi, no! Non la voglio conoscere! - urlai, preso dalla disperazione.
- Non fa niente, la conoscerai e basta! - urlarono loro a tono.
- E se poi è una racchia con i brufoli, gli occhialoni, asociale oppure una snob con un carattere orribile? - chiesi terrorizzato, schifandomi al solo pensiero.
- No! È bellissima, dolcissima... forse un po' strana, ma perfetta per te quindi, caro il mio Harold Edward Styles, dimostra di avere le palle e conoscila! - alzò la voce Louis, afferrandomi per le spalle.
E poi ero io quello strano...
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TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=RVqNKUOLIAQ
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MANUELA'S POV.

 

Le domande che mi rivolgeva quel ragazzo andavano contro ogni logica, ero più che convinta che se avessi guardato all'interno di quel cranio ci avrei trovato la segatura al posto del cervello. Anzi, era un'offesa verso la segatura e quindi verso gli alberi. Io sono una specie uscita male di hippie, che vi credete? 
Torniamo seri, o meglio cerchiamo di esserlo. Quel ragazzo faceva affaticare il mio povero criceto con ogni frase, riusciva a confondermi anche con una battuta. In realtà non avevo mai sentito una sua barzelletta... questo fa intendere quanto mi desse sui nervi. 
Dopo la mia risposta acida, ma in qualche modo giustificata, ci dirigemmo entrambi verso il vialetto di quella casetta: l'eccitazione, nonostante non vedessi l'ora di rifugiarmi nel letto, non mi aveva ancora abbandonata. Anzi, raddoppiò quando riuscii a distinguere dei bellissimi quod verdi parcheggiati in direzione del capanno sul retro. Sembrava dicessero:"Facci fare un giro. Facci fare un giro." con una sorta di voce stile ipnosi e vi assicuro che li avrei accontentati... peccato che il mio povero corpo non ne avesse la forza. 
Una volta dentro casa mi guardai subito intorno e non ci fu niente di diverso rispetto a quanto mi ero aspettata fino a lì: aveva un arredamento rustico con mobili di legno e un parquet scuro che trasmetteva calore, un design senza pretese; la classica casa in montagna, insomma. Proprio come piaceva a me.
Nonostante il mio spirito pacifista, per modo di dire, cercasse inutilmente di dimenticare "l'abbandono" dei ragazzi, un po' di rabbia repressa mi fece ancora venir voglia di prendere tutti miei amici per i capelli. Dico sul serio. Per questo motivo posai il borsone all'entrata e mi diressi subito verso la cucina; ero convinta fossero lì, era quasi ora di cena in fondo.

- Bene: vedo che vi siete dimenticati di noi, eh? - chiesi sarcastica una volta nella stanza mentre Daniela e Margaret stavano preparando un non so che di fritto.

- Sistah, finalmente! Ce ne avete messo di tempo, eh? - ricambiò la domanda Daniela, guardandomi con un sorrisetto strano.

Se pensavano di cavarsela... oh, si sbagliavano di grosso.

- Preferisco lasciare che la pace interiore mi avvolga, facendo svanire così l'istinto omicida verso di voi. Mi ritiro nella mia dimora, pace e amore. - risposi sbattendo più volte le palpebre per cercare di non dire parolacce e lasciando la stanza tra le loro risatine divertite. Potevo essere strana, me ne rendo conto, ma ehy: quei cretini erano forse normali?

Recuperai il borsone all'ingresso e corsi al piano di sopra: ero più che convinta che le ragazze avessero già organizzato le loro camere, per questo motivo ero decisa a beccare la mia e dormire fino a tempo indeterminato. Il mio stupore non tardò ad arrivare quando notai solo 4 porte: ci saremmo dovuti dividere a coppie, a rigor di logica, ma alla fine non ci feci caso più di tanto.

Harry dormirà sul divano, che problema c'è?

Mi hai rubato le parole di bocca, criceto. Dopo aver controllato quale fosse quella libera, mi ci chiusi dentro e lascii il borsone sul letto per iniziare a sistemarmi: odiavo dover tenere tutto da una parte quando viaggiavo, io dovevo stare comoda. Questa fu anche la motivazione per cui tirai fuori il mio pigiamone arancione e bianco e iniziai a togliermi la maglia: cosa c'è di più comodo di un bel pigiamone ad autunno? Sarebbe andato tutto per il meglio, e io sarei stata avvolta da quella bellissima sensaione di calore, se la porta non si fosse spalancata allìimprovviso facendo comparire Harry davanti a me.

- AAAAAAHHHH! - urlammo entrambi presi da uno spavento.

Se voleva vedermi in reggiseno perché non faceva come tutti gli adolescenti "normali" e mi spiava mentre ero sotto la doccia? No, lui doveva fare il trasgry.

- Tu?! - esclamammo di nuovo in sincronia mentre entrambi i nostri visi diventarono paonazzi.

- Che cazzo ci fai qui?! - chiesi istintivamente, coprendomi il petto con la maglietta che avevo avuto indosso fino a quel momento.

Non volevo vedesse le mie amiche, non ne aveva il diritto.

- Io?! Che cazzo ci fai tu qui! - rispose alzando la voce di nuovo mentre i suoi occhi, purtroppo per me, vagavano senza sosta sulla mia intera figura.

Sbaglio o si era soffermato a guardarmi il reggiseno?

Sai quanto gliene frega del tuo reggiseno? Un accidente! Ti sta fissando le tette, cogliona!

- Sai com'è: questa sarebbe la mia camera! - risposi dopo qualche minuto di imbarazzo, salvandomi col sarcasmo.

- Oh, guarda che caso: è anche la mia. I ragazzi mi hanno detto di venire qui, sei pregata di sloggiare. - esclamò altezzoso posando il suo borsone accanto al mio.

Mi sta prendendo in giro, vero?

- Qui l'unico che deve sloggiare sei tu! -

Non credo che i ragazzi si fossero rincoglioniti tutto di colpo, non così in fretta: non riuscivo ancora a capire come potesse essere accaduto quell'equivoco. Poi improvvisamente mi si accesa la lampadina, dedussi che anche Harry ci fosse arrivato solo in quel momento visto che si girò verso di me con la mia stessa espressione in volto. Vendetta, unica parola presente nella mia testa. 
Dopo aver sbattuto la maglietta sul letto in un momento di pura rabbia, sia io che lo spilungone corremmo al piano di sotto a grandi falcate. Grandi... diciamo che solo le sue lo erano, le mie erano falcatine, per così dire. Ero solo un metro e sessanta, accontentatevi. Una volta raggiunto il salotto mi uscii spontaneo un - Ragazziiiii! - molto acuto. Inutile dire che tutti e 7 mi si presentarono davanti come se fosse appena scoppiato un incendio e vi assicuro che sarebbe scoppiato se non ci avessero dato una spiegazione quanto meno plausibile.

- Che è successo?! - chiese Zayn voltando lo sguardo da me a Harry, fortunatamente non concetrandosi troppo sul fatto che fossi senza maglia.

Una cosa bella del nostro gruppo? Ognuno poteva essere sé stesso con gli altri e anche se avessi visto, per fare un esempio, qualcuno in boxer le ragazze non avrebbero avuto niente in contrario. Eravamo un gruppo unito, tutto qui. Ovviamente questi episodi avvenivano di rado e, ci mancherebbe altro, comunque in circostanze non esagerate.

- Chi è morto?! - aggiunse Mara assumendo la stessa espressione del suo ragazzo.

- Nessuno ma presto sul giornale leggerete un articolo su un omicidio di massa! - sbraitai respirando affannosamente mentre le mie guance stavano raggiungendo un rossore pari a quello di un pomodoro maturo, letteralmente.

- Dio, che spavento. - esclamarono tutti e 7 con una mano sul cuore, sembravano gli attori di una soup-opera.

Peccato che io e lo spilungone accanto a me non avessimo nessuna voglia di scherzare, anzi.

- Sistah, che ci fai in reggiseno?! - mi chiese leggermente accigliata Daniela, dopo un'occhiata perplessa.

- La domanda è: Perché. Io. E. Questa. Abbiamo. Una. Camera. Insieme?! - sbraitò Harry diventando rosso peggio di me, scandendo con precisione ogni singola parola.

Mai avrei pensato che i ragazzi avessero tirato così tanto la corda, ma cosa più importante: era la prima volta che io e quell'egocentrico eravamo d'accordo su qualcosa. Segnatevi questa data, vi conviene.

- Non c'erano più camere e dovete arrangiarvi - rispose tranquilla Margaret alzando le spalle come se fosse la cosa più naturale del mondo.

- State scherzando, vero?! - alzammo la voce io e Harry in sincrionia, di certo non apposta.

- No no, siamo serissimi e dovrete dormire insieme. Mi dispiace: c'est la vie - rispose alzando le spalle Liam con un sorriso.

Peccato che quel suo sorrisino mi fece ribollire di rabbia, anche più di prima.

- Liam, sai dove te lo infilo il francese? - chiesi sarcastica puntandogli un dito contro.

Tutti conoscevano il mio lato manesco: con le ragazze non muovevo un dito, con i ragazzi non mi facevo molti problemi a farlo, anzi. Per questo motivo si scambiarono tutti un'occhiata d'intesa mentre io ero intenta a togliermi una scarpa: vendetta, dolce vendetta.

- Via! - esclamarono tutti correndo in varie direzioni della casa.

Louis aveva commesso il fatidico errore di scappare vicino a me, fesso era e fesso sarebbe rimasto, e io ne approfittai per inseguire lui: con una Converse in mano come arma, in reggiseno, impegnata a lanciargli una seria infinita di parolacce. Come direbbe mia madre:"E quando ce vò, ce vò.".

- è inutile che scappi, Tomlinson! So che dietro a tutto questo ci sei tu! - urlai a un certo punto cercando di colpirlo con la scarpa ma mancandolo per pochissimo.

- Harry, aiutami! - supplicò il mio migliore amico dirigendosi al piano di sopra.

Non essendo riuscita a vedere in quale camera si fosse nascosto iniziai a chiamarlo per il corridoio come quando si parla con i bambini: - Louis? Dove sei, bello di mamma? - 
Percorsi tutto il corridoio con passo felpato prima che una forte presa mi afferrasse per il braccio e mi spingesse all'interno della mia stanza.

Ma che cazz...?

Non appena misi a fuoco la situazione mi resi conto di trovarmi davanti a Harry, mentre reggevo ancora la scarpa in mano e lui sembrava terrorizzato solo al guardarmi. Provavo un certo gusto nel farlo spaventare, era un'arma per non averlo tra i piedi.

- Questa cosa non ti riguarda, fammi uscire! - esclamai cercando di dirigermi di nuovo verso la porta e ci sarei anche riuscita se non mi avesse spinta via con violenza.





 

HARRY'S POV.
 

Quella ragazza mi stava terrorizzando sempre di più: quale essere umano sano di mente farebbe cose del genere? La scarpa, la corsa, il fatto che volesse picchiare il suo migliore amico... manco in un film succedono queste cose. Non so con quale coraggio riuscii a chiuderla nella stanza, e a salvare così il culo a Louis, ma sta di fatto che in quei pochi minuti me ne pentii amaramente: ero chiuso in una stanza con una pazza in reggiseno che non si sarebbe fatta tanti problemi a lanciarmi la scarpa se ce ne fosse stato bisogno. Mossa astuta, Harry. Da vero coglione. 
Più il tempo passava e più mi rendevo conto che la mia fine fosse vicina: la cosa che mi rodeva? Il fatto che avessi paura di una ragazza in reggiseno, lo ammetto. Ogni uomo, ragazzo o bambino che sia deve mantenere una certa dignità personale... io la stavo perdendo a causa di una ragazza con le Converse. Non riuscivo davvero a capire se il fatto di voler picchiare Louis fosse uno scherzo oppure no, fatto sta che mi stavano comunque tremando le gambe dalla paura. Cosa si fa per amicizia? 
Nonostante stessi riflettendo sulla mia imminente fine... ehy, quella ragazza che ancora in reggiseno. Mi costava ammetterlo, altro pezzo di dignità andato in frantumi, ma cazzo se era sexy: trasmetteva una sorta di aggressività che, se fossimo stati in un film erotico, avrebbe di certo fatto eccitare chiunque. Anche il sottoscritto, lo ammetto. Harry, basta pensieri perversi. Stai parlando di Manuela, datti una regolata. 
Nei minuti successivi alla spinta mi preparai psicologicamente a un colpo nelle parti basse o in testa ma alla fine, quando mi decisi ad aprire gli occhi, mi trovai davanti tutt'altro scenario: si stava rimettendo la maglietta, un'epressione leggermente più calma si stava facendo spazio sul suo viso... ma non era arrabbiata? Ho il vago sospetto che sia leggermente bipolare.

- Che stai facendo? - chiesi riprendendo finalmente a respirare, non mi ero nemmeno reso conto di aver trattenuto il respiro.

- Non si vede? Vado a dormire sul divano - rispose chiudendosi la cerniera della felpa e rimettendo quello che aveva cacciato nel borsone.

- Senti - esclamai deciso prendendole il braccio senza farle male, solo per farla girare verso di me - so che non andiamo d'accordo ma non voglio litigare con i ragazzi per questa cavolata. Si tratta di 2 notti, 2 notti e basta! Non possiamo fare un piccolo sforzo? -

Non so nemmeno io da dove mi uscii una domanda del genere, non lo volevo nemmeno sapere: mi interessava solo la serenità dei ragazzi, a costo di dormire per terra pur di farli contenti. Che volete che vi dica: volevo troppo bene ai miei amici. Solo dopo aver cercato una spiegazione alla domanda precedente mi resi conto di stare a pochi centimetri di distanza dal suo viso: non lo avevo mai notato ma il luccichio dei suoi occhi era davvero... wow. Rimanemmo così un po' più del dovuto ma, in tutta sincerità, non mi dava fastidio quella vicinanza.

- Ehm, io... - balbettò prima di sbattere più volte le palpebre e rompere quel contatto visivo.

Avrei voluto dirle:"E no. Riguardami!" ma quel briciolo di parte ragionevole del mio cervello decise di cestinare subito questo pensiero assurdo, scusate il gioco di parole ma... che assurdità.

- Harry, il braccio è mio se permetti. - mi fece notare guardando la mia mano ancorata ancora al suo braccio.

- Eh? Ah. S-sì, scusa - balbettai lasciandola andare una volta per tutte.

Io non balbettavo mai, mai. Perché all'improvviso mi si era impicciata la lingua da sola?

- Senti: prometto che non faccio male a nessuno ma mi faresti uscire, per favore? Devo farmi una doccia - mi chiese guardandomi di traverso.

Non ero molto sicuro che avrebbe fatto come detto ma, sembrandomi sempre di più una pagliacciata, annuii e le aprii la porta per farla uscire. Mentre mi passò davanti con tutto il necessario per la doccia mi ritrovai a fissarle, per la seconda volta, il fondo schiena: avevo visto una sola volta un culo così sodo, quello di Louis. Sembra paradossale ma vi assicuro che non sono mai stato così sincero.
Che serata senza senso...






 

MANUELA'S POV.

 

Quei. Fottutissimi. Occhi. Serve specificare che mi ci ero letteralmente inchiodata? Due occhi così meravigliosi erano sprecati per un carattere di bip come il suo, decisamente. Quando me l'ero ritrovato davanti avevo trattenuto il respiro senza nemmeno accorgermene, ero rimasta paralizzata nel vero senso della parola. Che cosa strana... Per fortuna che mi ero ripresa con la scusa della doccia, se fossi rimasta lì a fissargli gli occhi sarebbe davvero finita male, molto male. 
Non ero il tipo di ragazza da 3 docce al giorno, non significa che non mi lavassi, ma anche per me era un modo per rilassarmi: scacciavo tutti i pensieri mentre quelle goccioline d'acqua mi scorrevano su tutto il corpo e quell'aria calda riempiva l'intero bagno. Era una sorta di anti-stress. 
Dopo 10 minuti buoni mi decisi a uscire a una folata di vapore mi avvolse come in una danza: mi sembrava di stare in uno di quegli spot pubblicitari dei detersivi solo che al posto dei fiori ero circondata da vapore. è un paragone stupido, me ne rendo conto. Dopo aver slegato i capelli dalla coda che avevo tenuto tutto il giorno e che avevo usato per non bagnarli, e dopo essermi infilata il mio tanto amato pigiamone decisi di scendere dagli altri per avvertirli che non avrei cenato, non ne avevo voglia. Scesi le scale con una certa fretta e, esattamente come quando ero arrivata, trovai tutti intorno al tavolo già addossati ai loro piatti: bene, avevano già iniziato. Approfittai del fatto che non mi avessero notata per dirigermi verso il frigorifero ed estrarne il cartone blu del succo all'arancia, successivamente mi attaccai direttamente e iniziai a bere indisturbata.

- Manu, l'educazione dove l'hai lasciata? - mi sgridò Mara con un pizzico di divertimento.

Una volta finito di bere le feci segno di aspettare un secondo e dopo qualche istante mi uscii uno dei rutti più rumorosi della mia vita.

- In culo a Grande Puffo - risposi per poi rimettere il succo in frigo.

- Fai schifo, lasciatelo dire - esclamò Margaret tra lo schifato e il divertito.

- Modestamente io può - risposi facendo il segno delle pace con le dita e avviandomi di nuovo al piano di sopra.

- Manu, la cena! - mi richiamò Louis, volendo di sicuro vedermi ingozzare.

Gli dedicai un bel dito medio da dietro e questo bastò a far scoppiare tutti a ridere: che bella sensazione quando ridevano per merito mio... mi sentivo orgogliosa ogni volta che strappavo un sorriso a qualcuno, sin da piccola. Una volta di nuovo in camera mia mi sistemai sul letto, non sapendo nemmeno io che fare: guardare la tv? Giocare col cellulare? Leggere? Dormire? Quante belle attività... peccato che alla fine scelsi la più bella di tutte: godermi quei momenti con mia nonna tramite la cassetta che mi portavo sempre dietro, guai a chi osava anche solo sfiorarla. Guai.





 

HARRY'S POV.

 

Ci credete se vi dico che non avevo mai visto una femmina fare quelle cose? Maschi ne avevo visti eccome ma femmine mai. Ero rimasto scandalizzato da ciò che avevo appena visto ma mi scappò un sorriso divertito quando sentii quel potente rutto: è imbarazzante da dire ma... io non ero mai riuscito a farne uno così rumoroso. E io sono un maschio.

- Harry, a che pensi? - mi chiese Zayn guardandomi dall'altra parte del tavolo.

- Eh? No, niente - risposi tornando alla realtà e finendo il piatto preparato dalle ragazze.

- Uuuuh... Harry ha quel sorrisino solo quando gli piace una ragazza. Voglio sapere, anzi, pretendo di sapere chi è! - urlò eccitato Louis portandosi dietro tutti gli altri.

A quell'affermazione tornai a tutti gli effetti con i piedi per terra e li guardai confuso: si era bevuti il cervello, forse? Che razza di pensieri assurdi stavano tirando fuori?

- Non guardarci così, lo sappiamo che c'è qualcuna che ha fatto breccia nel tuo cuore - mi prese in giro Niall rivolgendomi un occhiolino strano.

Mi venne da ridere per quel tentativo di occhiolino ma scossi la testa come prima, non volevo pensassero cose completamente inventate.

- Ragazzi, non ho idea di cosa state parlando e devo dire che mi state mettendo paura - confessai ingoiando l'ultimo pezzo di carne.

Il discorso, per fortuna, finì lì e qualche minuto dopo augurai la buonanotte a tutti: erano solo le 9 e mezza ma avevo comunque una voglia pazzesca di un materasso, i miei muscoli stavano chiedendo pietà nel vero senso della supplica. Mi sorse un dubbio solo quando mi trovai davanti alla porta della mia camera: sapendo che ci fosse Manuela all'interno, avrei dovuto forse bussare? Puff, che domanda inutile.
Spalancai la porta abbandonando quella domanda cretina ma rimasi sconvolto quando mi trovai davanti la scena più strana che avessi mai visto: una come quella pazza sclerata non me la sarei mai immaginata triste, tanto meno che piangesse. Eppure era lì, seduta a gambe incrociate sul letto, il cuscino stretto tra le braccia stile peluche, la tv accesa e gli occhi pieni di lacrime. Non so bene spiegare cosa stessi provando davanti a quella vista ma all'improvviso tutta l'antipatia nei suoi confronti passò in secondo piano: volevo solo sapere cosa le fosse preso.

- Ehi, che succede? - chiesi raggiungendola e sedendomi sul letto accanto a lei.

Sinceramente non avrei mai immaginato che mi sarei trovato lì a consolarla ma in fondo anch'io avevo un cuore; in più, per quanto mi costasse ammettere, era davvero orribile veder piangere una ragazza come lei. 
Non si sarebbe nemmeno resa conto della mia presenza se non le avessi fatto quella domanda, lo capii dal fatto che non appena finii di parlare mi guardò terrorizzata per poi dirigersi subito verso il video registratore ed estrarne una cassetta, il tutto con la maglia del pigiama usata stile fazzoletto per asciugarsi gli occhi e le guance.

- Che cazzo vuoi? - mi chiese girandosi verso di me e continuando ad asciugarsi.

- Perché piangi? - le chiesi ignorando la sua domanda.

- Non sono cazzi tuoi. - rispose a tono rimettendo la cassetta nel borsone.

- Non è normale vedere una ragazza piangere all'improvviso: deve essere successo qualcosa o a quest'ora staresti ancora ridendo - le feci notare con le sopracciglia alzate.

Quando si girò completamente verso di me potei notare i suoi occhi, le guance e persino il naso completamente rossi. Una vista che mai nessuno dovrebbe vedere, non lo auguro a nessuno.

- Te l'ho già detto: devi farti i cazzi tuoi. E se ti azzardi a dire alle ragazze o a Louis che stavo piangendo te la farò pagare cara. - mi minacciò puntandomi un dito contro e avvicinandosi.

Amavo falla innervosire, era diventato il mio hobby personale.

- Perché non dovrei dirglielo? - chiesi incrociando le braccia al petto.

- Ti conviene se vuoi rivedere il tuo amichetto domani mattina. - rispose assumendo la mia stessa posizione.

Eravamo nella stessa posizione di un'ora prima: tutti e due in piedi, uno di fronte l'altra, a guardarci negli occhi. Se al posto suo ci fosse stata un'altra ragazza ero più che sicuro che quella serata si sarebbe conclusa con un bacio. La cosa che mi preoccupò di più fu il fatto che la mia mente stesse elaborando un'immagine di me e Manuela impegnati in un bacio e la cosa non mi stesse dando nessun fastidio o schifo. 
Avete presente nei cartoni animati quando i personaggi hanno un angelo e un diavolo sulle spalle che li condiziona? Ecco, io mi stavo sentendo proprio così. L'angelo mi stava dicendo: "Harry, prova a darle una possibilità. Guarda com'è indifesa! L'hai vista anche piangere e si vede lontano un miglio che si sente molto sola! Magari, conoscendola, andrete addirittura d'accordo. Ognuno merita una possibilità." Il diavoletto invece stava riattaccando: "Harry, non ascoltarlo. Guardala: anche se è una ragazza stupenda e ti attrae, non è affatto per te! Ha un carattere schifoso e tu la odi. Non darle una possibilità o ne approfitterà e soffrirai esattamente come hai fatto per Taylor. Vuoi questo, Harry? Vuoi sentirti solo, stupido, tradito e tutte le altre cose che hai provato per Taylor? So che non vuoi e per questo ti dico: lasciala perdere.".
... Posso chiedere l'aiuto del pubblico?







 

MANUELA'S POV.



Mi aveva appena vista piangere e lì mi resi conto di essere davvero nella merda: se avesse detto qualcosa a Louis o alle ragazze avrei potuto prendere tutto e scappare in Wyoming ad allevare cavalli. Perché? Perché le ragazze non sapevano dell'esistenza di quella cassetta e non dovevano saperlo o, pur di non vedermi piangere, me l'avrebbero come minimo bruciata. So cosa state pensando: "Che stupidaggine! Potevi tranquillamente nasconderla!". Ecco, vi rispondo che non fosse così per il semplice ma efficace motivo che le ragazze, quando volevano qualcosa e dovevano cercarla, si trasformavano magicamente in cani da caccia.: frugavano ogni angolo della casa e anche se l'avessi nascosta sul tetto l'avrebbero trovata, di sicuro. 
Harry era davanti a me (o forse sopra di me, visto che era 20 cm più alto e per guardarlo dovevo alzare la testa) e continuava a non rispondere, occhi inchiodati a quelli dell'altro/a. In circostanze diverse avrei potuto anche baciare senza pensarci qualsiasi altro ragazzo al posto suo ma, la cosa più irritante e assurda, era che, per quanto mi costasse ammetterlo, il fatto che la mia mente stesse elaborando un'immagine di me e Harry impegnati in un bacio e la cosa non mi stesse dando nessun fastidio o schifo. Diamine. 
Avete presente nei cartoni animati quando i personaggi hanno un angelo e un diavolo sulle spalle che li condiziona? Ecco, io mi stavo sentendo proprio così. L'angelo mi stava dicendo: "Manuela cara, tu non odi Harry: pensi di odiarlo ma non lo odi. Questo perché lo paragoni a quello stupido di Nick ma non devi, non tutti i ragazzi sono stupidi. Dagli una possibilità, magari andrete anche d'accordo.". Allo stesso tempo il diavoletto stava contrattaccando: "Manuela, non è così! Tu odi Harry. Hai visto che stronzo che è? Ti ha risposto male senza nemmeno conoscerti, ti ha spinta e non ti ha nemmeno aiutata o chiesto scusa, si comporta come se fosse un ragazzo meraviglioso in tutti i sensi e tu odi i tipi così, è un puttaniere, si vede lontano un miglio, ed entrambi sappiamo che vuole solo portarti a letto. Quindi sai cosa fare". Il diavoletto però su una cosa aveva torto: il mio cervello era più indeciso di Niall in un supermercato. 
Erano passati 10 minuti, credo, visto che nessuno dei 2 spiccicava parola e, finalmente, dopo quella "pacifica" chiacchierata con il mio criceto al posto del cervello tornai alla realtà.

- Ciccio friz, sta per iniziare la maratona dei Puffi. Non ho intenzione di permerdermela quindi, a meno che tu non voglia più avere bisogno del barbiere, ti consiglio di parlare. - esclamai a voce alta per farlo risvegliare.

- Non riesco a capire perché non dovrei dirlo agli altri, ti ho già aiutata 2 volte - mi rispose alzando le spalle, con quel fare altezzoso che proprio non riuscivo a sopportare.

- Sai contare fino a 2? Che soddisfazione immensa, tua madre sarà molto fiera di te! - lo presi in giro con un mini applauso.

Lo stavo trattando come un bambino e... no, è un insulto verso quelle povere creature e io amo i bambini.

- E va bene, ti aiuterò ma non perché lo voglia: lo faccio solo perché prima o poi questi favori dovrai ricambiarli - rispose assumendo la mia stessa posizione.

- Certo, vai convinto che arrivi lontano. - conclusi alzando i pollici per poi buttarmi sul letto.

Riaccesi la tv ma, proprio durante la sigla, Harry prese il telecomando e spense l'apparecchio di nuovo. Dovetti sbattere le palpebre più volte per mettere a fuoco ciò che avesse fatto.

- Brutto stronzo, ridammi il telecomando! Voglio sapere come scappano i Puffi da Gargamella! - mi lamentai mettendomi in ginocchio sul letto.

- No no, bambina cattiva. è tardi ed è ora di andare a dormire. - mi richiamò scherzosamente come una padre fa con la propria figlia.

- Non mi rompere i coglioni e dammi il telecomando, stronzo! - risposi perdendo tutta la calma che avevo acquistato fino a quel momento.

La situazione, un po' irritante, mi sembrò allo stesso tempo abbastanza divertente: sembravamo bambini dell'asilo. In più non avrei mai pensato che Harry potesse scherzare: mi era sempre sembrato uno stronzo che non sapesse nemmeno ridere, figuriamoci scherzare.

- Manuela! Da dove vengono queste brutte parole? - mi rimproverò sollevando il braccio in aria.

Già uno di fronte all'altra mi sovrastava tantissimo, se alzava anche il braccio avrei solo potuto prendere la scala per recuperare il telecomando. 
A meno che... 
Iniziai a fargli il solletico sotto l'ascella e, esattamente come avevo previsto, si piegò velocemente su sé stesso mentre la stanza veniva inondata dalle risate di entrambi: era una sensazione piacevole in fondo, quel sorriso poi era a dir poco meraviglioso. Continuai a fargli il solletico senza nemmeno accorgermene e finimmo entrambi sul letto continuando a ridere, possibile che sotto sotto fosse pure simpatico? Fino ad allora mi era sempre sembrato una specie di miraggio.







 

HARRY'S POV.

 

Non avrei mai pensato che quella ragazza si potesse dimostrare così: l'avevo sempre inquadrata in modo diverso, una specie di pazzoide cresciuta troppo lentamente. In quell'occasione, invece, si era dimostrata addirittura simpatica. Solo i ragazzi erano riusciti a farmi ridere così tanto, nessun altro ci era riuscito dalla mia rottura con Taylor... In più mi stavo sentendo, in un certo senso, fiero di me stesso: in fondo l'avevo fatta ridere a mia volta. Non mi piaceva vedere la gente piangere, non faceva parte del mio carattere: se vedevo qualcuno piangere dovevo aiutarlo/a, ero fatto così. Inoltre scommetto che i ragazzi sarebbe stati entusiasti: avevano cercato per tutto quel tempo di farci conoscere (e farci andare d'accordo) quindi se avessero assistito a quella scena ne sarebbe rimasti contenti, poco ma sicuro.
Dopo averle bloccato i polsi, non facendocela più di tutto quel solletico, ribaltai la situazione e iniziai a farla ridere: aveva un sorriso bellissimo... Continuando a pizzicarle sia i fianchi che la pancia, alla fine iniziai a ridere con lei fin quando non la sentii implorare:"Ti prego, basta! Non respiro!". Fu lì che decisi di darle tregua, rimandendo comunque sopra di lei per riprendere fiato dalle troppe risate; possibile che fossimo passati dal quasi prenderci per i capelli al ridere come fossimo amici di vecchia data? Quella ragazza era davvero piena di sorprese, fottutamente bella, con un sorriso fottutamente perfetto... già, e io stavo sparando cazzate dopo cazzate in un modo fottutamente ridicolo. 
Ero così preso da tutti quei pensieri stupidi che mi dimenticai persino della posizione in cui stavamo: non è molto decente stare sopra una ragazza (che tra l'altro non è neanche mia amica), sul letto... l'ho imparato per esperienza che non è una buona idea. Sembrò capirlo anche lei, viste le sue guance completamente rosse e la sua espressione imbarazzata e ci misi qualche minuto prima che un "Ehm..." da parte di entrambi mi facesse alzare completamente. 
Decisi di rifugiarmi in bagno, per evitare altre figuracce, e lì iniziai un po' a riflettere: e se l'angioletto avesse ragione? Se Manuela meritava davvero una possibilità? In fondo l'avevo giudicata senza nemmeno conoscerla bene, mi ero comportato un po' da idiota. Avevamo tutta la sera davanti, avremmo potuto conoscerci meglio e, per quanto il mio orgoglio non volesse ammetterlo, non mi sarebbe dispiaciuto conoscerla un po' di più: mi sembrava una ragazza piena di sorprese, pronta a fare cose incredibilmente inaspettate da un momento all'altro e questo mi incuriosiva. Sarebbe andato tutto secondo i miei piani se, al ritorno in camera, non l'avessi trovata addormentata. 
Stringeva forte un cuscino, come a voler abbracciare qualcuno, mentre il suo pigiamone arancione con i cagnolini bianchi, fin troppo grande per lei, la avvolgeva appena. Mi resi conto di aver sonno anch'io quando iniziai a sbadigliare senza sosta, motivo per cui decisi di sistemarmi accanto a lei per dormire un po'. Non so bene come mi spinse a farlo, ma all'improvviso pensai che potesse stare scomoda se avesse continuato ad abbracciare quel cuscino... Sapevo quanto era stanca, riuscendo a capirla benissimo, e per questo motivo le sfilai dolcemente l'oggetto tra le braccia prima che lo sostituisse a me. Scommetto che la mia espressione in quel momento fu di stupore assoluto, ma con il passare dei minuti mi accorsi di non provare nessun tipo di fastidio per quella stretta così ingenua. Con quel pensiero tranquillo crollai in un sonno profondo anch'io, abbracciato a quella che sarebbe dovuta essere la mia più acerrima nemica.




        
                     


                                                                       
 She's so fucking perfect... 




 
   
 
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