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Autore: Siria Lilian Black    28/10/2013    1 recensioni
Un uragano imprevisto. Un rifugio molto lontano da casa. E loro due, Annabelle e Jeremy.
Questo è il loro primo incontro, un assurdo incontro per essere sinceri. Non si sa ancora se questa storia avrà o meno un seguito, per il momento, se siete interessati alla loro storia, godetevi il loro primo incontro.
(La long è conclusa, pubblicherò un capitolo all'ora.)
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Renner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sparirò

Capitolo 10
[Jem's  POV]


Mi sentivo più stupido ogni attimo che passava. Insomma, come potevo sentirmi legato a lei in quel modo senza nemmeno poter dire di averla conosciuta. Sciogliere l'abbraccio era stato un passo obbligato e anche se non sapevo o non volevo ammettere il perché, la cosa mi era dispiaciuta. Al tempo stesso, però, ero stato felice di vederla arrossire ancora e di constatare per la milionesima volta quanto fosse buffo il suo modo di nascondere l'imbarazzo.
Preparare un pasto decente senza svegliare nessuno sarebbe stato impossibile, così approfittando della sua 'pausa bagno' recuperai da uno degli scaffali posti a lato della stanza, quante più confezioni di dolciumi e schifezze varie potei raccogliere e tornai a sedermi in fondo alla stanza.
Al suo ritorno, a meno di due centimetri dalla porta del bagno, mi osservò piegando il capo verso destra con un'espressione corrucciata.
"Ho capito, per vendicarti vuoi farmi diventare una balena." Commentò.
Mi raggiunse sedendosi nuovamente accanto a me, mentre rischiando due o tre costole, stavo cercando di trattenere le risate.
"Mangia, va'..." Risposi una volta recuperato il respiro.
Sgranocchiò qualche dolcetto in silenzio, lanciandomi qualche occhiata ogni tanto. Era ovvio che fosse persa in pensieri tutti suoi e preferii non disturbarla.
Qualche minuto più tardi, il suo sguardo mutò appena. Sembrava più presente, consapevole di ciò che le stava attorno. Fino a quel momento, nonostante avesse riso, parlato, scherzato, mi era sembrata distante anni luce, ma in quel momento era realmente in quella stanza seduta accanto a me.
"Perdonami..." Mi disse. "Solitamente non sono inzuppata dalla testa ai piedi e non uso persone che ho appena conosciuto come cuscini..."
Il fatto che stessimo sussurrando per non svegliare i presenti, contribuiva a renderla più vicina che mai.
"Normalmente non faccio il cuscino e non mangio dolcetti e patatine per cena, capita..." Risposi facendole l'occhiolino.
Quello che ne seguì fu il sorriso più sincero che avessi mai visto.
Cominciai a rendermi conto di essere attratto da lei in quel preciso istante. Se avessi dovuto descrivere l'aspetto della mia donna ideale, lei sarebbe stata l'esatto opposto, ma i suoi occhi e il suo sorriso mi stavano stregando e con loro il suo modo di essere. Mi conosceva, certo, ma non si era interessata alla mia vita pubblica, anzi i suoi occhi sembravano chiedermi il contrario. Probabilmente ero fuori strada e in ogni caso comprenderla dopo così poco tempo sarebbe stato impossibile. Ma il problema principale era, quanti anni potevano avere quegli occhi? Diciassette? Massimo.
La sola idea mi metteva a disagio.
"A cosa stai pensando?"
Il tono incuriosito con il quale mi aveva posto quella domanda mi ricordò che avevo passato i secondi precedenti a fissare i suoi occhi. Scossi il capo prendendo un pacchetto di cioccolatini qualunque.
"Niente di importante." Risposi con un tono leggero addentandone uno.
"I tuoi occhi non sono d'accordo." Mormorò lei, con un'espressione quasi offesa. "Ma non sono affari miei, in effetti." Aggiunse rubando uno dei cioccolatini con aria divertita.
"Oltre a rubarmi la coperta e usarmi come cuscino mi rubi anche il cibo?"
Alzo un sopracciglio così tanto che per qualche istante credetti davvero che volesse strozzarmi.
"Ringrazia il cielo che non ti ho strappato i vestiti di dosso per ottenere una foto e un autografo, eh!" La sentii rispondere con l'aria di chi si era sforzato per mantenere un comportamento civile.
"Ma sentila..."
Cercò nuovamente di appropriarsi di un cioccolatino e quando allontanai il pacchetto giuato in tempo per evitarlo, mi rivolse una finta occhiata ferita, con tanto di espressione da cucciolo, che mi fece sorridere.
"Dimmi che non stai cercando di convincermi a darti un altro cioccolatino con un'espressione da cucciolo, ti prego."
La risposta che ottenni fu un misto di tenerezza e idiozia.
"Shi!" Mormorò.
Al ché scoppiai a ridere cercando di fare meno rumore possibile. Le porsi il pacchetto di cioccolatini una volta smesso di ridere.
"Diciamo che te li sei meritati."
"Bravo bambino..." Ribatté lei, con aria vagamente sorrisfatta.
Non replicai, rimasi ad osservarla con divertimento e un velo di stupore. Ero contento di essere uscito quel pomeriggio.






   
 
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