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Autore: ladyvampiretta    22/10/2013    7 recensioni
Layla è destinata a morire tragicamente, così hanno deciso gli angeli. Castiel, però, ignaro di tutto, le salva la vita. I loro destini si incroceranno in un turbinio di amore e morte che li porterà ad attraversare l'Inferno e il Paradiso per sfuggire alla sorte avversa.
[Dalla storia]
"« Devo tenerti d'occhio... » continuò « ... corri un grave pericolo »
Rimasi colpita « Eh? Quale pericolo? » sbottai.
Castiel rimase impassibile « Ti vogliono morta »
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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UNA VITA DA SALVARE

 



Quella mattina mi svegliai presto. Non avevo mai avuto il sonno pesante, quindi non mi sorpresi quando venni svegliata dal cinguettio degli uccellini fuori dalla mia finesta.

 

Sbuffando per il modo in cui ero stata buttata giù dal letto, mi rintanai nella doccia. Il getto d'acqua calda risollevò immediatamente il mio umore, nero già di prima mattina.

Indossai un paio di shorts e una canotta. Avevo deciso di andare a correre, come ogni mattina. Passai davanti allo specchio. Una ragazza alta, slanciata, dagli occhi verdi e dei capelli lunghi, mossi e castani mi guardò di rimando. Indossava pantaloncini blu elettrico e un top nero. Sorrisi al mio riflesso mentre mi legavo i capelli in una morbida coda di cavallo. Andare tutti i giorni a correre aveva dato i suoi frutti e avevo perso quei chili di troppo che mi facevano sentire insicura. Ero arrivata anche ad amarmi un po' di più. Mi chinai per allacciare le scarpe da ginnastica nere e uscii di casa.

Con il senno di poi mi chiedo spesso cosa sarebbe accaduto se quella mattina, per un motivo o per un altro, non fossi andata a correre. Poi però mi dico anche che, se qualcosa deve succedere, accade lo stesso, in maniera diversa ma accade. Pensandola in questo modo, sempre con il senno di poi, me ne sarei volentieri rimasta a casa.

Appena uscii in strada, mi misi le cuffiette alle orecchie, presi un bel respiro e cominciai a correre. Mi ero trasferita nella periferia di New York da qualche mese e passavo una parte del mio tempo a cercare lavoro. Prima di trasferirmi, avevo trovato diverse occupazioni che avevano reso discreto il mio conto in banca, ma fin da piccola avevo sognato di vivere nella Grande Mela, quindi avevo deciso di abbandonare tutto e cercar fortuna nella capitale. Il mio quartiere era formato da una unica strada principale che si snodava in tante piccole viuzze. Ogni due metri c'erano degli alberi piantati che aggiungevano un tocco di verde in un mondo dove il grigio stava prendendo il sopravvento. Volevo andare a correre al parco, così decisi di incamminarmi a passo svelto lungo il marciapiede. Era mattina presto, non c'era nessuno per strada.

Ero totalmente assorta dalla canzone "This is War" dei 30 Seconds to Mars da isolarmi completamente dai suoni intorno a me. Adoravo quella canzone, mi dava la carica per andare a correre. Canticchiando tra me e me, decisi di fare una piccola corsetta come riscaldamento. Non mancava molto al parco.

Quando la canzone finì, ci fu il breve stacco di silenzio che precedeva la canzone successiva.

Sentii un rumore assordante. Mi voltai di scatto facendo un salto.

Subito dopo sentii il rumore di un clacson.

La scena che mi si parò davanti mi lasciò a bocca aperta. Una Station Wagon rossa, ammaccata su una fiancata, andava a tutta velocità.

E si stava dirigendo verso di me.

Non ebbi neanche la forza di cacciare un urlo. Volevo spostarmi, togliermi dalla sua traiettoria, ma le gambe non si muovevano.

La mia mente era svuotata, i muscoli bloccati. Il mio cuore battè all'impazzata mentre la mente si annebbiava.

Sapevo quello che sarebbe successo di lì a poco: la macchina mi avrebbe travolta, sarei finita tra le sua lamiere e sarei morta.

Sentii il sapore del sangue in bocca.

Ferro e sale.

"Era proprio vero che mentre stai per morire, il tempo sembra rallentare".

Quello che per le persone normali sarebbe apparso come una manciata di secondi, a me sembrò un'eternità.

La macchina era a pochi centimetri da me. L'impatto era inevitabile.

Ebbi solo il tempo di chiudere gli occhi, preparandomi mentalmente al dolore.

"Un fruscio di ali?" pensai, un secondo prima che la macchina mi venisse addosso.

Avevo sentito come un battito d'ali al mio fianco. Non seppi mai come feci a sentirlo, nonostante tutto il fracasso che stava facendo l'auto in corsa.

Poi tutto era diventato buio.

Un istante dopo, sentii un boato. Aprii gli occhi e vidi la Station Wagon rossa schiantarsi contro una palazzina.

Sgranai gli occhi.

"Quella non era la macchina che mi stava per investire?" pensai.

Iniziai a tremare.

« Stai bene? » mormorò una voce inespressiva accanto a me.

Mi girai lentamente.

Una figura alta, con un trench beige mi guardava. Aveva i capelli scuri spettinati e gli occhi incredibilmente profondi.

"Sono morta?" pensai, guardando quell'uomo. Era di quanto più magnifico i miei occhi avessero mai potuto vedere.

Una bellezza non umana.

Ma la figura si voltò di scatto, dicendo qualcosa che non compresi. Mi voltai a guardare e vidi un altra macchina sbattere contro la station wagon e venire nella nostra direzione.

I miei occhi si ridussero a due fessure. Questa volta il grido mi salì alla gola e urlai più forte che potevo, mentre mi trovavo nuovamente davanti alla morte.

Sentii nuovamente il rumore dell'aria spezzato dal battito d'ali e il mio corpo si sollevò da terra.

Sgranai gli occhi mentre nel tempo di sbattere le palpebre vedevo la seconda auto incidentare nel punto in cui mi trovavo poco prima per poi ritrovarmi in una piccola via laterale deserta. Non ebbi il coraggio di guardare in alto.

« Oggi non è il tuo giorno » mormorò la figura. Anche la voce aveva un non so che di musicale.

Tremante e sotto shock, non riuscivo a capacitarmi di quello che era appena successo.

Il cuore non la smetteva di battermi forte. Faceva quasi male.

L'uomo si era portato il mio braccio destro sulla sua spalla sinistra e così mi aveva portata in salvo.

Arrivati nel vicolo, mi lasciò accanto al muro.

Le gambe non mi ressero e scivolai giù, fin quando non sentii l'asfalto della strada sul mio viso.

La figura si inginocchiò accanto a me.

« Tutto bene? »

Non risposi. Più che altro non sapevo neanche io come stavo.

"Devo aver sbattuto la testa, non posso aver voltato sopra Close Avenue" pensai.

« Ti porto a casa » continuò, sempre guardandomi. Lo fissai di rimando.

Non dimostrava più di trent'anni ma la cosa più curiosa non era il suo abbigliamento, ma i suoi occhi.

Erano profondi e ingenui allo stesso tempo. Sarei potuta rimanere a fissarli per ore.

Senza attendere una mia risposta, in un attimo mi ritrovai a casa mia, adagiata sul letto.

Mi sentivo come prigioniera del mio corpo, quindi neanche mi passò per la mente di chiedermi come ci fossi arrivata.

« Adesso andrà tutto bene » disse con la sua voce musicale. Era strano perché non sembrava incoraggiante. Più che altro era inespressivo.

« Grazie » sussurrai, mentre chiudevo gli occhi.

E scivolai immediatamente tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

"Castiel"

Una voce nella sua testa lo chiamò. L'angelo alzò lo sguardo verso il cielo, curioso.

Improvvisamente si sentì come risucchiato e in meno di un secondo si ritrovò in una stanza. Era completamente bianca, vuota e spoglia se non fosse stato per la scrivania con dietro una donna.

« Naomi... » la salutò Castiel, impassibile come sempre.

La donna lo guardò con disappunto.

« Sai cosa hai appena fatto? » domandò con una punta d'acidità, puntando verso di lui una penna stilografica.

Castiel scosse la testa « Ho salvato la vita ad una umana, non vedo quale sia il problema...»

« Il problema... » lo interruppe lei « ... è che non avresti dovuto salvarla! »

Castiel non si oppose.

Salvare gli umani non era un suo compito, ma in quel momento si era trovato a leggere la morte in faccia a quella ragazza.

Si era sentito in dovere di aiutarla.

Non poteva lasciarla morire.

Non sotto i suoi occhi.

La ragazza non sarebbe dovuta morire.

« Deve morire... » sussurrò tra i denti la donna, come se gli avesse appena letto nel pensiero.

Anche lei era decisamente giovane. Doveva avere circa 35 anni, capelli neri a caschetto e vestita con un tailleur blu e bianco.

Castiel strinse gli occhi « Perché? »

Naomi scosse la testa « Non sei tenuto a saperlo, devo chiederti di non intervenire nuovamente » e così dicendo lo congedò. L'angelo rimase confuso.

"La ragazza che ho salvato è una minaccia? Non sembrava proprio" pensò Castiel, ritornando sui propri passi.

Eppure lei aveva stimolato in lui una sorta di curiosità insensata.

Decise che l'avrebbe vista una volta ancora, prima di decidere di non interferire più con la sua vita.

Volò fin dentro il suo appartamento.

Era una casa piccola ma funzionale. C'era la cucina, il bagno e una stanza da letto. Dietro la casa c'era un piccolo giardino con dei panni stesi.

"Sembra vivere da sola" pensò, mentre si avvicinava al letto.

La ragazza dormiva profondamente.

Si girava di continuo tra le coperte, tenedo gli occhi chiusi e l'espressione corrucciata.

« No... no... » mormorava piano.

Castiel si avvicinò ancora di più, curioso.

"Sta sognando?" si sedette sul letto e la guardò.

Sembrava una bambina, con le ciocche castane che le ricadevano sul viso.

Desideroso di sapere cosa la corrucciasse, le poggiò un dito sulla fronte e chiuse gli occhi. In un attimo si trovò anche lui nel sogno.

Si trovava in un autogrill, di notte. C'era una leggera musica country di sottofondo con diverse persone sedute ai tavoli. Il locale era illuminato a giorno.

Ci mise un po' per individuare la ragazza.

Se ne stava ferma in un angoletto, seduta ad un tavolo. Era circondata da tre uomini che la importunavano.

Uno di loro allungò una mano nella sua direzione. Era ubriaco e sembrava non avere buone intenzioni. Lei si fece ancora più indietro, come se volesse sprofondare nella sedia, con l'espressione terrorizzata in volto.

Castiel non poteva assistere oltre. Si avvicinò velocemente a quello che gli era più vicino. Gli premette il palmo della mano sulla testa e l'uomo si contorse dal dolore.

Infine cadde a terra, esanime.

Gli altri due si voltarono nella sua direzione. Castiel non fece alcuna smorfia. Si tirò sù la manica destra dell'trench e questa volta premette entrambi i palmi contro i volti dei due malfattori. Anch'essi si contorsero, prima di cadere a terra.

La ragazza, quando lo vide, sgranò gli occhi.

Poi, inaspettatamente gli sorrise. Sul volto della ragazza si palesò la gioia.

Castiel la osservò attentamente. Il comportamento degli umani lo aveva sempre incuriosito. Per lui, gli esseri umani erano splendide opere d'arte.

... ed erano anche imprevedibili.

La ragazza gli saltò in braccio e lo strinse in un forte abbraccio.

Castiel rimase completamente sbalordito. Non si aspettava niente del genere.

« Grazie mille! » disse la ragazza con un sorriso, mentre liberava l'angelo dalla sua stretta.

L'angelo rimase come paralizzato, con gli occhi sgranati.

« Ma... cosa...perché? » chiese. Era la prima volta che si trovava nella situazione in cui non sapeva formulare una domanda. La sua mente era andata in confusione non appena aveva sentito la pelle della ragazza a contatto con la sua.

Anche il suo dolce profumo l'aveva confuso.

"E non era mai successo prima!" pensò, guardando la ragazza, esterrefatto.

Lei, però, non sembrò accorgersi di niente.

Si limitava a guardarlo e a sorridergli. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Castiel non poteva stare oltre nel sogno della ragazza.

Tornò immediatamente alla realtà. Si trovò di nuovo nel letto con lei che adesso non si dimenava più. L'espressione era più felice e rilassata.

Castiel sentì il suo cuore martellargli nel petto.

"Questa cosa non è mai successa prima d'ora" si ripetè mentalmente.

Era il sogno di quella ragazza, ma lo aveva vissuto sulla sua pelle.

"Umani..."

Doveva andarsene, quella ragazza stava avendo uno strano effetto su di lui e non poteva accettarlo.

Le lanciò un'ultimo sguardo, prima di volare via.

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti! Dopo 3 One-shot su Supernatural, ho deciso di pubblicare una long. In realtà, questa l'avevo già postata ma l'avevo cancellata dopo poco a causa delle mie "fisse mentali".

Ci sto lavorando davvero tanto, quindi spero che l'apprezzerete. In questo capitolo, ho prensentato i due protagonisti, Castiel e Layla, che ne pensate? La ragazza è destinata a morire, Castiel lascerà che ciò avvenga? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! (ok, so che sembra il messaggio finale di un cartone animato... scusate!). Più avanti, ci saranno molti personaggi della serie, dai due Winchester a Crowley, quindi... stay tuned!

Ok, scherzi a parte, lasciatemi una recensione, positiva o negativa, su questo capitolo, così so se vi è piaciuto o meno.
Grazie in anticipo,
un abbraccio,
Ladyvampiretta

 

  
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