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Autore: Meramadia94    28/10/2013    0 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quanto era passato?

Venti minuti?

Un ora?

Il gruppo di persone fuori dalla stanza non lo sapeva, ma ogni secondo che passava sembrava che il cuore volesse smettere di battere per la tensione a cui erano sottoposti.

Deborah era ricaduta forse per la quinta volta sul lettino sotto i colpi del defibrillatore.

''Resta con noi Debby... resta con noi...''- pregava mentalmente Ryan.

Non era pronto all'idea di perdere la sorella, come non era preparato all'idea di aver lottato solo per vederla morire in un letto d'ospedale mentre dei medici la imbottivano di farmaci, attaccata a macchine tubi e mentre cadeva ripetutamente su quel lettino sotto le scosse del defibrillatore.

Non voleva prendersi la responsabilità di dare una simile notizia al resto della famiglia, non ce l'avrebbe fatta, li avrebbe distrutti.

Come erano arrivati a quel punto?

Era lui il poliziotto nella famiglia Ryan.

Era lui che doveva rischiare la vita e magari finire in un letto d'ospedale, non lei.

Era solo una ragazza ed in quanto tale doveva frequentare l'università, uscire con le amiche ed un eventuale fidanzato.... ed invece era lì.

A lottare tra la vita e la morte.

Non poteva finire così, non sarebbe più riuscito a convivere con se stesso sapendo che la sorella era morta per colpa di un indagine di cui lui aveva deciso di occuparsi, quasi per caso.

Il defibrillatore venne spento, così come gli altri macchinari e i tubi ed i fili che la giovane aveva addosso vennero staccati.

Poi per finire il telo.

Un lenzuolo candido e bianco le coprì il viso.

Kevin fece per gridare ma tutto quello che ottenne era un rantolo strozzato.

Non poteva credere di aver perso per sempre la sua sorellina, la sua compagna di giochi infantili, quella con cui si confidava e di cui era il confidente numero uno, la complice di molti scherzi ai danni di genitori e sorelle....

Non l'aveva salvata.

Le aveva promesso che sarebbe tornata a casa e invece era morta in un letto d'ospedale all'età di ventuno anni, insieme alle sue speranze ed ai suoi sogni.

Sua moglie piangeva stretta a lui, e tutti intorno non facevano che chiamarlo come per chiedergli come si sentisse.

 

''Ryan? Ryan mi senti?''- L'interpellato aprì lentamente gli occhi sentendo la voce del collega che lo chiamava.

Riuscì pian piano a mettere a fuoco le immagini, per poi vedere se stesso disteso su un letto d'ospedale con Javier seduto accanto a lui che lo teneva per una spalla nel tentativo di tranquillizzarlo e Castle stava tornando proprio adesso dal piccolo bagno presente nella stanza con un asciugamano bagnato.

Avvertiva un leggero dolore all'incavo del gomito destro.

Posò lo sguardo sul punto dolente e notò che aveva l'ago di una flebo in vena.

''Che è successo?''- chiese Ryan.

Fu Javier a rispondere alla domanda dell'amico.

''Mentre rianimavano Debby hai avuto un malore. I medici hanno detto che negli ultimi due giorni ti sei trascurato, non hai dormito, nè mangiato ed il tuo organismo non ha retto. Ma se ti riposi per un paio di giorni e metti qualcosa nello stomaco, starai di nuovo bene.''

Ryan abbandonò la testa sul cuscino.

'' L'hanno gia portata in obitorio?''

I due amici lo fissarono con l'aria di chi non aveva ben capito.

''Ma di che stai parlando?''- chiese Castle.

Ryan sorrise tristemente-:''Potete dirmelo. Debby è morta durante la rianimazione, lo so.''

''Ma di che stai parlando?!?''- fece Javier-:'' Deborah è viva. Ed è anche sveglia.''

Il cuore e gli occhi di Ryan si riaccesero di speranza e all'improvviso si sentì come liberato di un macigno che l'aveva oppresso sino a quel momento.

Era stato solo un brutto sogno.

Si alzò in fretta e furia dal letto e staccò la flebo dal braccio.

Il movimento brusco gli costò un giramento di testa ed i due amici furono costretti a sostenerlo per impedirgli di cadere.

''Fermo, sei rimasto disteso troppo poco per essere riposato...''- fece Javier.

Ryan sorrise rassicurante-:''Vedo Debby un attimo e poi riposerò meglio che mai, vedrete.''

Uscì dalla stanza per dirigersi verso quella della sorella, che fortunatamente non distava molto dalla sua.

Il punto da cui aveva strappato l'ago gli prudeva leggermente e sentiva un leggero dolore, ma quello non era il suo problema principale.

Quando arrivò sulla porta della stanza di Debby vide che la moglie era a sedere su una sedia vicino al letto, e Beckett era in piedi vicino alla bionda.

La ragazza nel letto era sveglia, ma le si leggeva in volto la stanchezza, era pallida e molto provata dai farmaci e dalle continue scariche lettriche ricevute sino ad una mezz'ora fa.

Jenny sorrise alla vista del marito.

Kevin ricambiò il sorriso e dopo esservi avvicinato alla moglie per darle una bacio sulla guancia, e quest'ultima gli cedette il posto a sedere.

''Ciao piccola...''- fece lui sorridendole e accarezzandole una mano-:''Come stai?''

Domanda retorica, ovviamente.

''Mi sento una vera schifezza, ma a parte questo...''- rispose lei-:'' l'hai arrestato quel bastardo?''

''Si....non avere più paura, non ti farà più del male. Da quel carcere non esce mai più.''- le rispose con un sorriso.

La ragazza contraccambiò il sorriso.

''L'ho sempre detto io.... che sei il poliziotto migliore di tutti.''

''Non dirlo... non ce l'avrei fatta da solo..''- si voltò verso il detective Esposito, Beckett e Castle e li fissò con un espressione grata che diceva ''Non so cosa avrei fatto senza di voi....''- poi si rivolse alla sorella-:'' Debby, loro sono i detective Esposito e Beckett... e lui è Richard Castle, ricordi ti avevo parlato di loro.''

Gli interpellati sorrisero e quasi all'unisono la salutarono.

La ragazza rispose al saluto con un cenno della mano e con un sorriso, per poi lasciarsi cadere all'indietro sul cuscino.

''Kevin, vi dispiace lasciarmi un po' sola? Sono stanca, vorrei dormire un po', se non vi dispiace.''- disse la ragazza.

Il poliziotto le accarezzò i capelli.

''Certo.... dormi pure, ci vediamo più tardi.''- in quel momento la giovane chiuse gli occhi e nel giro di pochi minuti si era gia profondamente addormentata.

Jenny prese posto su una sedia vicino al letto.

''Kevin, tu va pure a casa e cerca di riposare, rimango io con lei...''- disse Jenny notando la stanchezza negli occhi del marito.

Quell'indagine aveva dato fuoco a tutte le sue energie.

Kevin sorrise.

''Grazie tesoro.''- e ne dir così le cinse le spalle e la baciò dolcemente una guancia.

Avrebbe preferito star vicino alla sorella, ma tutti lo avrebbero addirittura minacciato di arrestarlo pur di costringerlo a dormire un po'.

Beckett e Castle decisero di andare al distretto per informare la Gates delle condizioni di Deborah Ryan, mentre Esposito avrebbe accompagnato Ryan a casa.

L'irlandese, con ancora le medicine della flebo in circolo, si addormentò durante il tragitto in macchina ed Esposito decise di ospitarlo in casa sua, almeno fino a quando non si fosse svegliato.

 

Da quel giorno passò una settimana esatta.

Adolph Sherman jr non potè fare altro che confessare il reato di frode, rapimento, omicidio, ricatto e tentato omicidio, sperando che confessando avrebbe avuto una pena più mite.

Purtroppo per lui ciò non accadde.

La giuria lo giudicò colpevole e lo condannò all'ergastolo assieme a tutti coloro che l'avevano aiutato nel suo progetto criminale.

''Un mese di sospensione?''- chiese Esposito dopo che l'amico ebbe spiegato loro quanto avrebbe dovuto scontare per la sua indagine privata, una volta finito il processo.

Ryan annuì.

'' Non preoccupatevi, un mese passa in fretta. E poi credo sia meglio così: potrò seguire Debby durante la sua ripresa.''

Erano tutti nel loft di Castle.

Deborah era stat dimessa da una settimana, ed anche quello era un buon motivo per festeggiare.

Durante quella settimana tutti loro avevano cercato di aiutarla a superare lo shock, ma la ragazza era ancora così spaventata che rifiutava di uscire se non per andare al lavoro e all'università e rifiutava di passare le serate da sola.

Quella sera il fratello l'aveva trascinata a casa di Castle per aiutarla a mettere da parte le sue paure almeno qualche ora e per farla di nuovo sentire al sicuro.

Finalmente riusciva a respirare il profumo della serenità e dell'allegria, un profumo che aveva scordato e ricordato in meno di quattro giorni, che gli erano sembrati quattro secoli.

Ed anche la sorella sarebbe riuscita ad emergere di nuovo, ne era sicuro.

Non solo perchè la conosceva ed era certo della sua forza, ma anche perchè lui e la famiglia del distretto le sarebbero rimasti accanto, sempre, in qualsiasi momento.

 

 

Anche se so che il finale lascia molto a desiderare, così si conclude la mia prima avventura nel fandom di Castle.

Spero che vi sia piaciuta e di poter scrivere ancora su questa meravigliosa serie, anche perchè avrei la mezza idea di scrivere un sequel di questa fic.

Per ora dico solo.... un milione di grazie a chi ha recensito o anche solo letto e che mi ha sostenuto e ci vediamo alla prossima avventura, ragazzi!!! Bye Bye.

  
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