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Autore: Fire Gloove    29/10/2013    2 recensioni
Valerio è un diciottenne come tanti. Gli piace uscire con il suo gruppo di amici, lo studio non gli va troppo a genio, e si gira a guardare le belle ragazze per strada. E, come la maggior parte dei ragazzi della sue età, non sa dire di no ad una sfida per colpa dell'orgoglio; così, quando uno dei suo migliori amici gli dice "Scommetto che tu non riusciresti a passare nemmeno mezz'ora in un locale gay, ti farebbe troppo schifo, non ne avresti mai il coraggio!" non può che dimostrargli che si sbaglia.
Peccato che al Fluo, la più famosa discoteca gay della città, lavori Aleksey, le cui movenze feline lasceranno il nostro eroe decisamente turbato...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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PANICO
 
Fisso con aria vacua la lavagna piena di formule, cercando di capire che diamine stia spiegando la prof di matematica. Ci provo, eh. Davvero. Ma non c’è nulla da fare, non riuscirò mai a farmi entrare in testa tutti quei numeri.
Il fatto che sia sabato mattina e che l’ora X della mia uscita con Cri si avvicini vertiginosamente non aiuta. Ci ho pensato parecchio durante gli ultimi giorni: ho esaminato ogni dettaglio, mi sono scervellato per ore cercando una scusa plausibile per non andare senza che Cristina mi tolga il saluto. Il problema principale, però, è quella fastidiosa vocina che ho in testa e che mi dice che forse l’idea di andare al Fluo non mi disgusta poi così tanto. Idiozia, ovviamente. Pura follia. Mi fa schifo anche solo pensare che quel posto esista, figurarsi l’idea di andarci. Una stanza piena di ragazzi che potrebbero pensare di fare sesso con me, pervertiti che se lo fanno mettere nel culo, e a cui piace pure.
Che orrore, mi vengono i conati di vomito al sol pensiero… Com’è normale che sia, no?
D’altronde, per me, la battagliera biondina al mio fianco è davvero importante e se lei ci tiene tanto… certo, è uno sforzo di volontà enorme, ma posso farlo.
Il suono squillante della campanella mi distoglie dalle mie elucubrazioni e mi lascio trascinare dalle chiacchiere dei ragazzi, cercando di non pensare alla nottata che mi aspetta.
 
***
Sono fermo da un quarto d’ora buono davanti all’armadio, con una sola domanda che mi martella in testa: “Che cazzo mi metto?”
Mi passo una mano fra i capelli ancora umidi per la doccia lasciando scorrere lo sguardo sui vestiti appesi davanti a me. Il solito look da discoteca è da escludersi, perché di solito esco con il proposito di rimorchiare, effetto che ‘sta sera è assolutamente da evitare.
L’occhio alla fine mi cade su un paio di vecchi jeans neri sdruciti e su una maglia azzurra assolutamente anonima che direi che potrebbero andar bene, finisco il look con un paio di vecchissime converse e mi guardo allo specchio: mi restituisce lo sguardo un’immagine assolutamente anonima di me. Direi che ci siamo.
L’ansia mi attanaglia lo stomaco, tutto il mio essere sta urlando di mettermi a letto e fingere un’influenza fulminante… nemmeno io, sinceramente, capisco il perché del mio terrore atavico.
Non è solo disgusto, no, l’idea che un uomo possa provarci con me mi fa scendere un brivido lungo la schiena.
Un brivido di terrore, ovviamente.
Il telefono vibra: è Cri che mi avvisa di essere sotto casa mia. Si va in scena.
-Buonasera, Vale!-
Cristina è splendida: indossa un semplicissimo tubino blu notte su cui i capelli biondi, sciolti, brillano come oro, e con i tacchi è alta quasi quanto me.
Non riesco proprio a rispondere con entusiasmo al suo saluto, e le lancio un’occhiata sofferente.
-Oh, andiamo, Valerio! Ci saranno musica e alcol in abbondanza, son cose che tu adori!-
-Sì, Cri, sì-
Cerco di fare un mezzo sorriso ma fallisco miseramente, e ci incamminiamo verso il locale.
Sembriamo un duo comico: lei incredibilmente su di giri, ci manca poco che si metta a saltellare, e io che irradio nubi di depressione purissima, tipo nei fumetti.
Per i venti minuti che ci mettiamo ad arrivare ho l’impulso di girarmi e scappare o di implorare Cri di graziarmi, ma con un enorme sforzo di volontà riesco a continuare a camminare, finchè non siamo a destinazione… Qualcuno mi salvi.
 
Fisso la scritta azzurra fluorescente sopra l’ingresso, è non è molto diverso dall’entrata di ogni altra discoteca in cui io sia stato, e anche la gente che entra e esce non è particolarmente insolita.
Il tempo di pagare e siamo dentro: la musica mi assorda e le luci psichedeliche mi accecano per un istante, ma poi mi ci abituo. Cri mi fa cenno di andare a prendere qualcosa da bere: ci avviciniamo al bancone e attiriamo l’attenzione del barista.
-Cosa vi porto?-
-Un Coca Malibu e un… Rhum e Pera, grazie!-
La mia amica mi solleva dall’obbligo di ordinare, ma conosce bene i miei gusti, nulla da ridire a proposito.
Quando i bicchieri ci arrivano davanti, il ragazzo che ci ha serviti mi osserva per qualche istante.
-Che ci fa un eterosessuale al Fluo?-
Lo guardo sorpreso, chiedendomi come faccia a dire con certezza che non sono gay.
-Non guardarmi così, si vede lontano un miglio che sei etero… quindi, cosa ti porta qui?-
-Una scommessa.-
La mia risposta è un borbottio scontroso, ma lui se la fa bastare e si allontana per prendere altre ordinazioni.
Con un po’ di alcool in corpo comincio a rilassarmi, Cri riesce a trascinarmi in pista e io ballo. Ballo cercando di dimenticare dove mi trovo, e sto cominciando a riuscirci discretamente quando una luce illumina il centro della pista.
Sul cubo è comparso un ballerino, e io sento il cuore saltare un battito, e non voglio sapere il perché.
Indossa solo un paio di jeans bianchi strappati e decisamente aderenti, il petto è nudo, le luci del locale si riflettono sulle microscopiche goccioline di sudore e alcune ciocche dei lunghi capelli biondi sfuggono alla crocchia in cui li ha legati, appiccicandoglisi sul viso arrossato.
Ha gli occhi chiusi e si muove perfettamente a ritmo con la musica, come se questa gli scorresse direttamente in corpo.
La pelle chiarissima lo fa sembrare un essere etereo, e io non riesco a distogliere lo sguardo.
Solo in un secondo momento realizzo cosa sta succedendo: mi sono incantato a fissare un maschio. Un maschio gay, per di più.
Chiudo gli occhi disgustato: all’improvviso sono stato assalito da un senso di nausea e la tranquillità che mi sembrava di aver trovato si è dissolta. Voglio uscire di qui.
Attiro l’attenzione di Cri, che mi guarda con un’espressione preoccupata.
-Vale stai bene? Sei bianco come un cencio.-
La testa mi gira ed è abbastanza chiaro che no, non sto bene.
Lei mi prende per un braccio e mi porta fuori, dove finalmente posso prendere una boccata d’aria e il mondo smette di vorticare.
-Forse ho esagerato a portarti qui…-
Cri è chiaramente preoccupata, e per quanto io le dia chiaramente ragione , mi sento in dovere di rassicurarla.
-Ma no, Cri, sta’ tranquilla… Pensavo molto peggio…-
Fa un sorriso radioso, come a dire “Te l’avevo detto io” e capisco che mi ha perdonato per ciò che ho detto l’altro giorno. Non che io pensi di aver detto nulla di sbagliato, sia chiaro!
Camminiamo lentamente fino a casa mia e ci salutiamo; io mi butto sul letto ancora vestito e penso che alla fine è stato veramente meno traumatico di quanto avrei pensato. Poi mi torna in mente il cubista: quel suo corpo efebico e longilineo, quei capelli biondi che anche da metri di distanza sembravano morbidissimi, quelle gambe… Fermi tutti, ma che cazzo sto pensando?!? Dio, che schifo, quel frocio del barista deve avermi messo qualcosa nel bicchiere… questo spiegherebbe anche perché mi sono sentito male. Sì, deve essere così.
Tentando di spegnere il cervello, mi spoglio e mi infilo sotto le lenzuola, crollando in un sonno profondo; sonno costellato da sogni che non voglio ricordare.



Angolo di Fire: Salve gente! Sì, Vale è un complessato assurdo e sì, è stupido... ma non è colpa sua, povero ciccio, è che lo disegnano così.
Finalmente fa la sua comparsa, seppur fugacemente, il bell'Aleksey.
Alur, che ne pensate?
Come sempre, grazie a chi ha letto, e tanto ammmore per Cup_Cake (ti amo, tessoro *spande cuoricini*).
Grazie anche a Anor (il perchè lo sappiamo noi u.u)
Un baciozzo,
Fire.
 
 
 
   
 
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