Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Strange__    28/10/2013    3 recensioni
Mi rigiro e lo vedo che sta camminando verso l'uscita. E' bello anche di spalle, con quei capelli, e le lunghissime gambe magre. Non credo di aver mai visto gambe così lunghe. Di certo le mie non lo sono.
Dal mio metro e cinquanta risicato ho sempre sofferto per le mie gambe corte, sognando delle lunghissime gambe che avrebbero fatto invidia a qualunque ragazza.
Sospiro e continuo a camminare verso la cassa dove mia madre mi aspetta.
In un certo senso, io e Jamie ci completiamo. Lui con le sue gambe lunghissime e il suo metro e ottantatré, io con le mie gambe corte e il mio metro e cinquantacinque. Sorrido al pensiero. Mi sto già illudendo.
Meglio smetterla di pensare a lui, ho i miei Oreo che mi aspettano. E niente è meglio degli Oreo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se l'amore non sei tu, l'amore non esiste. '
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 Scusarsi.

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(6)


"Ma sei sicura che sia una buona idea?" Mi chiede Michelle dall'altra parte del telefono. "Dio, Michelle ti prego. Non mettertici anche tu. Credevo che almeno tu fossi dalla mia parte." Sbuffo e mi siedo sul letto.
"Io non sto dalla parte di nessuno, tantomeno da quella di Ezra. Si è comportato come un bambino e, per quanto Eve cerchi di difenderlo, ha sbagliato. Solo penso che, non so, potresti evitare di portare Jamie almeno per 'sta sera. Giusto il tempo di calmare le acque." Spiega tranquilla. "Senti. Io ho invitato Jamie e non avrò la faccia tosta di ritirare l'invito solo perché Ezra ha il ciclo. Ok? Non ho voglia di incazzarmi, tantomeno oggi che è venerdì ed è la giornata del karaoke." Sbotto. Sono stanca di questa situazione che si sta venendo a creare. Posso capire che Ezra ci sia rimasto male perché gli ho detto una piccola bugia, (sottolineo piccola) ma non sono andata a letto con suo padre, per quanto il signor Miller sia un uomo simpatico non è il mio tipo, non ho tentato di violentare sua mamma, povera signora Miller, anche lei è simpatica, non gli ho nascosto di essere incinta, né di essere in pericolo di vita, gli ho solo nascosto di aver incontrato un ragazzo che mi piace! Dio mio che pessima amica che sono! Fucilate Angie, non è andata subito a spifferare tutto al suo migliore amico, che ingrata!
Dato che sto dilagando, il succo è: non mi merito il suo trattamento. Tantomeno Jamie che non c'entra niente, poverino. E guarda, fossi in lui mi vergognerei per la scenata di ieri dato che si è dimostrato solo un bambino immaturo e davvero superficiale.
"Va bene, fai come ti senti. Ti passo a prendere?" Mi chiede Michelle. "No, Mish. Passa Jamie, non sa dove si trova il Jukebox." Michelle mi da l'ok e ci salutiamo.
"Cosa mi consigli di mettere questa sera?" Carol fa la sua entrata nella mia camera senza neanche bussare. "Dei vestiti. E dato che ci sarà anche Jamie, ben coprenti." Dico mentre mi stendo sul letto.
"Quindi alla fine viene."
"Evidentemente sì, se l'ho detto." Borbotto. Carol si sistema il ciuffo biondo dietro l'orecchio.
"Vuoi ripetermi anche tu quanto io stia sbagliando?" Chiedo dato il suo silenzio.
"Se Jamie ti piace davvero non capisco perché non dovresti provare a costruirci qualcosa insieme." Dice. Ma allora non è così stupida come credevo!
Mi risiedo sul letto e la guardo. "Puoi metterti i tuoi skinny jeans chiari e la maglietta rosa che ti piace tanto. Anche se a me fa schifo e mi fa salire il vomito, su di te non sta tanto male. Non tanto, almeno." Dico.
Carol che si era girata verso la porta si rigira verso di me. "Grazie." Sorride.
"Ora vattene, che devo prepararmi anche io." La spintono via e chiudo la porta della camera.
Un'ora dopo e quattro tacche di voce in meno sono pronta per uscire.
Ho messo le calze nere e una gonna nera con il simbolo della pace nero su nero e un maglione bianco e nero. Ai piedi ovviamente gli anfibi.
Carol è entrata quattro o cinque volte chiedendomi quali orecchini le stavano meglio, o quali bracciali ed è, bhe, bella. Indossa dei vertiginosi tacchi a spillo altissimi. Io sono già bassina di mio, ci si mette anche lei con i suoi tacchi altissimi e le gambe lunghissime, ed è come se diventassi invisibile. Però, insomma, sono stata io ad essere stata baciata da Jamie l'altro ieri, non Carol e le sue lunghissime gambe. Qualcosa dovrà pur significare, no? Forse non sono tutta da buttare. Non tutta, almeno.
"Angie, è arrivato Jamie." Annuncia Carol. Porto i lunghi capelli lisci dietro la schiena e annuisco. Prendo la borsa e scendo le scale. "Ci vediamo al Jukebox, Carol." Saluto ed esco fuori casa.
Jamie è poggiato con tutto il suo splendore alla sua macchina nera. Ed è in questo momento che mi rendo conto che invece sono completamente da buttare. Da prendere e gettare nel secchio. Jamie sfigura talmente tanto accanto a me che è quasi imbarazzante e sono tentata, ancora una volta, a tornare indietro e piangere tutte le lacrime che ho in corpo.
"Ciao." Mi accoglie con un sorriso da far invidia a chiunque. Ed è così bello che fa sorridere anche me. "Ciao a te, straniero." Mi avvicino e Jamie mi abbraccia. Rimango qualche secondo a bearmi di quel contatto così caldo e già così familiare.
Saliamo in macchina e Jamie, come sempre, accende la radio.
"Stasera canterai?" Mi chiede sorridendomi.
"Credo di sì, non lo so." Rispondo. "E tu?"
"Per quanto ti possa sembrare strano, credo di no. Voglio cercare di fare una buona impressione ai tuoi amici ma non così." Mi risponde senza smettere di sorridere neanche per un secondo.
Ammiro questa sua caratteristica: sorride sempre. "Piacerai a tutti." Sorrido e gli accarezzo una spalla.
Dieci minuti dopo ci troviamo davanti al Jukebox e mano nella mano entriamo. Non so se sono stata io o se è stato Jamie ad intrecciare le mani ma è un contatto che mi piace. Mi fa sentire... speciale? E' possibile?
"Angie!" Sentendomi chiamare mi giro e Camille mi viene incontro. "Ciao Bubi." La saluto mentre mi abbraccia. "Ciao Jamie." Saluta cordiale. Jamie alza la mano in segno di saluto ed è palese che non abbia la minima idea di come comportarsi.
"Venite, gli altri sono tutti di là." Ci dice la nostra amica con un sorriso. La seguiamo e arriviamo nella stanza dove ci raduniamo ogni venerdì per fare il karaoke.
Eve, Michelle, Carol, Ezra, George, Fred e Kevin sono seduti ad un tavolo non troppo lontano dal palco e stanno applaudendo alla ragazza che sta scendendo dal palco.
"Ciao Angie!" George porta tutta l'attenzione su di me e sento lo sguardo di Ezra trapassarmi da parte a parte.
"Ciao ragazzi." Saluto. "Lui è Jamie, Jamie loro sono Fred, George e Kevin, dei nostri amici. Ezra, Eve, Michelle e Carol li conosci già." Dico leggermente imbarazzata.
Jamie lascia la mia mano e si avvicina ai miei amici presentandosi cordialmente e ne approfitta per salutare anche chi conosce già. Carol, Michelle e Eve salutano cordialmente. Ezra un po' meno, ma la cosa non mi stupisce più di tanto.
Noto che ci sono due sedie vicine tra Eve e George così io e Jamie andiamo a sederci.
"Stasera chi canta?" Chiede Fred per poi prendere un sorso dalla sua birra.
"Io passo." Disse Eve seguita da Camille, Michelle e Kevin.
"Io credo anche." Disse Carol mentre lanciava uno sguardo a Kevin.
...E se fosse stato per lui che si è fatta così bella?
Sorrido sotto i baffi soddisfatta per aver sgamato la mia coinquilina.
"Io se non ho un compagno non canto, lo sapete." Dico cercando quantomeno di sorridere decentemente nonostante sia nervosa come lo sono stata poche volte nella mia vita.
"Vengo io con te." Tutti quanti ci giriamo verso Ezra. "Hanno messo Blurred Lines come nuova canzone. E' d'obbligo cantarla insieme." Abbassa lo sguardo e sorrido.
"Allora perfetto, vada per Blurred Lines." Ezra annuisce e comincia a parlottare con Michelle. Io mi giro verso Jamie che mi sorride e lo vedo leggermente rincuorato. "Ti trovi bene?" Gli sussurro all'orecchio. Jamie annuisce e mi da un bacio sulla guancia.
"Vogliamo andare?" Mi chiede Ezra.
Annuisco e lo seguo fino alla console.
Ezra parla con il dj e mi fa segno di seguirlo sul palco.
Appena siamo sopra porto lo sguardo a Jamie che dal nostro tavolo sta applaudendo con un sorriso che va da orecchio a orecchio.
Ezra mi si avvicina e mi sussurra. "Mi dispiace per tutto." So quanto per lui sia difficile dirmi queste cose.
"E' tutto ok." Sorrido e Ezra sorride con me. Poi mi abbraccia e parte la base della canzone che abbiamo scelto. E come al solito ci mettiamo spalla a spalla.
Per tutta la durata della canzone io e Ezra siamo rimasti nella stessa posizione a appena finisce ci abbracciamo e mano nella mano scendiamo dalle scalette e ci fiondiamo dai nostri amici.
Jamie si alza ma, quando nota la mia mano in quella di Ezra, si risiede.
"Lo sappiamo che siamo bravissimi, ma ora basta!" Esclama Ezra mentre ride e si sposta teatralmente un ciuffo di capelli neri da davanti al viso.
Al tavolo ridono tutti.
"Ora però voglio dire una cosa seria. E sì, Eve, so dire anche cose serie.
Devo scusarmi con Angie e Jamie per il mio comportamento inappropriato. Soprattutto con Jamie che ho giudicato senza dargli la possibilità di farsi conoscere. Spero mi darai occasione per rifarmi." Dice mentre cerca di sorridere. Jamie si alza in piedi e ci raggiunge e si scambia una stretta di mano con il mio migliore amico. Ezra mi guarda e poi guarda Jamie. "Hai la mia approvazione. Ma devi trattarla bene perché un'altra così non la trovi più." Dice prima di sciogliere le nostre mani e spingermi verso Jamie che mi circonda le spalle con un braccio. "Non lo farò." Dice prima di guardarmi e sorridermi. Io gli sorrido di rimando sentendomi al posto giusto al momento giusto. Come se quelle braccia fossero state fatte per circondarmi, quel petto per confortarmi e quel sorriso per rassicurarmi. E forse per la prima volta ho ragione. Io e Jamie Campbell Bower ci completiamo a vicenda. Perché se lui non fosse così alto non avrebbe le braccia lunghe per circondare le mie piccole spalle. E se io non fossi così bassa non arriverei con il viso precisamente al suo petto dove proprio in questo momento mi accoccolo felice.


 
   
 
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