Serie TV > Hawaii Five-0
Segui la storia  |       
Autore: De33y    30/10/2013    2 recensioni
Steve era inquieto da quando il governatore gli aveva affidato il caso. Per tutto il giorno aveva cercato di nasconderlo, ma quando poco dopo il tramonto era rimasto solo nel suo ufficio, l'ansia lo aveva raggiunto di nuovo. [...] Muovendosi silenzioso tra le stanze, lanciò un'ultima occhiata in giro, come un bambino che si aspetti di veder comparire l'uomo nero da qualche angolo, e poi varcò la doppia porta a vetri con l'intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nel pomeriggio si trovarono a controllare alcuni indirizzi in una delle parti più povere della città.

Erano al settimo indirizzo della vista e appena misero piede nel quartiere le sentinelle di una gang locale iniziarono a lanciarsi segnali cercando di non farsi notare, ma Steve era addestrato ad individuare questi segnali. Nei SEAL aveva imparato che riconoscerli in tempo poteva fare la differenza tra vita e morte, tra successo e fallimento, sia che stessero per finire in un'imboscata, sia che indicassero che il loro obiettivo era vicino e qualcuno cercava di avvisarlo.

Steve andò in allerta riconoscendo i gesti, ma evitò di andare a cercare subito la pistola, probabilmente sarebbe bastato poco con un accoglienza del genere a finire in mezzo a una sparatoria. Il comandante si limitò a continuare ad osservare, c'era una certa tensione nell'aria, ma il quartiere sembrava tranquillo, forse la gang si occupava solo di mantenere la sicurezza nel quartiere più che di creare scompiglio e violenza ed era semplicemente diffidente di ogni faccia nuova che metteva piede nel quartiere. Se così era significava che ne i Five-0 né la polizia stavano facendo abbastanza per mantenere l'ordine sull'isola, riconobbe con rammarico e si promise di cercare una soluzione, ma ammise che il loro sistema era funzionale.

«È da un po' che ci stanno tenendo d'occhio - commentò Brandon sottovoce, – Pensi che ora arriverà anche il capo?» mentre parlava spostava lo sguardo da una sentinella all'altra fino a fermarsi su una persona che a Steve era sembrata innocua, ma che osservandola meglio si accorse che li stava definitivamente spiando.

La domanda del federale si rispose da sola, perché proprio in quel momento un uomo sulla trentina uscì da un negozio sul lato destro della strada attirando l'attenzione di tutti i passanti che si voltarono a guardarlo, chi con timore, chi con gratitudine. Le sentinelle si acquietarono immediatamente e sembrava che la strada si stesse caricando di attesa, l'uomo si sistemò la camicia lasciando spuntare una semiautomatica incastrata nei jeans. Insieme a lui, c'erano un altro uomo di poco più giovane e ben armato, e un ragazzo piuttosto muscoloso, che sembrava disarmato, ma Steve era pronto a scommettere che anche lui avesse almeno un revolver nascosto dietro la schiena.

«Benvenuti nel nostro quartiere signori, qua non creiamo guai e non amiamo gli estranei.» esordì il capo.

Steve vide Brandon guardarsi attorno e puntare un paio di cecchini sui tetti dei negozi vicini, la situazione sarebbe potuta degenerare in fretta. Con tre persone armate a distanza ravvicinata e due cecchini dubitava che sarebbero riusciti ad uscirne vivi, il fatto che non fosse nell'interesse di nessuno iniziare a sparare non servì a rassicurarlo molto.

«Nemmeno noi siamo in cerca di guai - rispose Steve, cercando di chiarire subito la loro posizione - ma pensiamo che i guai possano esser venuti a cercare voi.»

Steve fece una pausa per mostrare la foto dal cellulare.

«Abbiamo avuto notizie che quest'uomo si stia nascondendo in quell'albergo.» disse indicando l'edificio alla fine della strada.

Il capo prese il cellulare dalla mano di Steve e osservò la foto, sembrò riconoscere quella faccia, poi chiese:

«Cosa ha fatto di male?»

«Temiamo che possa lavorare con un noto trafficante d'armi.»

«Uno di quelli che non si farebbe scrupoli ad ammazzare un bambino.» aggiunse Brandon.

«Hei! Henrique vieni qui.» un bambino, di non più di 10 anni arrivò correndo e fece un gesto molto simile al saluto militare quando fu davanti al capo, strappando a tutti una risata.

L'uomo si piegò all'altezza del bambino per sussurargli qualcosa nell'orecchio e poi quest'ultimo ripartì a corsa.

Quell'immagine da sola, dimostrava che Brandon con i bambini aveva decisamente toccato un tasto delicato.

«Solo un minuto signori- annunciò l'uomo- comunque io sono Jeff, di chi ho il piacere di fare la conoscenza?»

I due agenti si presentarono e i cecchini sembrarono rilassarsi Jeff continuò a riempirli di convenevoli e spiegò come funzionavano le cose nel quartiere confermando l'impressione iniziale di Steve sullo scopo della gang. Dopo qualche minuto un gruppetto di ragazzi, in età da college, arrivò stringendo in mezzo a loro il sospettato che cercavano.

L'uomo aveva qualche livido molto recente, probabilmente conseguenza di come Brandon l'avesse presentato. Niente di allarmante, ma quando mezz'ora dopo, fuori dal quartiere, Steve si rese conto che quell'uomo non aveva niente a che vedere con Montoya, si sentì in colpa per avergli fatto avere quel trattamento. Si chiese se Brandon fosse stato così lungimirante da averlo pensato prima di tirare in mezzo i bambini o se stesse solo cercando di accattivarseli.

Dopo un altro paio di sospetti, trovati in relativa tranquillità rispetto al precedente, Brandon e Steve tornarono al quartier generale.

 

Appena usciti da lavoro lui e Danny si erano precipitati all'ospedale da Chin e avevano atteso fino a che il collega non aveva ordinato loro di portare Kono a casa. La ragazza si stava addormentando sulla sedia accanto al letto nonostante l'animato chiacchiericcio degli altri, ma si svegliò all'istante protestando veemente alla richiesta. Nessuno ammise repliche e mezz'ora dopo si trovò trascinata quasi a forza nella Camaro di Danny, con la promessa che non si sarebbe mossa di casa fino al giorno successivo.

Nel viaggio di ritorno a recuperare la propria auto, Steve raccontò a Danny della giornata.

«Fammi capire bene.- lo interruppe Danny con forza – tu razza pazzo che non sei altro, hai scelto un indirizzo in una delle parti peggiori della città, dove almeno un terzo dei poliziotti dell'idola non osa mettere piede, solo per vedere come Brandon reagiva?»

«Non la fare così tragica, in quel quartiere le cose sono stabili ed eravamo là per fare pulizia, stavamo facendo loro un favore, non avevano alcun motivo di attaccarci.» Disse in sua difesa Steve.

«Eh beh, allora va tutto bene così, con tre persone armate in mezzo alla strada, due cecchini sui tetti e chissà quanti altri pronti dietro alle finestre e tutti questi, ripeto tutti, pronti a spararti.» spiegò il biondo, che quella sera stava gesticolando più che mai.

Steve cercò di minimizzare:

«La stai facendo troppo tragica Danno, mi sembra che sono ancora qui, no?»

«Non è questo il punto!»

«Giusto hai ragione, il punto era capire chi è Brandon e credimi è molto più addestrato di quanto non sarebbe avendo passato solo due anni nell'esercito. Buon spirito di improvvisazione, reagisce in fretta, attento hai dettagli, sa come trattare con questa gente...Brandon ha decisamente accumulato esperienza sul campo.»

«Già, ma ancora continui a ignorare il mio punto, tu non puoi comportarti come se tu fossi invincibile.»

«Sono ancora qui, no?» ripeté Steve facendogli l'occhiolino.

Danny gettò le mani in aria, perdendo una volta per tutte le speranze di farlo ragionare.

«Chi diavolo abbiamo accolto in casa?» domandò Danny riferendosi al federale, ma calò il silenzio in auto, poiché nessuno dei due era ancora in grado di rispondere a quella domanda.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hawaii Five-0 / Vai alla pagina dell'autore: De33y