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Autore: ladyvampiretta    28/10/2013    7 recensioni
Layla è destinata a morire tragicamente, così hanno deciso gli angeli. Castiel, però, ignaro di tutto, le salva la vita. I loro destini si incroceranno in un turbinio di amore e morte che li porterà ad attraversare l'Inferno e il Paradiso per sfuggire alla sorte avversa.
[Dalla storia]
"« Devo tenerti d'occhio... » continuò « ... corri un grave pericolo »
Rimasi colpita « Eh? Quale pericolo? » sbottai.
Castiel rimase impassibile « Ti vogliono morta »
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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UN ANGELO IN MIO SOCCORSO

 

 

Quando mi svegliai, mi sentii stranamente felice. Ma non appena aprii gli occhi, venni assalita dai dubbi. Era stato tutto un sogno? Non avevo mai rischiato di morire e non ero mai stata salvata da un ragazzo misterioso?

La risposta era ovvia.

No.

Altrimenti non mi sarei risvegliata nel mio letto.

"Eppure mi era sembrato tutto così reale" mi rattristai.

Il tocco del ragazzo era stato dolce e deciso. Lo sentivo ancora sulla pelle.

Nel sogno ero stata molto espansiva e lui mi era sembrato turbato.

Era strano aver sognato qualcuno e ricordarne tutti i dettagli.

Il mio stomaco brontolò.

Sbuffando, decisi che era ora di mangiare. Ero rimasta troppe ore a letto.

Quando, però, aprii il frigorifero, lo trovai vuoto.

"Devo fare la spesa!" pensai sconsolata.

Passai davanti allo specchio, ma fui costretta a fare marcia indietro.

"Sono andata a letto vestita così?"

Indossavo gli shorts e la canotta, come se fossi andata a dormire dopo la corsa. E io non andavo mai a dormire in quel modo.

Mi portai le mani alla bocca.

"Allora è successo davvero?"

Mi serviva una conferma. Senza pensarci due volte, afferrai la borsa e uscii di casa. Cercai di percorrere la strada che portava al parco e quello che vidi mi lasciò allibita.

C'era la polizia a Close Avenue, circondata da un manipolo di gente che si teneva a distanza.

"No, non può essere..." mi feci largo tra la folla, finché non ebbi la visuale libera.

I resti di una macchina ingombravano la strada. Mi sporsi ancora di più e sentii una donna piangere. Sul muro della palazzina era presente un enorme foro che lasciava intravedere una cucina all'interno.

« Ma cos'è successo?! » domandò in preda al panico una donna accanto a me.

« C'è stato un incidente » rispose un uomo « .. e una macchina si è schiantata contro quel palazzo » continuò, indicando il foro.

"Proprio come nel mio sogno" pensai, strabuzzando gli occhi.

"No, deve essere una coincidenza..."

Mi voltai verso l'uomo « Per caso c'è stata anche un'altra macchina coinvolta nell'incidente? » domandai, mordendomi il labbro.

Lui annuì « Sì, un'altra macchina ha preso in pieno la prima e si è schiantata contro un albero... »

Mi tremarono le gambe.

"Allora è tutto vero!"

Corsi a casa senza neanche voltarmi a ringraziare l'uomo. Appena superata la soglia, mi sedetti sul letto e mi strinsi le gambe al petto. Cominciai ad oscillare, avanti e indietro.

"E' tutto vero..."

Mi ritornò subito in mente il mio salvatore. Ma chi era?

Era apparso nel nulla e nel nulla era sparito.

Cominciai a stropicciarmi il viso, nel vano tentativo di ricordare qualcosa. L'immagine e la sua voce erano ben stampati nella mia mente, ma non mi aveva detto il suo nome.

Venni improvvisamente pervasa da un senso di vuoto.

Avevo bisogno di lui, delle sue spiegazioni. Il problema era che non sapevo niente di lui. Non avevo né un nome, né un indizio...niente di niente.

Il brontolio del mio stomaco mi ricordò che non avevo ancora mangiato nulla.

Digrignando i denti, afferrai nuovamente la borsa e feci per uscire.

Aprii la porta sovrappensiero e mi scontrai contro qualcosa... o qualcuno.

« Ahi! »

Caddi all'indietro e mi preparai mentalmente all'impatto.

Impatto che non avvenne mai.

Delle mani forti e salde mi afferrarono, impedendomi di urtare contro il pavimento. Incuriosita, alzai lo sguardo sul mio salvatore.

I miei occhi incrociarono due splendide iridi blu cobalto.

Rimasi qualche istante in contemplazione mentre il ragazzo, che mi aveva salvato per la terza volta, mi teneva le mani.

« Sei un pericolo ambulante per te stessa » borbottò, mentre con uno strattone mi rimetteva in piedi.

Lo ringraziai ma non staccai gli occhi dai suoi. Sapevo che non fosse una cosa educata da fare, ma erano quanto di più spettacolare avessi mai visto.

« Dove stavi andando? ». La sua domanda suonò come un rimprovero.

Ripresi mestamente il controllo delle mie facoltà mentali e gli indicai la borsa.

« Devo fare la spesa... il frigo è vuoto » gli spiegai, anche se quella risposta mi era affiorata alle labbra senza che potessi fare nulla per fermarla. Dopotutto era uno sconosciuto.

Lui si fece di lato per farmi uscire e io mi chiusi la porta alle spalle. Era implicito che volesse accompagnarmi.

Cominciammo a camminare l'uno affianco all'altra.

In realtà la figura che mi era accanto mi incuteva un po' di soggezione.

"Ok, devo chiederglielo!"

Feci un bel respiro e sfoderai uno dei miei sorrisi migliori. Mi fermai e mi girai a guardarlo.

« Comunque, io sono Layla » e così dicendo, gli porsi la mano.

Il ragazzo inclinò leggermente la testa.

« Sono Castiel » disse, fermandosi a sua volta.

"Castiel? Che nome strano"

Lasciai cadere la mia mano.

"Wow, quanta cordialità"

« Non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato la vita... » mi morsi il labbro, non sapendo come continuare « ... beh, grazie! »

Castiel annuì debolmente.

Rimanemmo a guardarci per qualche secondo, mentre cominciavo a sentirmi leggermente in imbarazzo.

« Ehm... »
Senza aggiungere altro, ripresi a camminare verso il supermercato, mentre Castiel mi seguiva come un'ombra.

Entrammo nel supermercato e corsi a prendere un carrello.

Mentre passavamo accanto agli scaffali stracolmi di vivande, lo vidi scrutare con interesse le scatole variopinte dei gelati.

Sembrava così fuori luogo...

« Castiel, hai mai fatto la spesa? » domandai, incerta.

Lui sembrò destarsi e mise nel carrello una scatola con dei cornetti gelato.

Lo guardai incuriosita.

Sospirai.

"Almeno un gelato glielo devo..."

Lasciai un attimo la presa sul carrello per prendere della frutta.

Castiel si sporse e, senza dire una parola, mi aiutò.

« Sei un tipo molto chiacchierone... » ironizzai ridacchiando.

Il ragazzo fece un mezzo sorriso.

« Per me questo è tutto nuovo... » e così dicendo, posò le mele nel carrello.

Cominciò a spingerlo fino all'uscita.

Notai che le cassiere lo stavano fulminando con lo sguardo, mentre chiamavano discretamente la sicurezza. Prima che raggiungesse le porte, corsi a riprenderlo.

« Ma che fai? Dobbiamo pagare! »

"Ma da dove viene questo tipo?"

Castiel mi fissò negli occhi prima di tornare indietro con tutta la spesa.

Mi scusai con la cassiera che ci aveva appena guardato malissimo.

Dopo poco, uscimmo dal negozio.

Castiel si era offerto di portarmi le buste della spesa fino a casa, ma poco prima di raggiungere il portone, si bloccò.

Si guardò intorno come se qualcuno lo avesse chiamato.

« Scusa, ma devo andare... » disse atono, poggiando le buste a terra.

Annuì, ma prima che gli dicessi "grazie" era sparito.

Avevo sentito un familiare sbattito d'ali e dopo mezzo secondo non c'era più.

Sgranai gli occhi.

"Dov'è finito?"

Si era praticamente dileguato nel nulla.

Mi guardai intorno a mia volta. Avevo appena avuto il tempo di sbattere le palpebre che già non c'era più.

« Ok, devo avere un po' di sonno arretrato, sto impazzendo » sussurrai a me stessa.

Mi stropicciai gli occhi.

Possibile che stessi avendo delle allucinazioni?

« Magari è molto veloce a correre » continuai, mentre prendevo le buste dal posto in cui Castiel le aveva lasciate e raggiungevo il portone.

Le posai nuovamente a terra, mentre cercavo le chiavi nella borsa.

Era strapiena, quindi ci misi un po' per trovarle. Inoltre era calata la sera, ma per fortuna i pali della luce fornivano una discreta illuminazione.

Esultai mentalmente quando le sfiorai con le dita.

Mentre le tiravo fuori, sentii un movimento alle mie spalle. Mi voltai verso la strada, e notai che c'era una figura alta che guardava nella mia direzione. Per un attimo, sperai fosse tornato Castiel, ma la sagoma non era la sua.

Venni percorsa da un brivido di paura mentre la figura mi si avvicinava.

« Serve una mano? » domandò. Nel tono della voce avvertii una certa malizia.

« No, no, grazie... sono apposto » risposi, mentre la paura cominciava ad invadermi.

Prima che riuscissi ad inserire le chiavi nella toppa, me lo ritrovai vicino... troppo vicino.

Mi si avvicinò e mi sollevò il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.

Sgranai gli occhi. Volevo urlare, scappare, ma il mio corpo era come paralizzato.

Quando incrociai il suo sguardo, le sue iridi scomparvero, mentre tutta la pupilla assumeva un colore scuro, nero come la pece.

« Preparo la cena, se vuoi » sorrise « Ma la mia cena sei tu »

Gli occhi mi si ridussero a due fessure per la paura.

Venni percorsa da una scarica di adrenalina e non so come riuscii a spingerlo via da me. Si spostò solo di un paio di centimentri.

Lo sconosciuto ridacchiò e alla sua risata se ne aggiunsero altre.

Sopra di noi, il cielo cominciò a tuonare.

Mi guardai intorno. C'erano almeno altri quattro individui dagli occhi strani che mi si stavano avvicinando.

Il cuore cominciò a battere forte dalla paura, facendomi male.

Il respiro divenne irregolare mentre in quel giorno mi trovavo per la terza volta davanti alla morte.

Feci un passo indietro e finii con le spalle contro il portone di casa.

Dovevo cercare aiuto.

Dovevo gridare.

Gli uomini mi si avvicinarono ancora di più.

"E' la fine" pensai mentre raccoglievo tutte le forze rimaste per gridare.

« CASTIEL! » chiusi gli occhi e urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni. Non sapevo perché avessi chiamato proprio quel nome. Forse era stata la paura, forse il desiderio di essere salvata ancora.

In una frazione di secondo, capiii che avevo sbagliato. Castiel era andato via diverso tempo prima... non mi avrebbe mai potuta sentire.

Gli sconosciuti rimasero un attimo sorpresi quanto me del nome che uscì dalle mie labbra. Poco dopo, scoppiarono in una sonora risata.

« Castiel? L'angioletto? » mi chiese il primo tizio, quello che mi aveva afferrato il mento. Rise ancora più forte.

"Angioletto?" in preda al panico, non riuscivo a dare un senso alle parole del mio aggressore.

« Il tuo angioletto non è qui, tesoro » aggiunse un altro e, con un balzo, colmò la distanza che c'era tra noi.

Chiusi gli occhi e mi rannicchiai su me stessa.

Era giunta la mia ora.

Non avevo alcuno scampo.

Improvvisamente, un urlo raggiunse le mie orecchie. Abbandonai di poco la mia posizione difensiva per vedere uno dei miei aggressori contorcersi dal dolore e cadere a terra.

Il cuore riprese a battere forte.

Tutte le figure che mi erano intorno si voltarono e colsi nei loro sguardi lo sgomento.

Mi sporsi giusto un po'. Vidi una figura alta e statuaria venire verso di me con passo svelto.

Sembrava anche molto arrabbiato.

Sulle mie labbra emerse un sorriso. Avevo riconosciuto la figura venuta in mio soccorso.

Castiel.

Con passo pesante e con lo sguardo omicida, mi fu accanto in poche falcate.

Mi si parò davanti.

Il primo aggressore fece un balzo indietro, preoccupato.

« Angioletto, sparisci, prima che ti facciamo la festa! » sputò tra i denti.

« Andate via » fu l'ordine di Castiel.

Gli aggressori rimasti ridacchiarono e si fecero più vicini.

Cominciai a tremare.

Temevo più per lui che per me.

Erano quattro contro uno. Non aveva speranze.

Castiel, però, non sembrava preoccupato.

Con un movimento rapido e deciso, si alzò le maniche dell'impermeabile e premette i palmi delle mani contro le fronti degli uomini dagli occhi strani.

Questi vennero colti alla sprovvista. I corpi degli individui toccati da Castiel sembrarono attraversati da una luce intensa prima di contorcersi e cadere a terra.

"Il mio sogno..." pensai, mentre osservavo esterrefatta la scena.

Era come vedere un deja-vu. Avevo già visto Castiel fare una cosa del genere, ma ero sicura che fosse solo un sogno.

Castiel gettò un'occhiata alle altre due figure poco distanti.

Gli uomini sgranarono gli occhi dalla paura.

Poi accadde una cosa che non mi sarei mai sognata di vedere.

Le due figue alzarono la testa al cielo e spalancarono la bocca. Da loro, fluì fuori un denso fumo nero che si levò fino al cielo, prima di virare in diverse direzioni.

Quando tutto il fumò abbandonò il corpo degli uomini, questi rovinarono a terra, come bambole di pezza.

« Co... cosa... » non riuscivo neanche a formulare una domanda coerente. Non sapevo neanche io cosa avessi visto.

« Demoni »

Castiel strinse i pugni e digrignò i denti.

"Demoni? Che significa?" pensai, ma le parole non mi uscirono. Ero troppo scossa.

Aggiunse qualcosa che non compresi, prima di rivolgersi a me.

Si inginocchiò accanto a me e mi guardò, preoccupato.

Solo in quel momento mi resi conto che ero scivolata a terra.

Lo guardai confusa.

« Stai bene? » mi domandò, scrutanto il mio corpo, in cerca di ferite.

E poi scoppiai in un pianto a dirotto senza freni, come un fiume in piena.

Castiel sospirò e colmò la distanza tra di noi prendendomi in braccio con una naturalezza spiazzante, mentre io mi aggrappavo a lui.

Non so come, sollevò anche la spesa. Sentii un'altra volta lo sbattito d'ali e ci ritrovammo entrambi nel mio salotto.

Smisi di piangere all'istante.

Nella casa regnava l'oscurità. La poca luce filtrava dai lampioni della strada. Riuscivo, però, a vedere perfettamente i lineamenti del ragazzo che mi era davanti.

Castiel mi fece tornare con i piedi per terra e mi fissò negli occhi.

« Chi sei tu? » La domanda mi sorse spontanea.

« Castiel »

Lo scrutai con più attenzione.

« Sì, questo me lo hai già detto, ma cosa sei? » domandai a bruciapelo.

Dovevo sapere la verità. Qualsiasi cosa fosse, non era umano.

Castiel rimase immobile come una statua.

« Sono un angelo del Signore » disse, lasciando fluttuare la notizia nell'aria.

Subito dopo aver pronunciato quelle parole, un fulmine cadde poco distante da casa e la luce illuminò per un paio di secondi la stanza.

Ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta.

Sulla parete dietro di lui, venne proiettata l'immagine di Castiel, dalla cui schiena si dispiegarono due enormi ali scure sotto i miei occhi. L'ampiezza era tale da occupare tutta la parete.

Sgranai gli occhi quando le vidi. Non potevo crederci.

Erano vere ali quelle che avevo visto.

Era davvero un angelo.

Ci fissammo per quella che mi sembrò un'eternità. Era magnetico, austero... magnifico come un'opera d'arte.

« Devo tenerti d'occhio... » continuò « ... corri un grave pericolo »

Rimasi colpita « Eh? Quale pericolo? » sbottai.

Castiel rimase impassibile « Ti vogliono morta »

Ancora una volta, le sue parole parvero rimanere sospese a mezz'aria.

« Perché? Non ho fatto niente! » dissi dopo qualche secondo, sbarrando gli occhi.

Chi poteva odiarmi tanto da volermi uccidere? Non avevo mai fatto del male a qualcuno.

« Per colpa mia » disse e mi guardò con uno sguardo che mi sembrò di pietà « Gli angeli credono che tu sia un pericolo » prese fiato « Ti ho salvata da loro e dai demoni... non avrei dovuto farlo » e si passò una mano tra i capelli, in difficoltà.

« Ma... perché dovrei essere una minaccia? » domandai, mentre cominciavo ad avvertire nuovamente la pelle d'oca.

Castiel scosse la testa « Non lo so, ma ho deciso di proteggerti fino a quando non lo scoprirò »

Istintivamente sorrisi delle sue parole.

Mi avrebbe protetta, mi bastava sentirglielo dire per stare un po' meglio.

« Ma così andrai contro gli altri angeli... contro il Paradiso? » domandai in modo retorico. Non ero mai stata attenta alla religione, ma se esistevano gli angeli, allora anche il Paradiso era reale.

Sentii le gambe che cominciavano a tremare. Mi avvicinai al letto e mi ci sedetti a gambe incrociate, sempre senza staccare gli occhi dall'angelo.

« Se necessario... »

Mi morsi il labbro. Ero incerta.

Mi avrebbe protetta andando contro tutti e tutto.

Non riuscivo a crederci.

« Io... una minaccia? Bah... » fa la sola cosa che riuscii a dire. Sembrava una uscita ironica. In realtà, ero terrorizzata e a stento riuscii a impedirmi di tremare. Castiel fece una mezza risata e mi si avvicinò.

Fu a pochi centimentri da me, in modo da avere gli occhi proprio davanti ai suoi. Il mio cuore partì all'impazzata nel vedermelo così vicino.

Avvampai immediatamente di rossore.

« Che c'è? » bofonchiai.

Castiel inclinò la testa e studiò il mio cambio di espressione.

Si inginocchiò per stare più comodo. L'impermeabile strusciò per terra.

« Voi umani siete così... strani... mi piaci » e mi osservò come si contempla una scultura.

Ovviamente avevo capito che la sua non era una confessione amorosa nei miei confronti, ma un semplice apprezzamento dell'essere umano in generale. Quella consapevolezza non mi impedì di sentirmi lusingata. Sorrisi senza accorgermene.

« Ma... conosci altri umani? » domandai, incerta.

Castiel sorrise raggiante.

« Sì, due ragazzi, si chiamano Sam e Dean... sono la mia famiglia » rispose fiero.

Il suo sorriso fu tale che fui costretta a sorridere di rimando.

« Sono un po' stanca » disse, distendendomi sul letto. Non avevo neanche la forza di mettermi il pigiama.

« Va bene... dormi » e mi sfiorò la fronte con l'indice e il medio della mano destra.

L'oscurità mi sovrastò e non potei far altro che abbandonarmi ad essa.

 

 

 

Angolo dell'autrice

Ciao a tutti!

Per prima cosa, vi ringrazio per aver letto questo capitolo. Grazie davvero a chi ha recensito ( Nerea_V, Blooming e Concy_93_), chi ha messo la storia nelle seguite ( Nerea_V, Blooming, Concy_93_, Em_Cla e Vodia) e Tatuata Bella che l'ha messa nelle ricordate. Grazie per avermi dedicato del tempo ♥

Spero vivamente di non deludere le vostre aspettative con questa storia. Fatemi sapere se anche questo capitolo vi è piaciuto con una piccola recensione. Grazie in anticipo per chi lo farà :)

Nel prossimo capitolo ci saranno due speciali "guest star", Dean & Sam Winchester! Non vedo l'ora di far entrare questi due personaggi nella storia.

Stay tuned!

Un abbraccio,

Ladyvampiretta

 

  
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